State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

sabato 30 aprile 2016

Il virus del linguaggio. Si guarda tutto attraverso un eccesso di giudizio....

La Testa in Cielo – Claudio Naranjo

naranjo

Lo Specchio di Eva

Secondo Lei, qual è il più grande problema dl mondo?

Il virus del linguaggio. Si guarda tutto attraverso un eccesso di giudizio. Non viviamo in forma naturale, ma attraverso concetti intermedi, di ciò che dovrebbe essere e di come dovrebbe essere. E il denaro. Al giorno d’oggi, l’unica cosa grande è il denaro. E’ come se la gente diventasse pazza per il denaro. Come diceva Antonio Machado, solo uno sciocco confonde valore e prezzo.

Che cos’è la realtà?

L’esperienza vissuta. Ma l’esperienza umana è come una cipolla. Ci sono cose profonde e superficiali, anche nel mondo emozionale. Per un mistico, la realtà è la sostanza della coscienza. L’essere è la realtà. E la gente non ha questa esperienza dell’essere. La gente generalmente cerca  l’essere dove non c’è: nel piacere,nell’intensità, nell’avere. Quasi tutta la loro vita è  in un senso di deficit, perché non sanno di esistere. Una persona che è…

Naufragio con spettatore

BUSILLIS
di FRANCESCO GALLINA



Era il 2010 quando, dopo quasi un secolo, venne riaperta al pubblico la Chiesa di San Marcellino di Parma, in Strada del Collegio dei Nobili, sconsacrata dal 1928 e messa nel dimenticatoio da quasi tutti i parmigiani. Ci vollero gli imprenditori Borettini perché potesse essere visitabile e ci volle Claudio Parmiggiani perché la rendesse da edificio spoglio e polveroso in luogo irresistibile per il parmigiano annoiato e per il turista alla ricerca di imperdibili chicche.

Non fosse per il Festival della Creatività 2016 (la creatività necessità di un Festival?), la chiesa resterebbe inspiegabilmente chiusa, e con essa Naufragio con spettatore, gioiello di Parmiggiani, artista formatosi negli anni '60, quando a farla da padrone sulla scena culturale italiana era la rivista "Il Verri" del critico Anceschi e il rivoluzionario Gruppo 63 che, sulla scia delle avanguardie storiche primo-novecentesche, faceva della commistione di arti un perno della propria poetica. Non è un caso che trovi sintonia con Emilio Villa e Nanni Balestrini, le cui opere letterarie saranno inserite da Parmiggiani nell'installazioneAtlante, che mette in scena una cartografia metafisica con mappamondi afflosciati e accartocciati. Agli anni '70 risalgono Luce, luce, luce, dove il pavimento di una stanza è cosparso di pigmenti gialli dalla luce potentissima, e le Delocazioni, scenografie fatte di ombre realizzate col fuoco, fumo e polvere, per riflettere sul tema del negativo, dell'assenza e della precarietà. Dagli anni '80 a oggi, la rilevanza artistica di Parmiggiani sulla scena nazionale e internazionale ha rappresentato un climax in costante ascesa: dal permanente Faro d’Islanda (2000) che giganteggia in mezzo ai ghiacci islandesi, alla grande mostraMélancolie: Génie et folie en Occident, dal Teatro dell’arte e della guerra, labirinto di cocci di cristalli infranti realizzato nel 2006 nel Teatro Farnese di Parma, fino a Ex-voto (2007) al Louvre, opera in aperto dialogo con i rilievi funerari e le sculture gotiche del museo parigino. Di grande bellezza, poi, la mostra del 2010 che riportava il medesimo titolo dell'opera che in questi giorni è ancora possibile visitare. Una mostra che venne prorogata per il continuo afflusso di visitatori, quando il Comune di Parma sapeva fare del settore artistico-culturale un fiore all'occhiello della città. 





Con Parmeggiani, l'ex chiesa di San Marcellino diventa l'isola su cui naufragare. Una maestosa barca a vela antica, lunga 14 metri con un albero alto dieci, arenata su un cumulo di 100 mila libri. Questo èNaufragio con spettatore, notevole per ideazione e composizione, dato che l'anticovascello  è stato assemblato per intero all'interno del piccolo edificio. Le vele sono ammainate. I libri sono chiusi. L'atmosfera è surreale, fortemente onirica, e lo stato di decadenza in cui versa la chiesa rende il tutto ancor più velato, opalescente, suggestivo. Forti si fanno percepire la lezione del surrealismo europeo e il messaggio del romanzo di Blumenberg, Naufragio con spettatore, che colloca al centro dell'attenzione il rapporto fra naufragio e spettatore, metafora di stampo epicureo - e poi romantico - con cui si apre il De rerum natura di Lucrezio. Naufragio fisico o metafisico? E poi: accettare o rinnegare il naufragio, cioè il fallimento? Rendere il fallimento un occasione di incontro o di scontro? Insomma: aderire alla disastrosa e pessimistica filosofia esistenzialista o a un nietzschiano slancio vitale che fa degli errori fratture da cui partire per crescere?  Affrontare le sfide a viso aperto o rimuovere le sfide?

Il naufragio è un rischio, come la vita. E come la vita si può accogliere o misconoscere. 
Il fatto che il vascello della vita fuoriesca dall'abside di una chiesa non può essere solo un'intuizione crociana. Con Parmiggiani, l'abside sconsacrato viene investito di nuova vitale funzione, funzione laica, non religiosa; materica, non iperuranica. Se l'abside è il luogo del Verbo, i libri lo incarnano.




La prima interpretazione che si può dare, la più comune, forse, è che la cultura fa viaggiare e naufragare con la mente. Ma la vela maestra è ammainata. E i libri sono chiusi. E se fosse che la barca naufraga proprio perché i libri restano chiusi? Non sarà che ci incagliamo quando chiudiamo i libri, cioè quando non siamo disponibili all'incontro e al dialogo con l'Altro? Se fosse questo quello che Parmiggiani volesse dirci, sarebbe un motivo in più per rendere permanentemente aperta al pubblico la sua opera, così affascinante perché così problematica. E non vale solo per Parmiggiani, ma per molti altri edifici chiusi al pubblico o poco pubblicizzati che costituiscono la più grande ricchezza della città. 

Il rinascimento di Parma deve ripartire da quel bompresso che guarda avanti, al futuro, da quel vascello che vola alto con la chiglia ben fissata a terra. Eppur si muove.
NAUFRAGARE A PARMA CON CLAUDIO PARMIGGIANI


Ovunque tu vada, non importa che tempo faccia, porta sempre con te la Tua Luce.

Eleanor Roosevelt

BREVE BIOGRAFIA DI ELEANOR ROOSEVELT

Anna Eleanor Roosevelt nasce a New York il giorno 11 ottobre 1884 da Anna Eleanor Hall ed Elliott Roosevelt, fratello del Presidente Theodore Roosevelt. La sua famiglia discende da un uomo olandese emigrato a Manhattan, New Amsterdam (poi ribattezzata New York) nel 1640, Claes Martenszen van Rosenvelt. Eleanor ha nel suo albero genealogico anche un altro illustre personaggio: da parte di madre la famiglia discende da William Livingston, uno dei firmatari della Costituzione degli Stati Uniti. La giovane Eleanor rimane presto orfana…
By leggoerifletto:

Tipo Quattro: Il romantico-tragico - Helen Palmer

I Quattro hanno vissuto da bambini un’esperienza di abbandono, e di conseguenza soffrono di un senso di perdita e di mancanza. 
Sono il prototipo del romantico che resta legato all’amore perduto, all’amore impossibile, all’amore perennemente atteso e a un’idea di felicità che solo l’amore potrà portare. 
La depressione è un umore frequente, l’hanno conosciuta ma parlano anche di un umore chiamano malinconia, uno stato d’animo molto attraente che sembrerebbe il rifugio emotivo alla perdita e al dolore. 
La malinconia genera un’atmosfera di dolce rimpianto. Il sentimento centrale è quello della perdita, con la conseguente diminuzione dell’autostima. Provano un’attrazione coatta per l’irraggiungibile. 
Quando inizia a profilarsi una situazione reale, l’attenzione andrà ai suoi lati manchevoli: i Romantici tendono a sabotare ciò che hanno.
I Quattro dicono che gli alti e bassi della loro vita emotiva portano a un’intensità molto superiore a quella della felicità ordinaria. 
La malinconia è uno stato d’animo che innalza un perdente abbandonato alla posizione di un personaggio dotato di sensibilità unica e straordinaria.
Le loro preoccupazioni comprendono: attrazione per il lontano e l’irraggiungibile, attaccamento all’umore malinconico.
Spesso è presente un senso di rabbia per essere stati deprivati, di ira nei confronti del genitore causa del dolore. 
Il Quattro è il tipo dell’artista. Oscillano dalla depressone all’iperattività.
Se non c’è un rapporto di coppia in atto, tutta l’immaginazione va all’incontro futuro, se invece c’è già un rapporto, il Quattro sente di doversi allontanare per assaporare la fantasia della riunione. 
Se l’intimità diventa tale da far paura, il compagno viene allontanato e ciò giustifica il ripiego nell’abituale gusto della separazione.
I Quattro evoluti desiderano l’intensità del rapporto, sono predisposti ad aiutare una persona in crisi, sanno che le persone cambiano nel tempo e lasciano che un rapporto attraversi le sue fasi naturali, sono disponibili a ricominciare tutto daccapo e sanno  come seppellire le cose negative del passato.
I Quattro ignorano le piccole autorità, ma hanno rispetto per le grandi; pensano che le regole normali non siano fatte per loro.
Scarsa autostima e spesso ricorrono ad un’immagine drammatizzata di sé per compensarla. 
La manifestazione patologica della preoccupazione estetica per la propria immagine è l’anoressia che rappresenta lo sforzo di costringere il corpo a conformarsi a modelli elitari.
Amano il brivido della trasgressione, essere eccentrici e complicati per meritarsi un trattamento speciale.
Sono capaci di aiutare persone in crisi o sofferenti e questo li aiuta a distogliere l’attenzione dai propri bisogni.
Hanno spesso due lavori: quello che li dà da mangiare e quello da artista.
Vivono raramente nel presente.
Il compito intuitivo dei Quattro che credono di avvertire con precisione i sentimenti degli altri è imparare a riconoscere la differenza tra una proiezione, basata sulla paura nevrotica di abbandono, e la vera sintonia.
Fattori di crescita: capire che il periodo di lutto ha termine, vedere come il vittimismo viene alimentato rifiutando ciò che è facile da ottenere.

Sintesi del libro "L'enneagramma la geometria dell'anima che vi rivela il vostro carattere" di Helen Palmer,Edizioni Astrolabio



Nella vita dire quello che si pensa attira antipatie,
ma seleziona le persone.
Quelle che restano al tuo fianco,
le puoi chiamare "Amiche".

 -NmargheNiki -




Quando ti fidi troppo degli altri, tendi a prenderli per mano
e a portarli nel tuo cuore. Bisognerebbe imparare
a farli entrare scalzi, forse così lo sporcano meno....

- M. A. Rimpatriato - 



Buona giornata a tutti. :-)

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effefrancesca.wordpress.com
“Ovunque tu vada,
non importa che tempo faccia,
porta sempre con te
la tua luce!
(Anthony J. D’Angelo)
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100 frasi, citazioni e aforismi sulla luce

giovedì 28 aprile 2016

Siamo un’opera d’arte che si presta alla lettura di chi sa farlo...

Divagazioni



Se esiste un senso in questa vita, può essere solo raggiungere il proprio scopo, arrivare a quella destinazione che io chiamo casa.

Siamo un’opera d’arte che si presta alla lettura di chi sa farlo, con sostenitori o detrattori, siamo bellezza violata o protetta ma non siamo qui per essere ammirati, ma per piacere a noi stessi e per quello basta essere ciò che si è.

Maria Antonietta BS

 
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Ritratto di donna di Richard Burlet

Richard Burlet

 
Richard Burlet è nato in Francia nel 1957. Ha studiato presso la prestigiosa Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts per alcuni anni, poi ha iniziato la sua carriera come pittore. La sua arte si ispira all'Art Nouveau, in particolare a Klimt. Lavora nel settore dei collage,usando oro e foglia argento.
 





>>> Richard Burlet  <<<

 

Pensieri non detti...in fondo al cuore!

♥ ♥ ♥ Io e il mio oltre ♥ ♥ ♥

E poi mi chiedo dove vanno a finire i pensieri non detti, gli amori mai dichiarati,il dolore mai espresso, la rabbia mai urlata, le amarezze mai confessate! Forse in fondo al cuore chiusi a chiave a doppia mandata per timore che possano essere usate , per farci del male o far del male.


image
MariaViola©



Pubblicato

Uno di trecentoventicinque


AMORIS LAETITIA 
Sull’amore nella famiglia

Marc Chagall (1887-1985), Coppia di sposi con torre Eiffel - Museo Chagall, Nizza

1. Esortazione apostolica post-sinodale
Amoris LaetitaSull’amore nella famiglia

Sintesi dell’Esortazione, per una conoscenza rapida dei contenuti.

1. La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa.
Come hanno indicato i Padri sinodali, malgrado i numerosi segni di crisi del matrimonio,
«il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa».[1]
Come risposta a questa aspirazione
«l’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia».[2]

Franciscus


Jorge Mario Bergoglio


13.III.2013

w2.vatican.va


“AMORIS LAETITIA” TESTO INTEGRALE DELL’ESORTAZIONE SULLA FAMIGLIA

” Tu qui sedes in tenebris spe tua gaude:orta stella matutina sol non tardabit “







T. Merton immagine da Avvenire

monasterovirtuale.it

By leggoerifletto:

La contemplazione – padre Thomas Merton

La contemplazione non deve essere confusa con l’astrazione.
Una vita contemplativa non va vissuta con un ritiro permanente dentro la propria mente.
L’esistenza ridotta e limitata di un piccolo gruppo isolato e specializzato non basta per la «contemplazione».
Il vero contemplativo non è meno interessato degli altri alla vita normale, non è meno preoccupato per quello che capita nel mondo, ma più interessato, più preoccupato.
Il fatto di essere un contemplativo lo rende capace di un interesse maggiore e di una preoccupazione più profonda. Essendo distaccato, e avendo ricevuto il dono di un cuore puro, egli non si limita a prospettive ristrette e provinciali. Non è coinvolto facilmente nella confusione superficiale che la maggior parte degli uomini prende per realtà. E per questa ragione può vedere più chiaramente ed entrare più direttamente nella pura attualità della vita umana. La cosa che lo distingue dagli altri uomini, e che gli dà il chiaro vantaggio su di essi, è il fatto di possedere una comprensione molto più spirituale di ciò che è «reale» e di ciò che è «effettivo».
– Padre Merton Thomas –
da: “L’esperienza interiore. Note sulla contemplazione” Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2005, p. 212



L’uomo si serve della sua intelligenza nella maniera più completa e totale solo quando tutte le sue capacità conoscitive convergono in un intelletto illuminato, aperto e guidato dallo Spirito Santo.
L’uomo contemplativo è colui che guarda attraverso la sua intelligenza con l’occhio luminoso dello Spirito Santo.

– Marko Ivan Rupnik –

da: “Il discernimento, Lipa 2007,p. 25



Il contemplativo non è semplicemente un uomo a cui piace starsene seduto a pensare, o tanto meno uno che se ne sta seduto con lo sguardo assente.
La contemplazione è qualcosa di più della pensosità o della tendenza alla riflessione. Indubbiamente un’indole pensosa e riflessiva non è certo da disprezzarsi in questa nostra era di vacuità e di automatismo, e può effettivamente condurre l’uomo alla contemplazione. […].
Il contemplativo non è isolato in se stesso, ma è liberato dal suo io esteriore ed egotistico attraverso l’umiltà e la purità di cuore – quindi non esiste più in lui un serio ostacolo all’amore semplice ed umile per gli altri uomini.
– Padre Merton Thomas –
da: “Semi di contemplazione”, B. Tasso – E. Lante Rospigliosi (Edd), Ed. Garzanti, 1991, pp. 17; 57





Ti ringrazio per il tuo amore incondizionato, perché non mi hai dimenticato e abbandonato.

Ti ringrazio perché vegli su ogni attimo della mia vita; i momenti di gioia e di difficoltà, attraverso i quali mi conduci alla maturità e alla fede profonda.

Ti ringrazio per l’aiuto che mi dai, aiuto che conduce al bene, quando in te depongo la mia fiducia.

Ti ringrazio perché mi proteggi da ogni forza oscura e perché posso sentire la tua vicinanza e l’amore, l’aiuto e la salvezza.

Grazie per coloro che mi hai assegnato per sostenermi e assistermi attraverso le vie della vita.

Grazie per la tua bontà e la misericordia che mi accompagna ovunque mi trovi.

Grazie perché mi permetti di abbandonare i brutti pensieri e mi induci a pensare a quel che mi cura e incoraggia.

Grazie per tutti i tuoi doni, in particolare per il dono d’amore che allontana da me ogni paura.

Ti adoro, Gesù, ti onoro e ti rendo grazie, per la misericordia che hai di me in questo momento e perché io possa stare con te e rivolgerti questa preghiera. Amen
.


Buona giornata a tutti.:-)
www.leggoerifletto.it








Thomas Merton, un monaco nel ventre di un paradosso

Thomas Merton, un monaco nel ventre di un paradosso
La prima biografia italiana del religioso che fu pioniere nell'ecumenismo e nel dialogo interreligioso



NOTA DELL’AUTORE
Coloro che sono stati abbastanza indulgenti da trovare in Semi di contemplazione e in Nessun uomo é un’isola qualche cosa che li abbia interessati, riusciranno forse a trarre un po’ di gioia da queste riflessioni, il merito delle quali, se si può parlare di qualche valore, sta nell’enunciare qua e là alcune delle cose che l’autore desiderava dire a se stesso e a coloro che si sentissero inclini a condividere le sue idee. Ciò vale specialmente per la seconda parte, quella sull’»Amore della solitudine». Chi conosce le pagine entusiasmanti di Max Picard nel Mondo del silenzio riconoscerà in parecchie di queste meditazioni l’ispirazione del filosofo svizzero.
« Io, Signore Iddio, non ho nessuna idea di dove sto andando.
Non vedo la strada che mi sta davanti.
Non posso sapere con certezza dove andrò a finire.
Secondo verità, non conosco neppure me stesso
e il fatto che penso di seguire la tua volontà non significa che lo stia davvero facendo.
Ma sono sinceramente convinto che in realtà ti piaccia il mio desiderio di piacerti
e spero di averlo in tutte le cose, spero di non fare mai nulla senza tale desiderio.
So che, se agirò così, la tua volontà mi condurrà per la giusta via,
quantunque io possa non capirne nulla.
Avrò sempre fiducia in te,
anche quando potrà sembrarmi di essere perduto e avvolto nell’ombra della morte.
Non avrò paura,
perché tu sei con me e so che non mi lasci solo di fronte ai pericoli. »
(Thomas Merton, Preghiere)

...DA QUESTE PROFONDE FERITE, USCIRANNO FARFALLE LIBERE.



 .
                      Opera di Catrin Welz-Stein

                     ...  DA QUESTE PROFONDE FERITE,
           USCIRANNO FARFALLE LIBERE.
                                                     Alda Merini



                             immagini da
        leportedellaterradimezzo.blogspot.it

Grazie per la visita ed i commenti
                             





                                      Una delle più belle poesie d'amore di Alda Merini



 Torna presto!

Provaci... E se va male? E se invece va bene?

By leggoerifletto:

La contemplazione - padre Thomas Merton

La contemplazione non deve essere confusa con l'astrazione. 
Una vita contemplativa non va vissuta con un ritiro permanente dentro la propria mente. 
L'esistenza ridotta e limitata di un piccolo gruppo isolato e specializzato non basta per la «contemplazione». 
Il vero contemplativo non è meno interessato degli altri alla vita normale, non è meno preoccupato per quello che capita nel mondo, ma più  interessato, più preoccupato. 
Il fatto di essere un contemplativo lo rende capace di un interesse maggiore e di una preoccupazione più profonda. Essendo distaccato, e avendo ricevuto il dono di un cuore puro, egli non si limita a prospettive ristrette e provinciali. Non è coinvolto facilmente nella confusione superficiale che la maggior parte degli uomini prende per realtà. E per questa ragione può vedere più chiaramente ed entrare più direttamente nella pura attualità della vita umana. La cosa che lo distingue dagli altri uomini, e che gli dà il chiaro vantaggio su di essi, è il fatto di possedere una comprensione molto più spirituale di ciò che è «reale» e di ciò che è «effettivo». 

- Padre Merton Thomas - 
da: "L'esperienza interiore. Note sulla contemplazione" Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2005, p. 212



L'uomo si serve della sua intelligenza nella maniera più completa e totale solo quando tutte le sue capacità conoscitive convergono in un intelletto illuminato, aperto e guidato dallo Spirito Santo. 
L'uomo contemplativo è colui che guarda attraverso la sua intelligenza con l'occhio luminoso dello Spirito Santo. 

 - Marko Ivan Rupnik  - 
da: "Il discernimento, Lipa 2007,p. 25




Il contemplativo non è semplicemente un uomo a cui piace starsene seduto a pensare, o tanto meno uno che se ne sta seduto con lo sguardo assente. 
La contemplazione è qualcosa di più della pensosità o della tendenza alla riflessione. Indubbiamente un'indole pensosa e riflessiva non è certo da disprezzarsi in questa nostra era di vacuità e di automatismo, e può effettivamente condurre l'uomo alla contemplazione. [...].
Il contemplativo non è isolato in se stesso, ma è liberato dal suo io esteriore ed egotistico attraverso l'umiltà e la purità di cuore - quindi non esiste più in lui un serio ostacolo all'amore semplice ed umile per gli altri uomini.

- Padre Merton Thomas - 
da: "Semi di contemplazione", B. Tasso - E. Lante Rospigliosi (Edd),  Ed. Garzanti, 1991, pp. 17; 57



Ti ringrazio per il tuo amore incondizionato, perché non mi hai dimenticato e abbandonato.
Ti ringrazio perché vegli su ogni attimo della mia vita; i momenti di gioia e di difficoltà, attraverso i quali mi conduci alla maturità e alla fede profonda.
Ti ringrazio per l’aiuto che mi dai, aiuto che conduce al bene, quando in te depongo la mia fiducia.
Ti ringrazio perché mi proteggi da ogni forza oscura e perché posso sentire la tua vicinanza e l’amore, l’aiuto e la salvezza.
Grazie per coloro che mi hai assegnato per sostenermi e assistermi attraverso le vie della vita.
Grazie per la tua bontà e la misericordia che mi accompagna ovunque mi trovi.
Grazie perché mi permetti di abbandonare i brutti pensieri e mi induci a pensare a quel che mi cura e incoraggia.
Grazie per tutti i tuoi doni, in particolare per il dono d’amore che allontana da me ogni paura.
Ti adoro, Gesù, ti onoro e ti rendo grazie, per la misericordia che hai di me in questo momento e perché io possa stare con te e rivolgerti questa preghiera. Amen.




Buona giornata a tutti. :-)

"Non sapendo quando arriverà l'aurora, apro ogni porta."

Con una fede nuda

porte_finestre_aperte-590 

"Non sapendo quando arriverà l'aurora, apro ogni porta."
                                                                                                 Emily Dickinson


Il mistico del deserto mi smaschera di continuo mostrandomi che per credere, non può aiutarmi altro che ciò che è vivo, essenziale. Solo così posso mettermi in quella condizione di naturalezza che è necessaria per incontrare Dio. 
Una fede nuda non ha bisogno di tante teorie. Le bastano poche cose. Poche come le dita di una mano. Ho provato a scandirle, dentro di me. 
Semplicità 
Semplice è chi è essenziale, chi passa dalla porta stretta da solo, perché la porta diventa stretta solo perché cerchiamo di passarci tutti insieme. Semplice è chi getta la maschera e smette di fingere.Charles de Foucauld prevedeva un nuovo tipo di santo per il futuro: un “uomo o una donna che prenda su di sé la complessità di questo tempo e trovi un’idea semplice”.  
Leggerezza 
 “Siate leggeri come gli uccelli, non come le piume” diceva Paul Valéry. Leggero è chi coglie il nocciolo della vita. La leggerezza richiede un lavoro profondo, una disciplina interiore. Se potessi raffigurarla la immaginerei come l’andatura di quelle donne africane che, con una brocca in testa, trasportano l’acqua al villaggio. Bella la rettitudine di quelle donne, in loro nulla va sprecato: dobbiamo tornare a “stare” con quella dignità, diritti in piedi, con una disciplina interiore che riunisca mente, corpo e anima. 
Responsabilità 
“Sognai talmente forte che mi uscì sangue dal naso” dice una frase di Fiume Sand Creek di Fabrizio De André. Il sogno chiede sforzo, addirittura il sangue dal naso. Amo chi cammina e guarda un metro oltre l’orizzonte, solo un metro. Quel metro in più separa quelli che hanno paura da quelli che hanno coraggio di vivere.  
Fiducia nella strada 
Se non c’è più nulla da fare, se hai paura, c’è una cosa che puoi fare sempre: tornare sulla strada.Quando tutto crolla, la strada ti protegge: lì nulla può caderti in testa.Una volta in strada non serve molto per ricominciare a camminare. Innanzitutto occorre uno zaino leggero. Io ci metterei due cose: un pezzo di pane per preservarmi dalla notte e la Bibbia, perché non c’è nulla di più creativo della parola di Dio. Sulla strada serve poi trovare il passo. Io ho una gamba un po’ malandata, ma continuo a camminare perché ho trovato il mio ritmo e ho imparato a voler bene alla mia “zoppità”.Infine ci occorre lo sguardo: da ragazzo giocavo a pallacanestro e da allora mi piace continuare ad usare lo sguardo laterale che era necessario per giocare. Così mi piace guardare, nelle case, le cucine, i dettagli. In genere chi guarda troppo in alto o troppo in là, cade. La profezia è di coloro che sanno guardare in profondità.

Tenerezza 
Nella sura di Miriam, secondo il Corano, c’è una visione di Maria molto bella. S’insiste sul fatto che viene visitata dallo Spirito e ne rimane gravida. Lei accetta questo mistero, mentre la sua famiglia non l’accetta. Così quando Miriam sa che è il momento se ne va nel deserto. Lì partorisce da sola. Ma Dio manda l’angelo Gabriele. Maria si appoggia ad un albero di datteri e l’angelo fa maturare i datteri e fa sgorgare una vena d’acqua perché si lavi. Dio fa tutto questo perché Maria si nutra e si lavi. La tenerezza di Dio è in queste attenzioni, in queste tenerezze: un po’ d’ombra, un pugno di datteri, un po’ di acqua. La tenerezza è un gesto regale, è il gesto dei credenti e degli amanti.

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Aforisma del giorno

Ogni momento che concedi, Signore, è il tuo momento che inebria ogni presenza.

                                                                                      Nuruddin
 
Luigi Verdi
Sono 25 anni  che lotto con le domande  più nude e profonde della vita".
                                                                             (Luigi Verdi)