La cronaca: Charlie Hebdo, ovvero il modo di vivere che non ci faranno cambiareIl Vangelo di oggi:
Anche per chi come me vive a migliaia di chilometri dall’Europa, in questi giorni sembra di essere inghiottiti nella massa informe della menzogna. Piazze e stadi, luci e paraliturgie, slogan e canzoni sono le cattedrali plein air costruite per gli idoli destinati a saziare la fame implacabile di certezze che assilla questa generazione. Un cantante, un calciatore, un ideale che sa d’utopia, tutto fa brodo per ingannare e occupare tempo, cervello e sentimenti. A me sembra che il demonio si stia divertendo tantissimo nel godersi lo spettacolo di milioni di persone in piazza per manifestare in favore di queivalori che stanno uccidendo l’Europa, ben più a fondo e con molto anticipo rispetto ai fondamentalisti islamici.
A loro basta continuare a far figli, viverci accanto, e qualche attentato buttato lì come unlacrimogeno, tanto sanno benissimo che le nostre sono solo lacrime ipocrite versate su ciò che non ha più nessun valore, la vita umana. E sanno anche che a far saltare le fondamenta ci pensiamo noi, i nipoti degli enciclopedisti illuminati e dei rivoluzionari che presero la Bastiglia e con essa l’anima dell’Europa.
Da allora il Dio adorato a cui ci si era ispirati nel governo dei popoli, il Dio che aveva rivestito dei raggi della sua bellezza gli skyline di borghi e città europee non è stato più quello rivelato da Cristo crocifisso, il più bello tra i figli dell’uomo. Ma il nostro ego che ha tagliato con Lui immaginando di potergli diventare uguale. Il nostro dio sono “i valori fondamentali delle nostre società democratiche europee”; quelli che oggi esaltiamo proprio a Parigi, dove poco più di duecento anni fa la ragione ha divorziato dalla fede.
Per difendere questi falsi dei siamo disposti a tutto: a trucidare la vita di chi attenta alla nostra libertà e autodeterminazione, nel grembo di una madre o nel letto di un malato terminale. A ghigliottinare l’altro, chiunque sia, perché con il suo solo essere di fronte a me è come se volesse impormi la sua diversità. Egalité è molto meglio, vuoi mettere? Così tutti finalmente in liberté: uomo e donna? Nessuna differenza. Marito e moglie? Indistinti e intercambiabili, altro che sottomissione. Genitori e figli, professori e studenti, vescovi e preti? Identici, altro che autorità e obbedienza.
Ci stiamo impegnando eccome a “schiacciare l’infame”, come disse Voltaire riferendosi a Cristo, l’odioso nemico dell’uniformità. E con Lui la Chiesa e i cristiani, sempre sfuggenti a ogni omologazione. Martiri del valore infinito di ogni vita, ultimo baluardo della unicità e irriducibilità di ogni persona, una volta resi irrilevanti loro sono spariti dai radar della cultura e della politica vita e persona. Butto lì una domanda: quante vittime abbiamo fatto in Europa con l’aborto? Milioni! Una carneficina di persone alle quali è stato tolto il diritto di parlare, figuriamoci di disegnare. Ma come, non si marciava per difendere la libertà? Un bell’ossimoro non c’è che dire…
E sai perché? Perché solo i cristiani sanno difendere la libertà sino in fondo, compresa quella di peccare. E di asfaltare la dignità dell’altro con l’insulto incipriato coi colori della satira. Solo i cristiani, infatti, conoscono il peccato, perché hanno sperimentato il perdono di Colui che per loro si è fatto peccato. Conoscono il prezzo della libertà per essere stati lavati dal sangue di Cristo. Cancellati loro la libertà ha perduto senso e valore, riducendosi a un grimaldello per rubare territori alla dignità dell’altro.
Ho sentito ripetere con enfasi che “i terroristi non riusciranno a cambiare il nostro modo di vivere”. Ecco, proprio questo è il gol di satana, da incorniciare. Ciechi e guide di ciechi, siamo orgogliosi della nostra decadenza e dei nostri abomini.
Squartiamo embrioni, uccidiamo i bambini, e le chiamiamo conquiste di civiltà, altro che medioevo vero? Quelli che ci sono ancora dentro sono i terroristi islamici, mica noi che marciamo per la repubblica… Noi ci liquefiamo come burro davanti ai loro Kalashnikov, perché non abbiamo altro da opporre che matite sbeffeggianti la dignità dell’uomo.
Non c’è un Isaia da qualche parte? Un Geremia, un Giovanni Battista? Un profeta che gridi al nostro cuore e faccia “tacere” la menzogna demoniaca? Il terrorismo islamico, non diverso dalle scorrerie dei saraceni, sono una Parola di Dio per noi, per te e per me. Una chiamata a conversione, urgente!
Alla Chiesa innanzitutto, perché ritorni di corsa alla stoltezza della predicazione, all’annuncio del Vangelo, l’unico che abbia il potere di “mettere la museruola” a satana e far risplendere la Verità.
Ma guardiamoci intorno, sì che ci sono i profeti, eccome. Dio non ha mai smesso di donarli alla sua Chiesa. Non marciano in nome del nulla, ma ci stanno dentro offrendo se stessi. E annunciano dai tetti e nei crocicchi delle strade, in ogni luogo dove studiano, lavorano e fanno la spesa che Dio esiste, e ci ama. La loro vita, le loro famiglie risplendenti di Grazia e di figli testimoniano che Dio ha inviato suo Figlio a prendere i peccati di ogni uomo, e lo ha risuscitato dalla morte. Si può amare e aprirsi alla vita, perdonare l’altro, accoglierlo così com’è, malato, debole, povero o semplicemente peccatore.
Come gridava profeticamente San Giovanni Paolo II, e poi Benedetto XVI, e ora Papa Francesco, l’Europa ha bisogno di questo annuncio, perché giace a letto come l’anziana suocera di Pietro. La febbre della menzogna ci sta uccidendo è vero, gli anticorpi sono scesi sottozero, e basterà un niente per collassare.
A meno che non arrivi la mano di Cristo a prendere la nostra per rialzarci, e la sua voce sulle labbra della Chiesa per strapparci all’egoismo presuntuoso dei falsi diritti e farci servi dell’amore, ovvero liberi per donarci. Solo così l’Europa sarà salva. E con lei i nostri figli e nipoti.
Apparso su “La Croce. Quotidiano” del 15-01-2015
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