“Da’ al mondo il meglio di te, e ti tratteranno a pesci in faccia, ma tu continua a dare il meglio di te”

Nella foresta scoppiò un terribile incendio. Le fiamme divoravano sterpaglie e alberi con voracità inarrestabile. 

Tutti gli animali si lanciarono in una fuga disperata, come un fiume disordinato e urlante davanti alle fiamme. 

Solo un colibrì volava in senso contrario con una goccia d’acqua nel becco. 

“Cosa credi di fare?”, gli chiese il leone. 

“Vado a spegnere l’incendio!”, rispose il piccolo volatile. 

“Con una goccia d’acqua…?” 

“Io faccio la mia parte!”, rispose il colibrì.

La perseveranza, il coraggio del piccolo colibrì ha abitato la mia omelia di ieri. Quella ‘direzione ostinata e contraria’ di cui ci parlava don Gallo rimane lì come una pietra miliare. 

Dicono che più scappi, più la paura ti insegue, e allora oggi proviamo a non scappare, a stare in mezzo anche ai terremoti più violenti e a continuare a prenderci cura della vita.

Perseveranza vuol dire: non mi arrendo; nel mondo sembrano vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi arrendo.

Anche quando tutto il lottare contro il male sembra senza esito, io non mi arrendo. Perché so che il filo rosso della storia è saldo nelle mani di Dio, quelle mani che ogni giorno non perdono alcuno dei capelli del mio capo. 

Che cosa posso fare? Usare la tattica del contadino. Rispondere alla grandine piantando nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impegnarmi a prepararne uno nuovo per domani. Seminare, piantare, attendere, perseverare vegliando su ogni germoglio della vita che nasce.

Nessuno dice che è facile, ma ne va della nostra vita, di ciò che di più vero siamo: “Da’ al mondo il meglio di te, e ti tratteranno a pesci in faccia, ma tu continua a dare il meglio di te”, dice Madre Teresa.

Che sia questo il modo di salvare la mia vita oggi?

Fra Giorgio Bonati

Santa Madre Teresa