A lui affida la Sua Sposa
di Costanza Miriano
In questo periodo, si sa, i giornali pullulano di interventi alla “even the pig” (l’inglese dà quel tocco di eleganza), perché purtroppo in questi giorni tutti, anche il maiale appunto, si sentono in dovere di esprimere imperdibili opinioni sul conclave, sulla Chiesa, sul futuro Papa. Quando sento certe perle mi viene da rispondere come Troisi: “aspetta che mo’ me lo segno”.
La fiera dell’ignoranza o della mala fede, non so, a volte di tutte e due. Io personalmente se mi chiamassero in tv a esprimere un’opinione sul nuovo Dalai Lama o su un rabbino capo, o sulla guida spirituale dell’Islam mi darei malata, staccherei il telefono o parlerei con voce nasale dicendo “mi spiace, ha sbagliato numero”. Insomma mi terrei rispettosamente a distanza.
Poveracci, non ci hanno capito niente. Non si capacitano che a noi credenti non interessa niente di vatileaks e di tutte le porcherie che possano venire alla luce. Noi li conosciamo, certi uomini di Chiesa, e anzi, più li conosciamo più ne vediamo le magagne. Ne sappiamo più noi di Odifreddi e di Augias messi insieme, del peccato di certi uomini, intanto perché siamo dentro la Chiesa, e poi perché vediamo il nostro, di peccato, e niente ci scandalizza (lo sappiamo da soli che siamo cattivi, non abbiamo mica bisogno degli scoop giornalistici). Però sappiamo che Dio ci ha amato tantissimo, e ha dato la vita per noi, e ci ha aperto la porta per la vita eterna, dandoci la possibilità di diventare figli di Dio. Questa porta è la Chiesa, e quindi anche se la porta sarà sporca e decrepita noi non ne usciremo.
Noi mica idolatriamo la mano che dà il battesimo, la mano che ci assolve, quella che solleva il pane per permettere al pane di diventare il corpo di Gesù. Noi però sappiamo che se non c’è un sacerdote questo non può avvenire, e se il sacerdote poi fa le cose peggiori per noi il pane è sempre il corpo di Gesù.
Senza la Chiesa poi non avremmo la garanzia che quello in cui crediamo non è un parto della nostra fantasia. Ci potremmo inventare una religione a nostro uso e consumo, plasmata sulle nostre personali nevrosi e idiosincrasie. È vero, ci sono anche sacerdoti che prendono posizioni improponibili, al limite dell’eresia, ma la Chiesa, udite udite, non è un’azienda, è una famiglia, e, esattamente come si fa nelle famiglie con i figli più scapestrati, con quei sacerdoti ha pazienza, non li caccia di casa, e se se ne vanno li aspetta a braccia aperte.
E proprio come in una famiglia, davvero numerosa, dentro ci sono tanti, ma proprio tanti, fratelli generosi, seri, capaci di farsi carico degli altri come veri fratelli. Fratelli come non ne ho mai incontrati altrove.
Qualunque cosa ispirerà lo Spirito Santo dentro la Cappella Sistina noi saremo pronti. Niente ci intimorisce, niente ci scandalizzerà, neanche se venisse eletto quello lì, proprio quello che davvero non ci piace. Sarà comunque il nostro Papa. Nelle sue mani metteremo preghiere e digiuni, perché le amministri per la salvezza universale delle anime. Perché per noi è il Vicario di Cristo, a cui lui affida la sua Sposa, e di certo lui non la abbandonerà, per quanto il suo vestito possa essere poco immacolato. Noi da questa navicella nella tempesta non scenderemo di certo, e anzi, remeremo con tutte le nostre forze per portarla in salvo, lavoreremo con olio di gomito (anzi, di ginocchio) per pulirla. Ispirati dalla condottiera, santa Caterina:
E voi, figlioli dolcissimi, ora che siamo al punto, è il tempo che vi affatichiate per la Chiesa di Cristo, vera madre della nostra fede. Perciò vi conforto, voi che in essa siete stati piantati, d’essere come le sue colonne, e tutti insieme e bene uniti affatichiamoci con il fervore della nostra orazione, in questo giardino della fede salvifica. Ma con i fatti, schiacciando ogni amor proprio e ogni pigrizia, facendo compiutamente la volontà di Dio che per questo ci ha chiamati, per la nostra salvezza e per quella degli altri, in unione con questa Chiesa nella quale è salute delle nostre anime. Amen.
Chi è costanza miriano
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