State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

mercoledì 31 dicembre 2014

Gesù “Riempite d’acqua le giare”, subito si attivarono e…

Riempite d’acqua le giare

DI ADMIN
Originally posted on Piovono miracoli:
di Anna MazzitelliQuando io e Stefano ci accingevamo a sposarci, tredici anni fa, pensando alle letture per la messa nuziale avrei voluto scegliere il Vangelo degli uccelli del cielo e i gigli del campo, quello che dice “non affannatevi…” perché ci penserà il Signore.nozzeIl sacerdote che avrebbe celebrato, però, che evidentemente ci vedeva molto più lungo di me, ci consigliò il Vangelo delle Nozze di Cana.Lì per lì non ero molto d’accordo, un brano sentito e risentito, il classico brano “da matrimonio”, mi sembrava scontato e poco significativo.Nel corso del tempo, invece, ho cominciato a leggerlo in modo diverso, puntando sul come Gesù fa il miracolo, il suo primo miracolo pubblico.Tralasciando il non secondario intervento della Madonna, mi sono affezionata a quei servi che, senza controbattere, senza protestare, senza chiedersi se avesse un senso, alle parole di Gesù “Riempite d’acqua le giare”, subito si attivarono e…View original 436 altre parole

sabato 27 dicembre 2014

PICCOLA GUIDA PRATICA PER L'ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO...

27 dicembre 2014

PICCOLA GUIDA PRATICA PER L'ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO
Con il discorso di Capodanno il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ci saluterà, il suo settennato durato quasi nove anni si concluderà tecnicamente con le dimissioni formali il 14 gennaio 2015, dopodiché il presidente del Senato Pietro Grasso sarà Capo di Stato reggente fino all'elezione del nuovo inquilino del Quirinale che avverrà presumibilmente al quarto degli scrutini convocati dalla presidente della Camera Laura Boldrini, presumibilmente il 29 o 30 gennaio 2015. Questa è una piccola guida pratica utilizzabile dunque per il prossimo mese per evitare di dire e scrivere cazzate attorno a un'elezione determinante per gli equilibri di potere e per la storia italiana dei prossimi sette anni.
Cominciamo dai fondamentali. Chi elegge il presidente della Repubblica? Il Parlamento in seduta comune (630 deputati e 321 senatori) integrato da un numero esiguo (58) di designati dai consigli regionali. In tutto votano 1.009 persone che vengono definiti "grandi elettori". Per eleggere il presidente della Repubblica serve nei primi tre scrutini una maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti l'assemblea (672 voti), dal quarto scrutinio in poi basta la maggioranza assoluta (505 voti). Può essere eletto presidente della Repubblica qualsiasi cittadino italiano che abbia compiuto cinquant'anni e goda dei diritti civili e politici. Dunque non Matteo Renzi (va per i 40 anni), non Enrico Letta (va per i 49 anni), non Alex Zanardi (va per i 49 anni), non Silvio Berlusconi (va per i 79 anni ma non ha i diritti politici).
Il numero più alto di grandi elettori è di gran lunga nel forziere del Pd: sono 446, più i 28 del raggruppamento satellite Autonomie-Psi-Pli. Il "Patto del Nazareno", cioè l'intesa Renzi-Berlusconi per cambiare Costituzione e legge elettorale che secondo alcuni conterrebbe anche un'intesa sul Quirinale, potrebbe agevolmente eleggere il nuovo presidente della Repubblica visto che numericamente il secondo gruppo di grandi elettori per quantità è proprio quello di Forza Italia con 143 voti a disposizione, più i 15 del Gal che nacquero proprio da una costola berlusconiana a inizio legislatura. Ne avrebbe 143 anche il Movimento Cinque Stelle, ma c'è chi parla di possibili nuove defezioni entro la data decisiva del 29 gennaio. Già oggi gli ex M5S arruolabili per le manovre in atto attorno al Quirinale sono 17. Alfano può contare su 63 grandi elettori targati Ncd, con l'area centrista che ha anche 33 voti targati Scelta civica e 28 di Per l'Italia-Udc. Chiudono il conteggio 39 grandi elettori leghisti, 34 di Sel e 9 di Fratelli d'Italia, più 11 "indipendenti" (senatori a vita più qualche apolide). Questi sono i numeri e prima di chiacchierare su chi sarà il prossimo presidente della Repubblica, contate. Contare fa sempre bene. I numeri spiegano tutto.
L'opzione "elezione al primo scrutinio", cioè superando la soglia dei 672 voti al primo colpo, prevede il coinvolgimento del Patto del Nazareno (Pd con 446 voti più i 28 satelliti, Forza Italia con i 143 voti più i 15 satelliti) d'intesa con l'intera area centrista (63 Ncd, 33 Scelta Civica, 28 Per l'Italia-Udc). Questo blocco potrebbe contare sulla carta su 756 grandi elettori complessivi e proprio in queste ore si sta lavorando per compattarli attorno al nome di Sergio Mattarella: 74 anni, docente universitario, più volte ministro, già vicepresidente del Consiglio, dell'area cattolica del Pd, dal 2011 giudice costituzionale. Il problema è che i 756 esistono, ma solo sulla carta. Sia il Pd che Forza Italia portano in seno un gruppo di franchi tiratori che proveranno a impallinare qualsiasi ipotesi di larga intesa al primo scrutinio, che risulterebbe un successo troppo rilevante per la strategia del Patto del Nazareno, dopo lo spettacolo osceno dell'elezione del presidente della Repubblica del 2013 con il Parlamento paralizzato dai veti e il ricorso alla rielezione di Napolitano per sbloccare l'impasse.
Se Renzi portasse a casa l'elezione del presidente della Repubblica al primo scrutinio dimostrerebbe una capacità imperiale da "pax renziana" che i suoi avversari interni non vogliono assolutamente gli sia riconosciuta. E così i sostenitori del gruppo Cuperlo-Fassina nel Pd, così come gli amici di Raffaele Fitto in Forza Italia proveranno a far saltare qualsiasi ipotesi di elezione al primo scrutinio. Quanti sono i franchi tiratori in tutto? Non più di una ottantina secondo i miei calcoli aggiornati. Ma come, diranno i politologi da scuola serale, a impallinare Prodi nel 2013 furono in 101 e tutti del Pd, come mai oggi i franchi tiratori sarebbero solo un'ottantina compresi gli amici di Fitto? Semplice. Perché tra quei 101 la parte del leone la fecero i renziani, che oggi ovviamente non sono più tra i franchi tiratori, per far saltare allora l'ipotesi di "pax bersaniana" che avrebbe condotto l'ormai ex segretario del Pd a Palazzo Chigi nonostante la batosta elettorale. Dunque tolti i renziani e tolti gli ex popolari, che pure impallinarono Prodi e oggi sono con Renzi, tolti anche i "giovani turchi" (Orfini e il capogruppo Speranza) ormai allineati e coperti sotto la tolda di Matteo, lo stesso Matteo che irridevano e tacciavano di parafascismo sulle colonne dell'Unità per tutto il 2012, diciamo che i franchi tiratori del Pd si sono ridotti a un drappello di una cinquantina di unità agli ordini dei giapponesi Cuperlo e Fassina. Una trentina fanno invece capo a Fitto.
I numeri sarebbero comunque a rischio. Togli ai 756 voti sulla carta un'ottantina di franchi tiratori e i 672 voti necessari a eleggere il presidente della Repubblica al primo scrutinio diventano ballerini, bastano un paio di raffreddori e si rischia l'imbarcata. Renzi non vuole fare figuracce e allora con ogni probabilità i primi tre scrutini trascorreranno tra scelte dei gruppi di votare scheda bianca o candidati di bandiera. Roba divertente, fa colore. Poi dal quarto si fa sul serio e se l'intesa c'è si cala l'asso di bastoni.
L'alternativa più realistica al nome di Sergio Mattarella si chiama Dario Franceschini. Il ministro della Cultura, già segretario e capogruppo del Pd, ha la stessa età che aveva Francesco Cossiga quando venne eletto presidente della Repubblica. Va per i 57 anni e è capace di riconoscere equilibri e rapporti di forza. Insomma, non sarebbe d'ostacolo alle volontà di Renzi. Almeno per ora. Nel caso di modifiche degli equilibri e dei rapporti di forza, vi si sa agilmente adattare. E' cattolico, ma anche divorziato risposato. Anzi, dalla giovane moglie Manuela sta per avere un figlio, novità che rinfrescherebbe e parecchio l'immagine quirinalizia. Come Cossiga, potrebbe essere un presidente inizialmente noioso e progressivamente sempre più sorprendente. Sconta l'astio manifesto di alcuni grandi elettori del Pd aggiuntivi rispetto al duo Cuperlo-Fassina. Il capogruppo Roberto Speranza e Matteo Orfini gliel'hanno giurata, i lettiani provano un odio fisico perché lo impersonano nel "tradimento" che portò il Pd a scaricare Enrico Letta proprio a favore di Matteo Renzi. Ma è il rapporto con Renzi che rende forte Dario, un rapporto denso e personale fin dai tempi antecedenti alla Margherita. Nella fase iconoclasta antiveltroniana Renzi lo definì "vicedisastro", è vero, perché Franceschini era il vice del primo segretario del Pd. Ma Renzi sa anche che la sua scalata al Pd è stata favorita da un'intervista estiva in cui proprio Franceschini modificò gli equilibri interni annunciando il suo passaggio atletico dalla compagine bersaniana a quella renziana alle primarie 2013. Renzi non ha dimenticato, anche se non è la gratitudine la caratteristica primaria del presidente del Consiglio.
Dal quarto scrutinio in poi i nomi possono essere tanti: Pierferdinando Casini si gioca la piccolissima chance di essere estraneo al Pd, come chiede la pattuglia di Alfano, ma è un nome troppo polveroso per i gusti di Renzi che pure lo tiene in grande considerazione politica; Berlusconi finge di essere pronto pure a trangugiare il nome di Romano Prodi in cambio di "garanzie" (quali, è facile intuirle) e sarebbe il capolavoro di Renzi portare al Quirinale quello che i suoi hanno impallinato un anno e mezzo fa, me personalmente credo che Forza Italia non potrà sostenerlo, anche se c'è chi mi giura che sarà proprio il Professore il successore di Napolitano. Metto alla rinfusa tra i papabili: il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, quello della Difesa Roberta Pinotti (vera star dei fan della quota rosa), l'ex segretario del Pd Pierluigi Castagnetti fortemente sponsorizzato da Graziano Delrio, lo stesso Graziano Delrio.
Toglietevi dalla testa i nomi fantasiosi. Di Alex Zanardi ho già detto. Non sognate Milena Gabanelli, Stefano Rodotà, Riccardo Muti, Renzo Piano, Emma Bonino, Roberto Benigni o Gino Strada al Quirinale. Non accadrà, il sistema non affida se stesso a un parvenu o un cane sciolto, questo non è un film con Claudio Bisio. Questo è un complesso e raffinato gioco tutto interno al sistema politico, le cui chiavi di comprensione sono tutte e solo politiche, legate ad alchemiche formule derivanti dai rapporti di forza. Se volete parlarne, parlate di questo. Il resto è pura chiacchiera. Poi, tra un mese, mi direte se ho avuto ragione.

venerdì 26 dicembre 2014

La pagliuzza nell'occhio del papa


luigialici.blogspot.it

La pagliuzza nell'occhio del papa da Saperepertutti

Il pezzo di Vittorio Messori appena apparso sul "Corriere della sera" è un insopportabile esercizio di giornalismo obliquo, che lascia trapelare un messaggio inequivocabile più per quello che non dice che per quello che dice. Mettiamola così: immaginiamo che durante il pontificato di Benedetto XVI qualcuno avesse espresso su di lui "un giudizio mutevole a seconda dei momenti, delle occasioni, dei temi", ritenendo che alcune sue scelte appaiono convincenti, mentre altre poco opportune, capaci "di ottenere un interesse tanto vasto quanto superficiale ed effimero", e aggiungendo che questi aspetti "paiono - e forse sono davvero - contraddittori".
A quel punto non è inimmaginabile che Vittorio Messori avrebbe potuto scrivere un articolo di segno opposto a quello appena pubblicato: forse avrebbe detto che parlare di un papa solo in parte affidabile equivarrebbe a giudicarlo sostanzialmente inaffidabile (può forse un papa essere affidabile al 50%?); avrebbe inoltre potuto aggiungere che un "cristiano medio" non "deve pensare in proprio", ma "seguire il papa" (questo l'ha proprio scritto), lasciandosi interpellare integralmente dal suo magistero, senza selezionare solo gli aspetti che piacciono di più; infine, avrebbe forse potuto concludere che il rimanere prigionieri delle proprie idee è l'ostacolo maggiore a una vera conversione; quello che impedisce a un cristiano di essere un vero cristiano…
Oggi, invece, Messori sembra parlare proprio quel linguaggio, che fino a qualche tempo fa condannava in modo inappellabile. Usare, poi, un linguaggio meno diretto e più obliquo non attenua, ma aggrava l'incoerenza. Segnalo solo qualche passaggio.
In primo luogo, il pezzo è presentato non come "un'articolo", ma come "una riflessione personale". Questo vuol dire che l'autore ci dà non un'informazione su un evento esterno, ma un giudizio in cui impegna tutto se stesso, la sua storia, i suoi valori, i suoi criteri di valutazione. È forse un modo per minimizzare?
In secondo luogo, l'autore definisce la sua "una sorta di confessione che avrei volentieri rimandata, se non mi fosse stata richiesta". Richiesta da chi? Dal direttore del giornale? Forse a lui non sarebbe stato difficile rispondere: Rimando volentieri. Allora da chi? Dopo una riga, l'autore aggiunge: "la mia (e non solo mia) valutazione di questo papato…". Sembrerebbequindi che la valutazione gli sia stata chiesta da qualcuno che la pensa come lui… Mi sbaglierò, ma questo modo obliquo di parlare è proprio quello che il vangelo condanna in modo più fermo.
Al centro dell'articolo, poi, sta l'imprevedibilità (quasi un sinonimo di inaffidabilità…) di papa Francesco, sgradevolmente descritto come "l’uomo che è uscito vestito di bianco dal Conclave": inaffidabile, perché abbraccia i suoi concorrenti che fanno proselitismo, rilascia interviste spericolate a Scalfari (e non ad altri?), augura "buon lavoro" a Pannella diventando complice involontario del suo impegno abortista (qui forse si tocca il fondo…).
Un giudizio, per fortuna, che resta sospeso, perché l'autore ricorda che i cardinali elettori sono "strumenti dello Spirito Santo", aggiungendo subito dopo, però, l'approvazione di Benedetto XVI (aggiunta di pessimo gusto: e se Benedetto avesse disapprovato?).
Tuttavia, credo che il limite maggiore dell'articolo di Messori sia un altro: esso concorre ad alimentare uno sport fuorviante e irresponsabile, che riduce la grande questione dell'annuncio del vangelo oggi a una misera e personalistica battaglia di retroguardia tra opposte tifoserie.
Con Benedetto (soprattutto con la sua rinuncia, non dimentichiamolo) è iniziata un'opera provvidenziale di desacralizzazione della figura del papa, che Francesco sta continuando in modo straordinario. Ben diverso, invece, è il tentativo sistematico di screditare la persona chiamata a guidare la Chiesa, messo in atto da scrittori e giornalisti, che ritengono di avere il copyright della fede come hanno il copyright dei propri articoli, pretendendo di vedere - nonostante qualche trave… - la pagliuzza nell'occhio del papa. Una cosa è la (giusta) desacralizzazione della figura del papa, una cosa del tutto diversa è la (illegittima) delegittimazione di un pontefice rispetto a un altro. In questo modo, la grande questione del rapporto tra fede e storia, posta al centro del Concilio, è sistematicamente oscurata dalle chiacchiere salottiere di chi non sopporta di non essere più al centro dell'attenzione
Non dimentichiamo che la Chiesa sta vivendo un momento decisivo di sinodalità: è questo il tempo della testimonianza e della corresponsabilità, non delle cortine fumogene e  dei depistaggi più o meno interessati.
Su quest'ultimo aspetto, forse, sarà il caso di ritornare.
dal blog di LUIGI ALICI

giovedì 25 dicembre 2014

MARÍA, MADRE DEL CAMMINO ARDENTE...

María, Madre del Camino Ardiente


María, Madre del Camino Ardiente 

(Kiko Arguello)

Testo -www.cantidelcammino.info

Maria, Madre del Cammino ardente 
Sol Mi- Do La C. 
Maria, Madre del cammino ardente, Do Sol 
tu ci liberi dal fuoco delle passioni I Re Sol I  
con la rugiada della tua intercessione Mi-Do La Re A. 
Mite Maria tutta Immacolata,Do Sol 
Angelo custode del terzo millennio,Re Sol 
luogo di tutte le grazie,Do Sol 
immagine della virtù, 
(2 volte) IRe Sol 
la tua bellezza canta la Gerusalemme celeste. 
Mi Do La C. 
Tu ci hai mostrato il cammino,Do Sol 
sotto la croce hai ricevuto noi,Re Sol 
Madre del cammino ardente,Do  Sol 
sotto la croce hai ricevuto noi,Re  Sol
 come dire no al tuo Figlio morente.Mi Do A. Mite  Maria.....

María, Madre del Camino Ardiente (Kiko Arguello)


MARÍA, MADRE DEL CAMINO ARDIENTE
Himno a la Virgen del Tercer Milenio

S. ¡María, Madre del camino ardiente!
Tú nos libras del fuego de las pasiones
con el rocío de tu intercesión,
tú nos libras del fuego de las pasiones
con el rocío de tu intercesión.

A. ¡HUMILDE MARÍA TODA INMACULADA,
ÁNGEL DE LA GUARDA DEL TERCER MILENIO;
LUGAR DE TODAS LAS GRACIAS;
IMAGEN DE LA VIRTUD;
TU BELLEZA CANTA LA JERUSALÉN CELESTE!

S. ¡Tú nos has mostrado el camino!
Bajo la cruz nos has recibido,
Madre del camino ardiente;
bajo la cruz nos has recibido,
¡cómo decir no a tu Hijo sufriente!

droga neokatechumenalna, camnino neokatechumenale
domus galilaeae, camino neokatechumenale

mercoledì 24 dicembre 2014

AUGURI & pace in terra a... TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTA'

Buon Natale...

Il mio presepio 2014...

"La speranza consolidata non indica soltanto il futuro, ma straripa nel presente stesso e si esprime in augurio di pace e fraternità universali che, per trasformarsi in realtà, devono radicarsi in tutti i nostri cuori". 

Da Le parole di Papa Francesco -

 – ed. Corriere della Sera. 

proposte per una umanità nuova




C’erano in quella regione alcuni pastori [...]. 

Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: 

«Non temete, ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 

E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: 

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

                              BUON NATALE | MERRY CHRISTMAS


                                              GIULIANO




"Come i pastori trasformati dall’incontro con Gesù, siamo chiamati ad annunciare a tutti che Dio ci ama, senza condizioni..."

Quel Bambino è l’amore piantato nell’orrore

di antonelloiapiccaicone-copte-007 (1) 
 
Troppe armi in giro, dall’una e dall’altra parte. Ma se di là le armi ci stanno, eccome, perché il mondo, pagano o religioso che sia, fa il suo mestiere da sempre, di qua, che ci stanno a fare?
Stiamo in trincea, e va bene, la Chiesa è nata da sangue e acqua, conosce la prima linea. Ma forse abbiamo perso di vista che tipo di guerra siamo chiamati a combattere.
Bisogna difendere la tradizione, non bisogna mollare di un centimetro. Certo, ma che significa? Dici, prima ci hanno tolto i crocifissi, ora anche i presepi. Ed è vero, è la cifra di un mondo che sta facendo saltare a cannonate la famiglia, senza rendersi conto di radere al suolo le sue fondamenta.
Ma prima dei crocifissi e dei presepi aveva cancellato Dio. Nulla di strano se anche Adamo ed Eva non si riconoscano più. E’ tutto scritto nelle prime pagine della Scrittura. Non occorrono chissà quali approfondimenti sociologici.
Allora dirai, non è con il mondo che siamo in guerra, ma con chi, da dentro la nostra trincea, ci spara addosso. Il “fuoco amico” che vuol cambiare Vangelo e dottrina.
E non si finisce più. Le armi puntate a 360 gradi, e i colpi non risparmiano nessuno. Cominciamo a casa, la mattina appena svegli, già in tenuta da combattimento.
Marito, moglie, figli, sono tutti al di là del fronte, e ogni parola ci sembra un proiettile che ci sibila accanto. Dobbiamo difenderci, e contrattaccare.
Poi sali in macchina, ti infili nella metropolitana, entri in ufficio: tutto è un immenso campo di battaglia, tra bombe, mitragliatrici, fucili, pistole e baionette.
Come nella società. Tutti rubano tutto, le ingiustizie sono come granate che ti scoppiano a un centimetro e le schegge ti feriscono senza pietà. Il lavoro non si trova, le tasse ti scorticano, e questo clima insopportabile che è come il fumo di una guerra.
Ma se proprio qui Dio avesse scelto di farsi carne? Se avesse deciso di farsi bambino in mezzo al rumore della guerra? Disarmato, inerme, indifeso, piccolo che più piccolo non si può?
Non è in un mondo diverso da questo che anche quest’anno diventerà Natale. Perché Natale non avrebbe senso senza una stalla, e fetore e letame, e un mondo in subbuglio, ieri come allora. Non dominavano i Romani in Palestina? Non c’era la loro cultura ad insidiare le tradizioni dei Padri?
Non c’erano le loro armi a insanguinare le strade? Non c’erano i peccati, dai più terribili a quelli “abituali”? Corruzione, tasse inique, sesso a servizio di qualsiasi concupiscenza; e poi giudizi, rancori, tradimenti, avarizia e idolatria. Non c’era il male? Sì che c’era, tutto, come oggi.
Perché anche quest’anno Natale non ha senso senza il mondo, questo mondo. Quello che preferisce le tenebre, e rifiuta Dio. Perché altrimenti Dio si sarebbe fatto bambino? Poteva apparire in un miliardo di miliardi di modi differenti, e invece ha scelto il più umile.
Sembra proprio che abbia escogitato il modo per rendere più facile agli uomini il rifiutarlo. Un bambino, che vuol dire un nulla. Non avevano diritti in quei giorni, non ce l’hanno in questi. Per cancellarli bastava una rupe ieri, come una pillola oggi.
Ma è proprio questo il mistero del Natale! Dio è nato per farsi rifiutare. Si è fatto carne per perdere ogni battaglia, perché era l’unico modo per vincere la guerra contro il vero nemico, satana, il principe di questo mondo.
Per questo si è lasciato deporre in una mangiatoia, dalla quale poter dire al mondo: sono qui, prendetemi, fate di me quello che volete. Non aveva altra scelta: divenire come noi per incarnare il nemico che tutti, avvelenati dalla menzogna antica, volevamo e vogliamo uccidere.
Chi stai combattendo? Se sei in guerra contro un uomo, chiunque egli sia, sappi che stai puntando l’arma su di Lui, il Bambino nato a Betlemme. Guardalo nel presepe, è lì per te, per abbracciarti dentro una raffica di mitra. E’ in quella mangiatoia per spegnere i tuoi peccati nel sangue della sua misericordia.
Per questo a Natale la Chiesa ci annuncia la Pace, come gli angeli nel cielo di Betlemme. Pace perché la guerra è finita! Non abbiamo più bisogno di combattere nessuno e di difendere nulla, perché ci è nato un Bambino.
Quel Bambino è l’amore piantato nell’orrore. L’amore al peccatore sino a dare la propria vita per lui. Il suo sangue, infatti, e non la guerra, ha cambiato i cuori. Il sangue che ha versato in quello dei cristiani bambini come Lui, ha eroso le fondamenta decadenti dell’Impero romano e ha cambiato la storia dell’umanità, non le campagne mediatiche.
Accorriamo dunque senza indugio alla mangiatoia, e adoriamo Gesù, lasciandoci amare così come siamo. Allora contempleremo in Lui il volto di chi sino ad oggi abbiamo creduto un nemico. E lo ameremo, più di noi stessi.
Non è questa la Tradizione che abbiamo ricevuto, il sacramento nel quale Cristo si è donato, il tesoro più grande della Chiesa? E difenderlo non significa lasciare che ci trasformi sino in fondo nell’amore che esso significa? Tutto il resto verrà da sé…
La missione della Chiesa, infatti, è offrire l’amore di Cristo come un bambino si offre a chi lo abbraccia, senza difendersi. E per questo uscire, e cercare ovunque la pecora perduta, e disarmare i lontani con la pazienza e la misericordia.
Come i pastori trasformati dall’incontro con Gesù, siamo chiamati ad annunciare a tutti che Dio ci ama, senza condizioni, prendendo su di noi i loro peccati per regalargli un pegno sicuro di speranza.

“Perché Gesù i denti nuovi ce li fa crescere piano piano?”

I capelli della mia bambina e l’infinito

DI AUTORI VARI
Continuano le anteprime de La Croce – Quotidiano che sarà in edicola e online dal 13 gennaio 2015. QUI tutte le informazioni per abbonarsi
i-denti

di Paola Belletti    per La Croce
Ho una domanda seria. L’ho copiata da mia figlia, la più grande. Che però me l’ha posta quando aveva sei anni mi pare. “Perché Gesù i denti nuovi ce li fa crescere piano piano?”
Vi lascio un po’ di tempo per pensarci.
O per andarvene, ovvio. Magari vi scade il parcheggio o avete altre degnissime urgenze.
Però trovo sia una bellissima domanda.
Visto che io sono fatta dal Signore – sì ok mamma attraverso di te e il papà me l’hai già detto cento volte- visto che sono fatta così che cresco e cambio e non posso più per esempio tornare piccola- però mi piacerebbe, uffa!!- visto che i dentini di latte – da latte, si dice da latte – cadono e ce ne servono altri più duri, perché non vengono fuori tutti in una volta? Perché Gesù ce li fa crescere piano piano?
La mia risposta è stata non lo so. Anzi aspetta. No, non sono andata a cercare su google.
Visto che io sono fatta dal Signore – sì ok mamma attraverso di te e il papà me l’hai già detto cento volte- visto che sono fatta così che cresco e cambio e non posso più per esempio tornare piccola- però mi piacerebbe, uffa!!- visto che i dentini di latte – da latte, si dice da latte – cadono e ce ne servono altri più duri, perché non vengono fuori tutti in una volta? Perché Gesù ce li fa crescere piano piano?
La mia risposta è stata non lo so. Anzi aspetta. No, non sono andata a cercare su google.
Parlano di una cosa che comincia. Che parte piano e poi si manifesta, di un fenomeno prima che sia del tutto compiuto. Di un seme. Un progetto. Un’intenzione?
Ecco. Allora che intenzioni ha Dio su di noi? Che intenzione ha su di te Marty facendoti così, coi denti nuovi che prima non si vedono poi si affacciano alla gengiva – che male..- poi crescono?
Non lo so. Ci sto pensando ancora, medito.
Bè nel tuo caso era anche per darti il tempo di abituarti al concetto di “permanente”.
Cioè, figlia mia ostinata, questi denti sono de-fi-ni-ti-vi.
L’ultima occasione di fare pace con lo spazzolino elettrico e di passare a un livello superiore di confidenza con filo interdentale e collutorio.
Per capire che se si rompono poi è diffic..
Ma come sei caduta? Perché stavi correndo in giardino al buio? E dov’è adesso tua sorella?
Fa vedere..Come hai fatto?
Non importa. Dov’è che hai sentito cadere la punta del dente?
Sì era quello nuovo. Incisivo superiore.
Io tachicardica. Un misto di rabbia e dispiacere e fretta di trovare una soluzione o la macchina del tempo per impedire questa cosa.
“Il dentista mio amico mi sta dicendo che se troviamo il frammento e lo mettiamo nel latte domani glielo incollano” mi riferisce il marito diversamente scattante.
Tutti carponi, con torcia alla mano a cercare tra il marciapiede e i fili d’erba. Anche Don Daniele ospite a cena.
Mezz’ora buona: troppi fili, troppa erba. Nessun dente. Niente frammento.
Ecco Marty permanente vuol dire che te lo tieni così. Per un po’ almeno. No dai basta piangere (lei piange e io vorrei tanto farlo. La mia bambina..), lo faremo sistemare.
Non c’è niente come le esperienze di vita vissuta per insegnare dei concetti astratti
Però pensandoci bene è proprio un classico . Questo di far crescere, dico; del divenire, del procedere piano piano. E’ una firma nella nostra natura del suo innamorato Creatore.
Lui, il Compiuto, il Perfetto, Il Tutto totalmente bastante a Sé stesso che ci crea per amore.
Ecco Marty tu e il tuo dente permanente che cresce poco alla volta siete un’idea di Dio. Curiosa in effetti, ma bella. E’ bello vedere crescere le cose; è bello proteggerle e favorirle; è entusiasmante accorgersi e stupirsi di come siamo (stati) fatti. Ti ha fatto come una promessa. Non ti annienta con le cose già tutte fatte e così evidenti che non puoi fare altro che dire “tutto è tuo, Signore”; gioca con la tua libertà.
Immersi nel tempo e intrappolati sul pianeta Terra, come dici tu da quando hai saputo dove abitiamo, diventiamo piano piano quello che già siamo. Abituiamo gli occhi poco per volta alla luce.
Io nel mio piccolo incasinatissimo modo vorrei esserti un po’ Beatrice e tu Dante; e mentre mi guardi dai miei occhi vorrei che imparassi a guardare. Questo funziona se anche io continuo a guardare altrove.
Sì, è vero spesso mando gli occhi al cielo ed è pura e semplice esasperazione. Più spesso ancora è solo stanchezza.
Ma a volte, se in tre notti maturo un monte ore di sonno vicino alla decina (chi ha figli piccoli sa che non è un’iperbole) allora ti guardo in faccia, ti spiego per la quattrocentesima volta come si usa lo spazzolino e di nuovo adduco i tre principali argomenti a sostegno della tesi per la quale vale la pena lavarseli anche se stai crollando di sonno e ti convinco che mi ringrazierai di averti costretta a farlo. E ti sorrido accarezzandoti i capelli. Ne hai un’infinità.
I capelli della mia bambina e l’infinito.
Imparare il corretto impiego del collutorio e il concetto un po’ ardito di gargarismo prima della maggiore età e sapere che alla fine di tutto avremo un corpo così bello e giovane e perfetto – come Maria, come Gesù gli unici due veri archetipi – che possiamo pure farci una risata sul frammento perduto del tuo incisivo.
Sei una promessa bellissima tesoro.
Vediamo di mantenerla.
la croce


lunedì 22 dicembre 2014

AUGURI...... per ritrovare il bambino che è in noi!


                                BUON NATALE | MERRY CHRISTMAS

by Bariom
Quest'anno voglio fare i miei AUGURI a tutti sfruttando un bel video che trovate su Youtube (ringrazio l'amico Andrea Zavattaro che me lo ha fatto scoprire avendolo utilizzato anche lui allo stesso scopo...).
 Quindi peccherò in originalità, ma mi è proprio piaciuto. :-)

The Christmas Story (HD version)
E’ stato detto: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.»
Al di là che si creda, si attenda, si speri nella venuta di quel Regno, è certo che molti di noi la capacità e lo spirito dell’ “esser bambini”, lo hanno perduto o non credono più di poterlo ritrovare. Ma perdere quello spirito non ha solo risvolti negativi in una visione Evangelica… è perdere la capacità di stupirsi; la capacità di immaginare cose grandi; la capacità di fidarsi e affidarsi che è apertura positiva alla novità; la spensieratezza che non è stupidità ma…
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Questo video bellissimo e dolcissimo  lo condivido con tutti...
 "gli uomini (donne) di buona volontà"

... per ritrovare il bambino che è in noi... 

da inviare sopratutto a chi il fanciullino lo ha perduto !

Buon Natale Merry Christmas
Giuliano

domenica 21 dicembre 2014

A proposito dei "dieci comandamenti " & il caso "Benigni"


ROBERTO BENIGNI IN I DIECI COMANDAMENTI PRIMA SERATA


ROBERTO BENIGNI IN I DIECI COMANDAMENTI SECONDA SERATA


Roberto Benigni - Mosè

*

Per indole non sono un agente segreto da sant’Uffizio. Odio viziare tutto con giudizi inappropriati. Mi è stato chiesto da più di una persona un parere sulle due serate di Benigni sui dieci comandamenti e ho promesso – a una di loro – che se mi fosse venuto in mente qualcosa di semi-intelligente, avrei risposto.
Sicuramente quello che reputo semi-intelligente non farà piacere ai totalmente intelligenti, ma ognuno nella vita fa quel che può. Mi consolo che il mio sito non è coperto dal canone del contribuente e che quindi posso pensare ad alta voce qui senza “rubare” ad alcuno.  E così dare una risposta al volo a chi mi ha interpellato. Più che una risposta, è un esame di coscienza, per me… e per chi vuole mettersi in discussione.
La premessa fondamentale per me è questa: se ti sei messo ad ascoltare Benigni per ripassare il catechesimo, hai scelto il posto sbagliato. Figlio, va ad ascoltare le catechesi sui dieci comandamenti. Sono davvero belle… e mettile in pratica… Benigni va ascoltato e valutato come un “personaggio” – un comico e un letterato – che fa una sua lettura, non necessariamente condivisibile in toto nel contenuto, ma non per questo da buttare via, anche perché abbiamo tanto da imparare dalla forma. E sinceramente preferisco Benigni in prima serata che tanto dello trash televisivo vomitevole che troviamo in giro (e che fortunatamente snobbo).
Quindi, il mio consiglio agli “scribi” battezzati di non continuare la lettura. La presente non è una valutazione teologica. Se volete una valutazione teologica fate una cosa: aprite il catechismo, il mio e il vostro catechismo. E prima di tutto osservate il quinto comandamento… con la lingua.

La mia opinione si sviluppa in dieci punti. Cinque oggi, cinque domani. Buona lettura (...)


1- Passione


2- Entusiasmo


3- Meraviglia


4- Preparazione

5- Amare la vita



A proposito dei "dieci comandamenti di Roberto Benigni" (2/2)
theologhia.com

(Robert Cheaib) È bello come Benigni metta in luce che Dio dona la legge, non per opprimere la vita, ma per farla fiorire. Le “dieci parole” sono “istruzioni per l’uso”, per liberare la libertà e realizzare la vita: renderla reale proprio perché realista. Già, l’inizio (...)

di Riccardo Cascioli LaNuovaBussolaQuotidiana

Caro direttore,
le scrivo in merito alla triste ed inquietante vicenda dello show di Benigni intitolato "I dieci comandamenti", durante il quale, tra le tante altre ipocrisie, il "comico" (le virgolette mi sembrano indispensabili...) ha sostenuto che la Chiesa avrebbe cambiato a suo piacimento il testo dei comandamenti, in particolare del sesto.
A quanto pare ben dieci milioni di italiani hanno visto questa trasmissione: tutta gente che ora rischia di perdere la fiducia nella Chiesa ed allontanarsi definitivamente dai Sacramenti.

Stefano Marrè Brunenghi – Verona
Caro Direttore,
scrivo per comunicarti la mia positiva sorpresa dopo avere visto la trasmissione di Benigni su Rai 1 con a tema i 10 Comandamenti. Credo che tutti, anche noi cattolici, ci si sia sorpresi per la scelta di un tema che abbiamo da tempo giudicato "superato" o perlomeno noioso": dieci frasi non molto all'altezza del nostro sofisticato modo di pensare.
Però, poi è venuta la trasmissione. Vedendolo parlare, appassionato, documentato, mi ha fatto venire molte riflessioni.
La prima è che mi ha fatto riscoprire la profondità e la ricchezza dei Comandamenti, tutti centrati sul volere dare all'uomo gli strumenti per essere libero, e ci ha fatto entrare nel rapporto drammatico di Dio con il suo popolo che ha reagito a queste prescrizioni, non volevano accettarle perché rivoluzionavano il modo di vivere che gli uomini avevano avuto fino ad allora.
La seconda riflessione è sul coraggio di Benigni. Questo è un uomo che sta facendo un cammino e che non ha paura di comunicarlo nonostante il clima culturale italiano (fatto quasi esclusivamente solo di opportunismo, sia a livello di intellettuali che di artisti) sia il più distante possibile da quello che sta a cuore a Benigni (faccio un esempio: nella  mostra su Chagall in corso al Palazzo Reale di Milano la guida ufficiale nel descrivere un quadro si "dimentica " di menzionare che Chagall ha inserito un crocifisso nel quadro stesso, e spaccia una Madonna con il bambino in braccio come "l'abbraccio tra due amanti"!).
Personalmente penso che Benigni abbia messo in evidenza quanto sia povera e "vecchia" la cultura che ci circonda, ha messo in evidenza che non è necessario "provocare", "distruggere", "insultare", "violentare la verità" per fare arte, per avere audience, se uno è un artista vero!
In ultimo un commento: se 10 Milioni di persone hanno assistito all'evento non vuole forse dire che c'è una larga fetta di popolazione che paga il canone e che vorrebbe soprattutto dal servizio pubblico qualche cosa di più serio dei deprimenti spettacoli basati sul nulla, sulla banalità che permeano il 99% di quanto mandato in onda? 

Stefano Socci - Monza
Caro Direttore,
ho ascoltato Benigni commentare i Dieci Comandamenti, in particolare i comandamenti dal quarto al decimo. Più volte ho chiesto al Signore di avere misericordia di lui. Anche una persona di provata fede, parlando per quasi quattro ore (in due puntate) di quelle dieci Parole di Vita scolpite sulla roccia, finirebbe per aggiungere "del suo" al pensiero di Dio; difficilmente, poi, parlando così a lungo, si potrebbe arginare  il rischio che  l'interpretazione e sensibilità personali addomestichino il pensiero di Dio, cosa che il demonio favorisce od istiga in ogni occasione privata o pubblica. (…)
Possiamo immaginare allora come "il piccolo diavolo", forte di un eloquio fluente, un alto credito di narratore conquistato con la lettura della commedia dantesca e un oscar cinematografico, possa aver infranto ogni barriera che la prudenza, ben prima della fede, avrebbe dovuto suggerire di non superare.
Il commento di Benigni ai comandamenti si è appiattito del tutto e completamente sul piano terreno. (…) Per tutta la serata  il comico ha fatto un gran parlare dell'amore, ma di quell'amore che rappresenta nei suoi film.
E al comandamento dell'amore ha tentato anche lui compendiare tutta la Legge di Dio, ma citando il brano del Levitico "amerai il tuo prossimo come te stesso" (Lv 19,18) e non il passo di Giovanni "Vi do un comandamento nuovo che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato": Quest'ultimo brano implica la Croce e l'amore crocifisso... e questo amore, non terreno, è inconcepibile per chi non ha fede.
Il comico ha terminato lo spettacolo con un artificiale e azzardato collegamento tra il primo comandamento e l'ultimo, giungendo a dire che "Dio è il prossimo tuo".  E così tutto precipita e collassa sul piano terreno, e Dio torna ad essere lontano e solitario nei cieli...
Sergio Vicàri

Lo confesso: sono uno dei pochi italiani che non ha visto lo show di Roberto Benigni in tv sui Dieci comandamenti. Non per snobismo, ma perché impegnato in altre cose. Sto seguendo tuttavia con molta attenzione reazioni e commenti a quella esibizione, di cui le lettere pubblicate (mi scuso per i tagli ma erano troppo lunghe) rappresentano un interessante campionario. Al proposito è curioso notare che a un parere a caldo quasi unanimemente molto positivo – al limite dell’entusiasmo – si vanno aggiungendo delle critiche che aumentano col passare dei giorni. In ogni caso si tratta di un programma che ha riscosso un grande interesse e acceso un forte dibattito.
Proprio questo dibattito, aldilà del merito dello spettacolo, mi sembra importante rilevare, perché fa emergere con chiarezza il terribile vuoto di proposta culturale in cui viviamo. 
Vuoto di proposta, anzitutto della tv. Così che un semplice programma di buona qualità, fondato non sugli effetti speciali ma su un discorso - per quanto brillantemente sostenuto da un comico - e su un argomento niente affatto scontato, diventa un evento del quale si va avanti a parlare per giorni e giorni. Vuol dire che per il resto c’è il deserto. E se dieci milioni di persone hanno seguito un lungo monologo sui dieci comandamenti, vuol dire che per i programmi-spazzatura che occupano quasi tutto il palinsesto non vale più il luogo comune per cui «è quello che la gente vuole». La gente evidentemente apprezza molto di più programmi che, pur leggeri, mettono in moto la testa.
Ma il vuoto di proposta ancor più preoccupante è quello religioso, anzi cattolico. Non può non stupire tanta animosità, da parte di alcuni che imperversano su blog e social network, per gli errori “teologici” di Benigni, come se da lui ci si dovesse aspettare una lezione di catechismo, magari su richiesta della Conferenza episcopale. A tutti è chiesto il rispetto e di non usare le capacità artistiche per irridere alla religione e offendere la fede di tanta gente, e di non strumentalizzare la religione per propri fini ideologici (vedi Dario Fo). Ma nessuno dei critici muove questa accusa a Benigni, gli si rimprovera invece di aver dato letture parziali o troppo “umane” ai comandamenti.

Ma Benigni non è un prete o un vescovo: è un uomo di spettacolo, neanche credente – a quanto ne sappiamo – che però si fa interrogare dal fatto religioso, ne è in qualche modo attratto, e davanti ai comandamenti o alla Divina Commedia cerca di andarci a fondo, di capire, di studiare. Sicuramente non tutte le sue fonti sono ortodosse, e altrettanto le sue considerazioni, ma è innegabile che ci sia anche un cammino (basti pensare ai Dieci comandamenti proposti trent’anni fa). Non è certo a lui che possiamo o dobbiamo chiedere una spiegazione del catechismo, piuttosto dovremmo riflettere sul fatto che solo grazie a lui in televisione vanno quei Dieci comandamenti che – e sono ottimista – almeno la metà di coloro che partecipano alla messa ogni domenica non sarebbero neanche in grado di elencare in ordine.
Il fatto è che dei Dieci comandamenti normalmente non si sente parlare neanche in chiesa, figurarsi se possiamo pensare a una loro riproposta culturalmente intelligente in tv o nei teatri. Al recente Sinodo sulla famiglia abbiamo sentito vescovi e cardinali fare affermazioni sulla sessualità che negano la Rivelazione, e ce la vogliamo prendere con Benigni perché del sesto comandamento dà una versione molto personale? La Conferenza episcopale manda a commentare il vangelo su Rai Uno (e senza neanche essere simpatici) a quelli che sono stati definiti “preti di strada”, che più volte hanno sostenuto pubblicamente posizioni tutto fuorché ortodosse, e vogliamo crocifiggere Benigni perché dà un’interpretazione poco trascendente all’amore per il prossimo?
C’è qualcosa che non quadra. Non si può chiedere a Benigni di fare opera di supplenza alla Chiesa. Né si deve guardare a lui come un faro che ci guida nella fede. Se ci fosse una proposta pubblica seria, sia ecclesiale sia culturale, della fede cattolica non spaventerebbero le affermazioni eterodosse di Benigni, ai suoi spettacoli sarebbe dato il giusto peso e, forse, lo stesso Benigni sarebbe in grado di confrontarsi e fare proprie delle letture dei comandamenti più aderenti alla Verità.