Pakistan: quei bambini, vittime senza etichetta
La strage degli innocenti è un episodio presente soltanto nel Vangelo secondo Matteo (2,1-16), in cui Erode il Grande, re della Giudea, ordina un massacro di bambini allo scopo di uccidere Gesù, della cui nascita a Betlemmeera stato informato dai Magi. Secondo la narrazione evangelica, Gesù scampò alla strage in quanto un angelo avvisò in sogno Giuseppe, ordinandogli difuggire in Egitto; solo dopo la morte di Erode Giuseppe tornò indietro, stabilendosi in Galilea, a Nazaret.
La maggioranza degli studiosi moderni nega la storicità dell'episodio, anche per il mancato riscontro nelle opere di Giuseppe Flavio, fonte principale della storia giudaica del I secolo. Altri studiosi ne accettano invece la storicità in quanto l'episodio si inserirebbe perfettamente nel carattere e nella modalità di governare che ebbe Erode, uomo crudele e sanguinario; questi avvertendo il pericolo di un'usurpazione non avrebbe esitato infatti ad uccidere in diverse occasioni una moglie, tre cognati, una suocera, tre figli e alcune centinaia di oppositori. Secondo Macrobio, Augusto, ricevuta la notizia della morte dei figli di Erode, Alessandro e Aristobulo conosciuti molto bene dallo stesso Augusto, ebbe a dire: «È meglio essere il maiale di Erode piuttosto che uno dei suoi figli»; infatti Erode, essendo giudaizzato, non mangiava carne di maiale, anche se non esitò ad uccidere i suoi stessi figli.
Nella tradizione occidentale e cristiana il racconto è divenuto un topos culturale che ha dato luogo nei secoli a moltissime rappresentazioni artistiche. I bambini innocenti che muoiono violentemente, uccisi dalla sete di potere; vittime inconsapevoli di un odio spietato contro chi può ostacolare i piani di potenza e di dominio.
Nel XII secolo, a Parigi, il nome degli Innocenti fu dato ad una chiesa ed al cimitero adiacente ad essa, entrambi poi rasi al suolo verso la fine del XVIII secolo.
La strage degli innocenti è un episodio presente soltanto nel Vangelo secondo Matteo (2,1-16), in cui Erode il Grande, re della Giudea, ordina un massacro di bambini allo scopo di uccidere Gesù, della cui nascita a Betlemmeera stato informato dai Magi. Secondo la narrazione evangelica, Gesù scampò alla strage in quanto un angelo avvisò in sogno Giuseppe, ordinandogli difuggire in Egitto; solo dopo la morte di Erode Giuseppe tornò indietro, stabilendosi in Galilea, a Nazaret.
La maggioranza degli studiosi moderni nega la storicità dell'episodio, anche per il mancato riscontro nelle opere di Giuseppe Flavio, fonte principale della storia giudaica del I secolo. Altri studiosi ne accettano invece la storicità in quanto l'episodio si inserirebbe perfettamente nel carattere e nella modalità di governare che ebbe Erode, uomo crudele e sanguinario; questi avvertendo il pericolo di un'usurpazione non avrebbe esitato infatti ad uccidere in diverse occasioni una moglie, tre cognati, una suocera, tre figli e alcune centinaia di oppositori. Secondo Macrobio, Augusto, ricevuta la notizia della morte dei figli di Erode, Alessandro e Aristobulo conosciuti molto bene dallo stesso Augusto, ebbe a dire: «È meglio essere il maiale di Erode piuttosto che uno dei suoi figli»; infatti Erode, essendo giudaizzato, non mangiava carne di maiale, anche se non esitò ad uccidere i suoi stessi figli.
Nella tradizione occidentale e cristiana il racconto è divenuto un topos culturale che ha dato luogo nei secoli a moltissime rappresentazioni artistiche. I bambini innocenti che muoiono violentemente, uccisi dalla sete di potere; vittime inconsapevoli di un odio spietato contro chi può ostacolare i piani di potenza e di dominio.
Nel XII secolo, a Parigi, il nome degli Innocenti fu dato ad una chiesa ed al cimitero adiacente ad essa, entrambi poi rasi al suolo verso la fine del XVIII secolo.
Matteo 2,1-16
******1 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2 «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». 3 All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. 5 Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:6 E tu, Betlemme, terra di Giuda,non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:da te uscirà infatti un capoche pascerà il mio popolo, Israeleda te uscirà infatti un capoche pascerà il mio popolo, Israele».7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».9 Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10 Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12 Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.13 Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».14 Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, 15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.16 Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi.
La strage nella scuola pakistana, di cui abbiamo tutti sentito parlare, ci colpisce per la sua inumanità. E' un atto che è forse quanto di più lontano ci sia dal cristianesimo.
Si è agito per vendetta; contro degli inermi, degli innocenti, dei bambini; a mente lucida, in modo pianificato, premeditato.
E' un fatto che ci ricorda quanto poco siamo distanti dall'orrore; ci rammenta che, dove non ci sono chiese, è molto diverso il modo di vedere il mondo.
Senza quel bambino la cui nascita ricordiamo tra poco più di una settimana queste stragi non sono solo possibili, sono inevitabili. Senza il Bambino sono la sopraffazione e la vendetta a comandare. La forza del forte contro la debolezza del debole: e i piccoli non hanno scampo. L'uomo-bestia, a se stesso condanna, domina uccidendo.
Senza il Natale sarebbe ancora quella la legge, come accade dove il Natale non è riconosciuto. E se pensate a terre lontane, a popoli differenti, state guardando troppo lontano.
Non vedete? Anche qui si ammazzano innocenti. Magari in modo più pulito, sterile, per il loro stesso bene - così si sostiene, a volte. C'è chi dice che è un diritto farlo.
Eppure quel bambino, quel Bambino che è nato, che nasce a Natale, ci dice che non è troppo tardi per cambiare. Per cambiare le cose, per smettere le vendette, la morte data al posto della vita. Anche il nemico, chi ti uccide, si può amare. Si deve amare. Fino a dare per lui quello stesso sangue che lui vorrebbe prendersi.
Il circolo dell'odio è spezzato. Anche se siamo schizzati di sangue innocente, fin sulle nostre mani.
E' una vita migliore, non poi ma adesso, quella che ci attende. Che attende il nostro guardare a quel Bambino, e riconoscerLo.
Il mondo si può cambiare, è già cambiato, non ve ne accorgete?
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... ROSES & ESPINE..