State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

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State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

sabato 10 gennaio 2015

DOPO PARIGI, DA DOVE RIPARTIRE? missionline.org

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DOPO PARIGI, DA DOVE RIPARTIRE?


«Parigi, la convivenza e le "tratta-tive"». 
 Leggi questa riflessiore del direttore del Centro missionario Pime di Milano, padre Alberto Caccaro, su quanto accaduto in questi giorni, che apparirà come editoriale sul numero di febbraio 2015 di Mondo e Missione.


«Parigi, la convivenza e le "tratta-tive"»
di Alberto Caccaro

Di fronte alla violenza che ha colpito Charlie Hebdo (e che continua a seminare sangue e paura) da dove ripartire? La riflessione di padre Alberto Caccaro, direttore del Centro missionario Pime di Milano 

Sembra non avere fine la violenza esplosa lunedì a Parigi con l'assalto alla sede del settimanale Charlie Hebdo: proprio in queste ore i terroristi in fuga si stanno rendendo protagonisti di nuovi fatti gravissimi, con persone tenute in ostaggio. Intanto si discute molto sulla libertà e sulla satira, a partire dallo slogan Io sono Charlie. Al di là delle emozioni forti da dove ripartire? Prova a rispondere questa riflessione di padre Alberto Caccaro, direttore del Centro missionario Pime di Milano, che comparirà come editoriale sul numero di febbraio di Mondo e Missione.

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La violenza va condannata, sempre. Ma l'unanime, necessaria, indignata reazione a un atto gravissimo non può restringere lo sguardo e la ragione. Passata l'emozione dopo la strage nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo a Parigi - da molti definita l'11 settembre europeo - dobbiamo ripartire da un confronto ampio sulle condizioni per una convivenza civile.
Perché la tentazione di dividere il mondo tra buoni e cattivi e di identificare frettolosamente questi ultimi in una religione, in un gruppo, in un'ideologia se da una parte risolve la nostra atavica paura, dall'altra non produce alcun pensiero fecondo e rispettoso. È il solito, semplicistico escamotage del capro espiatorio, del nemico da cercare e abbattere. "Caccia all'uomo", titolavano alcuni giornali dopo l'eccidio parigino. Così la violenza inaccettabile e brutale di una delle parti non santifica e assolve l'altra, le sue responsabilità il suo bisogno di conversione, al pari della prima.
Le 12 persone uccise a Parigi non ci impediscono di considerare la satira di Charlie Hebdo poco rispettosa delle differenze, di religione e di pensiero. Insufficiente ad affrontare le questioni vere. Non basta una vignetta, occorre tempo e sapienza. Conoscenza, reciproca e simpatetica. Anche la libertà, dell'occidente come dell'oriente, ha bisogno di conversione. Siamo forse noi più liberi di chicchessia?
A proposito di libertà d'espressione e del ruolo giocato dai media, perché per l'eccidio di Parigi si sono tutti mobilitati, dentro un grande bisogno di schierarsi insieme, indignarsi insieme, difendersi insieme, mentre dopo il concomitante eccidio perpetrato da Boko Haram in Nigeria che ha causato 2000 morti non si è levata la medesima indignata protesta? Ragioni politiche? O la gravità di un eccidio dipende dal luogo in cui accade? Dalla convenienza politica che raccomanda di dare visibilità e gravità ad una tal violenza piuttosto che ad un'altra così da ingenerare scelte politiche calcolate? Perché urliamo al mondo certe violenze e tacciamo o ci fanno tacere certe altre? Dopo quanto avvenuto a Parigi già si parla di un altrimenti improbabile intesa tra Francia e Stati Uniti, di nuove alleanze contro il terrorismo.
Ma è quest'ultimo l'unico vero male o vi sono problemi più profondi e comuni alle tante parti che compongono le nostre società plurali? Come mai la politica e quindi la convivenza civile tra stati, popoli, gruppi, è sempre più l'esito non del dialogo, della mediazione, della condivisione e della conoscenza reciproca, ma sempre più l'esito dell'attentato violento del momento e  della cronaca concitata che ne segue? Allora anche le nostre città "sicure", i loro abitanti diventano oggetto di trattative, cioè di tratta. Sacrificate alle ragioni politiche ed economiche del momento.

padre Alberto Caccaro
direttore del Centro missionario Pime di Milano

Per non fermarci all'emozione del momento invitiamo a segnare in agenda l'annualeappuntamento in occasione della Giornata della memoria, in programma al nostro Centro mercoledì 28 gennaio. Quest'anno assumerà un significato particolare, tra tragedie di ieri(compreso il genocidio degli armeni, di cui nel 2015 ricorre il centenario) e sfide di oggi


MERCOLEDÌ 28 GENNAIO, ore 21
Centro Missionario Pime
via Mosé Bianchi 94
«OLTRE IL MALE, RICOSTRUIRE LA SPERANZA»
Intervengono:

GABRIELE NISSIM
Presidente Gariwo, la Foresta dei Gisuti

ANTONIA ARSLAN
scrittrice e saggista italiana, di origine armena

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