il blog di costanzamiriano
Un fatto accaduto ad una lettrice.
Una mattina come tante altre, istituto tecnico per geometri , una piccola città, come si dice ..di provincia”, ma che di provinciale non sembra avere più niente.
Tutto è omologato, dai jeans alle magliette con le solite marche, ogni due mesi un nuovo logo, le solite scarpe da fighetti o da running, i braccialetti con le scritte o i cuoricini..sembrano tutti figli di una stessa madre. O meglio di uno stesso sarto e di uno stesso parrucchiere.
La prof fa l’appello, è tornata Lisa, bene temevo un altro abbandono, è pallida , la solita influenza. Inizia la lezione e tutto fila liscio nella assoluta normalità di un giorno di scuola come tanti, correzione compiti, ascolto del dialogo , introduzione della nuova unità, la classe è attenta ma troppo silenziosa. La prof guarda i volti uno per uno, impassibili, eppure qualcosa E’ SUCCESSO.
Ma gli adolescenti sono bravissimi, se non vogliono parlare sono capaci di un’assoluta, totale faccia da circostanza. Ma sarà l’esperienza, gli anni passati fra questi banchi, qualcosa non la lascia tranquilla, cosa c’è ragazzi??
Niente prof..cosa vuole che ci sia. Va bene mi arrendo, sono diventata ipersensibile, credo di percepire e invece mi faccio i film.
Suona la campanella, detto in fretta i compiti, non riesco mai a finire per tempo, la campana mi sorprende sempre.
Esco, ciao a domani ragazzi. Lisa mi rincorre in corridoio. Scusi prof, ha un minuto? Certo, dimmi.
Sa, non ho avuto l’influenza…
Un silenzio di mezzo minuto, lacrime..oddio cosa avrà…
No, è che ero incinta e ho abortito, sa quindici anni io e lui è sposato…
Groppo in gola, Lisa, una bimba!! Come è possibile, e adesso cosa le dico, come vado avanti??
Se le dico di dirmi chi è lo stronzo non lo farà eppoi il punto ora è lei, sarà distrutta..
Come stai adesso?
Ma io bene, sa non è la prima volta. Il punto è che non riesco ad essere concentrata sulle cose da fare, il torneo di pallavolo, le lezioni da recuperare…
Io, la prof, sono sconvolta, non reggo il dolore, la morsa allo stomaco, la rabbia.
Devo mantenere la calma, non posso dirle quello che sento, tutto quello che sento.
Le riesco solo a dire.. grazie a Dio hai almeno questo disagio, coltivalo perché è l’ultimo eco di umanità che ti rimane. Domani ne riparliamo e affrontiamo di nuovo la questione, ora devo andare, ho una classe che mi aspetta. Per fortuna l’aula prof è vicina. Mi rifugio lì e piango in silenzio.
Questo mio mestiere mi sta scavando l’anima.
Oggi riuscirò di nuovo a pensare, poi affronterò con lei tutto questo, non posso, proprio non posso non farmene carico.
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... ROSES & ESPINE..