sul tema:
Vanità di vanità S. Filippo Neri
Vanità di vanità
BRANDUARDI E SAN FILIPPO NERI: L'INDIMENTICABILE
"STATE BUONI SE POTETE"
Video sotto "State buoni se potete" cntata da Angelo Branduardi
Vai cercando qua, vai cercando là,
ma quando la morte ti coglierà
che ti resterà delle tue voglie?
Vanità di vanità!
Sei felice, sei, dei piaceri tuoi,
godendo solo d'argento e d'oro,
alla fine che ti resterà?
Vanità di vanità!
Vai cercando qua, vai cercando là,
seguendo sempre felicità,
sano, allegro e senza affanni…
Vanità di vanità!
Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno,
non immagini, certo, quel che un giorno sarà della tua vanità.
Tutto vanità, solo vanità!
Vivete con gioia e semplicità,
state buoni se potete…
tutto il resto è vanità.
Tutto vanità, solo vanità!
Lodate il Signore con umiltà,
a Lui date tutto l'amore,
nulla piú vi mancherà.
San Filippo Neri | |
San Filippo Neri |
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State buoni se potete (Versione integrale) è un film italiano del 1983 diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy. [[[[[ Film per tutti ]]]]]
Descrizione:
Durante il XVI secolo, nella Roma papale, il colto e gentile don Filippo Neri dedica la sua missione parrocchiale all'infanzia abbandonata fondando alcuni istituti di raccolta ed educazione. State buoni se potete, raccomandava spesso Filippo ai ragazzi dell'oratorio. E la sua storia personale si snoda e si intreccia alle vicende di vari papi, tra cui Sisto V, personaggi religiosi, tra cui Ignazio di Loyola, Carlo Borromeo, Giovanni della Croce, Teresa D'Avila e Francesco Saverio.
**************************************** ***************
Paese Italia
Anno 1983
Durata 149 min
Colore colore
Audio sonoro
Genere biografico
Regia Luigi Magni
Soggetto Luigi Magni, Bernardino Zapponi
Sceneggiatura Luigi Magni, Bernardino Zapponi
Fotografia Danilo Desideri
Montaggio Ruggero Mastroianni
Musiche Angelo Branduardi
Scenografia Lucia Mirisola
Interpreti e personaggi ********************************* * Johnny Dorelli: Don Filippo Neri * Philippe Leroy: Ignazio di Loyola * Renzo Montagnani: Mastro Iacomo * Mario Adorf: Papa Sisto V * Angelo Branduardi: Spiridione * Rodolfo Bigotti/Roberto Farris: Cirifischio * Eurilla Del Bono/Federica Mastroianni: Leonetta * Giovanni Crippa: Il duca di Caprarola * Iris Peynado: La bella mora * Marisa Traversi: Teresa d'Avila * Piero Vivarelli: Carlo Borromeo * Flora Carabella: Venditrice di scope * Raimondo Ricci: Ricciardetto * Franco Javarone: Il Bargello * Gianni Musy Glori: Il principe * Tiziana Pini:
SoundTrack **************************************** ***********
# "Vanità di Vanità"
Composed by Angelo Branduardi
Performed by The Cast
# "La Canzone di Cadigia"
Sung by the character of "La bella Mora"
Composed by Angelo Branduardi
# "Capitan Gesù"
Sung by the choir of orphans cared for by the Jesuites
Composed by Angelo Branduardi
# "Il Tema di Leonetta"
Composed by Angelo Branduardi
# "La Danse des filles de joie"
Music by Angelo Branduardi
played when Don Fili visits the whores while searching for Cirifischio's mother
Parole di QOELET, figlio di Davide, re di Gerusalemme
|
Prologo
Vanità delle vanità, dice Qoèlet.
Vanità delle vanità: tutto è vanità.
Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?
Una generazione se ne va e un'altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge, il sole tramonta
e si affretta a tornare là dove rinasce.
Il vento va verso sud e piega verso nord.
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.
Tutti i fiumi scorrono verso il mare,
eppure il mare non è mai pieno: al luogo dove i fiumi scorrono, continuano a scorrere. Tutte le parole si esauriscono e nessuno è in grado di esprimersi a fondo. Non si sazia l’occhio di guardare né l’orecchio è mai sazio di udire. Quel che è stato sarà e quel che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole. C’è forse qualcosa di cui si possa dire: “Ecco, questa è una novità”? Proprio questa è già avvenuta nei secoli che ci hanno preceduto. Nessun ricordo resta degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso quelli che verranno in seguito. |
"La bellezza salverà il mondo"
CANTO ALLA SUA DONNA
Cara beltà che amore
lunge m'inspiri o nascondendo il viso,
fuor se nel sonno il core
ombra diva mi scuoti,
o ne' campi ove splenda
più vago il giorno e di natura il riso;
forse tu l'innocente
secol beasti che dall'oro ha nome,
or leve intra la gente
anima voli? o te la sorte avara
ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara?
Viva mirarti omai
nulla spene m'avanza;
s’allor non fosse, allor che ignudo e solo
lunge m'inspiri o nascondendo il viso,
fuor se nel sonno il core
ombra diva mi scuoti,
o ne' campi ove splenda
più vago il giorno e di natura il riso;
forse tu l'innocente
secol beasti che dall'oro ha nome,
or leve intra la gente
anima voli? o te la sorte avara
ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara?
Viva mirarti omai
nulla spene m'avanza;
s’allor non fosse, allor che ignudo e solo
Per novo calle a peregrina stanza
verrà lo spirto mio. Già sul novello
aprir di mia giornata incerta e bruna,
te viatrice in questo arido suolo
Io mi pensai. Ma non è cosa in terra
che ti somigli; e s'anco pari alcuna
ti fosse al volto, agli atti, alla favella,
saria, così conforme, assai men bella.
Fra cotanto dolore
quanto all'umana età propose il fato,
Se vera e quale il mio pensier ti pinge,
alcun t'amasse in terra, a lui pur fora
questo viver beato:
E ben chiaro vegg’io siccome ancora
verrà lo spirto mio. Già sul novello
aprir di mia giornata incerta e bruna,
te viatrice in questo arido suolo
Io mi pensai. Ma non è cosa in terra
che ti somigli; e s'anco pari alcuna
ti fosse al volto, agli atti, alla favella,
saria, così conforme, assai men bella.
Fra cotanto dolore
quanto all'umana età propose il fato,
Se vera e quale il mio pensier ti pinge,
alcun t'amasse in terra, a lui pur fora
questo viver beato:
E ben chiaro vegg’io siccome ancora
seguir loda e virtù qual ne' prim’anni
L'amor tuo mi farebbe. Or non aggiunse
il ciel nullo conforto ai nostri affanni;
e teco la mortal vita saria
simile a quella che nel cielo india.
Per le valli, ove suona
del faticoso agricoltore il canto,
ed io seggo e mi lagno
del giovanile error che m'abbandona:
E per li poggi, ov'io rimemhro e piagno
i perduti desiri, e la perduta
speme de'giorni miei; di te pensando,
a palpitar mi sveglio. E potess'io,
nel secol tetro e in questo aer nefando,
l'alta specie serbar; che dell'imago,
poi che del ver m'è tolto, assai m'appago.
“Se dell'eterne idee l'una sei tu cui di sensihil forma “sdegni l'eterno senno esser vestita,
e fra caduche spoglie
provar gli affanni di funerea vita;
o s'altra terra ne' superni giri
fra' mondi innumerabili t'accoglie,
e più vaga del Sol prossima stella
t'irraggia, e più benigno etere spiri;
di qua dove son gli anni infausti e brevi
questo d'ignoto amante inno ricevi.
il ciel nullo conforto ai nostri affanni;
e teco la mortal vita saria
simile a quella che nel cielo india.
Per le valli, ove suona
del faticoso agricoltore il canto,
ed io seggo e mi lagno
del giovanile error che m'abbandona:
E per li poggi, ov'io rimemhro e piagno
i perduti desiri, e la perduta
speme de'giorni miei; di te pensando,
a palpitar mi sveglio. E potess'io,
nel secol tetro e in questo aer nefando,
l'alta specie serbar; che dell'imago,
poi che del ver m'è tolto, assai m'appago.
“Se dell'eterne idee l'una sei tu cui di sensihil forma “sdegni l'eterno senno esser vestita,
e fra caduche spoglie
provar gli affanni di funerea vita;
o s'altra terra ne' superni giri
fra' mondi innumerabili t'accoglie,
e più vaga del Sol prossima stella
t'irraggia, e più benigno etere spiri;
di qua dove son gli anni infausti e brevi
questo d'ignoto amante inno ricevi.
Giacomo Leopardi
Adattamento cinematografico diretto da Lasse Hallström ed interpretato da Channing Tatum e Amanda Seyfried, nei ruoli di John e Savannah del romanzo Ricordati di guardare la luna scritto da Nicholas Sparks.
SEGNALO:
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