State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

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State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

sabato 8 marzo 2014

8 Marzo ... AUGURI A TUTTE LE DONNE

W LE DONNE !

AUGURI


8 MARZO , AUGURI A TUTTE LE DONNE DEL MONDO !
ribloggato da Luced'inverno
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….Little do we realize….That the glory and the power…..Of He who makes the universe…..Lies hidden in a flower…Peace & Blessings, Maritza

….Little do we realize….That the glory and the power…..Of He who makes the universe…..Lies hidden in a flower…Peace & Blessings, Maritza

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ribloggato da  CARTESENSIBILI
la porta magnifica
la porta magnifica
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Auguri  da Giuliano W le D o n n e

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da 8-marzo-2009-w-le-donne-la-nostra-festa-ogni-giorno/

Gesù e la Festa della Donna (ITA/ESP)




Martha.JPG
























Video >>> Dame de beber 1 / 5



(*): Sopra un commento al Vangelo della Samaritana (Gv. 4) di Martha Fernandez Sardina,  direttrice dell'Ufficio per la Nuova Evangelizzazione della Arcidiocesi di San Antonio (Texas). Vedi infra per la traduzione in italiano. 

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Vedi anche in questo blog i seguenti post:

26 Lug 2011
Per l'occasione propongo tre video in cui si parla appunto del "genio" femminile: chi ne parla è Martha Fernandez Sardina, la direttrice dell'Ufficio per la Nuova Evangelizzazione della Arcidiocesi di San Antonio in Texas, che ...





26 Lug 2011
Pubblicato da vito luigi valente a 09:37 · Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook. Etichette: Martha Fernandez Sardina, Nuova Evangelizzazione...
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“DAMMI DA BERE”

Commento spirituale a Gv. 4: l'incontro di Gesù con la donna samaritana (1)

Introduzione.


Io sono convinta, come catechista, che Dio ha qualcosa da dire a voi attraverso di me, però sono enormemente più convinta che Dio vuole parlare a te direttamente, al tuo cuore, e di ciò vorrei che voi non dubitaste minimamente. Chiediamo allo Spirito che apra i nostri cuori e che li prepari, che prepari il nostro cuore perché quello che Dio vuole dirti in questa ora sia di aiuto alla tua anima, perché veramente io sono una peccatrice come voi, un servo inutile. Preghiamo. Nel Nome del Padre… Spirito Santo, che dolce la Tua presenza in mezzo a noi, Ti ringraziamo perché hai compassione di noi e desideri abitare nei nostri cuori, Ti ringraziamo perché il Signore nostro Gesù Cristo ha promesso che Tu ci condurrai alla Verità tutta intera. Ti chiediamo oggi, Spirito Santo, che parli a ciascuno di noi, che usi questo tempo per sigillare nel nostro cuore la Buona Notizia, il messaggio di Amore, di Guarigione, di Salvezza che vuoi dirigere a ciascuno di noi questa sera. Tu ci conosci per nome, conosci le nostre necessità, la nostra storia, la nostra molta o poca fede, la nostra situazione personale, perciò apriamo i nostri cuori e le nostre intelligenze a Te questa notte, per ascoltarTi e per parlare con Te dal più profondo del nostro cuore. Ungici, parlaci, trasformaci. Te lo chiediamo per Gesù Cristo nostro Signore, che con Te e con il Padre vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen. Maria, regina della pace, prega per noi.


Io vorrei questa sera, mie care sorelle, condividere con voi alcune cose, diciamo così, cuore a cuore. Voglio parlarti oggi da donna a donna, da credente a credente, da santa a santa o se preferisci da peccatrice a peccatrice, visto che siamo tutti un po’ santi e un po’ peccatori. Voglio parlarti da sorella a sorella. Quello che vorrei fare in questo tempo che stiamo insieme è riflettere su alcune verità essenziali, fondamentali che il Vangelo ci presenta e particolarmente vorrei concentrarmi sul testo di Giovanni 4, in cui si racconta dell’incontro di Gesù con una donna, con una donna samaritana, e vorrei attraverso questo Vangelo condividere con voi alcune verità di fede rispetto al “tipo” di Dio che ci si sta rivelando. Che tipo di Dio è questo? Che tipo di amore nutre questo Dio per noi? E vorrei anche riflettere sul tipo di persone che siamo noi come donne agli occhi di Dio. Come ci considera Dio a noi donne? E vorrei infine brevemente riflettere sulla importanza della missione di evangelizzare. Come possiamo noi essere strumenti nelle mani di Dio per condurre altri ad un incontro personale con Gesù Cristo?


“Dammi da bere”


In Gv. 4 si racconta l’incontro di Gesù con una donna samaritana e, dice la Parola, che Gesù si stava spostando verso la Galilea, proveniva dal Sud, dalla Giudea, e quindi “doveva” attraversare la Samaria (imperativo c.d. teologico). Ora, i giudei e i samaritani non intrattenevano buone relazioni; Gesù, stanco del viaggio, arrivò al villaggio di Sicar, vicino al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era il pozzo di Giacobbe (cfr. gli incontri presso i pozzi nella Sacra Scrittura). Gesù, dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo, mentre i discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Era verso mezzogiorno. Gesù sedeva e arrivò intanto una donna con un secchio, con un’anfora, ad attingere acqua dal pozzo. Dice la Parola che Gesù dice a questa: 1. donna 2.samaritana:
“Dammi da bere”; “Dammi un po’ d’acqua”. La donna, sorpresa, rispose a Gesù: “Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me che sono una 1.donna 2. samaritana ?”; l’evangelista nota: “I giudei infatti non mantengono buone relazioni con i samaritani”; sappiamo inoltre dalla tradizione ebraica che gli uomini normalmente non si rivolgevano in pubblico ad una donna, meno che mai se samaritana, dunque giustamente la donna mostra una certa sorpresa che Gesù osi rivolgerle la parola. Qui ci sono alcune cose che è opportuno analizzare punto per punto perché riguardano la mia e la tua vita, riguardano il tipo di Dio del quale stiamo parlando, il Suo Amore per noi, il Suo affetto, la Sua insistenza, la Sua perseveranza, e come Dio desideri stare con noi indipendentemente dal nostro passato, dal nostro presente, indipendentemente da quello che abbiamo commesso, da quello che siamo, da chi siamo, dal momento che siamo ai Suoi occhi dei figli la cui vita è enormemente importante. Gesù quindi le chiede da bere e lei si sorprende di tale richiesta, e Gesù le risponde: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti chiede da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”, egli ti avrebbe dato acqua viva. Andiamo con ordine, punto per punto. E il primo punto è questo: anche quando Dio è stanco – Gesù era stanco, aveva un corpo fisico come il nostro, soggetto alla stanchezza – si riserva il tempo per interpellarci, per parlarci, per avvicinarsi a noi. Perché è importante questo? Perché tante volte siamo tentati di pensare – non so voi, io sì – che no, io non posso parlare con Dio dei miei problemi, perché Dio ha tanti problemi di cui occuparsi: immaginati tu, adesso c’è la guerra in Afghanistan, la guerra tra israeliani e palestinesi, la situazione in Iran, in Corea del Nord, immaginati tu se Dio può pensare al mio problema così piccolo, così banale, così grossolano e dedicarmi del Suo tempo… O forse il contrario, forse credi che il tuo problema è troppo grande, che il tuo peccato è troppo grande, che ti sei allontanato TROPPO da Dio e dunque credi che Dio non vuole più parlare con te, vero? Avverti come la sensazione che Dio non vuole ascoltarti più, perché credi che è arrabbiato con te. Miei cari fratelli: Dio desidera intrattenersi con te, Dio vuole parlarti, parlare con te ed ascoltare la tua inquietudine, Dio non è troppo stanco per guardarti negli occhi, per guardare nel tuo cuore e per darti vita nuova. Dio desidera venire ad abitare dentro di te e chiederti da bere, perchè
QUANDO DIO CHIEDE, CHIEDE PERCHE’ VUOLE DARE!

Ripeto: quando Dio chiede, chiede perché vuole dare. Pensa che gran differenza tra Dio e gli uomini! Noi uomini generalmente chiediamo per ricevere, e ci sono alcuni tra noi che stanno sempre a chiedere, solo e sempre chiedono, chiedono, chiedono e non danno mai nulla a nessuno, e noi ci stanchiamo delle persone così, vero? Tu sai solamente chiedere, non dai mai e molte volte abbiamo una idea sbagliata di Dio: pensiamo che anche Lui chieda sempre qualcosa. Interessante sarebbe fare un sondaggio tra quelli di voi che hanno 15 0 16 anni o giù di lì. A mano a mano che cresciamo ci entra in testa questa idea: che cosa è questo dio, questa chiesa che sempre esige qualcosa, divieti e obblighi, non fare questo, non fare quell’altro…


Mie care sorelle: DIO CHIEDE PERCHE’ VUOLE DARE! Lo dice chiaro qui!: “Se conoscessi il dono di Dio e CHI E’ COLUI CHE TI CHIEDE DA BERE, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva!”. Egli ti avrebbe dato acqua viva: Gesù si avvicina a noi perché vuole darci qualcosa. Dice la Parola che la donna, dopo l’iniziale attitudine di sorpresa, assume addirittura un atteggiamento di sfida. Quante volte anche noi ci siamo comportati nello stesso modo, o sono io l’unica che pecco? C’è qualcun altro? Okay…
A volte abbiamo questa attitudine di sfida nei confronti di Dio o della Vergine Maria o dei sacerdoti o dei fratelli del nostro gruppo. Il testo dice che la donna domanda a Gesù: “Signore (la parola “signore” qui indica il tale signor Tizio o Caio, la samaritana non aveva ancora compreso che Gesù è il Signore dei Signori), signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?”. Non dimenticate che lei era ben consapevole di essere una donna di Samaria e che i samaritani si sentivano rifiutati dai Giudei, dunque lei si sentiva un po’ così, diffidente, pensava “tu mi hai rivolto la parola, però io so poi mi arriva la coltellata alle spalle”, come si dice, “che cosa nasconde questo giudeo che tanto per cominciare mi ha rivolto la parola e secondo che dice di possedere un’acqua viva che mi vuole dare ma non ha con sé neppure un secchio, un’anfora, che cosa mi nasconde?”. Mie care sorelle, molte volte nella nostra vita personale, nella nostra vita di fede, nella nostra vita familiare viviamo situazioni come questa: per le ragioni più diverse, per le sofferenze della vita, per le esperienze che ciascuna di noi ha avuto, molte volte ci siamo sentite rifiutate, siamo state utilizzate, siamo state anche tradite, e pertanto, anche senza volere, il nostro cuore si è un pochino indurito, e quindi siamo diventate un po’ diffidenti, schive, come se ci aspettassimo sempre la pugnalata alle spalle, la non accettazione, il rifiuto, e molte volte pensiamo che la maniera migliore per evitare di essere rifiutate è: rifiutare, vero, perché così mi copro, mi difendo; se indosso una corazza, se non mostro i miei sentimenti, se non mi lascio vedere così come sono, se non metto a nudo la mia anima, la mia intimità nessuno potrà più farmi del male, nessuno potrà più offendermi, rifiutarmi, tradirmi, utilizzarmi, e molti dei nostri cuori hanno questa corazza che a volte rimane impenetrabile anche per Dio. Certo, se vuole, Dio può entrare! Gesù Cristo risorto possiede un corpo nuovo, può attraversare le pareti, ricordate che la sera del giorno di Pasqua Gesù appare ai discepoli mentre erano chiuse le porte del luogo in cui si trovavano! Ciononostante, la parete, la porta, la corazza che avvolge il tuo cuore, Dio non la può attraversare o meglio non la vuole attraversare a meno che tu non Gli apra (Cfr. Ap. “Ecco. Io sto alla porta e busso…”). E questo è importantissimo, perché se tu in una qualche misura, poco o tanto, hai chiuso il tuo cuore all’Amore, per le esperienze dolorose che hai vissuto, per la mancanza di amore, per le volte che ti sei sentito non amato o peggio rifiutato, è possibile che, senza rendertene conto, tu stia rifiutando l’amore di Cristo, e questo è precisamente quello che Dio ti chiede. Aprimi, aprimi a Me, che sono il tuo Dio, aprimi il tuo cuore, perché io non vengo a toglierti nulla, non a esigere qualcosa, non vengo a te per utilizzarti, meno che mai per tradirti! Io vengo per darti Vita e Vita in abbondanza! Io vengo per guarirti, per vederti così come sei ai miei occhi, una preziosissima creatura di Dio! Questa è la verità che Dio oggi ti vuole dire .
Però può darsi che noi siamo un po’ diffidenti. Gesù… è incredibile Gesù! Ahi, quanto lo amo! Gesù non si scandalizza dell’atteggiamento diffidente della donna: fossimo stati tu ed io al posto Suo l’avremmo subito mandata a quel paese, arrangiati, le avremmo detto, tieniti pure la tua acqua, io me ne vado da un’altra parte e me ne compro una bottiglia, beh, certo, allora non esistevano le bottigliette d’acqua, però…aspetto che ritornino i miei discepoli che mi vogliono bene, che credono in me e che mi porteranno acqua fresca e vino e cibi raffinati e tutto quello che voglio! A volte noi siamo così, non è vero?


Offri un po’ di amore e se la persona alla quale ti stai rivolgendo lo rifiuta, tu reagisci e fai di peggio, arrangiati. Tu non sai chi sono io, come ti permetti di rifiutare la mia offerta di affetto? Perfino nella Chiesa facciamo così…No, certamente non qui a Los Angeles, in altre parti del mondo dico… Beh, Gesù non si comporta così, Gesù non si scandalizza del comportamento della samaritana, al contrario, GESU’ LE DA’ UNA SPIEGAZIONE! Che Dio fantastico! Gesù prende tempo e le spiega quello che vuole dire! La domanda della donna era in effetti molto pertinente: pozzo profondo, secchio nessuno, non so proprio immaginare come farai ad attingere acqua, da dove prenderai questa acqua viva… E allora Gesù le dà una catechesi e le dice NON da dove viene quest’acqua, perché non è questa la cosa più importante. La cosa più importante è un’altra: Gesù dice alla donna quello che produce questa acqua una volta che la si beva, il suo effetto (v.13): “Chiunque beva di questa acqua (quella del pozzo, n.d.r.) avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”. Una sorgente che zampilla! Avete presente le cascate del Niagara? Un’acqua che salta, un torrente, con forza, con potere, con l’energia di uno tsunami ! Un’acqua che trascina via tutto, un’acqua che dà vita.
L’acqua stagnante, lo sapranno senz’altro per averlo visto forse in una pozzanghera o anche per averla lasciata per qualche giorno in un recipiente, quest’acqua col passar del tempo imputridisce, ristagna, non ha movimento, non ha vita propria, non scorre, quindi comincia a mandare cattivo odore, puzza. E molte volte, mie care sorelle, noi abbiamo questa acqua nei nostri cuori, acqua maleodorante, che non si può toccare perché infetta, ti fa venire il tifo! Gesù vuole offrirci un’acqua di vita eterna, un’acqua di torrente, che salta, che zampilla, perché è viva e dà la vita! Questo è il tipo di acqua che vuole darci Gesù e attenti bene adesso a ciò che succede nel cuore di questa donna samaritana e che mi auguro succeda anche nel nostro cuore questa sera. Il suo atteggiamento cambia: lei nota la sincerità di Gesù. Si accorge che Gesù le stava parlando di qualcosa che sembrava conoscere bene! Capisce che non si scandalizza di lei, che non la rifiuta. Vede che Gesù si interessa seriamente a lei e lei a questo punto si incuriosisce, diventa improvvisamente attenta e cambia registro, per così dire: comincia una specie di confessione, così, senza neppure volere, credo. “Signore, gli disse la donna, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere”. Lei stava proprio facendo una confessione, senza volere. Lei stava pensando: waw, se fosse vero, mi piacerebbe tanto avere di questa acqua, lei stava riflettendo, senza dire una parola, la sua stanchezza, la stanchezza di dovere venire giorno dopo giorno al pozzo per attingere un’acqua che finisce, un’acqua che sazia la sete per un momento… E quante volte noi, care sorelle, noi attingiamo acqua dal pozzo sbagliato, cercando amore nei luoghi sbagliati, quante volte cerchiamo guarigione nei posti sbagliati, il senso di questa vita stessa. Forse il tuo matrimonio non è riuscito come tu pensavi, forse stai cercando amore fuori del tuo matrimonio, forse sei giovane e non sei ancora sposata o forse sei già avanti con gli anni e non ti sei ancora sposata e vai cercando amore in relazioni che non danno la vita, al contrario: dopo ogni volta ti senti sempre più povera, più povera, più povera, con ancora più sete, con più sete, con sempre maggiore sete… E la stanchezza ti si comincia già a notare, dico la stanchezza spirituale, mi capisci, no? La stanchezza interiore, il peso di questa vita, sei esausta, non ce la fai più, pensi: io do’ tanto, mi affatico e non ho niente in cambio, solo sofferenze e ferite. A volte uno pensa così, già le si nota in viso questa sofferenza e ti scappa questa confessione: Waw, magari mi dessi di quest’acqua, io felicissima! Perché non avrei più la sete che ho di amore, di senso, di amicizia, di affetto, di essere amata e rispettata, trattata per quello che sono, un gioiello, una perla preziosa…



Oh, se hai di quest’acqua, dammela, cosicchè non stia continuamente cercandola nel pozzo sbagliato! La donna inizia la sua confessione e quello che succede adesso è enormemente importante! Gesù ha visto la sua apertura e ne approfitta: vuole condurre la donna ad un livello più profondo e la stessa cosa vuole fare con voi questa sera (tu oggi sta qui, il Signore sta vedendo che tu stai mostrando la stessa apertura della samaritana e dunque vuole condurre anche te ad un livello più profondo); Gesù si appresta ora a mettere, per così dire, il dito nella piaga, capisci?, Dio ha notato l’apertura della donna e la vuole condurre ad un incontro veramente personale con lei stessa e con Lui e Dio vuole fare la stessa cosa con ciascuna di noi e a tal proposito ho una cosa da dirvi: soprattutto per quelle tra voi che sono un pochino nuove nel cammino di fede: Gesù mette il dito nella piaga più e più volte, non una volta sola! Ogni volta che vuole approfondire la conoscenza che tu hai di te stessa e di Lui , mette il suo dito nella tua piaga. A che cosa mi riferisco? Vediamo che cosa Gesù dice alla donna samaritana: le dice…perché lei Gli aveva chiesto… Guardate che interessante: Chi ha iniziato a chiedere? Gesù: “Dammi da bere”, e adesso quella che chiede chi è? La donna: “Dammi da bere”, perché – ripeto – quando Dio chiede, è perché vuole dare. Gesù voleva portare la donna esattamente a questo punto, a chiederGli da bere: “Dammi da bere!”, “Dammi!”, e adesso pensa: okay…, adesso sì che sei pronta, ora ti posso condurre dove forse tu non vorresti andare, ma da dove dovrai necessariamente passare per incontrarti con Me. Quindi le dice: “Và a chiamare tuo marito e torna qui”, và e torna, và lì nella tua situazione concreta, và lì nella tua realtà, và lì, chiama tuo marito e poi torna qui. E la donna, non so se risponde con tristezza, con dolore, con vergogna, non so se risponde a testa bassa, immagino di sì, che deve aver abbassato la testa, la donna risponde: “Non ho marito!”, una mezza verità e una mezza bugia, perché subito Gesù incalza: “Hai detto bene: non ho marito, perché hai avuto cinque mariti, e quello che hai adesso non è tuo marito. In questo hai detto la verità”. Fantastico, care sorelle! Che nonostante Gesù sapesse che la samaritana fino a quel giorno aveva vissuto una vita un po’, come dire…, mondana, un po’ disordinata, cinque mariti!, e quello che ha adesso non è suo marito, in altre parole stava vivendo in adulterio (e può darsi che qui in mezzo a noi ci sono alcune sorelle che sanno molto bene che cosa significa vivere nel peccato di adulterio, può darsi che alcune di noi tentano di saziare il bisogno di sentirsi amate con delle relazioni che non danno amore, che non danno vita…), nonostante tutto ciò, Gesù non le dice: ah, qui ti volevo, sei una donnaccia, una prostituta, questo è quello che sei! E’ così che le ha detto? No! Ed è così che vuole dire a noi oggi? No! Perché fino ad allora era esattamente questo ciò che la donna si era abituata a sentirsi dire. Possono immaginare, lo sapete meglio di me, che quando qualcuno commette un peccato pubblico, tutti glielo rinfacciano in un modo o nell’altro, e la vergogna con cui si convive, con l’immagine della peccatrice pubblica, della donna di facili costumi, della svergognata. Gesù non aveva bisogno di mettere il dito in questa piaga, no, quello che Gesù vuol fare è aiutare la donna a rendersi conto che “In questo hai detto la verità”, cioè lì nel pozzo non c’è vita, lì non incontrerai mai il vero amore. Inoltre quello che voleva fare Gesù con la samaritana (e quello che vuol fare con me e con te oggi) è RIVELARE CHI E’ LUI! In effetti quello che succede è proprio questo: una doppia rivelazione! Gesù rivela alla donna che stava cercando acqua nel pozzo sbagliato, in relazioni inappropriate, peccaminose, che non danno vita, e nello stesso tempo stava rivelando SE STESSO come IL PROFETA, infatti lei risponde: “Vedo che sei un profeta”, cioè in altre parole “ho capito che non sei un uomo qualsiasi”.



E qui inizia questo processo, un altro momento della conversione, e nella nostra vita è così che funziona: la conversione è dinamica, è sempre un processo, per noi come per la donna di Samaria. In un primo momento la donna vede Gesù come un uomo qualunque e un uomo giudeo, per giunta, e adesso si rende conto, mmmh, non è un uomo qualsiasi, questo giudeo è un profeta, e forse tu che da poco hai conosciuto Cristo stai scoprendo proprio questo, che Gesù non è un uomo qualunque, non è semplicemente un maestro, uno che ha detto tante belle cose 2000 anni fa, no no, Lui è un profeta, cioè in altre parole Gesù conosce quello che c’è nel tuo cuore, Lui sa già quello che tu non hai ancora detto né pensato (Cfr. Sal.138). E non so voi, ma io mi rallegro e rendo grazie a Dio che Gesù è un profeta, che mi conosce dentro e fuori. E sapete perché? Perché quindi non devo perdere tempo ed energie nel nasconderGli nulla, perderei il mio tempo se volessi tenerGli nascosto qualcosa! Siete d’accordo? Posso nascondere qualcosa a Dio? Evidentemente no, siete d’accordo. E dunque perché tentiamo di farlo così spesso? Perché tante volte indossiamo delle maschere con Dio, perché la cosa che ti fa soffrire di più e che fa soffrire di più a Lui non Gliela dici? Perché quella cosa che è tanto segreta, tanto intima, tanto profonda, quella tua debolezza, quel peccato che hai commesso che ti procura tanta sofferenza e tanti sensi di colpa assurdi, perché non Glielo dici? Lui già lo sa! Ci hai pensato? Tante volte è capitato anche a me: io dico “Signore…”, dice: “Sì. Lo so già. Raccontami, com’è successo… Dov’è successo?”, però Gesù non mi dice così perché vuole sapere i fatti miei, quelli li conosce già prima che io Glieli confessi. Perché dunque li vuole sapere?
Perché Gesù stava lì con me quando io stavo peccando. Ci hai mai pensato? Quando pecchi, con la lingua, con la mente, con il corpo, con il cuore, quando pecchi in pensieri, parole, opere e omissioni, come diciamo nella messa; tutto quello che hai detto, che hai pensato, che hai fatto o che hai tralasciato di fare (perché a volte noi omettiamo di fare un bene, e questo è peccato). Pensare che Gesù dove stava? Proprio là con te, dove io stavo facendo quel peccato, dicendo quella menzogna , quella calunnia ai danni di un mio fratello, pensando di andare a letto con la moglie del mio amico o tralasciando di fare un’opera di misericordia, corporale o spirituale. Gesù stava lì con me! Quindi Lui non ha bisogno di sapere nulla. Gesù sapeva benissimo che la donna aveva 5, voglio dire 6 mariti, e l’ha condotta alla sua realtà (e conduce me e te alla nostra realtà), perché ella apra gli occhi, perché anche io e te possiamo aprire gli occhi sulla nostra storia e perché possiamo dire anche noi: questa è la mia situazione, Signore, sto affondando nel fango, mmmh, chissà se Tu, che sei un profeta può fare qualcosa per me! La cosa tuttavia non finisce lì, perché Gesù continua a parlare con lei e lei con Lui e Gli dice: “I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”. In altre parole la donna adesso non è più diffidente, lei sta dicendo a Gesù: “Mi interessa ciò che mi proponi, voglio ricevere di più da Te, però non dimenticare che esiste questo problema: io sono samaritana, tu giudeo e forse non c’è grazia, forse non c’è salvezza, forse non c’è amore, tenerezza, vita nuova per me che sono samaritana… E quante volte anche tu ti sei fatto la stessa domanda. Sì, Dio è Amore, però forse non ama me! Sì, ama la gente buona, ai preti, ai catechisti, alle monache, ai fratelli del mio gruppo, ma non a me. Come può Dio amare proprio me? Con tutto quello che ho fatto? Dopo tutte le volte che l’ho tradito? No, impossibile, Dio non può amare me. Ascoltami bene: invece sì, proprio te, e di più! Non importa se sei povero o ricco, non importa se sei educato o no, non importa se hai tanti soldi o sei un morto di fame, non importa se hai camminato con il Signore per tutta la tua vita o se lo hai conosciuto appena adesso, non importa se hai peccato tanto o poco, NON IMPORTA NIENTE! Perché Dio ha un progetto di salvezza per ogni essere umano, e questo include TE.


E nella domanda della samaritana forse è nascosta la domanda che anche noi ci facciamo tante volte: però attenzione che devo fare questo e quell’altro e 10 e 20 e 200 cose per guadagnarmi l’Amore di Dio! NO, L’AMORE DI DIO NON SI GUADAGNA, E’ STATO GIA’ GUADAGNATO! L’Amore di Dio esiste da prima che esistessi tu! Tu esisti perché l’Amore di Dio esiste!Pensa a questa cosa tanto tanto tanto importante: prima che tu esistessi, il tuo corpo, le tue mani, i tuoi occhi così belli, tu esistevi già nella mente di Dio, meglio ancora tu esistevi nel cuore di Dio! Dio ti amò alla esistenza. Ci avete mai pensato? Dio ti ha creato amandoti: Lui ti ha immaginato e ha detto: voglio creare Marta,mmmh, sì, credo di sì, credo che andrò a creare una persona che si chiami Marta Fernandez, sì, già la amo, però io non c’ero ancora, e già Dio mi amava. Quante sono quelle tra di voi che hanno poco tempo di matrimonio? Alzate la mano, quelle che hanno 1, 2 o 3 anni di matrimonio. C’è qualcuno? O anche quelle tra voi che hanno 30 o 40 anni di matrimonio. Vi ricordate quando vi siete sposate? Ricordate che pensavate e amavate i figli che non avevate ancora, vero? Se è maschietto lo chiamerò Alessandro, se è femminuccia Isabella e poi se sono gemelli…Li stavate già amando e loro non esistevano ancora! Così è nel cuore di Dio. Dio non esige da noi che abbiamo un “pedigree”, sapete no?, i cani, che hanno il pedigree, i documenti che attestano che sono di razza pura. No, è che per Dio siamo tutti di razza pura! Per questo Gesù continua dicendo: “Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei (cioè dall’alleanza di Dio con Israele viene il Salvatore del mondo). Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. E qui Gesù stava già dando segnali della universalità della salvezza: ora il popolo di Dio non si limitava più ai giudei, ma si allargava fino a comprendere tutta l’umanità, dal primo uomo creato, Adamo, fino all’ultimo che un giorno sarà creato, dal più ricco al più povero, dal più vicino al più lontano: tutti ormai siamo popolo di Dio, e quello che Dio desidera è che noi Lo adoriamo nei nostri cuori, in spirito e verità. Che cosa vuol dire qui? Non si tratta solo di conoscere la Chiesa di Gesù Cristo ed essere membri della Chiesa di Gesù Cristo (il popolo di Dio), ma più propriamente conoscere al Gesù Cristo della Chiesa, ripeto, non basta conoscere la Chiesa del Signore, devi conoscere intimamente, personalmente, tu a tu, il Signore della Chiesa: a questo in primo luogo si riferisce Gesù quando dice di adorare Dio in spirito e verità, vuol dire che il nostro cuore, il nostro spirito, la nostra anima, tutto l’essere nostro sarà completamente innamorato e donato a Dio, e nella verità che cioè Lui è Dio (Cfr. Es.: “Io Sono Colui che Sono”) ed io sono io, né più né meno di questo. Io sono chi sono agli occhi di Dio, ed io non so se siete d’accordo con me, però io sono completamente convinta, assolutamente convinta che io sono una perla preziosa agli occhi di Dio, e non certo perché io sia buona; come un giorno disse Gesù ad un giovane : “Perché mi chiami buono? Solo Dio è buono”(ovviamente voleva dire “io sono Dio”), non quindi perché io sia buona, né perché recito rosari o faccia catechesi o vada a messa tutti i giorni o faccia tutte le novene del calendario. No, no, tutto questo è espressione della mia devozione e del mio amore e della mia adorazione a Dio. Io non sono buona per le opere che compio, non sono preziosa per quello che faccio, no, io valgo perché Dio mi ha fatto sua e mi ha reso preziosa, è Lui che mi dà il valore e la preziosità che possiedo io. Bene, dunque se io sono preziosa, tu? La stessa cosa, no? Tu sei preziosa agli occhi di Dio, e su questo voglio dire una parola: specialmente per quelle tra voi che non sono ancora sposate, ma anche per quelle che sono già sposate; io sono nubile, non so se un giorno mi sposerò, però potete essere certe che se un giorno mi sposerò, sarà con un gioielliere. Perché? Forse perché mi piacciono i gioielli? No, di fatto ne uso pochissimo. Io cerco un gioielliere perché voglio un uomo....

.... che si intenda di perle preziose, che le sappia valorizzare, che le ami, che quando ne veda una dica: questa sì che è una perla preziosa, questa non me la lascio scappare! Per questo motivo, specialmente mi rivolgo alle ragazze e a quelle di voi che non sono ancora sposate, però anche a quelle che sono già sposate: non permettete a nessuno, specie ad un uomo, che vi tratti come se foste una porcheria, perché tu non sei una porcheria, sei una perla preziosa, e le perle, i gioielli, i diamanti, l’oro non si butta nell’immondizia, non si tratta l’ro come se fosse un metallo qualsiasi, non permettere che ti trattino come un oggetto perché sei una perla preziosa di Dio, l’Orefice numero uno! E se invece sei già sposata? E non esattamente con un gioielliere? Approfitta per aiutarlo: aiutalo a rendersi conto che deve comportarsi come un gioielliere perché tu sei una perla, perché poco a poco inizi a trattarti come meriti, ed il modo migliore per insegnare ad un’altra persona a trattarci come meritiamo è trattare lei come noi vorremmo essere trattate. Quello che dice Gesù: la regola d’oro, non fare agli altri quello che non vuoi facciano a te e fai agli altri quello che vuoi che gli altri facciano a te. Rispetta. Lascia che sia la tua stessa vita a parlare agli altri, uomini e donne, che riconoscano in te la dignità dio un figlio di Dio, di una pietra preziosa. Ed esigi pure. Semplicemente. Così, molto tranquillamente, con un sorriso. Esigi che ti trattino come quello che sei, come una donna che vale, come una perla preziosa.
Vorrei poter stare ancora per tanto tempo, ma mi restano solo cinque minuti, così rapidamente voglio concentrarmi su un altro paio di cose che questo Vangelo ci presenta: se è certo che la samaritana ha incominciato pensando che Gesù era un uomo qualunque e poco a poco si è accorta che era un profeta, adesso le si vanno aprendo completamente gli occhi, e quando Gesù le dice: anche voi samaritani adorerete il Padre e lo adorerete in spirito e verità e non su questo monte né in Gerusalemme, allora lei si rende conto, oh oh, però, allora quest’uomo non è soltanto un profeta e Gli rivolge la domanda che quasi suggerisce la risposta, Gli dice: “Io so che il Messia, il Cristo, l’Unto di Dio sta per venire; quando Egli verrà ci insegnerà tutto”, Gli dice così quasi volendo chiedere a Gesù: “Sarai mica tu?”, e Gesù le risponde: “Sono Io che ti parlo”. Immaginate quello che è successo nel cuore di questa donna: era andata semplicemente ad attingere acqua da un pozzo, ad un tratto incontra un uomo che sembrava un tipo qualunque, piano piano si rende conto che non è così, che è un profeta, che la ama e la accetta così com’è, e non tiene in alcun conto i suoi peccati e il suo passato, finalmente le dice: Io sono il Messia! La donna non sta più nei panni: ritorna correndo al villaggio, i discepoli ritornano col cibo che erano andati a comprare e lei corre ad evangelizzare il villaggio di Sicar e dice alla gente: “Ho incontrato un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto!”. Badate bene che questa donna era una pubblica peccatrice,e adesso, liberata dall’Amore di Dio, guarita, comincia a guarire gli altri. E’ già trasformata dall’Amore di Gesù e pertanto non ha più paura di dire alla gente quello che la gente rinfacciava a lei: ehi, io sono una peccatrice, una adultera! Però ho incontrato un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto, cioè, ho incontrato Uno che, nonostante sapesse quello che sono, sa quello che sono! Ripeto questo: nonostante conoscesse quello che sono, una donna che ha sbagliato, una donna imperfetta, che pecca, che è stata con tanti uomini, sa quello che sono, una figlia di Dio, una donna chiamata a far parte del popolo eletto, una donna prescelta ad adorare Dio in spirito e verità, una perla preziosa. Mi ha detto tutto questo! Venite e vedete! E vennero tutti a vedere Gesù. 
Mentre la gente di Sicar accorreva, Gesù conversava con i discepoli dicendo loro che non voleva mangiare, ed essi insistevano: "Rabbi, mangia!", e Gesù ancora: "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete", che cosa sarà successo?, forse qualcuno gli avrà portato da mangiare, pensavano... "No, mio alimento - continua Gesù - è completare l'opera del Padre": e questa è la missione che Dio dà anche a noi, completare l'opera del Padre. E qual'è l'opera del Padre? Che non si perda nessuno dei suoi figli,che andiamo in cerca di tutte le anime, di tutti i figli di Dio, di tutti coloro che hanno bisogno di ascoltare la Buona Notizia che in Cristo e solo in Lui si trova la salvezza. Non avere paura. Già finisco. Non avere paura di metteri nuda davanti al Signore. Non temere, lascia che Gesù entri fino al punto più profondo, più oscuro, più segreto del tuo cuore! Non aver paura, perchè Gesù non viene per abusare di te, non viene per accusarti, Lui viene, penetra fino al punto più oscuro, visita le profondità del tuo spirito, ti porta con Sè fino al punto più segreto della tua vita per guarirti, per riscattarti, per liberarti, per renderti bella e condurti alla Sua Mensa, al posto che ti spetta di diritto perchè Lui lo ha conquistato per te. E inoltre, mie care sorelle,non dobbiamo mai aver paura di confessare davanti agli altri che siamo quello che siamo, nè più nè meno. Siamo sì imperfette, peccatrici, però siamo figlie di Dio preziosissime. Che il Signore Gesù, che tanto ama a ciascuna di voi, che il Padre celeste, che ha inviato Gesù perchè tanto ha amato il mondo, che lo Spirito Santo che ci è stato promesso, che ci è stato dato come primizia per condurci alla Verità tutta intera, che questo Padre, questo Figlio e questo Spirito Santo continuino a parlare ai vostri cuori e vi conducano ad una conoscenza piena della Verità, dell'Amore di Dio e del valore grandissimo che ciascuna di voi ha agli occhi di Dio. Che Dio vi benedica!


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(1): La traduzione dallo spagnolo è mia. Se qualcuno vuole, è possibile il video della catechesi su youtube: il titolo da cliccare è "Dame de beber - Martha Fernandez". Prima di leggere il testo che propongo, è importante considerare che la dott.ssa Fernandez si rivolgeva ad un pubblico di sole donne, esponenti della folta comunità cattolica latino-americana di Los Angeles.

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