State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

venerdì 6 marzo 2015

Un nuovo modello di evangelizzazione.



Grande festa nell’Aula Paolo VI per l'incontro del Papa con le famiglie del Cammino neocatecumenale che partono in missione per portare il Vangelo nel mondo. Ascoltiamo i loro commenti:
Prima coppia (marito)
R. – Abbiamo conosciuto nella nostra vita Gesù Cristo che ci ha riempito la vita, e abbiamo sentito questa chiamata, una vocazione. E non abbiamo detto di no.
D. – Come avete comunicato ai vostri figli: “si lascia l’Italia e andiamo in missione”?
(moglie)
R. – Abbiamo detto che andremo a portare questo dono che il Signore ha fatto alla nostra vita ad altri fratelli e loro saranno parte integrante e fondamentale di questa missione.
Seconda coppia
D. – Dove andrete in missione?
(marito)
R. – In Francia, a Grenoble.
D. – In una società come quella attuale, qual è la molla che spinge a dire: “Vado ad annunciare la Parola di Dio”?
(marito)
R. – Abbiamo fatto esperienza noi per primi nella nostra vita dell’amore di Dio e quanto questo ci abbia salvati come famiglia; quindi penso che sia l’unica cosa che possiamo portare: una speranza anche per queste persone che magari sono come ero io prima di avere questa esperienza di Cristo.
(moglie)
D. – E lei, signora?
R. – Gratitudine per quello che ha fatto il Signore nella nostra vita.
Terza coppia
D. – Voi andrete in missione in Islanda: qual è stata la molla che vi ha suggerito “andiamo”?
(marito)
R. – Noi abbiamo avuto un’esperienza precedente al matrimonio e poi in tutto il nostro matrimonio, in cui abbiamo visto che il Signore è stato buono con noi, che è stato fedele alla nostra vita, ci ha donato sei figli, ha fatto tutta una storia … E abbiamo visto che questo ci ha salvato e questo in funzione di un annuncio che abbiamo ricevuto. E quindi abbiamo sentito che questo annuncio era bene che noi lo portassimo anche agli altri e allora abbiamo dato la nostra disponibilità.
D. – Cosa vuol dire andare in missione in una società come quella attuale?
(marito)
R. – Noi abbiamo visto, attraverso l’esperienza di altri fratelli, che già il fatto di vedere famiglie che si spostano e che si relazionano in un modo nuovo, già per questo piccolo annuncio le persone si interrogano, perché comunque l’annuncio passa sempre attraverso un interrogativo.
(moglie)
D. – Signora, qual è il messaggio che porterete?
R. – Un messaggio d’amore: che il Signore ti ama, così come sei. Semplicemente.
D. – Dove andrete voi, in missione?
(marito)
R. – A Sydney. E’ una chiamata del Signore. Noi ci siamo incontrati durante la giornata Mondiale per la gioventù a Sydney, in Australia, e in quell’occasione ci fu data una parola dal nostro catechista: che chi si sarebbe fidanzato o sposato aveva un debito verso quella terra. E il caso ha voluto che siamo stati mandati proprio là.
D. – Che cosa vi aspettate da questa terra?
(moglie)
R. – Non ho idea di cosa ci aspetti; sicuramente ci aspettiamo che il Signore ci aiuti. Quindi alla fine sarà lui a fare tutta la storia.
Radio Vaticana
*Il Papa rimette la Chiesa in Cammino
di Massimo Introvigne

Questa mattina Papa Francesco ha incontrato il Cammino Neocatecumenale, che con i suoi tre milioni e mezzo di fedeli è il secondo più grande movimento ecclesiale cattolico dopo il Rinnovamento nello Spirito. L’udienza è stata occasione per un forte richiamo alla necessità della missione presso i «non cristiani» fra i quali, ha detto il Papa, oggi si contano anche tanti «“non cristiani” battezzati», vittima della «secolarizzazione».
Francesco ha ringraziato il Cammino per avere voluto, con una serie di gesti e anche con l’incontro del 6 marzo, «chiedere al Successore di Pietro di confermare la vostra chiamata, di sostenere la vostra missione, di benedire il vostro carisma. E io oggi confermo la vostra chiamata, sostengo la vostra missione e benedico il vostro carisma». Non lo faccio perché Kiko Argüello, il fondatore del Cammino, «mi ha pagato», ha scherzato – ma non troppo, se si considerano tante polemiche – il Papa. «No! – ha detto –  Lo faccio perché voglio farlo. Andrete in nome di Cristo in tutto il mondo a portare il suo Vangelo: Cristo vi preceda, Cristo vi accompagni, Cristo porti a compimento quella salvezza di cui siete portatori!». E ha aggiunto: «Io dico sempre che il Cammino Neocatecumenale fa un grande bene nella Chiesa».
Tra le caratteristiche del Cammino il Pontefice ha insistito sulla missionarietà. Le famiglie del Cammino evangelizzano, e molte di loro partono in missione verso terre lontane. L’incontro con il Papa è stato definito da Kiko «un invio missionario». «E sono particolarmente contento – ha detto il Papa – che questa vostra missione si svolga grazie a famiglie cristiane che, riunite in una comunità, hanno la missione di dare i segni della fede che attirano gli uomini alla bellezza del Vangelo, secondo le parole di Cristo: “Amatevi come io vi ho amato; da questo amore conosceranno che siete miei discepoli” (cfr Gv 13,34), e “siate una cosa sola e il mondo crederà” (cfr Gv 17,21)».
Le comunità missionarie del Cammino Neocatecumenale, «chiamate dai Vescovi, sono formate da un presbitero e da quattro o cinque famiglie, con figli anche grandi, e costituiscono una “missio ad gentes”, con un mandato per evangelizzare i non cristiani». Ma chi sono oggi i «non cristiani»? «I non cristiani che non hanno mai sentito parlare di Gesù Cristo, e i tanti non cristiani che hanno dimenticato chi era Gesù Cristo, chi è Gesù Cristo: “non cristiani” battezzati, ma ai quali la secolarizzazione, la mondanità e tante altre cose hanno fatto dimenticare la fede. Svegliate quella fede!».
Certamente le missioni neocatecumenali annunciano il Vangelo «con la parola». Ma prima ancora lo fanno, e devono farlo, con la «testimonianza di vita» che manifesta «il cuore della rivelazione di Cristo: che Dio ama l’uomo fino a consegnarsi alla morte per lui e che è stato risuscitato dal Padre per darci la grazia di donare la nostra vita agli altri». Di missioni di questo genere «il mondo di oggi ha estremo bisogno. Quanta solitudine, quanta sofferenza, quanta lontananza da Dio in tante periferie dell’Europa e dell’America e in tante città dell’Asia! Quanto bisogno ha l’uomo di oggi, in ogni latitudine, di sentire che Dio lo ama e che l’amore è possibile». Dio non fa mai mancare questo messaggio. Ma comunità cristiane vive e coscienti del loro dovere missionario hanno il compito e la grazia di renderlo «visibile» a un’umanità che spesso ha perso perfino gli occhi per vedere.
«Voi – ha detto il Papa – avete ricevuto la forza di lasciare tutto e di partire per terre lontane grazie a un cammino di iniziazione cristiana, vissuto in piccole comunità, dove avete riscoperto le immense ricchezze del vostro Battesimo». In questo senso Papa Francesco afferma che «il Cammino Neocatecumenale è un vero dono della Provvidenza alla Chiesa dei nostri tempi». Questa affermazione, spiega, la fa in comunione e in continuità con i suoi Predecessori, soprattutto san Giovanni Paolo II che nella lettera «Ogniqualvolta» del 1990 aveva riconosciuto «il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valido per la società e per i tempi odierni». E «quanta gioia ci date con la vostra presenza e con la vostra attività!» aveva detto il beato Paolo VI nella prima udienza con il Cammino, l’8 maggio 1974. Francesco aggiunge che è stata «la Santa Vergine Maria» a «ispirare» il Cammino.
Il Cammino, ha ricordato Papa Francesco, poggia su «quelle tre dimensioni della Chiesa che sono la Parola, la Liturgia e la Comunità. Perciò l’ascolto obbediente e costante della Parola di Dio; la celebrazione eucaristica in piccole comunità dopo i primi vespri della domenica, la celebrazione delle lodi in famiglia nel giorno di domenica con tutti i figli e la condivisione della propria fede con altri fratelli sono all’origine dei tanti doni che il Signore ha elargito a voi, così come le numerose vocazioni al presbiterato e alla vita consacrata».
Allargando l’orizzonte alla Chiesa tutta, il Pontefice ha ricordato che «in diverse occasioni ho insistito sulla necessità che la Chiesa ha di passare da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria». Si tratta del cuore stesso del Magistero di Francesco: «Quante volte, nella Chiesa, abbiamo Gesù dentro e non lo lasciamo uscire… Quante volte! Questa è la cosa più importante da fare se non vogliamo che le acque ristagnino nella Chiesa». Il Cammino lo fa, cercando di spingersi «là dove la Chiesa non esiste o non è più in grado di raggiungere le persone». Dovrebbero farlo, nel modo loro proprio, anche tanti altri.

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Un nuovo modello di evangelizzazione
di Angela Pellicciari

Compagna dell’odio a Roma scatenato da Lutero è l’idea di libertà: libertà nel senso di nessuna autorità religiosa, nessun magistero, nessun ordine come sacramento e quindi, così può sembrare, uguaglianza fra tutti i figli di Dio. Libertà e uguaglianza hanno comportato sì il libero esame della Bibbia, hanno comportato però anche il precipitare verso un dispotismo di tipo orientale che mai era stato di casa nell’Europa cristiana. E infatti per volontà di Lutero il principe è stato investito non solo dell’autorità temporale, che già aveva, ma anche di quella spirituale che mai i cristiani avevano accettato avesse, a costo di difendere con la vita l’autonomia del potere spirituale.
La modernità che si è sviluppata a partire dall’idea di libertà e uguaglianza di luterana memoria, con tutto lo sviluppo filosofico che ne è derivato, passo dopo passo ha portato alla progettazione di un mondo che, in nome della libertà e dell’uguaglianza, ha costruito universi totalitari di disumana violenza. Dall’ossimoro del dispotismo illuminato, al terrore rivoluzionario in Francia e in Russia. L’uguaglianza e la libertà contro la Bibbia e contro Roma, cioè contro la verità, hanno portato ai nostri giorni alla “libertà” radicale dell’individuo, nel senso del suo totale abbandono da parte della famiglia che non c’è più e dei gruppi sociali che nei secoli passati lo hanno sostenuto – prima fra tutti la Chiesa - e lo hanno lasciato solo nella sua disperata impotenza davanti allo stato e alla prassi totalitaria di eutanasia, aborto selettivo, eugenetica, adesso gender. Un povero essere disperato, non educato, non strutturato, la cui volontà non è stata mai esercitata, a disposizione dei grandi potentati economici ed ideologici che possono fare di lui alla lettera quello che vogliono.
“Non è bene che l’uomo sia solo”: il progetto di Dio sull’uomo è diverso e la solitudine e l’abbandono non ne fanno parte. In tanta desolazione Dio è intervenuto e ha ispirato a Kiko e Carmen – gli iniziatori del Cammino neocatecumenale - la fondazione di piccole comunità in cui l’altro è Cristo. In cui gli uomini possono vivere, crescere, e morire confortati dalla carità dei fratelli. In cui i matrimoni possono mostrare al mondo la bellezza dell’amore cristiano indissolubile e aperto alla vita, ricco di figli e nipoti. A partire dalle comunità è nata una nuova forma di missio ad gentes.

Un nuovo modello di evangelizzazione formato da comunità composte da quattro o cinque famiglie con tutti i figli che Dio ha loro regalato (normalmente tanti), un prete col suo socio (il Cammino non lascia i preti soli), alcune ragazze: questo piccolo gruppo di persone mette il proprio corpo a disposizione dell’implantatio ecclesiae in ogni parte del mondo, ovunque c’è un vescovo che ne fa richiesta. Lo fa con la sua semplice presenza mettendo in mostra la bellezza della carità cristiana. Facendo vedere che è possibile perdonarsi e volersi bene. Mostrando che, nonostante sia una valle di lacrime, la vita è un dono inestimabile e una grande benedizione. 
Benedetto XVI e papa Francesco hanno già inviato 96 missio ad gentes composte da 487 famiglie con 2087 figli: di queste 58 sono andate in Europa (molte in Francia meridionale, un paese completamente secolarizzato, a parte i musulmani), 9 in America, 25 in Asia, 1 in Africa e 3 in Oceania. 
Il 6 marzo il Papa ha inviato altre 31 missio formate da 250 famiglie con 600 figli: 16 andranno in Europa, 4 in America, 9 in Asia e 2 in Oceania. Kiko aveva chiesto al Papa, in quanto Pietro, di confermare l’invio dei missionari e Pietro non si è tirato indietro: “Lo faccio perché voglio farlo!”, ha scandito: “Il compito del Papa, il compito di Pietro, è quello di confermare i fratelli nella fede. Così anche voi avete voluto con questo gesto chiedere al Successore di Pietro di confermare la vostra chiamata, di sostenere la vostra missione, di benedire il vostro carisma. E io oggi confermo la vostra chiamata, sostengo la vostra missione e benedico il vostro carisma. lo voglio fare! Lo faccio non perché lui [indica Kiko] mi ha pagato, no! Lo faccio perché voglio farlo. Andrete in nome di Cristo in tutto il mondo a portare il suo Vangelo: Cristo vi preceda, Cristo vi accompagni e porti a compimento quella salvezza di cui siete portatori!”. Prima di affidare gli iniziatori del Cammino e tutti i fratelli “alla Santa Vergine Maria che ha ispirato il Cammino Neocatecumenale. Lei intercede per voi davanti al suo Figlio divino”, rivolgendosi a Kiko e Carmen ha detto: “Io dico sempre che il Cammino Neocatecumenale fa un grande bene nella Chiesa”.
Conferma ed incoraggiamento migliore e più solenne le famiglie che mettono a disposizione la propria vita per l’annuncio del vangelo non potevano ricevere. Sono passati duemila anni ma la forza, la mitezza, il coraggio della fede non sono mai venuti meno. Come non è venuta meno la freschezza e la fedeltà del carisma di Pietro.


FONTE: Kairos

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