State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

giovedì 30 luglio 2015

Oggi siamo tutti presi dalla preoccupazione di vivere e ...dimentichiamo il piacere di esistere.

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Il cacciatore - Bruno Ferrero

Un giovane indiano partì alla caccia di anitre selvatiche sulla riva di un fiume. Era armato solo di una fionda. 
Raccolse alcuni ciottoli sul greto e cominciò a scagliarli con tutta la sua forza. 
Mirava soprattutto agli uccelli che si fermavano incautamente sulla riva.
I sassi lanciati finivano con un tonfo nell'acqua profonda. 
Soltanto due ciottoli colpirono a morte due uccelli prima di finire anch'essi nella corrente.
Quando rientrò in città, il giovane aveva due anitre nella bisaccia e ancora uno dei ciottoli in mano.
Nei pressi del bazar, un gioielliere lo fermò con una esclamazione di sorpresa. "Ma è un diamante, quello che hai in mano! Vale almeno mille rupie".
Il giovane cacciatore impallidì e poi si disperò: "Ma che stupido sono stato! Ho usato tutti quei diamanti per uccidere degli uccelli... Se li avessi guardati bene ora sarei ricco, e invece la corrente li ha portati via!".

Ognuno dei nostri giorni è come un diamante prezioso. Ciò che conta è accorgersene e non sprecarlo per andare a "caccia".

- don Bruno Ferrero - 


da: "A volte basta un raggio di sole" , Ed. Ellecidi




Tempo fa un grande maestro indiano di vita spirituale scrisse: "Sono seduto sulla riva di un ruscello e osservo un sasso rotondo immerso nell'acqua. 
Da quanti anni il sasso è bagnato dall'acqua? 
Forse da dieci, forse da cento? Ma l'acqua non è riuscita a penetrare nel sasso. Se spacco quella pietra, dentro è asciutta".

Così è anche per noi, che viviamo immersi in Dio e non ce ne lasciamo penetrare: Dio rimane alla superficie della nostra vita, non ci trasforma perché non siamo disposti a lasciarci penetrare e trasformare dall'amore di Dio. Siamo come un sasso nel ruscello che nel suo interno rimane asciutto.




O grande Spirito aiutami a non giudicare mai gli altri
prima di aver camminato due settimane nei loro pensieri.

- Preghiera di un vecchio indiano sioux -


Buona giornata a tutti. :-) www.leggoerifletto.it

"Ho la responsabilità di te, questo è l'amore".

Con altri occhi: Amore

by Berlicche
Tra tutte le parole che abbiamo esaminato per scoprire come sia cambiato il loro senso con il mutare dei tempi ne mancava una.
Forse la più frequentata, quasi certamente la più abusata, specie di recente: amore.
La mancanza in un certo senso era voluta. Ubi maior, minor cessat: che in questa alterazione di significato stia il cuore dei disastri di questo nostro tempo ce l'aveva ben chiaro uno dei più grandi filosofi e teologi contemporanei, Joseph Ratzinger, incidentalmente Papa, che proprio a ciò ha voluto dedicare la sua prima enciclica, Deus caritas est.
Non voglio certo riscrivere quel capolavoro, o anche solo commentarlo. Mi limiterò a cercare di spiegare con mie parole quanto mi è balenato chiaro oggi, mentre pensavo alla differenza tra comprare un ortaggio e coltivarlo.
Quando io dico "amo i pomodori", nel senso comune ciò viene inteso come "mi piace mangiare pomodori, quindi adesso ne acquisto un chilo e ci faccio l'insalata".
Mentre il coltivatore che dice questo intende che farà di tutto perché la pianta di pomodori cresca, si fortifichi, fruttifichi, sacrificando tempo e fatica a questo fine.
Nell'uno e nell'altro caso si parla d'amore, ma il significato è l'opposto: nel primo caso è amore a sé, che si palesa nel procurarmi ciò che mi piace e consumarlo; nel secondo caso è amore di qualcosa che che non sono io, e per il cui bene sono disposto a fare rinunce. Essere serviti, o servire. Sfruttare, o liberamente dare.
L'amore che va per la maggiore adesso è l'amore del primo tipo, che potrebbe essere anche chiamato egoismo. Amore per se stesso e fine a se stesso, che non accetta contrasti perché è centrato verso se stessi. Ti uso, più che ti amo. Ma è destinato a generare infelicità, perché l'oggetto dell'amore, se stesso, non può che deludere.
L'altro tipo d'amore, l'amore che è sacrificio, l'amore che è servire, che è sottomettere la propria misura ad un altro è l'unico che può farci essere veramente noi stessi.
Se ormai ovunque, in Parlamento, negli scranni più alti come in ogni banco, scrivania, tavola, siedono sempre più persone che ci si debba servire dell'uomo e non servirlo, è perché cosa sia davvero l'amore non viene più insegnato, se non da pochi. Insegnato nel solo modo possibile. Con l'esempio.
Ho la responsabilità di te, questo è l'amore.
LoveForever

mercoledì 29 luglio 2015

Non dire mai che i sogni sono inutili perchè inutile è la vita di chi non sa sognare

Non dire mai che i sogni sono inutili perchè inutile è la vita di chi non sa sognare (Jim Morrison).

In contatto - Anselm Grün

Buon Dio, ti ringrazio
per questo nuovo giorno.
Non mi sento ancora del tutto
sveglio per affrontare tutto ciò
che mi sarà richiesto di fare oggi.
Confido però che tu stenda su di me
la tua mano protettrice
e mi dia lo slancio necessario
per il nuovo giorno.
Restami vicino, oggi,
affinchè compia i passi giusti.
Affinchè capisca che cosa mi è d’aiuto oggi
e come posso impegnarmi per la vita.
Aprimi la vita.
Fammi entrare in contatto con la vita,
con me stesso,
ma anche con le persone che incontro.
Togli il velo che talvolta copre
la mia vita, facendomi vegetare.
Voglio vivere da sveglio,
con tutti i sensi.
Voglio gustare la bellezza della vita.
Voglio contribuire a far sì che
per i miei amici oggi sia un giorno
più bello, colorato e allegro.
Benedicimi, perché oggi possa essere
una benedizione per gli altri.

- Anselm Grün - 


Fonte: “Entra in contatto” , Anselm Grün, Ed. Paoline 2005, pagg. 10,11



 La bellezza di cui facciamo l'esperienza nel mondo si trasforma in una traccia lasciata da Dio in questo mondo, perché nonostante tutti i dubbi e l'incredulità della nostra fede possiamo tornare sempre ad avere un'intuizione di Lui e a farne esperienza.  

- Anselm Grün -
da: “Bellezza” Ed. Queriniana



 Attraverso l'amore, la bellezza nascosta viene alla luce. L'amore trasfigura l'altro. O, in altre parole: la persona che amo viene trasfigurata. In lei avviene ciò che è avvenuto in Gesù sul monte Tabor. D'improvviso il suo volto brilla come il sole. Viene in superficie l'essenziale. Si fa visibile la bellezza originaria.  

- Anselm Grün -
da: “Bellezza” Ed. Queriniana

               Jim Morrison           (James Douglas Morrison)


 Se scopro in una persona un po' dell'amore che non si fa schiacciare nemmeno dalla morte, vedo il mistero della bellezza di cui parla Giovanni. 
Non mi rifugio in un mondo di bell'estetismo. 
Guardo la realtà del mio mondo così com'è e vi riconosco ugualmente la gloria di Dio, su cui la violenza e le crudeltà umane non hanno potere. 


- Anselm Grün -
da: “Bellezza” Ed. Queriniana


Buona giornata a tutti. :-)  www.leggoerifletto.it
da leggoerifletto

Anche solo per un istante.

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Passo dopo passo
giorno e notte
respiro dopo respiro
alla ricerca del senso
di questo andare
di questa vita
tra le dune del deserto
Attimo dopo attimo
per dare vita 
alle parole
dette ed ancora da dire
dove nulla più cercavo
arreso alla stanchezza
alle rughe sul cuore
Poi in un solo attimo
ho incrociato i tuoi occhi
ed è lì che ho capito
che le anime destinate
si possono incontrare
portando luce ovunque
anche solo per un istante
22.07.2015 Poetyca
If only for a moment
step by step
day and night
breath by breath
searching for meaning
of this going
of this life
in the dunes of the desert
Moment by moment
to give birth
to words
already said and still say
where nothing more I tried
surrendered to fatigue
the wrinkles on the heart
Then in a moment
I met your eyes
and that’s where I get it
that souls destined
you can meet
bringing light everywhere
if only for a moment
07/22/2015 Poetyca

lunedì 27 luglio 2015

LA FORZA DELLA COMPAGNIA.

LA FORZA DELLA COMPAGNIA

Originally posted on il blog di Costanza Miriano:
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di Paolo Pugni
Sai perché non prevarranno? Le porte degli inferi intendo. Perché c’è sempre una compagnia che non molla. Perde, cade, s’arruffa. Litiga anche. Ma non molla. E mica perché ha in sé la forza, anzi. Proprio perché è debole. Perché non confida in sé. Ed è così forte che tutto sa volgere al bene, non grazie a sé, ma grazie a Colui per il Quale agisce, con errori, sbandamenti, colpe, ruzzoloni. Sempre rialzata.
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sabato 25 luglio 2015

Bisogna amarsi e poi.... bisogna dirselo e poi.... bisogna scriverselo e poi.... bisogna baciarsi sulla bocca, sugli occhi e ovunque....


Originally posted on  leggoerifletto


Quando gli uomini amano.....
Il vero amore non lascia tracce
Se tu e io siamo una cosa sola
Si perde nei nostri abbracci
Come stelle contro il sole
Come una foglia cadente può restare
Un momento nell'aria
Così come la tua testa sul mio petto
Così la mia mano sui tuoi capelli
E molte notti resistono
Senza una luna, senza una stella
Così resisteremo noi
Quando uno dei due sarà via, lontano

- Leonard Cohen -





“Penso spesso a lei, al mattino, a mezzodì, di sera, di notte, negli intermezzi, appena prima e appena dopo… e anche durante.”

- Daniel Glattauer - 
... continua leggoerifletto
Bisogna amarsi e poi....
bisogna dirselo e poi....
bisogna scriverselo e poi....
bisogna baciarsi sulla bocca,
sugli occhi e ovunque....

- Victor Hugo - 




Buona giornata a tutti. :-) www.leggoerifletto.it


leggoerifletto

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Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 
(postumo 1898/1900)
Zibaldone 43*   Diceva un marito geloso alla moglie: 
Non t’accorgi, Diavolo, che tu sei bella come un Angelo?

giovedì 23 luglio 2015

Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori...

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CLAUDIO BAGLIONI - LE VIE DEI COLORI

«[…]
E desidero solo colori.
I colori non piangono, sono come un risveglio:
 domani i colori torneranno.
Ciascuna uscirà per la strada,
ogni corpo un colore – perfino i bambini.
Questo corpo vestito di rosso leggero
dopo tanto pallore riavrà la sua vita.
Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi
e saprò d’esser io: gettando un’occhiata,
mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino,
uscirò per le strade cercando i colori».
Cesare Pavese

...questa è la mia vita

Originally posted on il blog di Costanza Miriano:

Questa è la mia vita

DI COSTANZA MIRIANO
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Qualche giorno fa a mia madre è uscita di bocca una frase incauta. “Ma perché non me li mandi tutti, i ragazzi, qualche giorno a Perugia?” L’ha detto. L’ho sentita. Non so quanto poi ci abbia messo a pentirsene, ma l’ha detto.  Segue una lunga contrattazione: la mamma dei quattro in oggetto – che sarei io – è riluttante, il babbo pure: ci dispiace separarci dai figli, ma fa caldo, non c’è scuola, noi dobbiamo lavorare, e così si incastrano impegni e turni e si raggiunge l’accordo. Due giorni e mezzo dai nonni. Porta il babbo, riprendo io così sbaciucchio qualche nipote a caso.
Nella fervida fantasia di una madre lavoratrice stremata dalla stanchezza due giorni e mezzo senza figli assumono istantaneamente proporzioni fantasmagoriche: superato il dispiacere della separazione comincio a fare progetti. Riordinerò ricevute, credenze, cassetti, leggerò libri arretrati, andrò dall’estetistaparrucchierepodologo, farò ore e ore di meditazione, anzi, credo che diventerò una suora di clausura ma anche un po’ una maratoneta da due e cinquanta, una donna meravigliosa dallo spirito saldo, il corpo efficiente, la mensola delle spezie senza barattolini scaduti, il marito ascoltato come merita.
C’è quel piccolo particolare, che due giorni e mezzo sono in realtà solo sessanta ore, un po’ poco per riorganizzare una vita, e bisogna anche lavorare, nutrirsi, occasionalmente anche dormire, e trascorrere tempo al telefono con la nonna cercando – vanamente – di carpirle la frase “hanno detto che gli manchi”, o almeno un “ti hanno nominata”. Insomma, il tempo se ne scivola via dalle mani, mentre si fa sempre più chiara la consapevolezza che la mia vita senza estetista e ricevute ordinate non è un incidente di percorso o un errore, ma è esattamente la mia vita.
Una sera devo lavorare, fare delle riprese in notturna (la distribuzione del cibo ai poveri della Stazione Ostiense). Un’altra sera riusciamo finalmente a dedicarcela io e mio marito, andiamo in un ristorante che ci aveva incuriositi perché si chiama come il nostro preferito del Village – non è all’altezza, ma pazienza. Intanto però riusciamo miracolosamente a finire delle frasi senza neanche un “mammaaaa! Lui mi ha menato!” e a restare soli a telefoni spenti. La differenza con una cena da fidanzati è che non si può più andare in due in motorino, perché il pensiero che se ci schiantiamo lasciamo quattro orfani sta sempre lì.
Per il resto, un po’ di tempo avanza, è vero. Qualche ora libera c’è, ma non servirà al mio restyling esistenziale, anche  perché forse – sto scoprendo – non ne ho bisogno. E’ la mia vita, fatta di marito figli lavoro e di tante altre persone che mi impediscono di fare di me sempre quello che vorrei. E questo non è un male, anzi. Sono loro che mi salvano da me stessa, dal mio egoismo. Sono bastate poche ore per tornare alla vita svaccata dell’epoca in cui vivevo da sola: Gloria Gaynor cantata a squarciagola in mutande in corridoio, col mestolo come microfono, pasti precotti sul divano che accoglie il mio accasciamento in solitaria (quando mio marito lavora), quindici vestiti buttati sul letto perché non ho niente da mettere e soprattutto non ho occhi innocenti che mi guardano a cui dare il buon esempio, incapacità di dare un ordine al tempo (è vero, era poco, ma sono riuscita a sprecarlo quasi tutto).
Gli anni però non sono passati invano, e così decido di approfittare del lavoro serale di mio marito per andare a fare un po’ di adorazione a Santa Anastasia (c’è una chiesa a Roma con il Santissimo esposto giorno e notte), e lì il capo mi spiega che la mia famiglia mi ha salvato la vita. Mi ha salvata da me stessa, dal mio disordine, dalle mie passioni, dall’egoismo. Mi spiega che anche se ci ho messo un libro per dirlo agli altri io forse non l’ho capito davvero che Obbedire è meglio. Obbedire alle circostanze nelle quali siamo messi a vivere ci salva la vita, e ogni volta che qualcuno ci scomoda, in realtà ci salva. Lo può fare un figlio, un marito, una moglie, o chiunque altro abbia bisogno di noi (così come qualche volta siamo noi ad avere bisogno e a scomodare qualcun altro). Lo può fare chiamandoci, chiedendoci qualcosa, prendendosela anche, perché il Vangelo non dice “a chi ti chiede il mantello” ma “a chi ti PRENDE il mantello tu da’ anche la tunica”.
Gironzolando per il quartiere Monti con mio marito, vedendo tanti localini supercool, pieni di ragazzi ma anche di adulti belli maturi come noi (magari alcuni avevano pure chiamato la baby sitter e si erano concessi una cena da soli), abbiamo pensato che no, non ci piacerebbe fare sempre quella vita. Avere tanto tempo da spendere in giro per locali, cinema o magari vacanze in giro, come sarebbe se fossimo una coppia dink (double income no kids). Abbiamo pensato che ci piace tanto la nostra fatica di essere padre e madre, che esserci messi a disposizione della vita è quello che ci ha resi adulti, come per altri – sto pensando a un’amica in particolare – è stato il fatto di essersi fatta docile alla sua malattia. Non che essere genitori sia solo fatica, né che sia una croce come la malattia, ma voglio dire che per la mia esperienza è stato quello che mi ha insegnato a non obbedire solo a me stessa. E se all’inizio questo ti scomoda un po’, poi scopri che è l’unica cosa che ti rende davvero felice. Qui. Adesso.

"Non essere triste e pensieroso, ricordati che la vita è come uno specchio, ti sorride se la guardi sorridendo".

L’INVENTORE, LA FUNE SOSPESA SULL’ABISSO E ALTRO – 

PADRE ANTHONY DE MELLO

Dopo lunghi anni di lavoro, un inventore scopri l’arte di accendere il fuoco. Portò con sé i suoi attrezzi nelle regioni del nord ammantate di neve e insegnò a una tribù quell’arte e i suoi vantaggi. La gente era così affascinata da quella novità che a nessuno venne in mente di ringraziare l’inventore, il quale un giorno se ne andò in silenzio. 
Poiché era uno di quei rari esseri umani dotati di vera grandezza, non aveva alcun desiderio di essere ricordato o riverito; si accontentava di sapere che la sua scoperta era servita a qualcuno. 
La seconda tribù presso cui si recò era altrettanto ansiosa di imparare della prima. Ma i preti locali, gelosi dell’ascendente che egli esercitava sul popolo, lo fecero assassinare. 
Per sviare i sospetti, fecero collocare un ritratto del Grande inventore in bella vista sull’altare principale del tempio, studiarono una speciale liturgia che rendesse omaggio al suo nome e ne mantenesse vivo il ricordo e posero la massima cura nell’evitare che si modificasse o omettesse anche solo una rubrica di tale liturgia. 
Gli attrezzi per accendere il fuoco furono conservati in uno scrigno e si diceva che avessero il potere di guarire tutti coloro che vi ponevano sopra le mani con spirito di fede. 
Il Sommo Sacerdote si incaricò personalmente di redigere una biografia dell’inventore, il Libro Sacro in cui venivano presentate la sua tenerezza e la sua generosità come esempio da imitare per tutti, si tesseva l’elogio delle sue opere grandiose e la sua origine soprannaturale era diventata un articolo di fede. 
I preti si occuparono di tramandare il Libro alle generazioni successive, mentre interpretavano con autorevolezza il senso delle sue parole e il significato profondo della santità della sua vita e della sua morte. 
Chiunque si discostasse dai loro insegnamenti veniva punito senza pietà con la morte o la scomunica. Assorta com’era nelle attività religiose, la gente finì col dimenticare come si accendeva il fuoco.
– Padre Anthony de Mello –
Da: The prayer of the frog Gujarat Sahitya Prakash, Anand 1988, India-Traduzione dall’inglese di Adria Marconi-Pedrazzi, ed. Paoline
….. Quando Kruscev pronunciò la famosa denuncia dell’epoca staliniana, si dice che qualcuno, in parlamento, abbia esclamato: “Dov’eri tu, compagno Kruscev, quando tutte queste persone innocenti venivano massacrate?”.
Kruscev smise di parlare, girò lo sguardo nella sala e disse: “Per favore, si alzi chi ha detto questo”.
Ci fu grande tensione nella sala. Nessuno si alzò.
Allora Kruscev disse: “Bene, ora hai la risposta, chiunque tu sia. 

Io ero allora nella stessa identica posizione in cui tu ora ti trovi”.
Gesù si sarebbe alzato.
– Anthony De Mello – 
Da: “Il canto degli uccelli. Frammenti di saggezza nelle grandi religioni”, p. 119

La fune sospesa sull’abisso

I discepoli di Baal Shem un giorno chiesero: “Rabbi caro, dicci come dobbiamo servire Dio”. Egli rispose: “Come faccio a saperlo?”… poi raccontò loro l’episodio seguente:
Un re aveva due amici che furono dichiarati colpevoli di un delitto e condannati a morte. Pur amandoli, il re non osò graziarli per timore di dare cattivo esempio al suo popolo, perciò emise il seguente verdetto: “Si stenda una fune attraverso un burrone profondo e ciascuno dei condannati vi cammini sopra, verso la libertà, o verso la morte, nel caso di caduta”. Il primo riuscì ad arrivare sano e salvo dall’altra parte, l’altro allora gli gridò: “Amico dimmi come hai fatto”. E quello di rimando: “Che ne so? Ogni volta che pendevo da una parte, mi inclinavo verso quella opposta”.
– Padre Anthony de Mello –
Da: The prayer of the frog Gujarat Sahitya Prakash, Anand 1988, India Traduzione dall’inglese di Adria Marconi-Pedrazzi, ed. Paoline