Un po’ di cultura non fa mai male.
Non tirava un alito di vento; il lago giaceva liscio e piano, e sarebbe parso immobile, se non fosse stato il tremolare e l'ondeggiar leggero della luna, che vi si specchiava da mezzo il cielo. S'udiva soltanto il fiotto morto e lento frangersi sulle ghiaie del lido, il gorgoglìo più lontano dell'acqua rotta tra le pile del ponte, e il tonfo misurato di quei' due remi, che tagliavano la superficie azzurra del lago, uscivano a un colpo grondanti, e si rituffavano...
Addio, Monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse biancheggianti sul pendio, come branchi di pecore pascenti; addio!
Grazie a PieroL’OPERA DELL’UOMO – L’”Addio ai monti” di Alessandro Manzoni: La lirica dell’emigrante di ieri e di oggi
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