State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

giovedì 30 maggio 2013

Cosa fa Gesù? Chi lo sa vince il derby? Preghiamo con Papa Francesco ...




Papa Francesco ai bambini: «Cosa fa Gesù? Chi lo sa vince il derby» Leggi di Più: Papa Francesco: Cosa fa Gesù? Chi lo sa vince il derby | Tempi.it Follow us: @Tempi_it on Twitter | tempi.it on Facebook


Ieri Papa Francesco ha dialogato con i bambini della Prima Comunione della Parrocchia dei Santi Elisabetta e Zaccaria, la prima visitata dal Pontefice nella diocesi capitolina. Il pontefice ha parlato loro della Trinità, con linguaggio immediato e semplice, non rinunciando a qualche battuta. Come questa sul derby (ieri sera si giocava la finale di Coppa Italia tra Roma e Lazio). da TEMPI




Preghiamo con Papa Francesco ... SOLENNE ADORAZIONE EUCARISTICA <>2 Giugno 2013<> IN CONTEMPORANEA MONDIALE






in occasione della conclusione del mese mariano, il Santo Padre Francesco presiederà la preghiera del Santo Rosario Durante la preghiera, un’immagine della Madonna percorrerà la piazza in processione come per raccogliere le invocazioni dei fedeli. Papa Francesco concluderà la celebrazione con una meditazione e con la benedizione apostolica. Sono invitati a partecipare tutti



(in diretta su TV 2000)










Una preghiera per ogni dito della mano 


IL POLLICE




è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è “un dolce obbligo”.


IL DITO SUCCESSIVO È L’INDICE.




Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere.



IL DITO SUCCESSIVO È IL PIÙ ALTO.




Ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l’opinione pubblica…. Hanno bisogno della guida di Dio.



IL QUARTO DITO È L’ANULARE.




Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte. È lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è li per invitarci a pregare anche per le coppie sposate.



E PER ULTIMO ARRIVA IL NOSTRO DITO MIGNOLO, IL PIÙ PICCOLO DI TUTTI, COME PICCOLI DOBBIAMO SENTIRCI NOI DI FRONTE A DIO E AL PROSSIMO.



 Come dice la Bibbia, 
“gli ultimi saranno i primi”.

 Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso…. Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole dalla giusta prospettiva. 




(Scritta da Papa Francesco una quindicina di anni fa quando era vescovo di Buenos Aires ) 
SOLENNE ADORAZIONE EUCARISTICA
ita
solenne adorazione eucaristica

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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE

IN CONTEMPORANEA MONDIALE



2 GIUGNO 2013



STAMMI ANCOR VICINO, SIGNORE.



Tieni la tua mano sul mio capo,


ma fa’che anch’io tenga il capo




sotto la tua mano.


Prendimi come sono,


con i miei difetti,


con i miei peccati,


ma fammi diventare come tu desideri


e come anch’io desidero.





INTENZIONE DI PREGHIERA


Il Santo Padre chiede che il momento di adorazione eucaristica sia offerto in modo particolare:



1. Per la Chiesa sparsa in tutto il mondo e oggi in segno di unità raccolta nell'Adorazione della SS. Eucaristia.

 Il Signore la renda sempre obbediente all'ascolto della sua Parola per presentarsi dinanzi al mondo sempre “più bella, senza macchia né ruga, ma santa e immacolata” (Ef 5,28). 
Attraverso il suo fedele annuncio, possa la Parola che salva risuonare ancora come apportatrice di misericordia e provocare un rinnovato impegno nell'amore per offrire senso pieno al dolore, alla sofferenza e restituire gioia e serenità.






2. Per quanti nelle diverse parti del mondo vivono la sofferenza di nuove schiavitù
e sono vittime delle guerre, della tratta delle persone, del narcotraffico e del lavoro “schiavo”, per i bambini e le donne che subiscono ogni forma di violenza. Possa il loro silenzioso grido di aiuto trovare vigile la Chiesa, perché tenendo lo sguardo fisso su Cristo crocifisso non dimentichi tanti fratelli e sorelle lasciati in balia della violenza.


Per tutti coloro, inoltre, che si trovano nella precarietà economica, soprattutto i disoccupati, gli anziani, gli immigrati, i senzatetto, i carcerati e quanti sperimentano l’emarginazione.

La preghiera della Chiesa e la sua attiva opera di vicinanza sia loro di conforto e di sostegno nella speranza, di forza e audacia nella difesa della dignità della persona.








Ogni Chiesa particolare, attenta alla propria realtà, è invitata a discernere e proporre ulteriori 
intenzioni in consonanza con questo appello del Santo Padre

lunedì 20 maggio 2013

La preghiera che fa miracoli & Il fuoco della missione


La preghiera che fa miracoli da Kairosterzomillennio




I miracoli esistono ancora oggi. Ma per consentire al Signore di compierli c’è bisogno di una preghiera coraggiosa, capace di superare quel «qualcosa di incredulità» che alberga nel cuore di ogni uomo, anche se uomo di fede. Una preghiera soprattutto per coloro che soffrono a causa delle guerre, delle persecuzioni e di ogni altro dramma che scuote la società di oggi. Ma la preghiera deve «mettere carne al fuoco», cioè coinvolgere la nostra persona e impegnare tutta la nostra vita, per superare l’incredulità. È questa la raccomandazione affidata da Papa Francesco a quanti hanno partecipato alla messa celebrata questa mattina, lunedì 20 maggio, nella cappella della Domus Sanctae Marthae.>>>.....



Da Kairòsterzomillennio.



[Text: Italiano, Français] 

(Giovanni Maria Vian) Missione: è senza dubbio questa la parola che meglio riassume la conclusione del grande incontro di Pentecoste tra il vescovo di Roma e oltre duecentomila fedeli appartenenti ad associazioni e movimenti cattolici. Proprio la realtà, necessaria e urgente, di testimoniare e predicare il Vangelo è stata infatti al centro della lunga veglia e poi dell’omelia che Papa Francesco ha tenuto durante la messa sul sagrato di San Pietro, riprendendo anche temi ed espressioni della sua predicazione quotidiana a Santa Marta, tanto efficace quanto coinvolgente.
Altrettanto vivide e appassionate sono state le risposte del Pontefice a quattro domande postegli. «Ci ho pensato» ha detto subito, quasi a sottolineare l’autenticità di una testimonianza in prima persona che è la chiave per capire davvero le parole del vescovo di Roma e l’interesse che stanno suscitando anche al di fuori della Chiesa e dei suoi confini visibili. È infatti l’esperienza personale — «la storia della mia vita» — che Papa Francesco ha subito evocato per rivolgersi ai presenti in piazza San Pietro e a moltissime altre persone, donne e uomini, in tutto il mondo.
La fede? Ho avuto la grazia di una famiglia dove questa realtà si viveva in modo semplice e concreto, ha risposto, ed era una donna — «la mamma di mio padre» — che «ci parlava di Gesù». Come tante altre donne, fin dai primi tempi della Chiesa: per esempio, Loide ed Eunice, la nonna e la mamma di Timoteo la cui fede è espressamente ricordata all’inizio della seconda lettera indirizzatagli dall’apostolo, ha osservato il Pontefice.
Su questo doppio registro, di attenzione all’esperienza personale e di meditazione profonda della Scrittura, si fonda la testimonianza che comunica con immediatezza Papa Francesco. Che ha presente come fosse ieri il 21 settembre 1953, quando a diciassette anni incontrò un prete che non conosceva e con il quale si confessò perché avvertì nitidamente che «qualcuno l’aspettava». Così ha citato un versetto all’inizio della profezia di Geremia per mostrare come sia il Signore per primo, paragonato al fiore di mandorlo, ad aspettarci. O a chiamare alla nostra porta, secondo l’immagine apocalittica; ma anche a bussare «per uscire fuori, e noi non lo lasciamo uscire, per le nostre sicurezze, perché tante volte siamo chiusi in strutture caduche» ha aggiunto il Pontefice.
In continuità con i predecessori — Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, ricordati dal vescovo di Roma, ma anche Paolo VI, che sottolineava l’urgenza per il nostro tempo di maestri che fossero soprattutto testimoni — Papa Francesco ha di nuovo insistito sull’importanza decisiva di una testimonianza di vita coerente: per «vivere il cristianesimo come un incontro con Gesù che mi porta agli altri e non come un fatto sociale». In questo senso ha precisato che per i credenti in Cristo la povertà «non è una categoria sociologica o filosofica o culturale», ma teologale: cioè «la povertà che ci ha portato il Figlio di Dio con la sua incarnazione».
Ed è proprio questa testimonianza che deve spingere la Chiesa al di fuori di se stessa, verso tutte le periferie, esistenziali e materiali, nel mondo di oggi. Per una missione che abbandoni ogni autoreferenzialità e si lasci ravvivare dalla novità e dall’armonia di quel fuoco che raffigura lo Spirito di Dio.
g.m.v. L'Osservatore Romano, 21 maggio 2013.




Pronto? Sono Bergoglio” La telefonata alla libraia

di Giorgio Caruso
in “la Repubblica” del 20 maggio 2013
«Buongiorno, volevo parlare con la signora Mery», «Attenda in linea» risponde una ragazza della

libreria Coletti in via della Conciliazione a Roma. Dopo due minuti d’attesa, Mery risponde:

«Pronto?» e dall’altra parte della cornetta: «Signora Mery come sta?». Si crea immediatamente un

silenzio misto a imbarazzo e dopo pochi secondi Mery esclama: «Santità!». «Come hai fatto a

riconoscermi? » risponde sorpreso Papa Francesco, e la giovane donna con gli occhi lucidi

risponde: «Perché solo lei mi chiama signora Mery e poi la sua voce è inconfondibile». Il Papa

venuto dalla fine del mondo continua a stupire tutti con piccoli gesti che sconvolgono protocolli

secolari.
Era già successo che Bergoglio subito dopo l’elezione al soglio di Pietro prendesse il telefono senza

farsi annunciare da segretari o dal suo maggiordomo. Ha chiamato il suo edicolante di fiducia, a

Buenos Aires, da cui riceveva la copia quotidiana del Clarin. «Hola Daniel, sono il Cardinale Jorge,

grazie per il tuo servizio in tutti questi anni, ma non consegnarmi più il giornale...». Oppure quando

subito dopo l’elezione chiamò il suo calzolaio di fiducia (“Niente scarpe rosse”) o due giornalisti,

amici di vecchia data, chiedendogli di pregare per lui.
Trentanove anni, colombiana, la libraia Mery Alfonso dopo la laurea in economia e commercio partì

per l’Italia. La sua conoscenza con Papa Francesco risale a nove anni fa. «Nel 2004 lavoravo alla

libreria Alma Roma, punto di riferimento di tutti i latino-americani », dice Mery, «spesso passava

dalla libreria il cardinale Bergoglio, era sempre gentile. Non vestiva mai da cardinale ma come un

normalissimo prete: cappotto nero lungo e senza zucchetto rosso in testa ». Dopo la nascita del

primo figlio, nel 2007, Mery e il cardinale Bergoglio continuano a sentirsi tramite mail o telefonate.

Dopo la sua elezione a pontefice, la donna gli regala un libro di Walter Kasper “Il vangelo di Gesù

Cristo”. Papa Francesco la chiama al cellulare: «Signora Mery, grazie mille per il libro di Kasper.

Ricordati che domani è il mio primo mese da Papa, prega molto per me, appena avrò un po’ di

tempo sarò felice di vederti». Il 3 maggio la richiama in libreria lasciando tutti a bocca aperta.

«Spero di incontrare Papa Francesco dopo l’estate» dice speranzosa Mary, «per me è la stessa


persona conosciuta nel 2004: che non voleva essere chiamato eminenza».

Fede come patate ... Kerigma

baracche

“Kerigma” ... <<< LA GEMMA DI KIKO ARGUELLO


venerdì 10 maggio 2013

Aaron & COURAGEOUS



Perchè ci sia per tutti il primo compleanno ...

AARON
DI ADMIN
del regista Steve Jalsevac

***

marcia-per-la-vita-40mila-in-piazza-con-papa-francesco-benedicente/


 MARCIA PER LA VITA

ROMA 12 MAGGIO 2013

giovedì 2 maggio 2013

1° Maggio "il Bello & il Brutto"

 ...del Concerto del 1° Maggio 2013




IL BELLO ...la musica




Nicola Piovani con Giovanni Sollima, Fabrizio Bosso e Tosca - Concerto del Primo Maggio 2013




Giovanni Sollima e i 100 Violoncelli (Concerto 1° Maggio 2013)
















E IL BRUTTO ... e anche  "coglione!"



Questa volta al concertone del primo maggio non hanno attaccato il Papa o ironizzato sui funerali negati a Piergiorgio Welby. Questa volta il cantante del gruppo “Management Post Operatorio” ha alzato con entrambe le mani un preservativo (confezionato)mimando la consacrazione dell’ostia. E ha detto, a scanso di equivoci: “Prendete e usate e tutti” prima di intonare la sua canzone intitolata «Pornobisogno». Sul palco si è anche calato i pantaloni ma era fuori onda (anche se sarebbe stato molto meglio trasmettere lo spogliarello al posto della dissacrazione). Così, per ottenere cinque minuti di celebrità, che non riesce ad avere con la sua musica, il gruppo ha pensato bene di insultare ciò che i cristiani celebrano ogni domenica, l’eucaristia. Ovviamente, come sempre puntualmente avviene dopo che questi episodi accadono in diretta Rai, l’organizzatore del Primo Maggio, Marco Godano si è dissociato. E già oggi è prevedibile scenderanno in campo le sirene della libertà di espressione, di satira, etc. etc. per difendere la sacrosanta libertà post-operatoria di usare in questo modo la Tv pubblica.
Il 1° maggio 2007, al concertone di piazza San Giovanni, era stato uno dei conduttori,Andrea Rivera, a polemizzare con Benedetto XVI: “Il Papa ha detto che non crede nell’evoluzionismo. Sono d’accordo, infatti la Chiesa non si è mai evoluta… Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana… È giusto così… assieme a Gesù Cristo non c’erano due malati di Sla, ma c’erano due ladroni”. Le sue parole avevano provocato una reazione durissima de “L’Osservatore Romano”, che era arrivato a parlare di “terrorismo”: “Anche questo è terrorismo. È terrorismo lanciare attacchi alla Chiesa. È terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell’amore, l’amore per la vita e l’amore per l’uomo. È vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile”.
Successivamente era stato padre Federico Lombardi a dover smorzare i toni e a correggere il tiro, definendo un “atto irresponsabile” i “commenti irrispettosi” di Rivera durante l’anteprima del concertone, ma aggiungendo allo stesso tempo che tutti devono darsi da fare “per disinnescare le tensioni e per ricreare le condizioni per un dialogo sereno nella nostra società. In questo senso è bene che quella che in realtà è stata una evidente sciocchezza non diventi una tragedia, e non sia occasione per un riaccendersi di sproporzionati conflitti“.