Pier Paolo Pasolini
Articolo da Luisa Borghi
Chissà se i ragazzi che ora frequentano l’Università hanno un’idea vaga di questo scrittore, regista, poeta, personaggio ucciso quarant’anni fa in modo barbaro sul litorale di Ostia. Se dovessero attenersi a tutti gli scritti usciti in questi ultimi giorni ed ai libri esposti in ogni supermercato, non ci capirebbero gran che. Ognuno si è raccontato Pasolini ad hoc, come volevano che fosse secondo il loro modi vivere, di pensare e di agire. Uno dei giornalisti che più lo ha amato, Furio Colombo ha raccolto in un suo messaggio tutta la tristezza , anzi l’angoscia di Pasolini . Messaggio rimasto inascoltato e dove preconizzava la trasformazione dei cittadini in consumatori e della scuola per tutti nella scuola di chi può pagare. Attualmente a Roma va in scena uno spettacolo di Giovanna Marini che è il primo di una lunga serie di omaggi che il Teatro di Roma sta dedicando a Pier Paolo Pasolini in occasione appunto del quarantennale della morte avvenuta il 2 novembre.
Tornando al pensiero di Pasolini, egli prefigura il potere come sede di indegnità, manipolazioni ed intrallazzi con banchieri. Tutto questo causato dall’esplosione della cultura di massa e della stupidità della televisione. Pasolini era spaventato della decadenza della cultura che impediva alla borghesia più ignorante d’Europa di trasformarsi in una folla consapevole della realtà che la circonda. Poteva sembrare la sua una specie di delirante follia ed è la cronaca dei nostri giorni. Pasolini sta vivendo in questi giorni il momento che allora si meritava poiché quando era in vita era discusso e, come minimo, scomodo. Ora, da morto, non è più pericoloso per nessuno e sul suo carro trovano posto tutti.
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Autore: Luisa Borghi
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