State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

venerdì 30 dicembre 2016

Scoprire un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce

InCammino

padre Ermes Ronchi, "Scoprire un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce"

Scoprire un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce
padre Ermes Ronchi
Maria Santissima Madre di Dio (01/01/2017)
Vangelo: Lc 2,16-21 

Otto giorni dopo Natale, lo stesso racconto di quella notte: Natale non è facile da capire, è una lenta conquista. Ci disorienta: per la nascita, quella nascita, che divenne nella notte un passare di voci che raccontavano una storia incredibile. Da stropicciarsi gli occhi. È venuto il Messia ed è nel giro di poche fasce, nella ruvida paglia di una mangiatoia. Chi va a cercarlo nei sacri palazzi non lo trova."Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette dai pastori". Riscoprire lo stupore della fede. Lasciarci incantare almeno da una parola del Signore, stupirci ancora della mangiatoia e della Croce, di questo mistero di un Dio che sa di stelle e di latte, di infinito e di casa.Dimentichiamo tutta la liturgia senz'anima che presiede a questi giorni: regali, botti, auguri, sms clonati, luci, per conservare ciò che vale davvero: la capacità di sorprenderci per la speranza indomita di Dio nell'uomo e in questa nostra storia barbara e magnifica, per il suo ricominciare dagli ultimi della fila.E impariamo da Maria, che "custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore", Da lei, che salvaguarda come in uno scrigno emozioni e domande, angeli e stalla, un bambino "caduto da una stella fra le sue braccia e che cerca l'infinito perduto e lo trova nel suo petto" (M. Marcolini); da lei che medita nel cuore fatti e parole, fino a che non si dipani il filo d'oro che tutto legherà insieme, da lei impariamo a prenderci del tempo per aver cura dei nostri sogni. "Con il cuore", con la forma più alta di intelligenza, quella che mette insieme pensiero e amore.E impariamo il Natale anche dai pastori, che non ce la fanno a trattenere per sé la gioia e lo stupore, come non si può trattenere il respiro, ma ritornano cantando, e contagiano di sorrisi chi li incontra, dicendo a tutti: è nato l'Amore!In questo giorno di auguri, le prime parole che la Bibbia ci rivolge sono: Il Signore parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedirete i vostri fratelli. Per prima cosa, che lo meritino o no, voi benedirete.Dio ci chiede di imparare a benedire: uomini e storie, il blu del cielo e il giro degli anni, il cuore dell'uomo e il volto di Dio. Se non impara a benedire, l'uomo non potrà mai essere felice.Benedire è invocare dal cielo una forza che faccia crescere la vita, e ripartire e risorgere; significa cercare, trovare, proclamare il bene che c'è in ogni fratello. E continua: Il Signore faccia brillare per te il suo volto. Scopri che Dio è luminoso, ritrova nell'anno che viene un Dio solare, ricco non di troni, di leggi, di dichiarazioni, ma il cui più vero tabernacolo è un volto luminoso. Scopri un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce.



Cos'è la Vita...


Che cos'è la vita

Un caldo giorno d'estate, verso la metà della giornata, il bosco fu avvolto, da un profondo silenzio!Gli uccelli piegarono la testa, sotto l'ala...Tutto, riposava!Solo il fringuello, alzò il capo, e domandò:«Che cos'è, la vita?».Tutti furono colpiti, da questa difficile domanda. Una rosa, che aveva appena messo fuori un bocciolo, e dispiegato un petalo, dopo l'altro, disse:«La vita, è sbocciare!».Una farfalla che, dal mattino, non si era fermata, e volava felice, da un fiore all'altro, assaggiando, qua, e là, disse:«La vita, è tutta gioia, e sole!».Una formica, che si affannava a trascinare una pagliuzza, lunga dieci volte lei, disse:«La vita, è lavoro, e stanchezza!».Un'ape, affaccendata a caricare nettare, da un fiore, ronzò:«La vita, è un miscuglio di lavoro, e di piacere!».Il discorso diventava sapiente, e la talpa, messa fuori la testa, dalla terra, disse:«La vita, è un combattimento, nell'oscurità!».La gazza, che vive per giocare brutti tiri, al prossimo, osservò:«Ma che razza, di discorsi! dovremmo chiedere il parere, di persone intelligenti!».Si accese, allora, una vivace disputa, finché fu interrogata una pioggerellina sottile, che sentenziò:«La vita, è fatta di lacrime: nient'altro, che lacrime!».Poco lontano, rombava il mare , le onde si alzavano, imponenti, e si abbattevano, con veemenza inaudita, contro le rocce, e gli scogli: poi, indietreggiavano, quasi, per riprendere forza, e tornare ad assalire il granito, delle rive! Anche le onde, espressero il loro parere:«La vita, è una sempre inutile lotta, verso la libertà!».Nel vasto cielo azzurro, un'aquila reale tracciava i suoi cerchi e, fieramente, esultò:«La vita, è conquistare le altezze!».Un salice flessuoso intervenne:«La vita, è sapersi piegare, sotto le bufere!».Cadde la notte , un gufo espresse il suo parere:«La vita, è approfittare dell'occasione, mentre tutti gli altri dormono!».Per un po', ci fu un grande silenzio Un giovane, che tornava a casa, a notte fonda, sbottò:«La vita, è una continua ricerca della felicità, e una catena di delusioni!».Finalmente, sorse una fiammeggiante aurora. Si dispiegò, in tutta la sua gloria, e disse:«Come io, l'aurora, sono l'inizio, del giorno, che viene, così, la vita è l'inizio, dell'eternità!».Dio ha mille anni, per fare un giorno; io ho solo un giorno, per fare qualcosa di eterno: oggi!”







 Qualunque ora lieta il dio ti abbia concesso, tu accettala con riconoscenza e non rinviare a domani le cose belle, di modo che dovunque tu sia di te si dica che sei vissuto bene.  


- Orazio -
(Epistole)



La sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio. 


- Papa Francesco - 



La volontà di Dio è verità d’amore ..

...Alla fine la gloria di Dio, la sua signoria, la sua volontà è sempre più importante e più vera che il mio pensiero e la mia volontà. Ed è questo l’essenziale nella nostra preghiera e nella nostra vita: apprendere questo ordine giusto della realtà, accettarlo intimamente; confidare in Dio e credere che Egli sta facendo la cosa giusta; che la sua volontà è la verità e l’amore; che la mia vita diventa buona se imparo ad aderire a quest’ordine. Vita, morte e risurrezione di Gesù sono per noi la garanzia che possiamo veramente fidarci di Dio. È in questo modo che si realizza il suo Regno...

- Papa Benedetto XVI - 
dalla "Omelia del 05 Aprile 2009" 
By leggoerifletto

Gelasio da: “Vita e detti dei Padri del deserto”

Raccontavano che il padre Gelasio aveva un libro di pergamena, che valeva diciotto monete. Conteneva tutto il Vecchio e il Nuovo Testamento. Lo lasciava in chiesa, perché potessero leggerlo i fratelli che lo desideravano. Un giorno venne un fratello forestiero a far visita all’anziano e, visto il libro, bramò di possederlo; lo rubò e se ne andò. Benché l’avesse notato, l’anziano non gli corse dietro per prenderlo. Giunto quegli in città, cercò di venderlo e, trovato un acquirente, gli chiese la somma di sedici monete. Colui che voleva comperarlo, gli disse: «Dammelo, prima lo faccio stimare, e poi ti darò quel che vale». Avutolo, lo portò dal padre Gelasio perché lo stimasse, dicendogli il prezzo richiesto dal venditore. L’anziano gli disse: «Compralo, è bello e vale il prezzo che hai detto». Ma l’altro, tornato dal rivenditore, riferì la cosa diversamente da quanto l’anziano gli aveva detto. Disse: «Ecco, l’ho mostrato al padre Gelasio ed egli mi ha detto che è caro e non vale la cifra che hai detto». Udito ciò, il fratello gli chiese: «L’anziano non ti ha detto nient’altro?». «No». Allora dice: «Non voglio più venderlo». E, preso da compunzione, ritornò dall’anziano per esprimergli il suo pentimento e lo pregò di riprendere il libro. Questi non voleva, ma alle parole del fratello: «Se non lo prendi non avrò pace», disse: «Se non puoi aver pace, lo prendo». Il fratello rimase quindi presso di lui fino alla morte, molto edificato dallo zelo del vecchio.

Gelasio -
da: Vita e detti dei Padri del deserto,145c-148a; PJ XVI, 1



  
La conversione del cuore per accogliere il Signore che viene. Questo è il Dio di Giovanni il Battista, questo è il Messia che da lui ci viene proposto e annunciato: siamo pronti ad andargli dietro? Siamo pronti ad accettare un Dio che con noi sia esigente, giusto giudice e castigatore? E poi, siamo proprio sicuri che sia quello che ci vuole?Io a questi interrogativi rispondo: "Boh!". E intanto, proseguo il mio cammino....

- padre Janvier Agueh - 





Mediante la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità egli vuole sempre di nuovo far risplendere la sua luce nella notte del mondo.

Le lampade che noi accendiamo nelle notti buie di questa stagione invernale diventano così a un tempo una consolazione e un richiamo: la consolante certezza che la "luce del mondo" si è già accesa nell'oscurità della notte di Betlemme; e che essa ha trasformato la notte sventurata del peccato dell'uomo nella notte santa del perdono, in cui Dio ha accolto e sanato quello stesso peccato...

Joseph Ratzinger  - da "Licht, das uns leuchtet" -




Buona giornata a tutti. :-)


mercoledì 28 dicembre 2016

L’anello di una catena...

Cum grano salis:

L’anello di una catena



Viviamo in un’epoca in cui tutto ciò che è antico, per il fatto stesso di esserlo, viene respinto, perché superato e quindi non più valido. Ha valore solo ciò che è nuovo, semplicemente perché tale. Anche se poi si è costretti ad ammettere che molte delle novità, prive di radicamento nel passato, invecchiano in un batter d’occhio e devono essere presto rimpiazzate da altre novità.



Gli uomini d’oggi pensano che il mondo sia nato con loro e muoia con loro; non hanno il senso della continuità; non hanno la consapevolezza di essere solo l’anello di una catena; non sentono il dovere di trasmettere alle generazioni successive ciò che hanno a loro volta ricevuto (forse perché molti di loro hanno ricevuto ben poco dai propri educatori).



Pensano che la storia sia una continua creazione dal nulla: “Io sono l’artefice della mia vita; non ho niente da imparare da coloro che mi hanno preceduto; la mia unica guida è il mio fuggevole sentimento; io voglio essere ciò che sento in questo momento”. Quale sia l’esito di questa mentalità è sotto gli occhi di tutti.



Probabilmente si tratta di un processo irreversibile, che deve giungere alla sua naturale conclusione.



È illusorio pensare di poter in qualche modo frenarlo; e a nulla serve ritardarlo; anzi conviene accelerarlo, perché si compia al più presto.



Bisogna però, nel frattempo, cominciare a pensare al “dopo”, al momento della ricostruzione dopo la devastazione. Ricordate Don Camillo? Che fare quando il fiume travolge gli argini e invade i campi? Bisogna salvare il seme. Dobbiamo, innanzi tutto, salvare la fede (Don Camillo e Don Chichí). Ma insieme – aggiungo io – dobbiamo anche iniziare a individuare quei pochi principi che dovranno servire da fondamento della ricostruzione.



Uno di questi dovrà essere, appunto, il “principio di antichità” (chiamiamolo così per comodità, tanto per intenderci; sappiamo bene che non tutto ciò che è passato è, di per sé, buono): dovremo cioè ristabilire i contatti col nostro passato, con le nostre radici, con la tradizione. Tornare al punto di pensare che io, come uomo, posso considerarmi realizzato solo quando sarò riuscito a trasmettere ai miei figli ciò che ho ricevuto dai miei padri.



Recuperare l’umile e fiera consapevolezza di essere soltanto l’anello di una catena, il cui unico compito è quello di mettere in comunicazione l’anello precedente con quello successivo. Se poi riesco a dare il mio piccolo contributo a questa catena, tanto meglio.



(P. Giovanni Scalese, 6 giugno 2016)

martedì 27 dicembre 2016

Che esista l’acqua che esistano le cose il sasso la faina la carezza il vento che esista il vuoto smisurato l’amore dello spazio lo sbriciolio della parola amore, il suo crepitare non dà tregua se amore è direzione....




La poesia e lo spirito

Che esista l’acqua




E’ uscito Passione Poesia. Letture di poesia contemporanea 1990-2015, Ed. CFR, Milano, 2016, a cura di S. Aglieco, L. Cannillo e N. Iacovella. Il libro sarà presentato giovedì 26 gennaio 2017 alle ore 19.30 presso la Casa della Poesia, via Formentini 10, Milano, e lunedì 27 febbraio 2017 alle ore 17.30 presso la Biblioteca Centrale di Milano, Palazzo Sormani. Sala del Grechetto, via Francesco Sforza 7, Milano. Per gentile concessione dell’editore, propongo la mia lettura di una poesia di Chandra Livia Candiani compresa nel volume.

Che esista l’acqua / che esistano le cose
Una poesia di Chandra Livia Candiani
di Giorgio Morale
Che esista l’acqua
che esistano le cose
il sasso la faina
la carezza
il vento
che esista il vuoto
smisurato
l’amore dello spazio
lo sbriciolio
della parola amore,
il suo crepitare
non dà tregua se
amore è direzione.
Le parole seminano
scavano nel cielo:
non vivono le cose
solo dentro di noi,
devono
venire al mondo,
riflesse
pronunciate.
Amare
essere amati
pelle con pelle
respiro
passo
dentro buccia
di mondo.
Che esista l’acqua. La poesia di Chandra Livia Candiani, tratta dalla raccolta La bambina pugile (Einaudi 2014), inizia con un incipit perentorio e che presuppone comunque un prima, il mondo da cui nasce, che la fa essere e che essa canta.
Continua a leggere 

"Puoi sempre contare su di me"



By leggoerifletto



Bambino – Padre Michel Quoist

Bambino,
capolavoro inestimabile,
tesoro inimitabile,
nuova stella accesa nel cielo della terra,
tra i miliardi e i miliardi di stelle necessarie,
"tu", persona unica,
che mai prima comparisti e non comparirai più.
Bambino,
amato dall'uomo,
benedetto da Dio,
desiderio eterno del Padre,
che prende corpo quando nell'amore egli incontra,
oh meraviglia, il libero desiderio dell'uomo.

Come ha potuto Dio,
incomprensibile follia d'amore,
consegnare all'uomo questo potere,
nel suo corpo la linfa,
nel suo cuore il desiderio
di crearti con Lui, vita nuova,
sorgente nuova zampillata sulla terra degli uomini,
aurora di un fiume immenso,
chiamato a scorrere fino all'eternità!


Non dimenticate mai, genitori,
che questa vita l’avete autenticamente donata,
non potete mai reclamarla al bambino.

Essa è per lui, è sua.

La vostra vita e diventata un’Altra vita, lui per sempre.

Quando avrete finito di aiutarlo a nascere e a crescere,
un giorno prenderà il volo dal seno della famiglia,
come un giorno è uscito dal seno della sua mamma…
e i vostri cuori sanguineranno,
come ha sanguinato il suo,
ma comparirà la gioia,
la sola che vi spetti
– meravigliosa riuscita dell’amore -

Gioia che questa vita donata egli la donerà a sua volta.

fonte: "Eccoti, finalmente! Pensieri e preghiere per mamma e papà" a cura di Luigi Guglielmoni e Fausto Negri, Ed. Paoline



Quando il primo bambino rise per la prima volta, la sua risata si sbriciolò in migliaia di frammenti che si sparpagliarono qua e là. 
Fu così che nacquero le fate.

- James Matthew Barrie - 
1860-1937,scrittore scozzese, creatore del personaggo di Peter Pan,”il ragazzo che non voleva crescere”


Buona giornata a tutti. :-)


domenica 25 dicembre 2016

Ti regalo il Natale che ho provato a vivere intrufolandomi nel cuore di Maria.


Fra Giorgio Bonati

Ti regalo il Natale che ho provato a vivere intrufolandomi nel cuore di Maria.
“Siamo partiti da Nazareth in tanti, tutti. Carichi di un viaggio da compiere, non voluto, non sognato.
Se ai potenti serve sapere quanti sudditi, a noi poveri serve vivere da liberi; se ai potenti interessa continuare a farci camminare come deportati verso le nostre origini, a noi serve solo conoscere la strada che dalle radici porta linfa ai frutti.
Giuseppe ed io ci separiamo presto dalla carovana. L’abbondanza del ventre mi costringe a fermarmi troppo spesso, ed è scritto che, giunti a Betlemme, ‘la casa del pane’, non ci sia una briciola di posto per noi in una casa. 
Il freddo si fa pungente dopo il tramonto e il mio Giuseppe scova una piccola grotta, naturale. I miei occhi, entrando, la sognano scolpita dal vento, e ciò mi basta per aprirmi al sorriso, ma appena mi adagio, sento la pelle tirare. 
Il nostro ciuchino trova compagnia e noi un po’ di tepore: due capre ed una mucca sono un ben di Dio per ogni famiglia, assicurano latte e cacio quotidiano, che la provvidenza non ci farà mancare.
Non era questo il posto dove ho sognato di dare alla luce Gesù, ma tutto sembra destinato, come a voler compiere un disegno, come se l’ultima pennellata sia sempre e solo nelle mani di un artista divino.
Vibro, ogni lembo della pelle freme, mi bagno tutta, inondo il mondo, le cateratte si squarciano, la diga non tiene più: un terremoto della carne. Inizio il travaglio. Respiro, o almeno ci provo. Sento come se qualcuno mi stia conficcando pugnali nei reni. Urlo, fortissimo. Giuseppe mi offre le sue braccia e conficco le mie unghie nelle sua carne. Una contrazione, due, tre, e nel dolore, uno squarcio. 
Ecco finalmente il momento della verità. Le parole di Gabriele erano vere? Davvero io ho custodito e coltivato la vita nove mesi? Ed ora sarò capace di portare avanti questa vita? 
I miracoli sono così: dolore e gioia che si mescolano, confondendosi. Il dolore della morte che si impasta con la gioia della vita. Nascere è uscire, morire è entrare.
Gesù nasce così, come ogni pargolo di uomo e donna. Solo così poteva nascere, come ognuno di noi, tra lacrime e sangue. 
Ma di tutto, io ricordo solo il suo viso, la sua pelle sulla mia, un incanto!
Da oggi in poi chi vorrà incontrare Dio dovrà prendersi cura della vita, di ogni piccola vita che nasce, che vive. Senso unico obbligatorio!”


                                     Omelia Di Natale 2012 di Don Gigi Verdi

Buon Natale...

buonnatale



www.romena.it

Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia (Lc 2,11-12).


Santo Natale e felice anno nuovo 2017 nel Signore Dio

Santa Navidad y feliz año nuevo 2017 en el Señor Dios
Sant Nadal i feliç any nou 2017 en el Senyor Déu
Merry Christmas and happy new year 2017 in the Lord God
Joyeux Noël et bonne année 2017 dans le Seigneur Dieu
Santo Natal e feliz ano novo de 2017 no Senhor Deus
?wi?tego Bo?ego Narodzenia i szcz??liwego nowego roku 2017 z Panem Bogiem
Fröhliche Weihnachten und Gottes Segen für ein glückliches Neues Jahr 2017!

Beata Nativitas et bonum annum 2017 in Domino Deus



                                                               TANTI AUGURI DA GIULIANO

Oh Happy Day! (Full version) - Choeur Gospel Célébration de Québec & Sylvie Desgroseilliers




By leggoerifletto

La Madonna del Soccorso – Ada Negri

La Madre andò col suo piccino in braccio
avviluppata nell'oscuro scialle. 
Aspro un singhiozzo le scotea le spalle: 
cerbiatta parea che fugge il laccio. 
E scese il monte e traversò la valle,
e la città raggiunse; e ad ogni porta
bussò, chiedendo, per pietà, lavoro. 
Alzava sulle braccia il suo tesoro: 
ogni rifiuto la facea più smorta, 
più spersa in mezzo al lastrico sonoro.
Al suo pavido cuore era nemica
la folla che ti spinge e non ti sa, 
che, cogli occhi al suo segno, va e va 
soverchiandosi a gara, e par che dica 
— Scostati!... — a chi dappresso le ristà....
la folla con mille arti e mille forme
e mille accenti, rapida, incalzante, 
sempre diversa e sempre a sè davante 
sospinta in corsa, col suo mugghio enorme, 
coll'acre ardor della sua forza ansante....
E la madre cercò deserte vie
ove accucciarsi come un can perduto. 
"Dio, che ti stai così lontano e muto 
nei cieli, Dio che vedi le agonie 
delle madri e dei bimbi, ajuto, ajuto !... „
....Una porta s'aperse. — Erma, corrosa:
e sulla soglia molte facce emunte 
che fame febbre tedio avean consunte
disser cogli occhi: "O Madre dolorosa, 
sieno le nostre povertà congiunte!...
"Noi siamo i radiati dalle file
degli uomini. Al lavoro invan le braccia 
offrimmo. Civiltà che ne discaccia 
dall'opre, questo asil d'inerzia vile 
ne schiude. Vieni, o disperata in traccia
di rifugio!...,, E col lacero mantello
uno l'avvolse, e arrise al suo bambino: 
uno le disse: "Siediti vicino 
al focolare. „ — E tutti : " Oh, come è bello 
rondinella, il tuo stanco rondinino!...
" Rondinella tu sembri al bianco viso
fra il nero dello scialle e delle chiome: 
trepida, senza nido e senza nome, 
osi, pur fra le lagrime, un sorriso.... 
Riso lucente, in fitta ombra di chiome!...
"Resta!... Diventerai Nostra Madonna
del Soccorso!... Ci porterai fortuna!... 
Noi faremo al tuo piccolo una cuna 
di stracci, e nella tua misera gonna 
sarai chiara per noi come la luna.... „
.... Ella rimase. E ritrovò per loro
i canti del natio monte selvaggio. 
Vibrava in essi il rullo del coraggio, 
vibrava in essi il rullo del lavoro,
qual rombo di guerresco carriaggio.
"Fratello in Cristo, è tua la vita bella,
se forzerai le porte del destino!... 
Riprendi il sacco, mettiti in cammino, 
taglia le siepi, abbatti i muri, della 
tua forza tempra un'arma d'oro fino,
e vinci se non vuoi vinto cadere, 
para, se vuoi che colpo non ti tocchi!... 
Così cantò, col riso e il sol negli occhi,
la Madre. Ognuno avidamente a bere 
quella dolcezza si gettò a ginocchi.
Poscia, con rude vigoria d'assalto,
verso nuove conquiste si scagliò. 
E colui ch'era vinto dominò. 
E colui ch'era a terra ascese in alto. 
E la Suscitatrice si nomò 
per essi e pei lor figli, ora e nel corso 
dei secoli, Madonna del Soccorso.


- Ada Negri - 


Fonte: “Dal profondo” di Ada Negri,Milano, Fratelli Treves Editori, 1910





"Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio: sappi accogliere l'insegnamento di tanta umiltà, anche in un maestro che ancora non parla. 
Tu una volta, nel paradiso terrestre, fosti così loquace da imporre il nome ad ogni essere vivente; il tuo Creatore invece per te giaceva bambino in una mangiatoia e non chiamava per nome neanche sua madre. 
Tu in un vastissimo giardino ricco di alberi da frutta ti sei perduto perché non hai voluto obbedire; lui per obbedienza è venuto come creatura mortale in un angustissimo riparo, perché morendo ritrovasse te che eri morto. 
Tu che eri uomo hai voluto diventare Dio e così sei morto; lui che era Dio volle diventare uomo per ritrovare colui che era morto. 
La superbia umana ti ha tanto schiacciato che poteva sollevarti soltanto l'umiltà divina."





- Sant’Agostino – 

Discorsi



Il Natale è per sempre, non soltanto per un giorno, l'amare,
il condividere, il dare, non sono da mettere da parte
come i campanellini, le luci e i fili d'argento
in qualche scatola su uno scaffale.
Il bene che fai per gli altri è bene che fai a te stesso.

 - Norman Brooks -

                               La vita è meravigliosa





























Buona giornata a tutti. :-)

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Preghiera semplice
che passiate la giornata in compagnia della vostra famiglia o che siate soli, 
 dal profondo del mio cuore
Buon Natale!!
Coraggio.  Gesù, il Salvatore, è nato anche per noi.



GIUSEPPE DE MARZI - Signore delle Cime