Dopo questa breve introduzione per inquadrare il fenomeno, veniamo alla nostra Empoli. I membri del Cammino sono infatti tanti anche in città, di gran lunga il movimento cristiano più diffuso nelle parrocchie del territorio. La prima comunità nasce nella chiesa di San Giovanni Evangelista nell’ormai lontano 1972 su iniziativa del mai dimenticato Don Nello Pecchioli e di Don Alessandro Burati. Da allora di cammino ne è stato fatto tantissimo e molte comunità sono fiorite.
Sono cinque le chiese dove sono nate e si sono sviluppate: San Giovanni Evangelista di Don Wieslaw ne conta 8, a Corniola Santi Simone e Giuda di Don Welars 3, a Ponzano San Pio V e Madonna del Rosario di Don Luigi 3 ed infine San Martino con Don Paolo 3. In tutto, quindi, sono 22 e, a braccio, si può dire senza tema di smentita che raccolgono in tutto circa 500 persone, un numero considerevole per la nostra realtà.
Cinque comunità (tre alla Madonnina del Grappa, una in Collegiata ed una a San Martino) hanno anche già passato tutte le tappe e concluso così il cammino che, indicativamente, dura circa una ventina di anni. Per questo hanno già fatto il pellegrinaggio in Terra Santa sul lago di Tiberiade facendo tappa alla Domus Galilaeae, benedetta da Giovanni Paolo II nel 2000, luogo dove si tocca quasi con mano un’altra caratteristica del Cammino, vale a dire il suo forte legame con la tradizione ebraica (<leggere il Vangelo alla luce della tradizione e delle Liturgie ebraiche> spiega Carmen Hernandez sul sito della Domus).
A questi numeri importanti se ne aggiungono poi altri molto significativi. Due empolesi sono infatti nei seminari del Cammino Redemptoris Mater, rispettivamente a Washington e in Ucraina (il Cammino ha infatti propri seminari). Un’intera famiglia di Fibbiana, invece, è da tempo in Australia ad evangelizzare (l’evangelizzazione non necessariamente lontano da casa è uno dei punti fondamentali del Cammino), mentre presto una ragazza empolese partirà alla volta di Perth in Australia per fare lo stesso.
Durante la ‘oceaniche’ adunanze del Cammino, chi sente questa vocazione missionaria alla evangelizzazione lontano dal proprio paese può dare la propria disponibilità. Tecnicamente si dice che ‘si alza’, ovvero quando viene toccato questo argomento si alza in piedi per dare la sua disponibilità. Dopo un attento esame da parte dei responsabili (ovviamente si tratta di una cosa seria e quindi le candidature vengono poi vagliate con scrupolo ed attenzione) ci si avvia verso questo percorso che può portare una persona, come si vede dagli esempi sopra citati, anche dall’altra parte del mondo dove si appoggia ad una comunità locale (le destinazioni vengono sorteggiate).
Dopo quella di Fibbiana, una coppia empolese della comunità di Corniola si è alzata ad un recente raduno e sta facendo le necessarie tappe per poi partire nella sua opera missionaria. Ma per evangelizzare non è necessario lasciare tutto e partire per un altro paese. Capita infatti spesso anche a Empoli di trovare persone a far conoscere per le strade il Vangelo e la parola di Gesù (nelle domeniche di maggio ci sarà la predicazione nel parco di Serravalle). Del resto il Cammino ebbe inizio proprio in strada, quando Kiko andò solo con la sua chitarra ed il Vangelo in mano a vivere nelle baracche accanto ai poveri ed agli emarginati (<dormivo in una piccolissima cucina, che era piena di gatti>, ricorda).
Come detto non in tutte le parrocchie sono presenti comunità ‘neo’ e, di conseguenza, anche i preti sono più o meno orientati e disposti all’attività dei neocatecumenali. Il numero uno della chiesa empolese, il Proposto Don Guido Engels, fa parte del Cammino ormai dal lontano 1971 ed anche il suo predecessore, Monsignor Cavini, era convinto della bontà della cosa tanto da dire che <il cammino neocatecumenale è per un prete l’esperienza più bella che possa capitargli>. Altri preti, magari subentrati, si sono invece trovati a dover gestire questo fenomeno ma si può dire che, in generale, il clima di divisione che si respirava qualche anno fà e che è una delle critiche mosse ai ‘neo’, nella nostra realtà pare essere solo un ricordo. Tanto per citare un esempio, nella parrocchia di Corniola dove il Cammino è fiorito grazie a Don Alessandro Tucci (dal 2008 passato a Signa), diversi neocatecumenali fanno anche parte del Consiglio Pastorale dando così un contributo importante all’attività della parrocchia. E lo stesso capita anche in altre chiese. Del resto, il fenomeno ha negli ultimi anni assunto dimensioni tali sia numeriche che di valore con l’approvazione degli Statuti, che risulta difficile se non impossibile per parroci e fedeli non confrontarsi con questa realtà.
Abbiamo quindi inquadrato il fenomeno del Cammino Neocatecumenale in città. In questa breve inchiesta pubblicheremo altri due momenti, ovvero un’intervista a Don Guido (mercoledì) e la testimonianza di una ragazza in procinto di partire per l’Australia ad evangelizzare (venerdì)
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