State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

domenica 28 gennaio 2018

E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell'aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami.

              

L'immagine può contenere: sMS
 E ricordatiio ci sarò
Ci sarò su nell'aria. Allora ogni tanto,
 se mi vuoi parlare, mettiti da una parte,
 chiudi gli occhi e cercami. 
Ci si parla. 
Ma non nel linguaggio delle parole. 
Nel silenzio. 
 [Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio. Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita] 
 sono passati due anni caro papà e mi manchi tantissimo.....
tu sei parte di me e vivi nel mio cuore!!! 
Grazie papà per il tuo immenso Amore.... 
Da lassù proteggi tutti noi ..
ti amo papà 
Isa e mamma Rosi


fonte:  w-il-suocero-centenario-auguri-arduino
                      (Rosi  92 Arduino  101 il 6 & 7 Dicembre 2015  )


Luca Mauceri - Promenade (live in Romena)

Luca Mauceri, piano - Donato Cedrone, vcl - Carlo Lucchetti, double bass. Recorded live in Romena. Filmed by Giacomo de Angelis e Marlon Joubert.

sabato 27 gennaio 2018

Le testimonianze di vita del protagonista di "The Passion"

altro video su YouTube:
Testimonianza di Jim Caviezel - Il mondo ha bisogno di guerrieri come San Paolo (sub ITA)Il mondo ha bisogno di guerrieri orgogliosi animati dalla loro fede. Guerrieri come San Paolo e San Luca, che hanno rischiato il loro nome e la loro reputazione per portare al mondo la loro fede e il loro amore per Gesù. Dio chiama ognuno di noi, ognuno di voi, a fare grandi cose.Potente intervento di Jim Caviezel al convegno degli studenti universitari cattolici riuniti a Chicago. L'attore ha di recente recitato nel film "Paolo, Apostolo di Cristo". Ecco a voi il video della testimonianza ai giovani sottotitolato in italiano.
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Jim Caviezel bella esperienza sub ita

Sono finalmente riuscita a mettere i sottotitoli italiani a questo video, l'ho fatto soprattutto per chi mi aveva chiesto la traduzione. Per i sottotitoli dovete cliccare sull'opzione sottotitoli/CC infondo a destra dello schermo –italiano, (no quelli inglesi che sono predefiniti quindi spesso non combaciano). Ho fatto davvero una faticaccia!! Ma penso che ne sia valsa proprio la pena. (tra l’altro vorrei dedicare i miei sforzi in particolare alla mia figlioccia camilla e alla mia madrina simona )

Lo consiglio a chiunque abbia intenzioni serie riguardo la fede e a chi è stanco di vivere il cristianesimo all’acqua di rose. 

Scusate per gli errori che ci saranno e se non ho tradotto tutto nel minimo dettaglio, ma ho fatto quello che ho potuto col tempo che avevo!

Un abbraccio a tutti buona visione!

11. Intervista a Jim Caviezel sulla passione di Mel Gibson. In Italiano.

mercoledì 24 gennaio 2018

Finché c’è qualcuno da amare.

Finché c’è qualcuno da amare

Susanna Bo è nata a Genova nel 1977. Si è laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Genova e vive a Sestri Levante. È sposata con Gianni e mamma di Anna, Rachele, Pietro, Francesco e Lorenzo.

Di mestiere fa la casalinga ma, a quanto dicono i suoi familiari, pare che non eserciti la professione.

Scrive per diletto e per avere una buona scusa per stare seduta.

Con Edizioni San Paolo ha pubblicato La buona battaglia – le grandi acque non possono spegnere l’amore (2016) e Finché c’è qualcuno da amare (in uscita a settembre 2017)

Da:www.susannabo.it/chi-sono/

Vedi anche ...

La buona battaglia

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Lui è l’ateo, veste alla moda, frequenta le discoteche e non si capisce bene cosa ci faccia, in una comunità religiosa. Lei è la brava ragazza di chiesa, tutta studio, casa e tranquillità. Ma i ruoli non sono quelli di un copione: la storia d’amore di Luigi e Susanna è una storia vera. C’è l’innamoramento, poi il fidanzamento, infine il matrimonio e la nascita di due bambine. Con tutte le difficoltà e le gioie che tali momenti comportano. E vera è anche la malattia di Luigi: un meningioma al cervello che, nonostante i numerosi interventi e le terapie, si ripresenta puntualmente. In questo libro si ride tanto e si piange tanto, ci avvisa la prefazione. E solo a poco a poco ci accorgiamo che i ruoli che credevamo di conoscere stanno cambiando: è Luigi l’ateo, mentre il suo corpo lentamente si spegne, a capire che la sofferenza ha un senso quando è offerta, mentre sua moglie Susanna, brava ragazza di chiesa, scoprirà una fede molto diversa da quella che ha sempre dato per scontata. 

Dalla prefazione di don Fabio Rosini

A quanto ho capito una prefazione dovrebbe servire a mettere la voglia di leggere il libro che introduce.

Beh, quello che posso dire è che questo è un libro che mi ha fatto piangere a dirotto, e che nello stesso tempo mi ha fatto sganasciare dalle risate. Perché ho riso tanto il lettore lo capirà semplicemente iniziando a leggere; perché ho pianto tanto lo capirà se lo leggerà tutto...

>>> 

Da: www.susannabo.it/cat-libri/miei-libri/

Si salvi chi vuole ...

 un manuale ma anche un abbraccio

Segnaliamo questa  recensione di Andrea Consonni
Ho cominciato a leggere il nuovo librodi Costanza Miriano “Si salvi chi vuole. Manuale di imperfezione spirituale” (Sonzogno) la sera di un giorno lavorativo particolarmente duro.
Ero tornato dal Cinema molto stanco, nervoso, svuotato e senza voglia di aprire i romanzi che mi aspettavano in camera, di preparare la cena o guardare la tv, nemmeno di lavarmi avevo voglia. Sulla cassettiera era appoggiato “Si salvi chi vuole” e funzionava come una specie di richiamo tutte le volte che ci passavo davanti col bicchiere di birra in mano e allora l’ho preso in mano e mi sono messo nella mia solita posizione preferita di lettura serale. Alla finestra della cucina, da dove posso vedere le montagne e i boschi. E ho respirato e ho cominciato a piegare gli angoli delle pagine e mi sono munito della mia matita preferita per sottolineare i passaggi migliori o controversi.
Mi è scivolata addosso a valanga tutta una parte della mia vita. Gli anni di formazione e scontro spirituale, il Collegio Arcivescovile, i miei padri spirituali, i ritiri negli Istituti di Don Orione, le chiacchierate con il rettore a proposito di fede e nichilismo e una lunga discussione che risale a quasi venticinque anni fa quando un prete mi disse che sarei stato un ottimo prete o professore e io che gli risposi che la voce di Dio non mi parlava più e non mi ci vedevo in niente e che avrei solo voluto scomparire, andarmene, mettermi a camminare verso l’oceano. Che la mia strada non era quella e non sapevo nemmeno perché. E poi quando lo rincontrai gli raccontai che la fede l’avevo abbandonata definitivamente e che però continuavo a entrare nelle Chiese quando ci passavo davanti per accendere una candela o anche solo per sedermi su una panca a meditare sulla giornata e che tutte le volte che mi vedevo un cimitero recitavo le preghiere per i morti della mia famiglia e per tutti gli sconosciuti.
C’è stato un tempo in cui mi confessavo quasi tutte le settimane. Obbligato ma anche consapevole che quello che stavo facendo rimetteva a posto le mie giornate. Mi metteva a nudo davanti alle mie colpe, senza cercare scuse, ma elencando quello che avevo fatto di male. E ricordo, quasi con rabbia, un prete che nemmeno ti voleva ascoltare e ti assolveva dai peccati ancor prima di esserti inginocchiato.

SAPERI


Una "parola" al giorno per tenere sempre acceso il baluginio di una speranza o di un buon pensiero.

🔆Dentro la tasca di qualunque mattino.🌻
SAPERI
Vi sono coloro che vogliono sapere 
soltanto per sapere: è curiosità. 
Vi sono coloro che vogliono sapere 
per essere considerati sapienti: è vanità. 
Vi sono coloro che vogliono sapere per 
vendere la loro scienza: è un turpe guadagno. 
Vi sono coloro che vogliono sapere 
per edificare se stessi: è prudenza. 
Vi sono, infine, coloro che vogliono sapere 
per edificare gli altri: è carità.
per edificare gli altri: è carità.
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Gianmaria Testa a Romena

L'inizio del concerto di Gianmaria testa alla Pieve di Romena il 21 settembre 2011 nell'ambito dell'incontro "Una fede nuda". Il concerto viene introdotto dalla presentazione di don Luigi Verdi, responsabile della Fraternità di Romena.


ognuno e alla ricerca scritta 590

Gli spazi della Fraternità


... Ma la maggior parte di questo immenso spazio che prima era la stalla è stato dedicato al nostro Auditorium, della capienza di quasi quattrocento posti. Qui si tengono i convegni, i concerti e gli spettacoli che rallegrano i tempi della Fraternità nei suoi momenti importanti. Lungo le pareti una serie di icone create da Gigi accompagnano verso il palco: materiali poveri, dismessi, riciclati che riconquistano valore e dignità. E’ bello così pensare che il calore di una stalla si è trasformato nel calore dell’incontro, della festa, della musica…

Gianmaria Testa, "Come al cielo gli aeroplani"


SAPERI...




FINO A QUANDO LA MIA STELLA BRILLERÀ

Fino a quando la mia stella brillerà




"Fino a quando la mia stella brillerà": Liliana Segre si racconta ai ragazzi
DI LILIANA SEGRE.
È nata a Milano. Nel 1944, a tredici anni, ha vissuto l'esperienza della deportazione nel campo di Auschwitz-Birkenau. Da anni si dedica alla testimonianza dell’Olocausto soprattutto tra i ragazzi, perché le sue parole possano seminare il ricordo e farlo arrivare alle generazioni future




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“Ho resistito perché sono stata amata”: Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, nominata senatrice a vita

Paola Belletti/Aleteia Italia

>>>it.aleteia.org/2018/01/23/liliana-segre-sopravvissuta-auschwitz-nominata-senatrice-a-vita


Ad Auschwitz superai la selezione per tre volte. Quando ci chiamavano sapevamo che era per decidere se eravamo ancora utili e potevamo andare avanti, o se eravamo vecchi pezzi irrecuperabili. Da buttare. Era un momento terribile. Bastava un cenno ed eri salvo, un altro ti condannava. Dovevamo metterci in fila, nude, passare davanti a due SS e a un medico nazista. Ci aprivano la bocca, ci esaminavano in ogni angolo del corpo per vedere se potevamo ancora lavorare. Chi era troppo stanca o troppo magra, o ferita, veniva eliminata. Bastavano pochi secondi agli aguzzini per capire se era meglio farci morire o farci vivere. Io vedevo le altre, orrendi scheletri impauriti, e sapevo di essere come loro. Gli ufficiali e i medici erano sempre eleganti, impeccabili e tirati a lucido, in pace con la loro coscienza. Era sufficiente un cenno del capo degli aguzzini, che voleva dire “avanti”, ed eri salva. Io pensavo solo a questo quando ero lì, a quel cenno. Ero felice quando arrivava, perché avevo tredici anni, poi quattordici. Volevo vivere. Ricordo la prima selezione. Dopo avermi analizzata il medico notò una cicatrice. «Forse mi manderà a morte per questa…» pensai e mi venne il panico. Lui mi chiese di dove fossi e io con un filo di voce ma, cercando di restare calma, risposi che ero italiana. Trattenevo il respiro. Dopo aver riso, insieme agli altri, del medico italiano che mi aveva fatto quella orrenda cicatrice, il dottore nazista mi fece cenno di andare avanti. Significava che avevo passato la selezione! Ero viva, viva, viva! Ero così felice di poter tornare nel campo che tutto mi sembrava più facile. Poi vidi Janine. Era una ragazza francese, erano mesi che lavoravamo una accanto all’altra nella fabbrica di munizioni. Janine era addetta alla macchina che tagliava l’acciaio. Qualche giorno prima quella maledetta macchina le aveva tranciato le prime falangi di due dita. Lei andò davanti agli aguzzini, nuda, cercando di nascondere la sua mutilazione. Ma quelli le videro subito le dita ferite e presero il suo numero tatuato sul corpo nudo. Voleva dire che la mandavano a morire. Janine non sarebbe tornata nel campo. Janine non era un’estranea per me, la vedevo tutti i giorni, avevamo scambiato qualche frase, ci sorridevamo per salutarci. Eppure non le dissi niente. Non mi voltai quando la portarono via. Non le dissi addio. Avevo paura di uscire dall’invisibilità nella quale mi nascondevo, feci finta di niente e ricominciai a mettere una gamba dietro l’altra e camminare, pur di vivere. Racconto sempre la storia di Janine. È un rimorso che mi porto dentro. Il rimorso di non aver avuto il coraggio di dirle addio. Di farle sentire, in quel momento che Janine stava andando a morire, che la sua vita era importante per me. Che noi non eravamo come gli aguzzini ma ci sentivamo, ancora e nonostante tutto, capaci di amare. Invece non lo feci. Il rimorso non mi diede pace per tanto, tanto tempo. Sapevo che nel momento in cui non avevo avuto il coraggio di dire addio a Janine, avevano vinto loro, i nostri aguzzini, perché ci avevano privati della nostra umanità e della pietà verso un altro essere umano. Era questa la loro vittoria, era questo il loro obiettivo: annientare la nostra umanità.”


"SE QUESTO E' UN UOMO"



Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.


Dal Romanzo di Primo Levi
Rappresenta la coinvolgente ma riflettuta testimonianza di quanto fu vissuto in prima persona dall'autore nel campo di concentramento di Auschwitz.



Auschwitz - Augusto Daolio - I Nomadi

Son morto con altri cento, son morto ch' ero bambino,
passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento....

Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento
nel freddo giorno d' inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento...

Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento...

Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento...

Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento...

Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà...

Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà e il vento si poserà...



I Nomadi – Canzone per un’Amica



FIUME SAND CREEK - Fabrizio De Andrè


"Si son presi il nostro cuore 
sotto una coperta scura 
sotto una luna morta piccola 
dormivamo senza paura 
fu un generale di vent'anni 
occhi turchini e giacca uguale 
fu un generale di vent'anni 
figlio d'un temporale 

C'è un dollaro d'argento 
sul fondo del Sand Creek. 

I nostri guerrieri troppo lontani 
sulla pista del bisonte 
e quella musica distante 
diventò sempre più forte 
chiusi gli occhi per tre volte 
mi ritrovai ancora lì 
chiesi a mio nonno è solo un sogno 
mio nonno disse sì 

A volte i pesci cantano 
sul fondo del Sand Creek 

Sognai talmente forte 
che mi uscì il sangue dal naso 
il lampo in un orecchio 
nell'altro il paradiso 
le lacrime più piccole 
le lacrime più grosse 
quando l'albero della neve 
fiorì di stelle rosse 

Ora i bambini dormono 
nel letto del Sand Creek 

Quando il sole alzò la testa 
tra' le spalle della notte 
c'erano solo cani e fumo 
e tende capovolte 
tirai una freccia in cielo 
per farlo respirare 
tirai una freccia al vento 
per farlo sanguinare 

La terza freccia cercala 
sul fondo del Sand Creek 

Si son presi il nostro cuore 
sotto una coperta scura 
sotto una luna morta piccola 
dormivamo senza paura 
fu un generale di vent'anni 
occhi turchini e giacca uguale 
fu un generale di vent'anni 
figlio d'un temporale 

Ora i bambini dormono 
sul fondo del Sand Creek"


Sand Creek River

"They are taken our hearts 
under a dark blanket 
Under a moon died young 
we were sleeping without fear 
Was a general of twenty years 
blue eyes and the same jacket 
Was a general of twenty years 
son of a storm 

There is a dollar silver 
on the bottom of Sand Creek 

Our warriors too far 
on the track of bison 
And that distant music 
became ever stronger 
I closed my eyes for three times 
I found myself again here 
I asked my grandfather 
if this was just a dream 
My grandfather said yes 

Sometimes the fish sing 
on the bottom of the Sand Creek 

I dreamed so strong 
that blood went out from my nose 
The lightning in one ear 
in the other paradise 
Tears smaller 
Tears largest 
When the tree of snow 
flourished of red stars 

Now the children are asleep 
in the bed of Sand Creek 

When the sun rose the head 
between the shoulders of the night 
there were only dogs and smoke 
and tends flipped 
I shooted an arrow toward the sky
to make it breathe 
I pulled an arrow in the wind 
to make it bleed

The third arrow look for it
on the bottom of the Sand Creek

They are taken our hearts 
under a dark blanket 
Under a moon died young 
we slept without fear 
Was a general of twenty years 
blue eyes and the same jacket 
Was a general of twenty years 
son of a storm 

Now the children are asleep 
on the bottom of Sand Creek"

https://www.youtube.com/watch?v=_KuTI...