I GIORNI DELLA TENEREZZA
E tutta la casa si riempì del profumo
Salmo 133 (132)
Ecco quanto è buono e quanto è soave
che i fratelli vivano insieme!
È come olio profumato sul capo,
che scende sulla barba,
sulla barba di Aronne,
che scende sull’orlo della sua veste.
È come rugiada dell’Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Là il Signore dona la benedizione
e la vita per sempre.
Col cambio dell’ora e col cielo terso ho dinnanzi a me un sole rosso. Sembra immobile, sembra fissarmi, come a voler dire qualcosa: è questo il colore di questi giorni, rosso, rosso fuoco, rosso passione, rosso amore.La prima maestra è Maria, sorella di Lazzaro e Marta. E’ lei ad insegnarci come si entra in questa settimana, e lascio ad Angelo Casati di descriverne il cuore.“Maria è l’unica che si avvicina al mistero di quel suo amico, va al cuore delle cose, al cuore della fede, che è relazione vera. Relazione che è fatta di cuore. Per questo qualcuno distingue tra religione e fede e dice che le religioni non salveranno l’umanità, perché le religioni si possono svuotare di cuore, di cuore e di fede. La fede non è fede senza che dentro vibri il cuore, senza che dentro vibri almeno una briciola della tenerezza di Maria. Una religione, appiattita sui calcoli umani, sta nella sala e non capisce, non è sfiorata dal mistero.Voi mi capite, c’è qualcosa da rompere. C’è da rompere il vaso che trattiene il profumo. C’è da rompere qualcosa anche nella nostra vita, se vogliamo fare pasqua, se vogliamo che nella sala, nella sala della chiesa e nella sala dell’umanità, ci sia profumo: «e la casa» è scritto «si riempì di profumo». C’è da rompere questa mentalità mercantile che ci sta inquinando. Se non la rompiamo, udremo parole religiose, ma sarà solo spettacolo, volgare spettacolo.Solo chi ha la tenerezza che va al cuore, al problema dell’altro, solo chi ha il coraggio di rompere il vaso che trattiene il profumo potrà sostare questa settimana sotto una croce. A contemplare il Signore della croce. A odorare il profumo, profumo di vita, che viene dal vaso squarciato di quel cuore, il profumo che viene da quell’amore incondizionato. Profumo per noi e profumo per tutta la terra.«Tenete fisso lo sguardo su Gesù»: invita la lettera agli Ebrei e sembra di cogliere un appello per i giorni che ci attendono. Lo faremo, io ne sono certo! Ci ritaglieremo in questi giorni un tempo per tenere fisso lo sguardo. E gli occhi, lasciatemelo dire, siano gli occhi di Maria di Betania, il suo sguardo per l’amico.Ci sia dato, ce lo auguriamo, di avere occhi capaci, dopo anni, di stupirci e di sostare, ancora una volta, al mistero, il mistero dell’eccedenza. Qui qualcosa eccede. Chiamati dunque anche noi ad assistere a un eccesso, l’eccesso evocato dal profumo costosissimo di Maria.”(dal libro, I giorni della tenerezza, Edizioni Romena)Fra Giorgio
In ebraico profumo si dice shemen. Richiama shem (=nome), che indica la presenza di Dio tra gli uomini. Dio infatti è amore e Letizia che non può non comunicarsi e donarsi. Il suo profumo si espanderà proprio dalla croce, dove il suo nome è glorificato anche dai più lontani.
Il nardo è un olio profumato di altissimo valore. Nella Bibbia è simbolo dell’amore fedele fino a dare la vita. Un semplice vasetto di questo olio profumato, infatti, costava più di trecento denari, quasi quanto lo stipendio annuale di un salariato.Per tale motivo nella Bibbia il profumo del nardo esprime l’amore che non ha prezzo e si realizza diffondendosi.Nel libro del ‘Cantico dei Cantici’ il simbolo del nardo indica un amore immenso, senza paragoni. Lo sposo e la sposa del Cantico affermano che il loro amore è come profumo di nardo, vale a dire, prezioso, buono, bello, unico, che dà senso alla vita: “Mentre il re è nel suo recinto, il mio nardo spande il suo profumo” (Ct 1,12). Al termine del poema si legge: ” Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio” (Ct 8,7).Il simbolo del profumo del nardo, che scaturisce dal vaso spezzato, appare anche nei Vangeli e interpreta, in modo eccellente, il significato della passione e morte di Gesù come amore senza misura ed esprime anche la sua risurrezione, come amore che vince la morte. Ne parlano gli evangeli Matteo, Marco e Giovanni. Matteo e Marco, diversamente da Giovanni, che identifica la donna in Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro, raccontano di una donna anonima la quale, senza essere invitata, entra nella casa di Simone il lebbroso, dove Gesù si trova, rompe un vasetto di nardo autentico e lo sparge sul capo di Gesù. Maria di Betania, invece, lo cosparge sui piedi di Gesù, che poi asciuga con i suoi capelli. Il gesto della donna anonima, compiuta in prossimità della passione, è ritenuto dai presenti insensato e folle. Lo ritengono uno spreco! Gesù invece lo apprezza e ne spiega il senso. La donna ha compiuto un’azione buona e bella.Ungendo il suo capo ha mostrato di riconoscerlo il vero re, l’unto del Signore. Ella, pur essendo donna, nel compiere l’unzione regale destinata solo ai re, si è comportata in modo profetico. Ha intuito infatti ciò che gli altri non vedevano, perché mossi soltanto da calcoli economici. Inoltre, il vaso completamente spezzato e il profumo, sparso senza misura, indicano che Gesù in persona avviandosi verso la passione e morte sta spezzando e sprecando la sua vita per noi. E’ lui il vaso spezzato che emana profumo di vita. Il suo è amore appassionato e non si può calcolare in denaro. Gesù morendo non spreca la sua vita ma la dona. Per questo la sua morte non conosce la putrefazione e il suo amore supera la morte. Mentre la morte emana cattivo odore, la vita diffonde il profumo. La stessa solidarietà verso i poveri, che i commensali reclamano, deve essere determinata dal desiderio di un amore gratuito, senza misura, deve, cioè, mostrare la gratuità di Gesù.La qualità del nardo nel testo originale greco è definita ‘fedele’. Questo termine, però, si applica alle persone non alle cose. Per questo si traduce con’nardo genuino’, o puro. Il termine fedele è, però, importante perché indica l’amore fedele di Gesù, e del credente che, avendo compreso chi è Gesù, dona come lui la propria vita. Gesù afferma che il gesto della donna, bello e buono, sarà ricordato ovunque si predicherà il Vangelo. Dove ci sono persone che fanno della propria vita un dono d’amore per gli altri si diffonde il profumo della vita.Da sapere:Nel racconto di Matteo (26,6-13) e Marco (14,3-9) la donna è anonima, in Giovanni (12,1-11) è Maria sorella di Lazzaro e Marta, in Luca (7,36-50) è una pubblica peccatrice di cui non si conosce il nome che esprime a Gesù la sua riconoscenza per il perdono che è certa di ricevere. Spesso si è identificata questa peccatrice con Maria Maddalena e si è fatta anche coincidere con Maria di Betania. Dalla lettura attenta dei testi emerge che sono donne diverse, che hanno conosciuto Gesù lo hanno accolto e capito. Alcune di esse si sono poste alla sua sequela, sono rimaste fedeli fino alla croce e sono divenute testimoni della risurrezione, che è la vita emana il profumo meraviglioso dell’amore che trionfa sulla morte.FILIPPA CASTRONOVOFiglia di san Paolo, licenziata in teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana, ha lavorato nel settore catechistico e ha insegnato al Pontificio Istituto Superiore di Scienze Religiose, Regina Mundi (Roma).Tiene corsi di approfondimento biblico, di spiritualità e incontri sulla Lectio divina, temi sui quali ha scritto libri e articoli per varie riviste. Collabora con l’Associazione Biblica Italiana.Da: www.paoline.it/blog/bibbia/169-il-profumo-di-nardo-simboli-biblici
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