di Rossana Barbirato con Eleonora Lancerotto e Sara Martini
Il matrimonio cristiano è una vocazione? La chiamata a vivere questo stato di vita si può paragonare alla vocazione alla vita consacrata o al sacerdozio?
San Giovanni Paolo II, nell’udienza del 18 agosto 1982, afferma che “il matrimonio corrisponde alla vocazione dei cristiani solo quando rispecchia l’amore che Cristo Sposo dona alla Chiesa sua Sposa, e che la Chiesa cerca di ricambiare in Cristo”. Il matrimonio cristiano, quindi, ha in sé un’esigenza radicale: chiede che gli sposi siano disposti e capaci di donarsi l’uno all’altro, di sacrificarsi, se necessario, a modello di Colui che non ha smesso di amare neanche quando era inchiodato alla croce.
Un amore così non è affatto scontato. E’ vero, potremmo dire che il desiderio di donarsi è insito nella nostra natura più profonda, nella consapevolezza (più o meno consapevole!) che è da lì che passa la nostra realizzazione (come dice la Gaudium et Spes: “l’uomo non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé”). Ma è altrettanto vero che una tale capacità di dono ha bisogno di essere sostenuta, incoraggiata, confrontata, per mantenersi reale. Perché per amare così non è sufficiente la teoria!
La vita di coppia è fatta di ore e giorni, di calzini a terra e discussioni sui metodi educativi, di “cosa c’è per cena” e “stavolta tocca a te alzarti”… Nella morsa della quotidianità, non è sempre semplice mantenere la barra dritta, e dirigersi senza timore verso il “dono sincero di sé“. Ed è ancora più difficile farlo quando ci si trova immersi in un mondo in cui la “fedeltà per sempre” è vissuta più come un peso, che come una grazia.
Eppure, nonostante tutto, sì, il matrimonio cristiano può essere, anzi, è una vocazione. Lo è per le tante donne che cercano ogni giorno di essere mogli migliori, lottando per il proprio matrimonio, diventando le “fan n° 1″ del proprio marito, cercando nuove idee per rendere viva e attuale la grazia del sacramento, scontrandosi con le proprie debolezze, ma pronte sempre a ricominciare e, in tutto questo (e grazie a questo) sempre disponibili ad incoraggiare altre compagne di vocazione. Sì, perché se il matrimonio è una vocazione, all’interno del matrimonio una vocazione particolare è quella della donna, chiamata ad essere moglie e mamma.
E’ con questa consapevolezza che abbiamo creato il gruppo “Mogli e Mamme per Vocazione“, presente su Facebook da oltre un anno ormai, che riunisce più di mille donne cattoliche sposate. Il gruppo è diventato una risorsa preziosa per tante donne, che qui hanno trovato tante amiche a cui chiedere e dare consigli, con cui confrontarsi in libertà su temi come la fedeltà, il ruolo della moglie nella famiglia, la vita di coppia, la spiritualità del matrimonio, l’educazione cristiana dei figli, la sessualità e i metodi naturali e molto altro ancora.
Un luogo virtuale nel quale le donne non si sentono sole nel loro cammino, un gruppo che aiuta e sostiene le mogli e mamme nelle battaglie quotidiane, una “compagnia dell’agnello” in cui trovare tante amiche con cui condividere gioie e dolori, soddisfazioni e preoccupazioni.
Ogni giorno riceviamo nuove testimonianze che ci dimostrano quanto questo gruppo, davvero (come avevamo sognato), sia diventato una risorsa utile per tante mogli cattoliche, che si sentono così meno sole nelle gioie e nelle fatiche della propria vocazione e meno abbandonate nel contesto secolarizzato nel quale ci troviamo a vivere.
Un gruppo che piano piano sta diventando anche reale, con M&M che si danno appuntamento, che si incontrano, che rendono reale un’amicizia nata come virtuale. Perché, come dice papa Francesco, “la rete può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone”.
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... ROSES & ESPINE..