ORIGINALLY POSTED ON ANOTHERSEA:
ACQUA LIMPIDA
C’era il mare e c’era il cielo blu
C’era il mondo e al centro c’eri tu
Stesa la sole sfioravi l’acqua limpida
Ricoperta di vento e dignità
Come chi non sa che male c’è
C’era il mondo e al centro c’eri tu
Stesa la sole sfioravi l’acqua limpida
Ricoperta di vento e dignità
Come chi non sa che male c’è
…
Avrei voluto esserci, in quell’Altrove,
come un alito sospeso che raccoglie i miasmi di un pensiero infinito, come l’onda che aggira le rade di un’ignara distanza e si tuffa nel blu più profondo innamorandosi degli abissi, come l’ordine inverso dei declivi che incedono verso l’alto puntando alle sommità, a cui riallacciare il principio dei sogni.
Volevo essere la crepa nell’asfalto dissuaso dal vento a macerarsi nell’oblio di un deserto latente e vederti nascere come un fiore, dal niente, profumato di coerenza solerte.
Volevo sminuzzarmi negli attimi e diventare tappeto in un greto di giorni, tumultuando insieme ai contorni ed attraverso le braccia mimate nel gesto di accoglierti,
fino alla fine poter (con)tenerti.
(Un giorno per caso)
SABBIA DI LUCE
Sei intorno a me
con le sbarre uncinanti di un ostinato cercarti
indomabile nostalgia
uragano che violenta la quietezza della resa
Bellezza infinita che si offre incapace di replica
logica di una certezza che non teme sconcerto
ragione che solo il cuore concerne.
incanto di quiete
desiderio di salvezza
mentre il Tuo occhio esausto
guarda tra le rughe dei miei giorni
bucandomi l’Anima per farne un setaccio
pietrisco il dolore
che resta impigliato
mentre la Tua Luce scorre come sabbia.
Me ne starò qui
Me ne starò qui
all’ombra verde di un cipresso
attorcigliata e stretta a sciogliere tutti i miei distacchi
accarezzando pensieri e nostalgia
tremando con dolcezza e cuore
amando forte, più forte il vento
folata fresca d’aria che pettina campi bruciati
di sole estivo cocenti
io rimarrò così
ammutolita dalla mia stessa voce
stanca di cantare preghiere e chiodi
conficcati in asciutta carne
senza più sangue da versare
mi troverai lì calma
perchè sono stata nomade
errabonda stremata dal deserto
e fiuto d’attesa che ha imparato ad aspettare
parlo di giorni che si scostano dal tempo
per divenire
e piango acqua che scorre per condurre
al mare sorgiva vera pura dei miei sogni
resto così
non so più perdermi
seguo scintille e presagi di fortuna
ho palpebre di falena
perrennemente attratte
da struggente luce che richiama.
all’ombra verde di un cipresso
attorcigliata e stretta a sciogliere tutti i miei distacchi
accarezzando pensieri e nostalgia
tremando con dolcezza e cuore
amando forte, più forte il vento
folata fresca d’aria che pettina campi bruciati
di sole estivo cocenti
io rimarrò così
ammutolita dalla mia stessa voce
stanca di cantare preghiere e chiodi
conficcati in asciutta carne
senza più sangue da versare
mi troverai lì calma
perchè sono stata nomade
errabonda stremata dal deserto
e fiuto d’attesa che ha imparato ad aspettare
parlo di giorni che si scostano dal tempo
per divenire
e piango acqua che scorre per condurre
al mare sorgiva vera pura dei miei sogni
resto così
non so più perdermi
seguo scintille e presagi di fortuna
ho palpebre di falena
perrennemente attratte
da struggente luce che richiama.
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... ROSES & ESPINE..