State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

martedì 27 marzo 2018

Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli,

trova sempre

🔆La forza di riprovarci 🔅 

 

Buon Triduo Pasquale

Risurrezione del Signore risplende al vertice dell’anno liturgico, poiché l’opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio è stata compiuta da Cristo specialmente per mezzo del mistero pasquale, col quale, morendo, ha distrutto la nostra morte, e risorgendo, ci ha ridonato la vita. La preminenza di cui gode la domenica nella settimana, la gode la Pasqua nell’anno liturgico». Quanto definito dalle «Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario» (18.19) delinea con chiarezza l’importanza che il Triduo Pasquale occupa nell’anno liturgico.

Immagine dal web
Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, 
trova sempre la forza di riprovarci.
🕊BUONA PASQUA❗️

C’è da rompere il vaso che trattiene il profumo. C’è da rompere qualcosa anche nella nostra vita, se vogliamo fare pasqua, se vogliamo che nella sala, nella sala della chiesa e nella sala dell’umanità, ci sia profumo: «e la casa» è scritto «si riempì di profumo».


🙏🏾I GIORNI DELLA TENEREZZA🙏🕊


E tutta la casa si riempì del profumo
Salmo 133 (132)
Ecco quanto è buono e quanto è soave
che i fratelli vivano insieme!
È come olio profumato sul capo,
che scende sulla barba,
sulla barba di Aronne,
che scende sull’orlo della sua veste.
È come rugiada dell’Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Là il Signore dona la benedizione
e la vita per sempre.
Col cambio dell’ora e col cielo terso ho dinnanzi a me un sole rosso. Sembra immobile, sembra fissarmi, come a voler dire qualcosa: è questo il colore di questi giorni, rosso, rosso fuoco, rosso passione, rosso amore.La prima maestra è Maria, sorella di Lazzaro e Marta. E’ lei ad insegnarci come si entra in questa settimana, e lascio ad Angelo Casati di descriverne il cuore.“Maria è l’unica che si avvicina al mistero di quel suo amico, va al cuore delle cose, al cuore della fede, che è relazione vera. Relazione che è fatta di cuore. Per questo qualcuno distingue tra religione e fede e dice che le religioni non salveranno l’umanità, perché le religioni si possono svuotare di cuore, di cuore e di fede. La fede non è fede senza che dentro vibri il cuore, senza che dentro vibri almeno una briciola della tenerezza di Maria. Una religione, appiattita sui calcoli umani, sta nella sala e non capisce, non è sfiorata dal mistero.Voi mi capite, c’è qualcosa da rompere. C’è da rompere il vaso che trattiene il profumo. C’è da rompere qualcosa anche nella nostra vita, se vogliamo fare pasqua, se vogliamo che nella sala, nella sala della chiesa e nella sala dell’umanità, ci sia profumo: «e la casa» è scritto «si riempì di profumo». C’è da rompere questa mentalità mercantile che ci sta inquinando. Se non la rompiamo, udremo parole religiose, ma sarà solo spettacolo, volgare spettacolo.Solo chi ha la tenerezza che va al cuore, al problema dell’altro, solo chi ha il coraggio di rompere il vaso che trattiene il profumo potrà sostare questa settimana sotto una croce. A contemplare il Signore della croce. A odorare il profumo, profumo di vita, che viene dal vaso squarciato di quel cuore, il profumo che viene da quell’amore incondizionato. Profumo per noi e profumo per tutta la terra.«Tenete fisso lo sguardo su Gesù»: invita la lettera agli Ebrei e sembra di cogliere un appello per i giorni che ci attendono. Lo faremo, io ne sono certo! Ci ritaglieremo in questi giorni un tempo per tenere fisso lo sguardo. E gli occhi, lasciatemelo dire, siano gli occhi di Maria di Betania, il suo sguardo per l’amico.Ci sia dato, ce lo auguriamo, di avere occhi capaci, dopo anni, di stupirci e di sostare, ancora una volta, al mistero, il mistero dell’eccedenza. Qui qualcosa eccede. Chiamati dunque anche noi ad assistere a un eccesso, l’eccesso evocato dal profumo costosissimo di Maria.”(dal libro, I giorni della tenerezza, Edizioni Romena)Fra Giorgio
In ebraico profumo si dice shemen. Richiama shem (=nome), che indica la presenza di Dio tra gli uomini. Dio infatti è amore e Letizia che non può non comunicarsi e donarsi. Il suo profumo si espanderà proprio dalla croce, dove il suo nome è glorificato anche dai più lontani. 
Il nardo è un olio profumato di altissimo valore. Nella Bibbia è simbolo dell’amore fedele fino a dare la vita. Un semplice vasetto di questo olio profumato, infatti, costava più di trecento denari, quasi quanto lo stipendio annuale di un salariato.Per tale motivo nella Bibbia il profumo del nardo esprime l’amore che non ha prezzo e si realizza diffondendosi.Nel libro del ‘Cantico dei Cantici’ il simbolo del nardo indica un amore immenso, senza paragoni. Lo sposo e la sposa del Cantico affermano che il loro amore è come profumo di nardo, vale a dire, prezioso, buono, bello, unico, che dà senso alla vita: “Mentre il re è nel suo recinto, il mio nardo spande il suo profumo” (Ct 1,12). Al termine del poema si legge: ” Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio” (Ct 8,7).Il simbolo del profumo del nardo, che scaturisce dal vaso spezzato, appare anche nei Vangeli e interpreta, in modo eccellente, il significato della passione e morte di Gesù come amore senza misura ed esprime anche la sua risurrezione, come amore che vince la morte. Ne parlano gli evangeli Matteo, Marco e Giovanni. Matteo e Marco, diversamente da Giovanni, che identifica la donna in Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro, raccontano di una donna anonima la quale, senza essere invitata, entra nella casa di Simone il lebbroso, dove Gesù si trova, rompe un vasetto di nardo autentico e lo sparge sul capo di Gesù. Maria di Betania, invece, lo cosparge sui piedi di Gesù, che poi asciuga con i suoi capelli. Il gesto della donna anonima, compiuta in prossimità della passione, è ritenuto dai presenti insensato e folle. Lo ritengono uno spreco! Gesù invece lo apprezza e ne spiega il senso. La donna ha compiuto un’azione buona e bella.Ungendo il suo capo ha mostrato di riconoscerlo il vero re, l’unto del Signore. Ella, pur essendo donna, nel compiere l’unzione regale destinata solo ai re, si è comportata in modo profetico. Ha intuito infatti ciò che gli altri non vedevano, perché mossi soltanto da calcoli economici. Inoltre, il vaso completamente spezzato e il profumo, sparso senza misura, indicano che Gesù in persona avviandosi verso la passione e morte sta spezzando e sprecando la sua vita per noi. E’ lui il vaso spezzato che emana profumo di vita. Il suo è amore appassionato e non si può calcolare in denaro. Gesù morendo non spreca la sua vita ma la dona. Per questo la sua morte non conosce la putrefazione e il suo amore supera la morte. Mentre la morte emana cattivo odore, la vita diffonde il profumo. La stessa solidarietà verso i poveri, che i commensali reclamano, deve essere determinata dal desiderio di un amore gratuito, senza misura, deve, cioè, mostrare la gratuità di Gesù.La qualità del nardo nel testo originale greco è definita ‘fedele’. Questo termine, però, si applica alle persone non alle cose. Per questo si traduce con’nardo genuino’, o puro. Il termine fedele è, però, importante perché indica l’amore fedele di Gesù, e del credente che, avendo compreso chi è Gesù, dona come lui la propria vita. Gesù afferma che il gesto della donna, bello e buono, sarà ricordato ovunque si predicherà il Vangelo. Dove ci sono persone che fanno della propria vita un dono d’amore per gli altri si diffonde il profumo della vita.Da sapere:Nel racconto di Matteo (26,6-13) e Marco (14,3-9) la donna è anonima, in Giovanni (12,1-11) è Maria sorella di Lazzaro e Marta, in Luca (7,36-50) è una pubblica peccatrice di cui non si conosce il nome che esprime a Gesù la sua riconoscenza per il perdono che è certa di ricevere. Spesso si è identificata questa peccatrice con Maria Maddalena e si è fatta anche coincidere con Maria di Betania. Dalla lettura attenta dei testi emerge che sono donne diverse, che hanno conosciuto Gesù lo hanno accolto e capito. Alcune di esse si sono poste alla sua sequela, sono rimaste fedeli fino alla croce e sono divenute testimoni della risurrezione, che è la vita emana il profumo meraviglioso dell’amore che trionfa sulla morte.FILIPPA CASTRONOVOFiglia di san Paolo, licenziata in teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana, ha lavorato nel settore catechistico e ha insegnato al Pontificio Istituto Superiore di Scienze Religiose, Regina Mundi (Roma).Tiene corsi di approfondimento biblico, di spiritualità e incontri sulla Lectio divina, temi sui quali ha scritto libri e articoli per varie riviste. Collabora con l’Associazione Biblica Italiana.Da: www.paoline.it/blog/bibbia/169-il-profumo-di-nardo-simboli-biblici

domenica 25 marzo 2018

DOMENICA delle Palme. ( Domenica di passione del Signore)

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BUONA DOMENICA DELLE PALME. ED AUGURI DI “PACE” A TUTTI!

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Piccole riflessioni

Che strano! Gesù, che ha sempre evitato gli entusiasmi conseguenti ad eventi prodigiosi che Lui metteva in atto, ora invece nel suo ingresso a Gerusalemme, nei giorni precedenti la Pasqua ebraica, lascia campo libero agli entusiasmi dei discepoli, dei bambini, della folla che festosa agitava rami e stendeva rami e mantelli al passaggio di Gesù che cavalcava un puledro d’asina, considerata al tempo, cavalcatura regale. Nonostante l’invito dei sommi sacerdoti di far zittire i festanti, Gesù risponde se zittisco quelli grideranno i sassi. Come mai questo mutamento di atteggiamento?

In effetti Gesù, nel vedere l’approssimarsi della fine della Sua missione non rinuncia a mandare continui messaggi agli ebrei per sottolineare i tempi messianici e la Sua figura di Messia, infatti le antiche scritture ben descrivevano l’ingresso a Gerusalemme del Re messia. Gesù è come se avesse inscenato una parabola figurata, per riportare alle antiche scritture, cosa che continuerà a fare fino alla fine anche dalla croce e anche quando dalla Croce pronuncia la frase: “Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato” fa riferimento ad antichi passi prefiguranti il Messia sofferente. (salmo 21)

Oggi i cristiani, nella cosiddetta “Domenica delle Palme”, usano scambiarsi gli auguri di pace donandosi un ramoscello di ulivo benedetto, in ricordo dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. La “Pace” incarna lo Spirito stesso di Dio che ama senza alcun calcolo il buono ed il cattivo, il sano ed il malato, Gesù stesso nel suo primo incontro con i discepoli dopo la sua risurrezione dice: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. (Gv 14, 27) e San Paolo nella sua lettera ai Romani al capitolo 5 versetto 1 ne coglie il significato dicendo: “Giustificati quindi per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesú Cristo. Ed ancora nella lettera agli Efesini al capitolo 2 versetti 11,18 dice: “Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani per nascita … eravate senza Cristo … senza speranze e senza Dio in questo mondo. Ora invece, in Cristo Gesú, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli è infatti la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli un popolo solo … facendo la pace, … per mezzo della croce. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di Lui possiamo presentarci, gli uni gli altri, al Padre in un solo spirito.

Con questi pensieri auguro a tutti voi la “Pace

Vera” ed un sincero scambio di auguri di Pace

AMICI di Romena

Pino Vangone FB

www.romena.it

sabato 24 marzo 2018

Uova alla Juova🍳


LE UOVA ALLA Juova!


La cheffa Vittoria, in tour con Lorè…
Promemoria ricetta:
La ricetta delle “Juova” è molto semplice e ne riportiamo i passaggi fondamentali:• separare l’albume dal tuorlo e montare a neve l’albume, creando poi montagnole bianche in una teglia, a vulcano, ossia lasciando un piccolo spazio in cima• infornare a 180° per circa 6/7 minuti• togliere la teglia dal forno e aggiungere i tuorli, per terminare la cottura in un paio di minuti.In quest’epoca di alta cucina, piatti elaborati e manie alimentari, le Juova della “cheffa” meritano di essere provate: parola di 

NOTTI <<< 

🆗Domenica Uova alla Jova per tutti.
JovaTV vi propone le “Uova alla Jova“, la ricetta del piatto principe della tavola da pranzo del cantante durante il tour. La cheffa Vittoria, in tour con Lorè , le preparerà per voi in questo video tutorial. ingredienti: 6 chiare d’uovo 2 tuorli
Vedi anche…
La vera rockstar sembra essere lei e non il celebre artista di cui da tre anni è la cuoca personale in tour: stiamo parlando di Maria Vittoria Griffoni, 29 anni, capelli rossi ribelli, risata contagiosa e una passione per la cucina che nel corso degli anni l’ha portata ad aprire due ristoranti, PepeNero, a Sinigallia e a Jesi, sua città d’origine. Dal dietro le quinte delle cucine alla luce dei riflettori: il merito è stato di sei uova, quelle che la “cheffa”, com’è conosciuta, un giorno…

martedì 20 marzo 2018

l’antipasto della cena ” stasera cuciniamo noi per papà e mamma” Come trasformare delle semplici “patate” in un qualcosa di speciale🙃 🎼❄🔆🎶🍀🎵✨🎼


l’antipasto della cena 

” stasera cuciniamo noi per papà e mamma”

Come trasformare delle semplici “patate” in un qualcosa di speciale🙃

🎼❄🔆🎶🍀🎵✨🎼

Seguono altre foto🙃 speriamo❗️

Purtroppo io ho pensato a mangiare🙃 chi doveva documentare la cena❓

www.quotidiano.net/cronaca/festa-del-papa

Fly 7 anni

💗🎼💗🎵💗🎶💗

Festa del Papà <<<ORIGINE

…è venuto prima babbo o papà? Cosa dice la Crusca

C’è chi fa gli auguri al ‘papà’ e chi preferisce farli al ‘babbo’. Differenze di lessico che si perdono nella storia d’Italia. L’Accademia della Crusca ci spiega quale dei due affettuosi termini è il più antic0

La Nazione

Festa del papà, la Crusca risponde: ecco perché in Toscana si dice ‘babbo’

L’espressione “papà” è un vecchissimo francesismo, usato tradizionalmente anche nel nord Italia, mentre “babbo” risulta una espressione autoctona, ovvero assolutamente locale. L’intervista all’esperto

Frasi d’Autore per Auguri speciali… Quotidiano