Tutti, presto o tardi, abbiamo avuto la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrere una certa strada.
(J. Hillman, Il codice dell'anima)
E allora prendi e cominci a camminare con passi lenti e incerti, magari dubbiosi. Oppure affrettati e veloci perché hai paura del buio. Ogni tanto rallenti perché sei stanco oppure sei rapito dal panorama. E lasci una lunga fila di orme che segnano il cammino e diventano la tua strada. Quella che ti sei lasciato dietro. Quella che ti aspetta non la conosci, forse solo la intravedi o la immagini. E forse sei come Frodo, con una missione appena fuori dall' uscio. Con compagni diversi oppure sempre uguali. Con bagagli più o meno leggeri.
Oggi Sofia riparte ed io la raggiungero a metà settembre. Io invece prendo il mio treno, quello che mi porta a Milano, su binari diritti ma non meno pericolosi di un aereo che vola sopra le nuvole.
Strade che ci chiamano e strade che si incrociano, oppure parallele. Tutte con orizzonti diversi l' una dall' altra. Tutte destinate ad arrivare o forse a non terminare mai nelle loro infinite diramazioni.
Strade del cuore o sentieri erti, oppure piste nel deserto circondate da miraggi.
Camminare: forse è solo tutto li. Con ritmo ed il passo giusto. Utilizzando bene i polmoni e non solo i piedi. Lasciando correre i pensieri perché ci facciano da guida.
"Il canto della Strada (tre strofe)"La Via prosegue senza fine
Lungi dall'uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Devo inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola con piedi alati
Sin all'incrocio con una più larga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò? Nessuno lo sa.
La Via prosegue senza fine
Lungi dall'uscio dal quale parte.(J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli)
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