State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

giovedì 6 novembre 2014

Era Margherita

Margherita adesso è Tua

DI PAOLOPUGNI
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Io non posso stare sveglio con le mani nelle mani, troppe cose devo fare prima che venga domani.
Era Margherita. Era la prima canzone in cui Cocciante sorrideva, amava, urlava la felicità.
Era.
Era Margherita. Era tre banchi di fianco. Era un sorriso sommesso. Era l’università rimandata. Era un’amica riemersa –miracoli di Facebook?- era una della terza C, anzi no, perché al terzo anno aveva cambiato sezione, ma era comunque una di noi del ginnasio.
Era moglie e madre. Era una amicizia preziosa e non solo perché lavorava all’Agenzia delle Entrate,  era dottoressa dalla scorsa primavera, s’era tolta così uno sfizio, raccolto un sogno che non s’era avverato prima, era entusiasta del matrimonio di mia figlia.
Era seduta davanti a me a inizio luglio, insieme ad altri 5-6 per parlare del passato, del futuro e soprattutto del presente. Per vedere le foto del matrimonio, che sono il primo dei compagni di liceo ad essere diventato suocero e già si scommetteva sul nonno.
Era sorridente come sempre. Era sobria, qualcuno direbbe ingenua, io dicevo vera, sincera.
Era un nome nell’elenco, quello che come la formazione dell’Italia dell’82 e dell’Inter di Herrera non ti dimentichi più.
Era in ufficio quanto ha suonato per la prima volta la viola d’inverno. Infarto.
Operazione riuscita. Ma al momento di pigiare il bottone, di rimettere in moto il cuore, qualcosa non funziona, non riparte. 180 secondi che cancellano una vita.
Era tutto pronto per ricominciare e tutto s’è fermato.
Era ancora in coma, danni cerebrali estesi e probabilmente irreversibili, quando è arrivato il secondo infarto.
Era.
E qui ti devi fermare a pensare, a chiederti che cosa è la vita, la lotta, lo stare in piedi, il prendere sputi, il rendere sorrisi, l’avere paura, lo scrivere, il leggere, l’urlare, il piangere.
Ti devi fermare anche se è ridicolo, dici, pensare a lei quando intorno ti si scatena la morte e l’inferno, violenza e più violenza.
Ma qui la lama della falce t’ha sfiorato, forse graffiato un poco, forse per poco, che domani già non ti ricordi più. Però quei quindici minuti di celebrità li voglio dedicare a lei e a Lui.
Che qui il mistero si fa secco e ti sfida: come l’amore, come la sera che non sai mai quando comincia eppure è già lì.
Viviamo di mistero. Godiamo di mistero.
Io non so cosa dire. Non saprei cosa dire al marito e ai figli. Faccio fatica a dirlo agli altri ce chi ha le notizie di prima mano mi dice scrivi glielo tu che sai scrivere.. ma come fai a saper scrivere di morte? Di dolore? Anche Dante chiede aiuto alle rime aspre e chiocce, come faccio io che penso già ad Alvise che mi spara addosso?
Però mi fido, sarò matto, sarò ingenuo, sarò banale, ma mi fido. Perché così è l’amore, ci si fida, si crede. Anche quando non capisci. Anzi, specialmente.
Questo poco ho da dire, farò ridere, farò pena, farò rabbia, ma la faccia ce la metto. Non Ti lascio perché questo dolore mi interroga e mi spaventa. Sto indietro, alzo gli occhi e Ti guardo. E allora saliamo sul nel cielo e prendiamole una stella perché Margherita adesso è Tua.

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