Poi che son servo del Sole vi parlerò del Sole;
notte non sono, né adoratore delle notti, non parlerò di sogni.
Come messaggero del Sole e suo interprete,
segreti messaggi prenderò da lui e vi porterò la risposta.
E poi che vado come sole, brillerò su rovinati deserti,
fuggirò dai luoghi abitati, parlerò deserte parole.
Assomiglio alla vetta di un albero lontano dalla radice:
pur ristretto in secca corteccia, parlerò di succoso midollo.
Se pur son mela secca son più alto d’un albero;
anche se ebbro e sconvolto, dico parole veraci!
Da quando il mio cuore ha sentito il profumo della polvere della
sua soglia,
ho vergogna anche della polvere sua, non parlo che d’acqua
purissima!
Togliti il velo dal volto, ché il volto hai glorioso!
Non permettere ch’io debba parlarti come sotto ad un velo!
Se hai il cuore di pietra, io son pieno di fuoco qual ferro;
se assumi trasparenza di cristallo, io parlo di calice e vino!
Poi che nato sono dal Sole come il Re Qobad antico,
non sorgerò nella notte, non parlerò di chiaro di luna.”
(Rumi, Poesie mistiche)
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