State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

martedì 29 novembre 2016

" prima settimana di Avvento "


Celebrare l’Avvento, significa saper attendere,
e l’attendere è un’arte che, il nostro tempo impaziente,
ha dimenticato. Il nostro tempo vorrebbe cogliere
il frutto appena il germoglio è piantato;
così, gli occhi avidi, sono ingannati in continuazione,
perché il frutto, all’apparenza così bello,
al suo interno è ancora aspro,
e, mani impietose, gettano via, ciò che le ha deluse.
Chi non conosce l’aspra beatitudine dell’attesa,
che è mancanza di ciò che si spera,
non sperimenterà mai, nella sua interezza,
la benedizione dell’adempimento.
D. Bonhoeffer


By leggoerifletto


L’Avvento, come la Quaresima, è una stagione per la preghiera e per l’emendamento dei nostri cuori. 
Dal momento che arriva in inverno, il fuoco è un segno adatto per aiutarci a celebrare l’Avvento. 
Se Cristo sta per venire più pienamente nelle nostre vite in questo Natale, se Dio sta per incarnarsi realmente per noi, allora il fuoco dovrà essere presente nella nostra preghiera. 
Il nostro culto e la nostra devozione dovranno alimentare quel genere di fuoco nelle nostre anime che può davvero cambiare i nostri cuori. 
La nostra è una grande responsabilità per non sprecare questo tempo di Avvento.

- Edward Hays - 
Sacerdote contemplativo cattolico, Nebraska - U.S.A.




Ecco io sono con voi - Padre Charles de Foucauld

Sempre con noi mediante la santa Eucaristia,
sempre con noi mediante la tua grazia,
sempre con noi mediante la tua provvidenza
che ci protegge senza interruzione,
sempre con noi mediante il tuo Amore...
O mio Dio, quale felicità! Quale felicità!
Dio con noi. Dio in noi.
Dio nel quale ci muoviamo e siamo...
O mio Dio, che cosa ci manca ancora?
Quanto siamo felici!
«Emmanuele, Dio-con-noi»,
ecco per così dire la prima parola del Vangelo...
«Io sono con voi fino alla fine del mondo»,
ecco l'ultima.
Quanto siamo felici! Quanto sei buono...
La santa Eucaristia è Gesù, è tutto Gesù!
Nella santa Eucaristia tu sei tutto intero,
completamente vivo, o mio beneamato Gesù,
così pienamente come lo eri
nella casa della Santa Famiglia di Nazareth,
nella casa di Maddalena a Betania,
come lo eri in mezzo ai tuoi apostoli...
Allo stesso modo tu sei qui,
o mio Beneamato e mio tutto...
E facci questa grazia, o mio Dio,
non a me soltanto ma a tutti i tuoi figli,
in te, per mezzo di Te e per Te:
«Dacci il nostro pane quotidiano»,
dallo a tutti gli uomini,
questo vero pane che è l'Ostia santa,
fa' che tutti gli uomini l'amino,
lo venerino, l'adorino,
e che il loro culto universale
ti glorifichi e consoli il tuo Cuore.
Amen

- Padre Charles de Foucauld -



Guardate un po' cosa c'è nella Stazione Spaziale Internazionale?

Preghiamo tutti per loro e per Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana nello spazio.

Felici di essere italiani ma, soprattutto, di essere cristiani.




Nessuno possiede Dio in modo tale da non doverlo più attendere.
Eppure non può attendere Dio chi non pensa che Dio ha già atteso lungamente lui.

- Dietrich Bonhoeffer -
 




- Sentinella, quando avrà fine la notte? Sentinella... Quando avrà fine la notte?


La Sentinella dice: "Sta venendo il mattino. Ma la notte durerà ancora. Tornate e ridomandate. Venite ancora. Insistete!"


(Isaia 21, 11-12). 
La domanda "Sentinella, quanto resta della notte?", in ebraico "Shomèr ma mi-llailah?", nel libro del profeta Isaia, è l'espressione dell'attesa, la struggente attesa dell'alba nella notte del mondo, l'attesa della liberazione. 
La sentinella, che è il profeta, nel suo avamposto nel deserto sente che l'alba sta per arrivare, ma per il momento perdura la notte e allora lei incita gli uomini a non perdere la speranza, a rinnovare l'attesa, a continuare a chiedere....


...In effetti, è proprio questo che noi viviamo nella liturgia: celebrando i tempi liturgici, attualizziamo il mistero – in questo caso la venuta del Signore – in modo tale da potere, per così dire, "camminare in essa" verso la sua piena realizzazione, alla fine dei tempi, ma attingendone già la virtù santificatrice, dal momento che i tempi ultimi sono già iniziati con la morte e risurrezione di Cristo.
La parola che riassume questo particolare stato, in cui si attende qualcosa che deve manifestarsi, ma che al tempo stesso si intravede e si pregusta, è "speranza". 


L’Avvento è per eccellenza la stagione spirituale della speranza, e in esso la Chiesa intera è chiamata a diventare speranza, per se stessa e per il mondo. Tutto l’organismo spirituale del Corpo mistico assume, per così dire, il "colore" della speranza. 


Tutto il popolo di Dio si rimette in cammino attratto da questo mistero: che il nostro Dio è "il Dio che viene" e ci chiama ad andargli incontro. 
In che modo? Anzitutto in quella forma universale della speranza e dell’attesa che è la preghiera, che trova la sua espressione eminente nei Salmi, parole umane in cui Dio stesso ha posto e pone continuamente sulle labbra e nei cuori dei credenti l’invocazione della sua venuta. Soffermiamoci perciò qualche istante sui due Salmi che abbiamo pregato poco fa e che sono consecutivi anche nel Libro biblico: il 141 e il 142, secondo la numerazione ebraica...



- papa Benedetto XVI - 
dalla "Omelia durante i Vespri della prima settimana di Avvento" 
29 novembre 2008 


Buona giornata a tutti. :-)

...

domenica 27 novembre 2016

Osho ...C.S. Lewis



By leggoerifletto

Una mamma - Osho

Una mamma è colei che crede di essere una madre, ma non lo è;
pensa di esserlo, ma non lo è perché essere una madre è molto, molto difficile, mentre essere una mamma è molto facile.
Il solo procreare è sufficiente per essere una mamma: non è necessaria alcuna comprensione.
Il mondo intero è pieno di mamme, ma trovare una madre è molto difficile.
Una madre è colei che ti aiuta ad essere te stesso.
La mamma è colei che pensa, che crede di amarti, ma in realtà ama se stessa e desidera solo che tu diventi una proiezione delle sue ambizioni.
E questo vale anche per i papà.
Potrai trovare delle mamme e dei papà ovunque: hanno corrotto il mondo intero.
Freud dice che, se esaminiamo le nevrosi in profondità, si troverà sempre una mamma alla base.
Tutta la psicoanalisi converge, alla fine, su problemi che la mamma ha creato.
Quindi la mamma è la simulazione di una madre, la controparte fisica della madre spirituale.
Essere una madre è molto difficile.
Solo colei che è arrivata a casa può essere una madre.
Procreare è molto facile, è naturale, biologico, ma essere una madre è qualcosa di spirituale.
La mamma vorrebbe che la seguissi, vorrebbe possederti, farti diventare una parte di sé, un suo possedimento prezioso.
Ti sarà attaccata.
La madre, invece, ti aiuterà a diventare indipendente.
Ti aiuterà a diventare individuo.
Ti amerà ma non cercherà di importi nulla.
Ti darà il suo amore ma non ti passerà il suo sapere.
Ti manderà nel mondo affiché tu scopra la tua verità e trovi la tua vita.
Non ti darà né un modello né una forma.
Non ti strutturerà, si limiterà ad aiutarti qualsiasi cosa tu possa essere.
La madre è l’ideale, accade raramente! Le mamme le trovate ovunque.
La madre è l’ideale utopistico, colei che può far nascere la tua anima..

- Osho Rajneesh -
da: La disciplina della trascendenza








Il destino di una mamma è aspettare i figli..
Li aspetti in gravidanza li aspetti al ritorno dall’ asilo
Li aspetti all’ uscita di scuola
Li aspetti quando iniziano la loro vita al ritorno a casa dopo una festa
Li aspetti quando rientrano dal lavoro per fargli sempre trovare una minestra calda
Li aspetti con amore con ansia a volte con rabbia che passa subito quando li vedi e puoi abbracciarli
Fate in modo che la vostra mamma anziana non debba aspettare più . Fatele visita.. amatela, abbracciate colei che vi ha amato come nessun altro farà mai...
Non fatela aspettare.. questo si aspetta lei da voi..
Perché  invecchiano le membra ma il cuore di una mamma non invecchia mai.. amatela voi che potete.






Buona giornata a tutti. :-)




da: "Meditazione: La prima e ultima realtà - Osho







www.donboscoland.it


<<<*>>>>Le lettere di Berlicche - Clive Staples Lewis



Scritti vari donboscoland.it
  1. Brave persone o uomini nuovi?
  2. Carità
  3. Dio vivo e gli idoli
  4. Facile e difficile nel cristianesimo
  5. Fede
  6. Il Diavolo Berlicche
  7. Il mio castello di carte
  8. La generazione eterna del Figlio nella Trinità
  9. Le risposte che Dio si riserva
  10. L’amicizia secondo Berlicche
  11. L’originalità personale nel cristianesimo
  12. Orgoglio e umiltà
  13. Sacrificio della croce di Cristo
  14. Vivere per un altro
  15. Amicizia
  16. Brave persone o uomini nuovi?

 C. S. Lewis (Belfast, 29 novembre 1898 – Oxford, 22 novembre 1963)

Le cronache di Narnia (The Chronicles of Narnia)

approfondimento

>>> G. K. Chesterton / C.S. Lewis / J.R.R. Tolkien


sabato 26 novembre 2016

“Il fiore, questa immensa tenerezza dei prati che sfiora gli uccelli con le ali segrete della giovinezza non è altro che un blocco d’incertezza e di paura che viene toccato dalla grazia di Dio. Io, Signore, ero un blocco di bestemmia e di dissipazione, poi la tua luce mi ha scoperto e sono esploso in tutta la mia bellezza. Ora io ti guardo con gli occhi dei miei petali e coi petali dei miei occhi e sono denso di rugiada e di baci e ti bacio, Signore ed esprimo il mio bene per te con la sottile floridezza del fiore.”



Eccomi tornato! 
Una serata, bella, dolce, immersi nell’amore che si fa misericordia, che non si deve meritare ma solo accogliere, lasciando che le parole di Gesù ci tocchino, finalmente, e non giungano solo agli orecchi.
E’ sempre così bello quando vivi momenti così, sentire l’emozione della gente che osa dire: è quello che mi serviva stasera, ma dette così le cose sono diverse, questo profumo me lo porterò con me per sempre…e tu che te ne stai lì ad abbracciare ognuno con la benedizione nel cuore.
E’ così semplice Dio, dice san Filippo Neri alla fine del racconto, vissuto, della parabola del padre buono, che continua a stupire per quanto lo abbiamo fatto serio e complicato. 
Che si possa fare un po’ festa anche noi oggi, magari baciati da una briciola di sole, magari inviando un po’ di bene, magari fermandosi a sentirsi un po’, magari dando una carezza, anche a parole.
Ti abbraccino queste parole fiorite di Alda Merini.
“Il fiore, questa immensa tenerezza dei prati 
che sfiora gli uccelli con le ali segrete della giovinezza 
non è altro che un blocco d’incertezza e di paura
 che viene toccato dalla grazia di Dio.
Io, Signore, ero un blocco di bestemmia e di dissipazione,
 poi la tua luce mi ha scoperto e sono esploso in tutta la mia bellezza. 
Ora io ti guardo con gli occhi dei miei petali e coi petali dei miei occhi 
e sono denso di rugiada e di baci e ti bacio, Signore 
ed esprimo il mio bene per te con la sottile floridezza del fiore.”
Fra Giorgio Bonati

venerdì 25 novembre 2016

Il 25 novembre si celebra la Giornata contro la Violenza sulle Donne.

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25-NOVEMBRE-GIORNATA-MONDIALE-LA-VIOLENZA-SULLE-DONNE


By leggoerifletto



Ancora mi solleverò - Maya Angelou - 25 Novembre - Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Mi potresti scrivere nella storia
con le tue bugie amare, rigirate.
Mi potresti calpestare nel fango
ma io, come polvere, ancora mi alzerò.
La mia insolenza ti turba?
Perché sei irto di tristezza?
perché cammino come avessi pozzi di petrolio
che pulsano nel mio salotto.
Come le lune e i soli
con la certezza delle onde
come le speranze che si rialzano,
io ancora mi alzerò.
Volevi vedermi distrutta?
Capo chino e occhi bassi?
Spalle pendenti come lacrime,
appesantite dai miei pianti sentimentali?
La mia superbia ti offende?
non te la prendere troppo,
perché io rido come avessi miniere d'oro
scavate nel mio giardino.
Puoi spararmi con le tue parole,
puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
puoi uccidermi col tuo odio
ma io ancora, come aria, mi alzerò.
La mia sensualità ti dispiace?
ti sorprende forse che io balli
come fossi coperta di diamanti
all'inizio dei miei fianchi?
Fuori dalle capanne dell'imbarazzo della storia
io mi alzo.
Sopra il passato che si radica nel dolore
io mi alzo.
Sono un oceano nero, che salta ed è largo.
Crescendo e aumentando, io mi reco nella marea.
Tralasciando notti di terrore e paura
io mi alzo.
Ritrovandomi in un'alba meravigliosamente chiara
io mi alzo.
Portando doni che mi furono lasciati dagli antenati,
io sono sogno e speranza degli schiavi.
Io mi alzo.
Mi alzo,
mi alzo.

- Maya Angelou - 
“Ancora mi alzo"


"Per tutte le violenze consumate su di Lei,
per tutte le umiliazioni che ha subìto,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:
in piedi Signori,
davanti a una Donna!"

- William Shakespeare - 


Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci.
La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.
Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.

- Èlie Wiesel -



La violenza sulle donne è antica come il mondo, ma oggi avremmo voluto sperare che una società avanzata, civile e democratica non nutrisse le cronache di abusi, omicidi e stupri.

- Helga Schneider - 



E malgrado tutta la violenza sulle donne e sugli indifesi, io sono certa che una buona educazione fatta in famiglia e a scuola ai fanciulli e giovani, salverebbe dalla violenza tante vite.

- Maria Savasta - 


Il 25 novembre si celebra la Giornata contro la Violenza sulle Donne. 
Istituita dall'Onu nel 1999, intende sensibilizzare l'opinione pubblica su argomenti purtroppo sempre attuali come quelli della violenza di genere e del femminicidio. 


Io come voi - Alda Merini

Io come voi sono stata sorpresa mentre rubavo la vita,
buttata fuori dal mio desiderio d'amore.
Io come voi non sono stata ascoltata
e ho visto le sbarre del silenzio
crescermi intorno e strapparmi i capelli.

Io come voi ho pianto,
ho riso e ho sperato.

Io come voi mi sono sentita togliere
i vestiti di dosso
e quando mi hanno dato in mano
la mia vergogna
ho mangiato vergogna ogni giorno.

Io come voi ho soccorso il nemico,
ho avuto fede nei miei poveri panni
e ho domandato che cosa sia il Signore,
poi dall'idea della sua esistenza
ho tratto forza per sentire il martirio
volarmi intorno come colomba viva.

Io come voi ho consumato l'amore da sola
lontana persino dal Cristo risorto.
Ma io come voi sono tornata alla scienza
del dolore dell'uomo,
che è la scienza mia.


- Alda Merini - 



Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.

- Alda Merini - 



Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia
legalo con l’intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l’ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell’acqua del sentimento.

(Alda Merini)
Italia, 1931-2009
http://www.aldamerini.it/


Buona giornata a tutti. :-)


mercoledì 23 novembre 2016

“Chi crede nel suo cammino, non ha bisogno di dimostrare che quellodegli altri è sbagliato.”

Metti una dozzina di persone in cammino, quel tipo di cammino a cui non servono piedi e gambe forti, ma cuore che profuma di divino, e lasciale esprimere, e raccontare, e una serata si riempie, si colma di Dio.
Ieri sera ho ospitato un incontro del ‘gruppo interreligioso’, e solo ascoltare ognuna delle storie di vita è stato come disegnare con estrema leggerezza l’arcobaleno della fede. Che bello sapere che ognuno è in cammino, ognuno su una strada diversa, e la meta è uguale, trovare il divino in se e provare a viverlo, ogni giorno, profumando la vita di chi ti incontra.
Queste parole di Emanuela Pacifici, trovate ieri, sembrano dipingere il cuore di questi cercatori d’infinito: 
“La Terra ha bisogno di passi leggeri, bisogno di essere accarezzata e non calpestata. Tutti noi abbiamo necessità di delicatezza, di ritrovare il cammino gioioso e sacro della bellezza. E' come se servisse il sussurro più che il grido, come se avessimo bisogno di nutrire adesso ogni passo con amore così da non lasciare cicatrici sul mondo e sull'umanità.”
In effetti, come scriveva Coelho:
 “Chi crede nel suo cammino, non ha bisogno di dimostrare che quello degli altri è sbagliato.”
E allora il mio passo oggi sarà più vivo, più divino.
Fra Giorgio Bonati  da fb


Romena “si sposta” a Padova: sabato 26 grande giornata di incontro sulla

“Leggerezza”



immagine dal web

martedì 22 novembre 2016

“La carezza è la fisicità di una benedizione”.


Con il giorno che inizia uggioso e grigio, mi salva l’agenda di Romena, con una frase di Jean-Paul Hernandez: “La carezza è la fisicità di una benedizione”.

Il potere delle parole, il potere di colorare anche il cielo più spento, di scioccare i tuoi occhi tanto da pennellare l’arcobaleno sul giorno bagnato, facendoti sognare la fine, e un nuovo inizio.
Non sarebbe male terminare le nostre messe con la benedizione che si fa carezza, aggiungere, a quel gesto automatico col quale ci segniamo, uno sguardo negli occhi di chi ci è accanto e accarezzarlo. Si, credo sia più potente, un rafforzativo dolce, come far tesoro sulla pelle dell’amore di Dio che ti ha raggiunto e rimane in te, per sempre.
E allora ti benedico stamane con le parole del mio Bobin, uno che le parole le abita, le fa abitare: “Ci vuole tempo per raggiungere l’innocenza del giorno. Ci vuole tempo per giungere alla semplicità di una lingua. Ci vuole tempo per imparare e ancora più tempo per ridere di ciò che si è appena imparato. Ridere del proprio sapere come della propria ignoranza. Ridere con la primavera negli occhi, l’infanzia nella voce, la pioggia nei libri. Perché nei libri piove. Una pioggia sottile scivola sulle pagine, scende sul cuore.”
Fra Giorgio Bonati


Esattamente cent’anni fa, il 22 novembre 1916, nasceva il servita e grande poeta David Maria Turoldo (+ 6 febbraio 1992)

La Voce (inserto)

David Maria Tutoldo


 Preghiera

Vieni, Signore.

Vieni sempre, Signore


COMBONIANUM - Formazione 

Permanente

Turoldo, profeta del buio della Parola

Turoldo.jpg
Esattamente cent’anni fa, il 22 novembre 1916, nasceva il servita e grande poeta David Maria Turoldo (+ 6 febbraio 1992)Lo incontravi, e ti colpiva da un lato la sua forza contadina, la sua imponenza e irruenza da antico guerriero vichingo, e dall’altro lato i suoi occhi infantili e chiari. Restavi scosso dalla sua voce profonda e vibrante, da cattedrale o da deserto, e poi ti seduceva l’invincibile sorriso degli occhi azzurri. Aveva il colore forte della sua terra in Friuli che l’aveva generato, colore che gli è rimasto per una vita impigliato nel volto e non l’avrebbe mai più abbandonato.Lo ascoltavi e la sua parola apriva spazi al volo. Con lui ho rivissuto l’esperienza dei discepoli di Emmaus, quando si dicono l’un l’altro: «Non ci bruciava forse il cuore per strada mentre ci spiegava le scritture?» Ascoltarlo era rimanere accesi. Regalava stupore, quella esperienza felice che scardina gli schemi, che si inserisce come una lama di libertà in tutto ciò che ci satura. Sapeva liberare la Parola da ogni sequestro ecclesiastico. La faceva vibrare nella vita. E proprio perché entrava nella vita, la sua non era una parola neutra: il Vangelo non è né pallido né evanescente. Ha forma, ha colore. Per questo la predicazione di David Maria Turoldo, segnata da passione accesa per Dio, per il popolo, per gli ultimi della terra, non poteva non suscitare, come ogni parola profetica, consensi e ripudi, accoglienza e ostilità. Dentro e fuori la Chiesa. Dentro la Chiesa e dentro la società.Era un poeta e Carlo Bo ne ha dato una definizione insuperata: «Dio ha dato a padre David due doni, la fede e la poesia; e dandogli la fede gli ha imposto di cantarla tutti i giorni». Non restano di lui grandi testi dottrinali, restano passione e bellezza, pathos e cosmos, vitali e coinvolgenti, matrice della sua poesia. In esergo alla raccolta poetica ultima ha scritto: la vita che mi hai ridato ora te la rendo nel canto. Per lui poetare e pregare erano la stessa cosa. E questo gli ha regalato la capacità rarissima di saper parlare a credenti e non credenti. Perché nei suoi versi raccontava il mistero di Dio dentro il torrente della vita.In punta di piedi entriamo nella sua poesia, facendoci accompagnare da alcuni versi. I poeti sono un po’ impertinenti: bussano e ribussano alla porta del lettore, insistenti, non si accontentano di una conoscenza superficiale, hanno fame di amici. Se dai retta a un poeta e lo ascolti, non te ne liberi più: lo assimili ed entra a far parte di te, e quando meno te l’aspetti ti scopri a pronunciare un suo verso, a ricordare una sua parola, credendo che sia tua. E io non me ne sono più liberato, felice prigioniero.di Ermes Ronchihttps://www.luoghidellinfinito.it