Trentatrè
di Emanuele Fant
Se i vent’anni sono l’età di Facebook (rete di amici), i trent’anni sono l’età di Linkedin (rete professionale). Mi sono iscritto anch’io, con seguito di scoperte e di riflessioni. Prima scoperta: quelli che al liceo avevano gli occhiali con la montatura rettangolare, sono diventati tutti editor. (Possibile che al mondo servano più editor che panifici? E poi cosa fa esattamente un editor? Si domanda tutto il giorno chi gli ha portato via la ‘e’ finale?). Seconda scoperta: nessuno è diventato impiegato, operaio, tranviere, casalinga. Quelli che lo sono diventati lo scrivono in inglese per confondere le acque. Ad esempio chi vende le viti è Sales Manager presso la Screw Corporation. Vuoi mettere?
Tutti sono un po’ ingrassati e hanno vestiti migliori.
I trent’anni e passa non hanno portato alla mia vita la sola novità dell’iscrizione al social network. Recentemente alcune news inverosimili hanno minato le mie sicurezze: Andrea e Laura aspettano un bambino, Fabio si sposa a settembre, Linda e Morgan hanno preso un secondo gatto.
Se l’adolescenza è il tempo delle domande irrisolvibili, la stagione che segue è finalmente dedicata alle risposte. La pancetta che affligge tutti a questa età è evidentemente lì a testimoniare che la corsa pazza è finita, che la tensione irrisolvibile non è più necessaria, che adesso ci si può sedere e finalmente ragionare con calma, magari davanti a una tazza di tisana al finocchio (che depura).
Nel 2001 conobbi al cinema i trentenni urlanti e frustrati di Muccino, rinforzando il mio proposito di morire a ventisette anni come Kurt Cobain e altri eterni giovani famosi. Probabilmente mi ha salvato la mia astemia e il fatto che non faccio mai il bagno dopo pranzo, fatto sta che rimanere qui mi ha permesso di accedere a un tempo, quello col 3 nelle decine, insospettabilmente fecondo, benedetto, e in speciale connessione con il Senso.
Quando, turbati, io e la mia futura moglie abbiamo parlato per la prima volta a fra Roberto, confidandogli che ci stavamo scoprendo credenti, lui ha ribattuto serafico: “Tranquilli, seguo altri coetanei nelle vostre condizioni”.
Ma perché l’incontro fatale s’incunea spesso a metà vita?
Forse perché la maturità porta con sé le prime decisioni, e le decisioni non si prendono se non si ha un itinerario, una direzione, una mappa stradale, o almeno una applicazione per l’Iphone. Forse perché arriva l’amore che finalmente, questa volta, speri duri sempre, e sei costretto a fare i conti con che cosa sia l’eternità. Forse perché i figli, voluti o capitati, chiedono dal primo vagito una griglia di significato che è dovere tuo, e non dell’ostetrica, illustrare.
Pure Diouomo in persona ha stabilito che trentatré anni di vita era il momento più opportuno per ricongiungersi col Padre. Perché non prendere esempio, e lasciarsi andare?
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... ROSES & ESPINE..