State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

giovedì 30 giugno 2016

E Gioia sia 🌀 il segreto per la felicità.🙃


La Felicità non dipende tanto da ciò che viviamo ma da come decidiamo di vivere tutto ciò che di doloroso e meraviglioso la vita ci regala.
Chiara Amirante - e Gioia sia-il segreto per la felicità.




La nostra felicità dipende da noi. da quanto impegno mettiamo per scoprire il meraviglioso potenziale racchiuso meno nustro spirito e farlo risplendere in tutta la  sua bellezza.
Chiara Amirante  - e Gioia sia-il segreto per la felicità.

“Alla madre”

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Johanna e la sua lezione di libertà


Fraternità di Romena
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 Wolfgang Fasser.
Caro Wolfgang, ti mando i miei pensieri e il mio abbraccio. 
Con tenerezza aggiungo qualche verso della bellissima poesia “Alla madre”, di R.M. Rilke, il poeta delicato che, anche lui, è sepolto in Svizzera, a Raron, non lontano dal Kanton Glarus…. Un abbraccio forte.Du bist nicht näher an Gott als wir; /wir sind ihm alle weit. / Aber wunderbar sind dir / die Hände benedeit. /So reifen sie bei keiner Frau, /so schimmernd aus dem Saum: /ich bin der Tag, ich bin der Tau, /du aber bist der Baum.Ich spannte meine Schwingen aus /und wurde seltsam weit; /jetzt überfließt dein kleines Haus / von meinem großen Kleid. /Und dennoch bist du so allein /wie nie und schaust mich kaum; /das macht: ich bin ein Hauch im Hain, / du aber bist der Baum..Gegrüßt sei, meine Seele sieht: / du bist bereit und reifst. / Du bist ein großes, hohes Tor, /und aufgehn wirst du bald. /Du, meines Liedes liebstes Ohr, /jetzt fühle ich: Mein Wort verlorsich in dir wie im Wald.(Das Buch der Bilder, Erscheinungsjahr 1902)***Tu non sei piú vicina a Dio / di noi; siamo lontani / tutti. Ma tu hai stupende/benedette le mani. /Nascono chiare a te dal manto, /luminoso contorno: /Io sono la rugiada, il giorno, /ma tu, tu sei la pianta.Ho steso ora le ali, sono /nella casa modesta /immenso; quasi manca lo spazio /alla mia grande veste. /Pur non mai fosti tanto sola, /vedi: appena mi senti; /nel bosco io sono un mite vento, /ma tu, tu sei la pianta.Salute a te, l’anima vede: /ora sei pronta e attendi. /Tu sei la grande, eccelsa porta, /verranno a aprirti presto. /Tu che il mio canto intendi sola: /in te si perde la mia parola / come nella foresta.

sono, sono reciprocamente necessari. Ecco, questo modo d'essere, èl'amore.

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Italo Calvino da “Prima che tu dica ” 




Resisteresti poco, al freddo senza l’afa estiva ma sarebbe un’esperienza diversa, no? Poi ti riporterei indietro, come è giusto che sia. Ma per un po’ ti porterei con me.
Ti racconterei le cose che non avrò il tempo di finire di dirti. Solo per quello, per trovare il modo che duri di più. 
Ti farei guardare il mare freddo, così apprezzeresti il tuo. 
Ti farei una foto e la lascerei nel cassetto per le volte che avrò voglia di guardarti con i capelli scompigliati e il sorriso accennato.
Mangeremmo e dormiremmo poco perché non ci sarebbe il tempo; tutto quello che vorresti cercherei di dartelo. 
Ti farei esprimere un desiderio e lo esaudirei. Solo uno, perché tre non sarei capace.
Ti farei almeno un paio di domande scomode, perché così ti fideresti di me; perché così, se ti telefonassi almeno una volta, sussulteresti un pochino e quando deciderai di andare via, ci sarà almeno una volta in cui vorrai tornare.
Vorrei che ti fossi innamorata di me, per chiedermi di restare. Ma forse tu impieghi tanto per innamorarti e allora è per questo che vorrei portarti con me: per farti innamorare.
Verresti?
No, non verrei. Perché dovrei?
Non credo che mi riporteresti indietro, non voglio che tu faccia di tutto per me. Il suono è simile a quello della tua voce, non della mia: vorrei che lo capissi e te ne rendessi conto. Le tue parole sono esigenti e mi si stringono al cuore. L’unisono tra di noi non funziona. Il moto di due anime in una non esiste. 
Non vorrei foto di questo momento, né motivi per lasciare che non finisca. È doloroso da ricordare. 
Cosa c’è di poetico in una sensazione moritura? Se lo volessi, non farei in modo che arrivi la fine. Perché è questo il punto: io sto facendo in modo che l’ultimo secondo di tutto accada, capisci? 
Permettimi di dire di no. Permettimi di non esserti accanto. Permettimi di decidere di non esserci come vuoi tu.
Pensare che sia per due, per renderti i pensieri più facili; lo sai che mi stai raccontando una bugia mentre mi chiedi ‘verresti?‘
Certo che lo sai.
Venire? Cosa potrebbe dire? Cosa saremmo?
La mia automobile scivola da sola verso casa mentre rileggo le tue parole. Cerco di trovare interpretazione, tentando di valicare le frasi così come sono – cunei – e trovarci l’intenzione inespressa di dire dell’altro. Cerco titubanze, virgole, mi soffermo sui dettagli. Ma io di dettagli non capisco nulla. Non so come sono fatti, in verità.
Potrei rimanere attaccato alla balaustra a due mani, mangiare tutte le merendine della macchinetta accanto all’ingresso del gate pur di restare a guardare il fiume da un lato e la strada dall’altro.
Fissare l’asfalto fino a farmelo entrare negli occhi e bucarmeli per non vedere la via di casa: questo dovrebbe accadere affinché io vada via da qui e mi rassegni alle tue parole. Credevo di non essere capace di rimanere in silenzio a guardare. Sono solito pensare di me cose molto positive: grande cuore, grande testa, spirito d’iniziativa, forte indipendenza; pensavo di non essere capace di restare a guardare inerme.
È una di quelle circostanze che non si addicono agli spiriti vincenti. È come ammettere di avere un buco scoperto e lasciare che qualcuno ci infili un dito dentro, stracciando carne e tessuti, graffiando vasi, fino a tingere di rosso i vestiti e non poter, così, celare l’affanno.
Eppure io sono un tipo sveglio, non mi lascio abbindolare facilmente; ho sempre saputo tenerle a distanza e prosciugarne il necessario. Ecco, sì: non sono mai andato al di là del necessario con quasi nulla. Solo di foglie d’albero ne ho troppe, perché ne faccio collezione.
Ne ho mangiate molte di merendine della macchinetta ma adesso, alla guida, con le mani poco convinte e smaniose, non ne ricordo il sapore singolo e anche gli incartamenti mi paiono tutti uguali. Non posso distinguere il caramello dal fiordilatte e questi dal cioccolato: ho un solo amalgama appiccicaticcio nella bocca.
Mi sembra strano sentirmi così sopra le righe. Mi sembra strano, ancora, sentire quegli occhi addosso. I tuoi e i miei insieme, che erano altro, lo sono stato lo so, lungo il fiume e poi sono irrimediabilmente scomparsi dopo un battito di ciglia. Un movimento fisiologico ne ha decretato la fine ed io lo vado cercando, adesso, mentre mi dirigo verso casa, seguo la scia per provare a seguirti.
Che pena. Sperare, intendo. È la pena di chi non sa rinunciare.
Non so raccontare una volta in cui tu mi avevi detto di essere felice, in effetti. E nemmeno una volta in cui te l’ho detto io, d’altronde. Non credo minimamente di esserti venuto incontro per davvero, con foga ed eccitazione, per abbracciarti di sorpresa.
Non mi viene in mente la prima volta che t’ho visto. So quand’è, con precisione, perché io ero al bancone di un bar con una ragazza che mi piaceva molto. E che ho abbracciato con slancio e voluto tante di quelle volte da essermene invaghito e addirittura innamorato a un certo punto.
Ricordo d’averti preso in consegna nella mia mente, ma non d’averti visto. Non so nemmeno com’eri vestita. 
So solo che ti sei passata una mano tra i capelli, il gesto più comune che si possa recuperare nella memoria. Eppure io l’ho registrato. In realtà potrebbe essere falso. Potrei aver traslato la mano di un altro sulla tua e adesso cucirti addosso un movimento che non t’è appartenuto.
Avevi un braccialetto che si compra al mare, di quelli di cotone colorato, che dicono porti fortuna e poi, un giorno, si spezzi per far avverare un desiderio. Di quelli che hanno tutti, eccetto me, poiché io non li sopporto: rimangono bagnati per ore, dopo la doccia, ed umidi sulla pelle.
Mi sono chiesto quale potesse essere il tuo desiderio. 
È la prima cosa su cui mi sono interrogato guardandoti quella volta e pensandoti i giorni successivi. Se tu avessi un desiderio sopra tutti, se fosse legato a quel braccialetto o a un sentimento. Ho sentito il bisogno di saperlo, come se fosse il tuo nome.
Avevi anche un anello costoso. Sottile, ma prezioso. Un anello facile, che non sorprende se lo regali. Non so perché l’avessi notato. Niente a che vedere coi tuoi occhi, mi rendo conto. A chiunque avessi chiesto di te nei giorni seguenti, continuavo a dire di non avere in mente i tuoi occhi: eppure sono meravigliosi. Non mi viene un’altra parola in mente. Dovrei inventarla ma non sono capace, tu lo sai. Posso fartelo intuire ma non so spiegarlo.
Non capisco perché non me li sono incollati addosso. Avevo notato di te solo i dettagli peggiori fra tutti gli altri; ciononostante ti cercavo già il giorno dopo. Mentre passeggiavo sotto casa tua, nelle sere a seguire, speravo di notare i tuoi movimenti alla finestra oppure con chi saresti uscita. 
Desideravo vederti da sola, che, una volta sull’uscio, ti guardassi intorno e vedendomi rimanessi piacevolmente compiaciuta.
Avrei voluto essere io nei tuoi sogni, a ispirare i tuoi sonni e farti felice. 
Ma lo so di non potere. Eppure questa consapevolezza non m’ha fatto smettere di volerti portare via con me.
Non capisco. Non capisco cosa vuoi dire. Mi pare assurdo che tu pensi di poter amarmi. Quanto abbiamo passato insieme? Non capisco perché tu voglia portarmi con te. Non sai nulla.
Ti ho rubato anche un sorriso triste quella sera.È andata così: io ti ho guardata per un momento, mentre ti passavi le mani nei capelli, e stavi sorridendo, ma non alla persona con cui parlavi. Sorridevi, rivolta verso il basso come per un pensiero veloce da far svanire. E, rivolto di nuovo il tuo volto verso l’alto, ti ho sorpresa triste, come se quel pensiero felice andasse celato.
Sorridi solo quando qualcuno o qualcosa ti fa ridere, ma non dovresti. A me piace, ma non dovresti. La felicità pare si auguri a tinte pastello e così mi tocca fare, con te, adesso: cercare di farti togliere dal viso i tuoi sorrisi tristi, come ho sempre fatto, d’altronde.
Potremmo essere in giro a passeggiare in una città qualunque, col caldo, mano nella mano e io dovrei accorgermi del tuo sorriso triste e allora darti un bacio o prenderti il viso e farti fare una smorfia che mimi la gioia. Sorrideresti e il mio desiderio di felicità per te sarebbe compiuto. La verità è che i tuoi sorrisi tristi a me piacciono, perché a te stanno bene, perché li sai trattare, li sai adoperare e mettere in fila senza che rompano le righe. Se lo facessi io sarei penoso.
Questo è il punto: faccio pensieri e desidero cose nuove.Non importa cosa so. Per la prima volta, non importa.
Non so da dove vengono o come si chiamino e non potrei spiegarle a nessuno eccetto te, con un po’ di tempo, con un po’ di pause, con quei silenzi che non saprei riempire, all’inizio. Ma potrei imparare.
Sono un pessimo romantico, lo ammetto. È per questo che non sono riuscito a farti innamorare. Lo so che è così. Ho immaginato che potessi bastare io, con i miei modi normali e l’aria spavalda. Fintamente sicura. E del tempo, per spiegarti quello che manca, per farti vedere che ne sarebbe valsa la pena, alla fine.
Ho provato, che dire, a farmi scegliere. Ho sperato. Dovevo. Era una possibilità, capisci? Come fare a metterla via, a dimenticarla. Forse aspettando, forse non era il momento. Forse io e te abbiamo un altro tempo. Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei portato via con me. È l’idea che almeno una volta succeda, no? Hai presente? Quell’idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi far finta di niente se hai un po’ di senno.
Come un sibilo fluttuante e sinuoso.
A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo. Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per egoismo quasi, per farmi stare bene. Anche se sapevo di non potere. Anche se era rischioso. Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me.
E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro.
Verresti?

- Italo Calvino -
da “Prima che tu dica ” ,Mondadori ed.


«Finché so che al mondo c’è qualcuno che fa dei giochi di prestigio solo per amore del gioco, finché so che c’è una donna che ama la lettura per la lettura, posso convincermi che il mondo continua… E ogni sera anch’io m’abbandono alla lettura, come quella lontana lettrice sconosciuta».
- Italo Calvino -

da: “Se una notte d’inverno un viaggiatore”


"Quello che veramente ognuno di noi è ed ha, è il passato; quello che siamo e abbiamo è il catalogo delle possibilità non fallite, delle prove pronte a ripetersi.


Non esiste un presente, procediamo ciechi verso il fuori e il dopo, sviluppando un programma stabilito con materiali che ci fabbrichiamo sempre uguali. 


Non tendiamo a nessun futuro, non c'è niente che ci aspetta, siamo chiusi tra gli ingranaggi d'una memoria che non prevede altro lavoro che il ricordare se stessa."

- Italo Calvino -


Buona giornata a tutti. :-)
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mercoledì 29 giugno 2016

VIVERE LA VITA...


vivere la vita mannarino

By leggoerifletto



La vita è come un viaggio in treno…

Qualche tempo fa ho letto un libro, dove la vita veniva paragonata ad un viaggio in treno.
È stata una lettura interessante ed ho fatto tesoro di questa splendida metafora.
La vita è come un viaggio in treno…
Quando nasciamo e saliamo sul treno, incontriamo le prime persone importanti, che pensiamo ci accompagneranno durante tutto il nostro viaggio: i nostri genitori.
Purtroppo la verità è un’altra.
Loro scenderanno prima di noi e ci lasceranno senza il loro amore, il loro affetto, senza la loro amicizia e compagnia.
Ma per fortuna sul treno salgono altre persone che per noi saranno molto importanti.
Sono i nostri fratelli e sorelle, i nostri amici e tutte le persone meravigliose che amiamo.
Qualcuna di queste persone che sale considera il viaggio come una piccola passeggiata.
Altri trovano solo tristezza nel loro viaggio.
Poi ci sono altri ancora sul treno sempre presenti e sempre pronti ad aiutare coloro che ne hanno bisogno.
Qualcuno, quando scende, lascia una nostalgia perenne.
Qualcun altro sale e riscende subito, e lo abbiamo a mala pena notato.
Ci sorprende come alcuni passeggeri, a cui vogliamo più bene, si seggano in un altro vagone e che in questo frangente ci facciano fare il viaggio da soli.
Naturalmente non ci lasciamo frenare da nessuno: ci prendiamo la briga di spingerci alla loro ricerca nel loro vagone.
Purtroppo qualche volta non possiamo accomodarci al loro fianco, perché il posto vicino a loro è già occupato.
Purtroppo, così è il viaggio: pieno di sfide, sogni, fantasie, speranze e addii … ma senza ritorno.
Allora cerchiamo di fare il viaggio nel miglior modo possibile.
Cerchiamo di andare d’accordo con i nostri vicini di viaggio e cerchiamo il meglio in ognuno di loro.
Ricordiamoci, che in ogni fase del tragitto uno dei nostri compagni di viaggio può vacillare e aver bisogno della nostra comprensione.
Anche noi vacilleremo spesso e ci sarà sicuramente qualcuno che ci tenterà di capirci.
Il grande mistero del viaggio è che non sappiamo quando scenderemo definitivamente!
e tantomeno quando i nostri compagni di viaggio lo faranno.
La separazione da tutti gli amici che ho incontrato durante il viaggio sarà dolorosa.
Lasciare i miei cari sarà molto triste.
Ma ho la speranza che prima o poi si arrivi alla stazione centrale ed ho la sensazione che li vedrò arrivare tutti con un bagaglio che quando erano saliti sul treno non avevano ancora
Ciò che mi renderà felice, sarà il pensiero di aver cercato di contribuire ad aumentare e ad arricchire il loro bagaglio.
Cerchiamo di fare un buon viaggio e che alla fine ne sia valsa la pena.
Mettiamocela tutta per lasciare, quando scenderemo, non solo un posto vuoto, che lascia nostalgia, ma soprattutto bei ricordi in coloro che proseguono il viaggio.

anonimo dal web




Quando si parla dell'amore per il passato, bisogna fare attenzione: si tratta dell'amore per la vita; la vita è molto più al passato che al presente. 
Il presente è un momento sempre breve, anche quando la sua pienezza lo fa sembrare eterno.
Quando si ama la vita, si ama il passato perché esso è il presente qual è sopravvissuto nella memoria umana. Il che non vuol dire che il passato sia un’età d’oro: esattamente come il presente, è al tempo stesso atroce, splendido, o brutale, o semplicemente qualunque.


- Marguerite Yourcenar - 
da: "Ad occhi aperti"




Il giorno bello

Il giorno più bello della tua vita è quello in cui decidi che la tua vita è tua.
Nessuna scusa né giustificazioni. Nessuno a cui appoggiarsi, su cui contare o a cui dare la colpa.
Il dono è tuo – è un viaggio incredibile e solo tu sei il responsabile della sua qualità.
Questo è il giorno in cui la tua vita comincia davvero!

Bob Moawad - 




Buona giornata a tutti. :-)

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Vivere la vita

lunedì 27 giugno 2016

Soltanto chi osa spingersi un pò più in là scopre quanto può andare lontano.


Marie Curie

By leggoerifletto

dagli scritti di Fëdor Michajlovič Dostoevskij

«I sogni, sappiamo, sono davvero strani: qualcosa magari ci appare straordinariamente chiara, minuziosa come la cesellatura di un orafo, su altre cose invece si passa sopra senza notarle neppure come ad esempio lo spazio ed il tempo. 
Credo che i sogni nascano non dalla ragione, ma dal desiderio, non dalla testa, ma dal cuore, anche se la mia ragione in sogno si è esibita qualche volta in ingegnosi voli non da poco. 
Certo è che in sogno accadono cose del tutto incomprensibili. Mio fratello, ad esempio, è morto cinque anni fa, qualche volta lo sogno: egli prende parte alle cose della mia vita, siamo molto interessati l'uno all'altro, ma intanto, durante tutto lo svolgimento del sogno, io sono pienamente cosciente che mio fratello è morto e sepolto. 
E va bene, ammettiamolo pure, è un sogno, ma questa vita che viene tanto esaltata, io volevo finirla suicidandomi, invece il mio sogno, oh! Esso mi ha indicato una vita nuova.»

- Fëdor Michajlovič Dostoevskij -
da: "Il sogno di un uomo ridicolo, Сон смешного человека, 1877"



A volte incontri persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo. All'improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata.

- Fëdor Michajlovič Dostoevskij - 



Dove mai ho letto che un condannato a morte, un'ora prima di morire, diceva o pensava che, se gli fosse toccato vivere in qualche luogo altissimo, su uno scoglio, e su uno spiazzo così stretto da poterci posare soltanto i due piedi, - avendo intorno a sé dei precipizi, l'oceano, la tenebra eterna, un'eterna solitudine e una eterna tempesta, e rimanersene così, in un metro quadrato di spazio, tutta la vita, un migliaio d'anni, l'eternità, - anche allora avrebbe preferito vivere che morir subito? 
Pur di vivere, vivere, vivere! Vivere in qualunque modo, ma vivere!... 
Quale verità! Dio, che verità! È un vigliacco l'uomo!... Ed è un vigliacco chi per questo lo chiama vigliacco.

- Fëdor Michajlovič Dostoevskij - 
da:"Delitto e castigo" 



Buona giornata a tutti. :-)

domenica 26 giugno 2016

Mi domando, – disse, – se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.


immagine web
Il problema è avere gli occhi e non saper vedere, non guardare le cose che accadono. Occhi chiusi. Occhi che non vedono più. Che non sono più curiosi. Che non si aspettano che accada più niente. Forse perché non credono che la bellezza esista. Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi di infinito desiderio.- Pier Paolo Pasolini -  !!!!   (P. Barbaro)

By  leggoerifletto

L'arte dei piccoli passi - Antoine de Saint Exupéry

Non ti chiedo né miracoli né visioni
ma solo la forza necessaria per questo giorno!
Rendimi attento e inventivo per scegliere
al momento giusto
le conoscenze ed esperienze
che mi toccano particolarmente.
Rendi più consapevoli le mie scelte
nell’uso del mio tempo.
Donami di capire ciò che è essenziale
e ciò che è soltanto secondario.
Io ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:
che non mi lasci, semplicemente,
portare dalla vita
ma organizzi con sapienza
lo svolgimento della giornata.
Aiutami a far fronte,
il meglio possibile,
all’immediato
e a riconoscere l’ora presente
come la più importante.
Dammi di riconoscere
con lucidità
che le difficoltà e i fallimenti
che accompagnano la vita
sono occasione di crescita e maturazione.
Fa’ di me un uomo capace di raggiungere
coloro che hanno perso la speranza.
E dammi non quello che io desidero
ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.
Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi."



- Antoine de Saint-Exupéry -


...Il mondo greco, la cui gioia di vivere si rivela in modo meraviglioso nell'epopea omerica, era tuttavia profondamente consapevole del fatto che il vero peccato dell'uomo, la sua minaccia più intima è la "hybris": l'autosufficienza presuntuosa, in cui l'uomo eleva se stesso a divinità, vuole essere lui stesso il suo dio, per essere completamente padrone della propria vita e sfruttare fino in fondo tutto ciò che essa ha da offrire. 
Questa consapevolezza che la vera minaccia per l'uomo consiste nell'autosufficienza ostentata, a prima vista così convincente, viene sviluppato nel Discorso della montagna in tutta la sua profondità a partire dalla figura di Cristo.
Abbiamo visto che il Discorso della montagna è una cristologia nascosta. Dentro di essa c'è la figura di Cristo, di quell'uomo che è Dio, ma che proprio per questo discende, si spoglia, fino alla morte sulla croce. 
I santi, da Paolo a Francesco d'Assisi fino a madre Teresa, hanno vissuto questa opzione mostrandoci così la giusta immagine dell'uomo e della sua felicità. 
In una parola: la vera "morale" del cristianesimo è l'amore. 
E questo, ovviamente, si oppone all'egoismo - è un esodo da se stessi, ma è proprio in questo modo che l'uomo trova se stesso. Nei confronti dell'allettante splendore dell'uomo di Nietzsche, questa via, a prima vista, sembra misera, addirittura improponibile. Ma è il vero "sentiero di alta montagna" della vita; solo sulla via dell'amore, i cui percorsi sono descritti nel Discorso della montagna, si dischiude la ricchezza della vita, la grandezza della vocazione dell'uomo...

- Papa Benedetto XVI - 
da "Gesù di Nazaret"



Mi domando, – disse, – se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.

- Antoine de Saint-Exupéry -


Buona giornata a tutti. :-)

sabato 25 giugno 2016

Caro dottore, come è triste essere vuoti di dentro. Fuori c’è tanta musica, tanta aria da respirare e l’immobilità del cuore è la cosa più arida … e inumana che esista.


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Caro dottore,

come è triste essere vuoti di dentro.
Fuori c’è tanta musica,
tanta aria da respirare
e l’immobilità del cuore è la cosa più arida 
e inumana
che esista.
₪ Alda Merini
E capita che ogni tanto il mio cuore si inceppa, resta immobile per un tempo indefinito serrato tra le maglie strette di qualche delusione o ferita, accade  allora che tutto è crepuscolare ed ogni cosa di me: anima, passione, umore e sentimento arde come un fuoco dentro una coltre di nebbia;
A volte tento con tutte le forze di trovare uno spazio per infinite cose che sento che ci sono ma sono rimaste ammutolite dentro di me, incerottate dalla sfiducia o la paura, un piccolo luogo per una gaiezza, un lieve brioso accenno di vita che come un lampo mi accenda facendomi riemergere da questo lacerato limbo dove mi pare sempre di scontare colpe che non so.
Da questa desolata landa senza speranza taccio, accolgo la voce del silenzio cercando di tradurne un suono…qualche volta da questo mio cuore immobile mi sembra di udire qualcosa, un rumore da primo indistinto poi man mano sempre più chiaro, un soffio, quasi una carezza …sospiro, sorrido: Vertigini dal fondo, Signore, ti prego…un po’ di tregua, ho le vertigini  e questo piccolo muscolo brucia come erba fresca…e mi chiedo: come farò ad arrivare alla fine?!
 G.M

Un grano di sale, da Thomas Merton (9)

Originally posted on COMBONIANUM – Formazione Permanente

Un grano di sale, da Thomas Merton (9)

“Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (Marco 9,50)Un granello di sale quotidiano per dare sapore alla tua giornata.

Un uomo lo si conosce quindi dal fine a cui tende, ma anche dal suo punto di partenza,

Un uomo lo si conosce quindi dal fine a cui tende, ma anche dal suo punto di partenza, e se lo si vuol conoscere come è a un dato momento, bisogna scoprire quanto è lontano dall’inizio e prossimo al fine. Ne deriva dunque che chi pecca suo malgrado, ma non ama il suo peccato, non è un peccatore nel senso pieno della parola. Chi è buono viene da Dio e a Lui ritorna. Inizia il cammino con il dono dell’esistenza e con le capacità che Dio gli ha dato. Raggiunge l’età della ragione e incomincia a fare le sue scelte, in gran parte già influenzate da ciò che gli è capitato nei primi anni della sua esistenza e dal temperamento con cui è nato. Seguiterà a essere influenzato dal comportamento di chi lo circonda, dagli avvenimenti del mondo nel quale vive, dalla fisionomia della società; ma ciò nonostante resta sostanzialmente libero.

Thomas Merton
da “Pensieri nella solitudine” di Thomas Merton (1915-1968),
trappista americano, maestro spirituale molto stimato,
ritenuto tra i più grandi scrittori spirituali del XX secolo.

giovedì 23 giugno 2016

Fidarsi…. Affidarsi.. Sentirsi… Volersi… Raggiungersi... Perdersi…..... amore, amore, amor.

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last kiss leonid afremov

Love

by ekpiresi
I know nothing, but the nothing I know is you.

By leggoerifletto

Che si ama quando si ama, e.... amore, amore, amore - Gonzalo Rojas

Che si ama quando si ama, mio Dio: la luce terribile della vita
o la luce della morte? Cosa si cerca, cosa si trova,
che cosa è questo: amore? 
La donna con la sua voragine, le sue rose, i suoi vulcani
o questo sole infiammato che è il mio sangue furioso
quando entro in lei fino alle ultime radici?
O è tutto un immenso gioco, Dio mio, e non c'è donna
e non c'è uomo ma un solo corpo: il tuo,
diramato in stelle di splendore, in fugaci particole
d'eternità visibile?
Muoio in questo, o Dio, in questa battaglia
d'andare e venire tra loro per le strade, di non poterne amare
trecento alla volta, perché sono condannato per sempre a una sola
a quella, a quell'unica che m'hai dato nel vecchio paradiso.

- Gonzalo Rojas - 








Non ti pare meraviglioso?
Io non ti conoscevo,
tu ignoravi la mia esistenza.
Pensa; e se le strade della vita
sulle quali noi camminiamo
non si fossero mai incontrate?
Una inezia, un ostacolo qualunque,
e noi saremmo rimasti lontani,
non ci saremmo conosciuti mai.
Sono talmente convinto
che era necessario che noi ci incontrassimo
che questo pensiero mi fa paura.
Dovevamo incontrarci,
perché Qualcuno ci guidava.

- Pieter Van Der Meer - 



Il vero amore è quello che ti scuote forte il cuore. 
Quello che non si sceglie, semplicemente si “sente” e si “riconosce”. 
Che non conosce scuse e indecisioni. 
Quello che ti fa mancare il fiato per le emozioni che ti fa provare. 
Quello che non conosce distanze, non vede problemi, che ti fa abbassare tutte le difese. 
Che ti fa capire che nulla è impossibile, per chi ama veramente.

- Agostino Degas - 




L'amore nasce perdendosi in uno sguardo incredibilmente diverso da tutti gli altri.

- Anna Biason - 



"Gli angoli retti non mi attraggono. 
E neppure le linee dure e inflessibili create dall’uomo.
Quello che mi piace sono le curve libere e sensuali.
Le curve che troviamo nelle montagne, nelle onde del mare,
nel corpo della donna che amiamo".

- Oscar Niemeyer - 






“Arriva un momento della vita in cui ti accorgi per cosa vale veramente la pena e per che cosa no. 
Ti accorgi chi sono le persone vere e chi no. 
Ti accorgi chi è stato importante, chi ti ha voluto bene... perché c'è sempre il momento in cui tiri le somme e volti pagina. 
Il momento in cui continui a camminare per la tua strada e nel frattempo cambi via. Non tutte le strade sono sempre dritte. Durante il percorso troverai qualche buca, qualcuno che ti ostacolerà, qualcosa dietro l'angolo. 
La strada della tua vita la spianerai da solo, pian piano camminando, e nel tragitto non smetterai mai di imparare.”

- Alessandro Baricco - 






Dimenticata? Tu sei parte della mia esistenza, di me stesso. Sei stata ogni parola che ho letto, da quando per la prima volta sono venuto qui. Tu eri dappertutto; facevi parte delle bellezze che la natura mi offriva: eri nel fiume, nelle vele dei bastimenti, nelle nuvole, nella luce, nell’oscurità, nel vento, nei boschi, nel mare, nelle strade. Sei stata l’incarnazione di ogni dolce fantasia cullata dalla mia mente. Le pietre con le quali sono stati costruiti i più solidi edifici di Londra, non sono più reali e meno indistruttibili delle tue mani, di quello che non siano e saranno la tua presenza e il tuo influsso su di me, qui e dovunque, ora e sempre. Fino all’ultima ora della mia vita non puoi che rimanere parte della mia anima, parte di quel po’ di bene che è in me, e di tutto il male.

- Charles Dickens -




Fidarsi….
Affidarsi..
Sentirsi…
Volersi…
Raggiungersi..
Perdersi….


E non voler più tornare indietro….


Buona giornata a tutti. :-)

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Ludovico Einaudi - divenire