È facile amare qualcun altro, ma amare ciò che sei, quella cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio. Perciò amare in primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi sperata, e goduta, quando ne siamo capaci. Ma alla fine i nodi verranno al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno, ripresentarti per quell’esperimento, sapere se sei realmente in grado d’amare. È questa la domanda – sei capace d’amare te stesso? – e sarà questa la prova.
– C.G.Jung –
immagine dal web rielaborata
Tutto cio’ che ho dentro
lo troverai scritto fuori di me,
trasparente come sono,
nulla potrei mai nascondere
e se chiudi gli occhi, pur
non vedendo, potrai sentire
il mio canto, come il suono
dell’acqua che scende,
pioggia dal cielo, lacrime
d’amore.
Giuliana Campisi ©
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