State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

domenica 26 febbraio 2017

...ognuno è responsabile del proprio destino, la divinità non è responsabile.

ilmagodiozblog


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FILI E NODI, LEGAMI
Non è il dèmone che sceglierà la vostra sorte, ma siete voi che sceglierete il vostro dèmone. Il primo che la sorte avrà designato sarà il primo a scegliere il tenore di vita al quale sarà necessariamente legato. La virtù è libera a tutti; ognuno ne parteciperà più o meno a seconda che la stima o la spregia. Ognuno è responsabile del proprio destino, la divinità non è responsabile.

(Platone, Repubblica, X, 617 e)
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Risultati immagini per Ognuno è responsabile del proprio destino, la divinità non è responsabile
Le Moire Cloto e Lachesi intente a tessere il filo del fato. 
La Moira Atropo siede nell'attesa inesorabile di reciderlo - 
John Strudwick, A Golden Thread (Un filo prezioso), 1885 (olio su tela)

venerdì 24 febbraio 2017

felicità...

Vangelis | A Romantic Collection | Special Music

leggoerifletto

Dieci leggi per essere felici - Augusto Cury

Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticate che la tua vita è la più grande azienda al mondo. Solo tu puoi impedirle che vada in declino. In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano.Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice, non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell'anonimato.Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e periodi di crisi.Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere.Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia.È attraversare deserti fuori di sé, ma essere in grado di trovare un'oasi nei recessi della nostra anima.È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti.È saper parlare di sé.È aver coraggio per ascoltare un "No".È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono.Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.È aver la maturità per poter dire: "Mi sono sbagliato".È avere il coraggio di dire: "Perdonami".È avere la sensibilità per esprimere: "Ho bisogno di te".È avere la capacità di dire: "Ti amo".Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice...Che nelle tue primavere sii amante della gioia.Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza.E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo.Poiché così sarai più appassionato per la vita.E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza.Utilizzare le perdite per affinare la pazienza.Utilizzare gli errori per scolpire la serenità.Utilizzare il dolore per lapidare il piacere.Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza.Non mollare mai...Non rinunciare mai alle persone che ami.Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!Sul web viene attribuito a un discorso di Papa ad un Convegno Famiglie, ma in realtà il testo è tratto dal libro "Dez Leis Para Ser Feliz" di Augusto Cury, psichiatra brasiliano, come spiegato qui.  - Augusto Cury -
"Diez leyes para ser feliz"





"Il dolore è parte integrante del crescere.E ricorda: se una cosa fa male, vuole dire che qualcosa dentro di te è stato represso. Quindi, invece di evitare il dolore, entraci dentro. Lascia che faccia terribilmente male. Lascia che faccia male completamente, cosi la ferita è totalmente esposta. Quando è del tutto esposta, la ferita comincia a guarire. Se eviti questi spazi in cui senti dolore, rimarranno dentro di te e ti ci imbatterai di continuo, perchè sono parte di te."



- Osho - 



Ho scelto te

Nel silenzio della notte, io ho scelto te.
Nello splendore del firmamento, io ho scelto te.
Nell'incanto dell'aurora, io ho scelto te.
Nelle bufere più tormentose, io ho scelto te.
Nell'arsura più arida, io ho scelto te.
Nella buona e nella cattiva sorte, io ho scelto te.
Nella gioia e nel dolore, io ho scelto te.
Nel cuore del mio cuore, io ho scelto te.

- Charles Schimel Lawrence -





Buona giornata a tutti. :-)

giovedì 23 febbraio 2017

la vita è adesso...

 la vita è adesso

di Andrea

Claudio Baglioni 1985

la vita è adesso

nel vecchio albergo della terra
e ognuno in una stanza
e in una storia
di mattini più leggeri
e cieli smarginati di speranza
e di silenzi da ascoltare
e ti sorprenderai a cantare
ma non sai perché
la vita è adesso
nei pomeriggi appena freschi
che ti viene sonno
e le campane girano le nuvole
e piove sui capelli
e sopra i tavolini dei caffè all’aperto
e ti domandi certo
chi sei tu
sei tu
sei tu
sei tu
sei tu che spingi avanti il cuore
ed il lavoro duro
di essere uomo e non sapere
cosa sarà il futuro
sei tu nel tempo che ci fa più grandi
e soli in mezzo al mondo
con l’ansia di cercare insieme
un bene più profondo
e un altro che ti dia respiro
e che si curvi verso te
con un’attesa di volersi di più
senza capir cos’è
e tu che mi ricambi gli occhi
in questo istante immenso
sopra il rumore della gente
dimmi se questo ha un senso
la vita è adesso
nell’aria tenera di un dopocena
e musi di bambini
contro i vetri
e i prati che si lisciano come gattini
e stelle che si appicciano ai lampioni
milioni
mentre ti chiederai
dove sei tu?
sei tu
sei tu
sei tu
sei tu che porterai il tuo amore
per cento e mille strade
perché non c’è mai fine al viaggio
anche se un sogno cade
sei tu che hai un vento nuovo tra le braccia
mentre mi vieni incontro
e imparerai che per morire
ti basterà un tramonto
in una gioia che fa male di più
eella malinconia
ed in qualunque sera ti troverai
non ti buttare, non ti buttare via
e non lasciare andare un giorno
per ritrovar te stesso
figli di un cielo così bello
perché la vita è adesso
è adesso
è adesso
è adesso

mercoledì 22 febbraio 2017

Nella tua eterna veglia, tu ascolti i miei passi, che s'avvicinano, mentre la tua letizia si raccoglie nei primi albori del mattino…


Rabindranath Tagore

Beata la donna - G. Quaglini 
Il buon Dio aveva deciso di creare.. la mamma.Ci si arrabattava intorno già da sei giorni, quand'ecco comparire un angelo che gli fa: "Questa qui te ne fa perdere di tempo, eh?".E Lui: "Sì, ma hai letto i requisiti dell'ordinazione?Dev'essere completamente lavabile, ma non di plastica... avere 180 parti mobili tutte sostituibili... funzionare a caffè e avanzi del giorno prima... avere un bacio capace di guarire tutto, da una sbucciatura ad una delusione d'amore... e sei paia di mani".L'angelo scosse la testa e ribatté incredulo: "Sei paia?!"."Il difficile non sono le mani – disse il buon Dio –ma le tre paia di occhi che una mamma deve avere"."Così tanti?". Dio annuì. "Un paio per vedere attraverso le porte chiuse quando domanda "che state combinando lì dentro, bambini?", anche se lo sa già; un altro paio dietro la testa, per vedere quello che non dovrebbe vedere, ma che deve sapere; un altro paio ancora per dire tacitamente al figlio che si è messo in un guaio "capisco e ti voglio bene lo stesso"."Signore – fece l'angelo sfiorandogli gentilmente un braccio – va' a dormire. Domani è un altro...". "Non posso – ripose il Signore – ho quasi finito ormai. Ne ho già una che guarisce da sola se è malata, che può lavorare 18 ore di seguito, preparare un pranzo per sei con mezzo chilo di carne tritata e che riesce a tenere sotto la doccia un bambino di nove anni".L'angelo girò lentamente intorno al modello di madre, esaminandolo con curiosità: "E' troppo tenera", disse poi con un sospiro."Ma resistente – ribatté il Signore con foga – tu non hai idea diquello che può sopportare una mamma!"."Sa pensare?". "Non solo, ma sa anche fare un ottimo uso della ragione e venire a compromessi", ribatté il Creatore.A quel punto l'angelo si chinò sul modello della madre e le passò un dito su una guancia: "Qui c'è una perdita", dichiarò."Non è una perdita – lo corresse il Signore – è una lacrima"."E a che serve?". "Esprime gioia, tristezza, delusione, dolore, solitudine, orgoglio"."Ma sei un genio!", esclamò l'angelo.Con sottile malinconia Dio aggiunse: "A dire il vero, non sono stato io a mettercela quella cosa lì..."- don Bruno Ferrero -Fonte :“40 Storie nel deserto”
Penso alla figura di Etty Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad Auschwitz. Inizialmente lontana da Dio, lo scopre guardando in profondità dentro se stessa e scrive: "Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c'è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri" (Diario, 97). Nella sua vita dispersa e inquieta, ritrova Dio proprio in mezzo alla grande tragedia del Novecento, la Shoah. Questa giovane fragile e insoddisfatta, trasfigurata dalla fede, si trasforma in una donna piena di amore e di pace interiore, capace di affermare: "Vivo costantemente in intimità con Dio".
- papa Benedetto XVI - Udienza generale, 13 febbraio 2013

Beata la donnacosciente della propria femminilitàe della propria missionenella Chiesa e nel mondo.

Beata la donnache cura il proprio fascinoinferiore ed esteriore.perché l’armonia della personafa più bella la convivenza umana.

Beata la donnache, a fianco dell’uomo, esercitala propria insostituibile responsabilitànella famiglia, nella società,nella storia e nell’universo intero.

Beata la donnachiamata a trasmettere e a custodirela vita in maniera umile e grande.Beata quando in leiaccoglie, fa crescere e protegge la vita.

Beata la donnache mette l’intelligenza, la sensibilità,la cultura al servizio della vitaovunque essa venga sminuita o deturpata.

Beata la donnache s’impegna a promuovere un mondopiù giusto e più umano.

Beata la donnache sul proprio cammino incontra Cristo:lo ascolta, lo accoglie, lo seguecome tante donne del Vangelo,e si lascia illuminare da Luinelle scelte di vita.

Beata la donnache, giorno dopo giorno, con piccoli gesti, con parolee atteggiamenti che nascono dal cuore,traccia sentieri di speranza per l’umanità.

- G. Quaglini - 

Buona giornata a tutti. :-)
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martedì 21 febbraio 2017

Meta del viaggio è raccontare...

 Anche Dio ama la notte

 Valentino Salvoldi
leggoerifletto 

Se, anche Dio ama la notte.... - Valentino Savoldi

Tanti ragazzi rischiano di buttare via il tempo, frammentati in attività e occupazioni insignificanti. Corrono per risparmiare il tempo e, quando ce l'hanno, non sanno come fare per ammazzarlo! In molti Paesi africani si suol dire: "Quando Dio creò il tempo, ne creò tanto". Questa affermazione non vuole giustificare la perdita di tempo, bensì sottolineare che esso va regalato agli amici.La Bibbia, parlando di Giobbe, per far capire che il Signore lo ricompensò per avere superato egregiamente tante prove, tanto dolore, afferma: "Lo saziò di giorni". Cioè aggiunse giorni a giorni, affinché potesse godere fino in fondo la vita, anche nella vecchiaia. Ciò significa che i nostri giorni vanno vissuti bene, il tempo va speso con intelligenza e amore, perché non torna indietro. Se si riscrivesse la Bibbia, anche Dio si aggiornerebbe: "Lo saziò di giorni e di notti"... É un privilegio svegliarsi ogni mattina col sorriso sulle labbra al pensiero: "Anche oggi potrò amare, capire, lodare, sognare, stare con gli amici, ricevere e dare felicità". E cos'è la felicità se non sentirsi bene nello scorrere delle ore, assieme a persone che vogliono vivere il tempo come grazia e come vita? Vita che è tale solo quando si sperimenta di amare e di essere amati.Se, poi, uno ha anche il privilegio di credere nella vita eterna, allora non vive l'effimero istante presente con angoscia, perché tutto è preludio dell'eternità. Là, ogni gesto d'amore sarà sublimato: lo sguardo, la carezza, la parola usata non per passare il tempo, ma come dono, saranno scritti nel libro della vita, che non conosce banalità, ma solo gli eccessi dell'amore.
- Valentino Savoldi da: V. Savoldi, Anche Dio ama la notte, Brescia, Ed. Queriniana, 2001, p. 86 (Lettere ai giovani, 6)

Tutti abbiamo sperimentato quanto sia fluttuante la nostra percezione del tempo che scorre. Quando siamo in attesa di qualcosa di imminente, ogni minuto sembra durare un'eternità. Quando viviamo momenti di festa, il tempo sembra invece straordinariamente fugace. La nostra memoria è come un giardino che guardiamo a distanza: i rovi intricati dell'angoscia e delle attese interminabili, le inquietudini che ci hanno tormentato, le ansie che hanno rovinato il nostro buon umore, non ne vediamo più alcun segno: non vediamo altro che il delicato fiore dei momenti felici.
Ed è per questo che il nostro giardino è bello: un solo fiore di gioia basta a catturare la nostra attenzione e la nostra meraviglia tanto da farci dimenticare cento erbacce di tristezza e di dubbio.



«Un solo momento di gioia scaccia cento momenti di tristezza».

Proverbio cinese


Buona giornata a tutti. :-)





«Meta del viaggio è viaggiare», canta Fabrizio De André. E io aggiungo: «Meta del viaggio è raccontare». E’ bello, infatti, condividere esperienze che, mentre danno vita all’istante presente, ci permettono di sognare.Il senso di provvisorietà che accompagna ogni viaggiatore mi ha insegnato a non aspettare la partenza per dire : «Ti voglio bene». Mi ha incoraggiato ad esprimere a tante persone il mio bisogno d’amare e di essere amato. «Sono un mendicante d’amore», rispondo a chi, incalzato dalla mia curiosità e dal mio sguardo, chiede: «Ma tu chi sei?».Per oltre venticinque anni ho studiato. Per altrettanti ho insegnato filosofia e teologia morale soprattutto nei paesi impoveriti come ‘professore visitatore’. Ora sono al servizio della Santa Sede per la formazione del clero delle giovani Chiese.Guida la mia attività di giornalista e di scrittore il desiderio di dare a tutti un anticipo di fiducia e una indicazione : «Se il mondo è così, non è colpa tua. Sarà colpa tua se lo lasci così». Per questo mi rivolgo soprattutto ai giovani. Li invito a cercare senza sosta la verità. Li incoraggio a scoprire la loro bellezza. Li esorto a non buttarsi via.Studiare tanto, pregare con costanza, scegliersi un maestro di vita e viaggiare: sono i punti su cui insisto perché sono convinto che un individuo vive tante esistenze quante sono le persone che ama, i paesi che visita e le lingue che parla.Costantemente a contatto con persone di diverse culture e di religioni, ho imparato ad apprezzare sempre più il dono della fede, il privilegio d’essere cristiano, l’intima gioia di vivere il mio battesimo come ministro di Dio. Perciò ho voglia di raccontare, mantenere la memoria, condividere esperienze e invitare qualcuno a salire sulle mie spalle, perché veda più in là di quanto io sia capace. Qualcuno che mi aiuti a sognare.

domenica 19 febbraio 2017

INGINOCCHIARSI...

ASCOLTA IL SILENZIO…..


“NON PIÙ SILENZIO, CHIACCHIERE SENZA FINE. SI PARLA SEMPRE, A VOCE ALTA, PROFUSAMENTE. SI PARLA, SI SCRIVE, SI ASCOLTA SU TUTTO. NON C’È PIÙ NULLA DI SANTO; NON HA PIÙ SENSO, NON ESISTE PIÙ UNA SICURA ZONA DI SILENZIO, NON CONTA PIÙ NIENTE, NEPPURE LA COSA PIÙ DEGNA DI VENERAZIONE. SI PARLA DI TUTTO RIDUCENDO A PEZZI E FRAMMENTI OGNI OGGETTO, SENZA RISPETTO NÉ VERGOGNA: NEI GIORNALI, NELLA SOCIETÀ, NELLE SALE DI ADUNANZE. SI ALLINEANO OGNI SORTA DI PAROLE: QUELLE ELEVATE, QUELLE ACUTE, QUELLE SAGGE E PROFONDE, QUELLE RIBELLI, QUELLE COMMOVENTI, TUTTE.”
BY LEGGOERIFLETTO

INGINOCCHIARSI – DON ROMANO GUARDINI

Cosa fa una persona quando s’inorgoglisce? Si drizza, alza il capo, irrigidisce le spalle e l’intera figura. Tutto in essa dice: «Io sono più grande di te! Io sono da più di te!».Quando uno invece è di umile sentimento e si sente piccolo, china il capo, la sua persona si rattrappisce: egli «si abbassa». Tanto più profondamente, quanto più grande è colui che gli sta dinanzi; quanto meno egli sente di valere agli stessi propri occhi.Ma quando mai percepiamo noi più chiaramente la nostra pochezza di quando stiamo dinanzi a Dio? Al grande Iddio che era ieri come è oggi, tra secoli e millenni! Al grande Iddio che riempie questa stanza e l’intera città ed il vasto mondo e l’incommensurabile cielo stellato, dinanzi a cui tutto è come un granello di sabbia! Al Dio santo, puro, giusto, infinitamente sublime…Come è grande Lui… e come son piccolo io! Così piccolo che non posso neppure mettermi a confronto con Lui, che dinanzi a Lui sono un nulla!Non è vero – e vien con tutta evidenza da sé – che non si può stare da superbi dinanzi a Lui? Ci si «fa piccoli»; si vorrebbe impicciolire la propria persona, perché essa non si presenti così, con tanta presunzione: l’uomo s’inginocchia.E se al suo cuore questo non basta ancora, egli può inoltre prostrarsi.E la persona profondamente chinata dice: «Tu sei il Dio grande, mentre io sono un nulla!». Quando pieghi il ginocchio, non farlo né frettolosamente né sbadatamente. Dà all’atto tuo un’anima!Ma l’anima del tuo inginocchiarti sia che anche interiormente il cuore si pieghi dinanzi a Dio in profonda reverenza. Quando entri in chiesa o ne esci, oppure passi davanti all’altare, piega il tuo ginocchio profondamente, lentamente; ché questo ha da significare: «Mio grande Iddio!…».
Ciò infatti è umiltà ed è verità ed ogni volta farà bene all’anima tua.
– Don Romano Guardini –Da: “I santi segni (originale 1927), in Romano Guardini, Lo spirito della liturgia, Morcelliana, Brescia, 1980, pp. 140-141

“In generale l’uomo non prega volentieri. E’ facile che egli provi, nel pregare, un senso di noia, un imbarazzo, una ripugnanza, una ostilità addirittura. Qualunque altra cosa gli sembra più attraente e più importante. Dice di non aver tempo, di aver impegni urgenti, ma appena ha tralasciato di pregare, eccolo mettersi a fare le cose più inutili.L’uomo deve smettere di ingannare Dio e se stesso.E’ molto meglio dire apertamente:“Non voglio pregare”.
– Don Romano Guardini – 

“La preghiera è un anelito, un sussulto del cuore, è un soffio che non sai di dove viene e non sai dove va.La preghiera è un  incontro, a volte uno scontro, spesso un’attesa.E’ il pianto di Pietro al canto del gallo,è lo stabat di Maria ai piedi della croce.La preghiera è un attimo di eterno,è una scelta d’amore,è un bacio che accarezza un viso.La preghiera è un ricordo e un progetto,è un grido ed è silenzio.Sono le lacrime di chi piange per chi non piange,sono le suppliche della terra, le lodi della Chiesa.La preghiera è il nostro respiro, la nostra vita, il nostro tutto.Non c’è uomo che non prega,c’è solo un uomo che non sa di pregare”.
Quando fai il segno della croce, fallo bene. Non così affrettato, rattrappito, tale che nessuno capisce cosa debba significare.
No, un segno della croce giusto, cioè lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all’altra. Senti come esso ti abbraccia tutto? Raccogliti dunque bene; raccogli in questo segno tutti i pensieri e tutto l’animo tuo, mentre esso si dispiega dalla fronte al petto, da una spalla all’altra. Allora tu lo senti: ti avvolge tutto, corpo ed anima, ti raccoglie, ti consacra, ti santifica.
Perché? Perché è il segno della totalità ed è il segno della re­denzione. Sulla croce nostro Signore ci ha redenti tutti. Mediante la croce Egli santifica l’uomo nella sua totalità fin nelle ultime fibre del suo essere.
Perciò lo facciamo prima della preghiera, affinché rimanga in noi quello che Dio ci ha donato. Nella tentazione, perché ci irrobustisca. Nel pericolo, perché ci protegga. Nell’atto della be­nedizione, perché la pienezza della vita divina penetri nell’anima e vi renda feconda e consacri ogni cosa.
Pensa quanto spesso fai il segno della croce. E il segno più santo che ci sia. Fallo bene: lento, ampio, consapevole. Allora esso abbraccia tutto l’essere tuo, corpo ed anima, pensieri e volontà, senso e sentimento, agire e patire, e tutto vi viene irrobustito, segnato, consacrato nella forza di Cristo, nel nome del Dio uno e trino.
– don Romano Guardini –Fonte: “Lo spirito della liturgia. I Santi Segni”. Ed.Morcelliana 2005

Inginocchiarsi 
Quando pieghi il ginocchio non farlo nè frettolosamente nè sbadatamente. Dà all’atto tuo un’anima. Ma l’animo del tuo inginocchiarti sia tale che anche interiormente, il cuore si pieghi dinnanzi a Dio in profonda riverenza. Quando entri in chiesa o ne esci oppur passi davanti all’altare piega il tuo ginocchio profondamente lentamente; che questo ha da significare Mio grande Dio!!!. Ciò infatti è umiltà è verità ed ogni volta farà bene alla tua anima” 
– don Romano Guardini –
Il coraggio di osare

Signore Gesù, fammi conoscere chi sei.
Fa sentire al mio cuore la santità che è in te.
Fa’ che io veda la gloria del tuo volto.
Dal tuo essere e dalla tua parola,
dal tuo agire e dal tuo disegno,
fammi derivare la certezza che la verità e
 l’amore sono a mia portata per salvarmi.
Tu sei la via, la verità e la vita.
Tu sei il principio della nuova creazione.
Dammi il coraggio di osare.
Fammi consapevole del mio bisogno di conversazione,
e permetti che con serietà lo compia,
nella realtà della vita quotidiana.
E se mi riconosco, indegno e peccatore,
dammi la tua misericordia.
Donami la fedeltà che persevera e la fiducia che comincia
sempre, ogni volta che tutto sembra fallire.
– don Romano Guardini – 

Buona giornata a tutti. 🙂