State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

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State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

giovedì 4 febbraio 2016

Maturità...Il giorno in cui il bambino si rende conto che tutti gli adulti sono imperfetti, diventa un adolescente; il giorno in cui li perdona, diventa un adulto; il giorno che perdona se stesso, diventa un saggio.


ANDREA


“ADULTESCENZA”

 – la complessità dell’essere adulti


Il giorno in cui il bambino si rende conto
che tutti gli adulti sono imperfetti,
diventa un adolescente;
il giorno in cui li perdona,
diventa un adulto;
il giorno che perdona se stesso,
diventa un saggio.
(A.A. Nowlan)
di Maya
La vita non è altro che un ciclo, tutti gli esseri viventi ne hanno uno.
È  così anche per noi esseri umani: diventiamo grandi o meglio, adulti, quando camminiamo con le nostre gambe, lasciamo il nido, diveniamo autonomi: siamo finalmente uomini e donne, pronti a vivere la nostra vita. Una vera conquista, insomma!
Sembra molto semplice, ma siamo sicuri di essere in grado di definire quando tutto questo accade?
Una volta era chiaro cosa significava diventare adulti, molto di più di oggi, c’erano dei riti di passaggio: fino a poco tempo fa l’adulto era un dato biografico e sociale molto preciso.
Si diventava adulti quando si diventava maggiorenni, responsabili, si facevano scelte legate al lavoro e alla costruzione di una famiglia, si era passati attraverso certi riti di iniziazione come il servizio militare per i giovani uomini, o il debutto in società per le giovani donne, che si sono poi trasformati con gli anni nell’iscrizione all’università, nella militanza politica o nel primo viaggio con gli amici… delle tappe ben definite, insomma, che rappresentavano una sorta di frontiera: prima eri bambino o ragazzo, dopo eri adulto, e diventare adulto significava aver superato una prova, aver corso un rischio.
Il senso era che diventando adulti si acquisiva una responsabilità che era anche una nuova libertà.
Ma “l’adultità” oltre ad essere un dato era anche un valore. All’adulto si chiedeva l’ingresso definitivo nell’”età della ragione”, si chiedeva responsabilità, sì, ma gli si attribuiva anche un certo prestigio. Oggi il prestigio lascia il posto al peso e il desiderio di crescere, rallenta in una pigra indolenza.
Non ci viene più chiesto di diventare adulti, perché nel contesto in cui viviamo servono bambini dai molti sogni, dipendenti e richiedenti. Bambini cresciuti, che si pensano liberi da ogni responsabilità, perchè tanto a dire “come e cosa fare” ci sono gli altri.
Ed ecco che  non sappiamo più cosa significa diventare adulti né quando lo si diventa, e ci ritroviamo con “adolescenti” di 30-40 anni, che si definiscono ancora “ragazzi” e che stentano a percorrere la strada della propria autonomia.
La causa è sicuramente da ricercare nei fattori sociali, come ad esempio nella difficoltà a rendersi economicamente indipendenti in modo da affrancarsi dalla famiglia di origine, ma anche e certamente in problematiche più prettamente soggettive, come in uno scarso senso di responsabilità e consapevolezza, o nell’incertezza verso il futuro ed in una vacillante autostima, fattori che in ogni caso bene si incastrano in una società dai confini non più definiti, che ci mantiene in un limbo di indeterminatezza.
La società degli eterni adolescenti dà valore ad uno stato di semi-adulto: i genitori regrediscono, diventando più simili ai bambini, e i bambini sono quindi costretti a diventare adulti troppo presto, senza mai riuscirci completamente. In pratica, gli adulti regrediscono all’adolescenza e gli adolescenti perdono il desiderio di diventare adulti.
Possiamo infatti dire che oggi più che mai questo diventare adulti, proprio al pari della fase adolescenziale, rappresenti una vera e propria crisi che, una volta affrontata e superata, ci permette finalmente di fare il salto nel mondo dei “grandi”. Oltre che un naturale e difficile passaggio del nostro ciclo di vita, dunque, diventare adulti rappresenta anche un grande atto di coraggio.
Un coraggio, però, che al contrario della temerarietà adolescenziale, si basa su una più profonda consapevolezza di sé, delle proprie risorse, dei propri limiti.
Sono molte e molto importanti le scelte che ci attendono in questa fase; molte le domande alle quali noi stessi sentiamo l’esigenza di dover rispondere.
Scegliere, tuttavia, non è per niente facile dal momento che la scelta di una strada piuttosto che di un’altra, come la professione da svolgere o la persona da amare, implica un’assunzione di responsabilità circa le conseguenze della scelta stessa e l’accettazione del rischio presente.
Eccoci, quindi, nel pieno di una progettualità concreta e incarnata, che affonda le sue radici in un senso della nostra identità sempre più completo: cominciamo ad avere coscienza di chi siamo e di cosa desideriamo. Diventare autonomi, responsabili di noi stessi e degli altri, creare magari un nuovo nucleo familiare, essere un sostegno per i nostri genitori o diventare genitori a nostra volta… sono questi i mattoni che man mano formano le stanze nelle quali scegliamo di vivere la nostra vita.
In definitiva quindi, non solo il diventare, ma anche l’essere adulti oggi è un compito difficile.
C’è stato un tempo, non molto lontano, in cui l’adulto appariva come colui che era ormai cresciuto, che aveva portato a compimento i progetti della sua giovinezza e fatto delle scelte chiare e irrevocabili. È questa la visione di una persona che si crede “completa”, che pensa di non aver più nulla da imparare, che si considera ormai arrivata e realizzata.
Il nostro tempo invece ha scoperto l’incompiutezza dell’adulto, le sue crisi di mezz’età, la necessità di mettersi continuamente in discussione per sopperire all’imperante mancanza di stabilità: anche l’adulto conosce la paura e l’incertezza, dunque, ma fortunatamente oggi acquisisce anche una plasticità che mancava in passato, ed una possibilità di reinventarsi alla luce della conquistata “maturità”.
fonte: web

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Tutto succede per una ragione.

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