State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

sabato 31 gennaio 2015

Farcela con la morte ( Il titolo francese è ancora più penetrante: Réussir la mort)

 Originally posted on 

il blog di Costanza Miriano:

Due questioni poco popolari

DI AUTORI VARI
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di Innocenza Laguri
Ci sono due  questioni che mi impegnano molto, avendo 68 anni , interconnesse e molto censurate: la vecchiaia e la morte.
Pochi anni fa è uscito un libro di un giovane, acuto, scrittore e filosofo francese, convertitosi dopo un sofferto e impegnato itinerario, il libro si intitola  Farcela con la morte ( Il titolo francese è ancora più penetrante: Réussir la mort) L’autore si chiama Fabrice Hadjadj  Confesso che, siccome mi annoio facilmente nelle attese e porto spesso con me  un libro,  durante il tempo di lettura  ho deciso di ricoprirlo perché in metrò chi vedeva il titolo faceva qualche ironia. Non parliamo di quando ho voluto regalarlo, per esempio a Natale. Mio fratello, malato di cancro al pancreas coraggiosamente non si è offeso, mi ha detto: aspetto a leggerlo negli ultimi giorni, ma poi il male l’ha travolto e non l’ha più letto.
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commenti to “Due questioni poco popolari”


GRAZIE Franca... per la tua testimonianza GiuMa

Franca 35 
Sto vivendo il mio ottantesimo anno: la prima cosa da dire a questo proposito è “grazie”! Ho appena finito il mio lavoro in parrocchia, quando il 30 novembre scorso il gruppo dei miei ragazzi hanno ricevuto la Cresima. Ho voluto resistere per portare a termine l’impegno che avevo preso cinque anni fa. Ora mi sto preparando a un intervento al ginocchio, la cui attesa si è protratta troppo a lungo, diventando difficile da sopportare. Non ne ho troppa voglia, ma lo devo fare. Vivo i miei giorni facendo quello che posso, non pretendendo troppo da me stessa, godendo delle piccole cose quotidiane con la grazia del Signore nel cuore. E aspetto il “grande evento”. Non mi faccio più tante domande, vivo il mio tempo come ho sempre fatto, mi interesso del mondo, che è dono di Dio e del quale facciamo parte anche se non siamo “di questo mondo”. E prego molto, la mia preghiera spesso non è fatta di parole, ma sono cosciente che tutto il mio essere prega, in qualsiasi momento del giorno e della notte. Non ho paura, almeno non mi sembra, piuttosto sono curiosa e la mia speranza è piena di gioia, di vera gioia tranquilla, serena, interiore, perchè so a Chi ho dato la mia vita. Gli errori del passato li ho gettati nel cuore dell’Agnello che mi ha perdonato, e ora capisco che niente è stato vano, mi sento circondata dall’Amore che muove il mondo e quando vengono pensieri tristi semplicemente li caccio via. Perchè non è lecito essere tristi quando si è di Cristo Signore. Il dolore fisico spesso debilita, ma dove posso ricorro alla medicina, o porto pazienza in attesa che passi. E ne faccio offerta a Dio per le sofferenze del mondo e dei miei fratelli. Credo sia importante vivere pieni di vita e di amore sempre, insieme a sorella morte e ai tanti cari amici e parenti che mi hanno preceduta e che sono certa rivedrò nel Suo Regno. Un grazie a tutti voi di questo blog, a Costanza e Admin e a tutti gli altri, vi seguo sempre con le mie preghiere, mi aiutate molto. Che Dio benedica i vostri cuori, le vostre famiglie, il vostro lavoro e le belle imprese che portate avanti con entusiasmo. Ciao a tutti, vi abbraccio. 

martedì 27 gennaio 2015

«Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!».

   Originally posted on il blog di Costanza Miriano:
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di Costanza Miriano
Sulla teoria come sempre sarei anche preparata. Per esempio lo so che San Francesco dice di non entrare in risonanza col male del fratello, sennò rimane a te, nel tuo cuore, e finisci per tenere il male dell’altro con te, per impossessartene come di un regalo prezioso. Però quando ho letto certe cose su di noi – Padre Maurizio, Marco Scicchitano, Mario Adinolfi e me – lo ammetto, ci sono entrata, eccome, in risonanza col male altrui.
View original 690 altre parole

alcuni commenti to “Perché ci si divide?”


Ci si divide perché nonostante Cristo sia venuto per liberarci dalla schiavitù della Legge (non solo da quella del peccato…) continuamente corriamo a cercarci una “legge” o una “leggina”. Una regola o una regoletta…
Perché così possiamo dormire sonni tranquilli, metterci il cuore in pace, sentirci nel giusto.
Il problema è che il più delle volte la regoletta d’oro, la parola magica, la condizione sine qua non, è ritagliata moolto a nostra immagine e somiglianza e naturalmente ci serve anche come metro di misura… eh si! Perché bisogna pur distinguere il bene dal male, i buoni dai cattivi, chi sta dentro da chi – deve – stare fuori!
Ed ecco voilà, come per incanto, le divisioni (chi alla nostra destra, chi alla nostra sinistra) sono già belle che fatte, la classifica stilata, il cerchio magico è segnato… e come si dice: “non si sono Santi”!
Nossignori, non ci sono Santi, nessun Santo che ci farà cambiare idea, perché quella è la verità, la verità della legge giusta, della regola certa e probabilmente, tornasse anche Cristo in terra, avrebbe il suo bel da farsi a convincerci del contrario…

Ho sentito un frase da Don Santoro… si quello morto ammazzato…. che mi ha molto impressionato: convertirsi è decidere che sono più preziose le incertezze di Dio che le nostre certezze (non metto virgolette perché cito a memoria).
Certo si riferiva anche a ben altro, ma c’è da riflettere anche in questo contesto, perché la Libertà, quella di Dio, è per noi una gran incertezza, ci destabilizza, cozza con la nostra ragione, con il nostro senso del “giusto” e della giustizia, con il nostro bisogno di “regole certe”…
Così teniamocele strette le nostre certezze da regole certe, lasciamo che divengano steccati e poi muri e poi barricate… che importa! Tanto noi siamo “dentro” e chi è fuori è fuori… peggio per lui!

Roberto 

Costanza, direi che hai fatto la domanda e hai dato la risposta; ma se dovesse venirmi in mente qualcosa che mi parrà intelligente da dire, lo farò XD
By the way, quando vedo addensarsi cattoliche nubi di tempesta, non so perché spessissimo mi viene in mente questa frase di Tolkien in SdA “Non t’impicciare degli affari degli Stregoni, perché sono astuti e suscettibili.”


«Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!».
Niente di nuovo sotto il sole, le miserie dell’uomo sono sempre le stesse, il peccato originale ci copre con il suo velo e ci impedisce di Vedere.
In una discussione illuminata dalla luce dello Spirito Santo, molti anni fa, ebbi per un attimo l’impressione di capire cosa comportasse nella nostra vita, essere nati con il peccato originale addosso.
Mi resta la sensazione di aver percepito, per un istante, la Verità, e di quella chiacchierata conservo il ricordo di emozioni fortissime.
Non possiamo domandarci “perché” accadono certe cose, si lo so, la tua è una domanda retorica e per altro subito dopo hai presentato la soluzione al problema : facciamoci agnelli obbedienti al nostro Pastore; ma insistere a domandarsi perché si creino certe divisioni presupporrebbe un desiderio di conoscenza poco dissimile da quello di Eva.
Una volta trovato il perché e individuata l’azione, saremmo tentati di individuare l’agente, additarlo e giudicarlo continuando a cadere sempre più in basso, nell’inferno diabolico (l’inferno del divisore e dei dividendi).
Ripartiamo da colui che moltiplica, che dona il centuplo.
Per questo probabilmente sarà di aiuto mettere in atto la sesta opera di misericordia, che ci dice di sopportare pazientemente le persone moleste. Forse Berlicche, fra qualche settimana, ci potrà dare delucidazione su come mai qualcuno preferisce molestare le persone pazienti.

lunedì 26 gennaio 2015

Tutto ciò che mi resta... Per non dimenticare

                           Il miracolo della musica nei lager

Tutto ciò che mi resta

Il miracolo della musica composta nei lager.


                    www.rainews.it  2014

Tutto ciò che mi resta.

 Il miracolo della musica composta nei lager

L’evento in programma all' Auditorium Parco della Musica di Roma il 26 gennaio è molto più che un concerto. Per la prima volta, infatti, verrà presentata un' emozionante selezione di musiche scritte nei campi di concentramento, per ridare la voce a grandi musicisti deportati e uccisi nei lager nazisti: scrivere musica era per loro l’unico modo di conservare la propria identità e di esprimere la spiritualità. Una raccolta fatta di opere scritte su sacchi di juta, ritagli di stoffa, carta igienica e su qualsiasi altro supporto di fortuna, ritrovati nelle infermerie e nelle baracche dei campi e riportati alla luce grazie ai trafugamenti di guardie complici e alle trascrizioni dei prigionieri politici. La musica è tutto ciò che ai deportati restava. E spesso tutto ciò che ci resta di loro. Queste opere sono tornate alla luce grazie anche al lavoro attento e appassionato del musicologo e pianista Francesco Lotoro che, a sue spese, ha ricercato in tutto il mondo, restaurato e digitalizzato, quasi  5.000 composizioni musicali nate nei campi di sterminio della Seconda Guerra Mondiale 
da Panorana Rita Fenini

I PROGRAMMI DI RAI 5

TUTTO CIÒ CHE MI RESTA. IL MIRACOLO DELLA MUSICA COMPOSTA NEI LAGER

LUNEDÌ 26 GENNAIO ORE 21:00











Uno straordinario evento che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri,  avrà luogo il 26 gennaio 2015, alla vigilia del Giorno della Memoria, che quest’anno rievoca i 70 anni dall’apertura dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz. L’evento ha il patrocinio del Comitato di Coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah ed è organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dalle Associazioni BrainCircleItalia e MusaDoc in collaborazione con l’ Accademia Nazionale di  Santa Cecilia e  la Fondazione Musica per Roma, con il supporto di DocLab/Intergea e dell’Università Ebraica di Gerusalemme, “Tutto ciò che mi resta: il miracolo della musica composta nei lager” è molto più di un concerto. Sarà presentata infatti per la prima volta una emozionante selezione di musiche scritte nei campi di concentramento, per ridare la voce a grandi  musicisti deportati e spesso trucidati dai nazisti. Scrivere musica era per loro l’unico modo di conservare la propria identità e di esprimere la spiritualità. Queste opere sono tornate alla luce grazie al lavoro attento e appassionato del musicologo e pianista Francesco Lotoro, che, a sue spese, con caparbio impegno trentennale, ha saputo lottare contro lo scetticismo degli addetti ai lavori  e il riserbo dei sopravvissuti, restituendoci, restaurate e digitalizzate, quasi  5.000 composizioni musicali nate nei lager nazisti e nei campi di prigionia della Seconda Guerra Mondiale.
Questo patrimonio musicale, attualmente conservato presso l’Istituto di Letteratura musicale concentrazionaria, sta per trovare la sua sede definitiva in Puglia. Il concerto vedrà l’eccezionale contributo di Ute Lemper, straordinaria interprete di fama mondiale, che ha voluto fortemente partecipare all’evento. La sua performance, resa particolarmente simbolica dalla sua origine tedesca, regalerà agli ospiti momenti di intensa emozione. La accompagnerà al piano Vania Gierig, affermato pianista internazionale che da anni collabora con lei. Grandi star internazionali hanno accettato l’invito a far rivivere la musica scritta nei lager, che spazia tra tutti i generi: classica, sinfonica, jazz, klezmer, cabaret. Il concerto ne propone una ampia selezione, grazie al violino classico di Francesca Dego, giovanissima virtuosa italiana  chiamata a esibirsi nei più importanti teatri del mondo, che sarà accompagnata dall’altrettanto giovane e talentuosa pianista Francesca Leonardi; alla voce di Myriam Fuks, considerata una delle massime cantanti yiddish; e alle improvvisazioni pirotecniche di Roby Lakatos, celebre violinista di origine gitana. Anche il popolo rom fu oggetto delle persecuzioni naziste, e l’incontro tra musicisti ebrei e rom diede vita ad esperienze musicali uniche nel loro genere, che saranno ricreate per la prima volta sul palcoscenico. La messa in scena dello spettacolo curata da Marco Visalberghi – noto regista e produttore del film “Sacro GRA” che nel 2013 vinse il Leone d’Oro di Venezia - sarà scandita dalle storie di alcuni compositori rievocate dall’attore Marco Baliani, che ha contribuito alla stesura dei testi. Durante la serata saranno proiettate in anteprima mondiale alcune sequenze del film “Il Maestro”, una co-produzione italo/francese realizzata da Intergea, DocLab, Les Bons Clients ed Intuition Films, che racconta il lavoro di ricerca e recupero compiuto da Francesco Lotoro, nelle sale cinematografiche nell’autunno del 2015.
Il PMCE-Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretto da Tonino  Battista,  i solisti e  il Coro Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Coro Ha-Kol, il virtuoso di cymbalon Marian Serban, la voce tzigana di Marian Balog, il baritono Angelo De Leonardis e il cantore Paolo Candido completano il cast musicale, che farà rinascere veri e propri capolavori di tutti i generi scampati all’atrocità dei lager. Porterà la sua testimonianza nel concerto anche Andrea Satta, leader del gruppo musicale “Têtes de bois”, e figlio di un deportato a Auschwitz, che per una fatidica coincidenza si salvò dall’incendio appiccato ai dormitori da un ufficiale  tedesco al momento dell’arrivo dell’esercito russo. Nonostante la disumana condizione di vita nei lager e la implacabile sorveglianza delle guardie, la produzione musicale nei campi di concentramento fu copiosa: la musica era infatti l’unica virtuale via di fuga dall’abbrutimento del quotidiano, ed è un miracolo che parte di quel repertorio sia sopravvissuto: una raccolta fatta di opere scritte su sacchi di juta, ritagli di stoffa, carta igienica, e su qualsiasi altro supporto di fortuna. Furono ritrovati nelle infermerie e nelle baracche dei campi e riportati alla luce grazie ai trafugamenti di guardie complici e alle trascrizioni dei prigionieri politici, oppure ricostruiti da Francesco Lotoro attraverso le memorie dei sopravvissuti. La musica è tutto ciò che ai deportati restava, e spesso tutto ciò che ci resta di loro. Il concerto è ideato e organizzato da Viviana Kasam, insieme a Marco VisalberghiMarilena Citelli Francese e Oscar Pizzo, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Fondazione Musica per Roma. Il celebre artista Mimmo Paladino ha generosamente realizzato per l’evento sette disegni, che saranno riprodotti nell’invito e nel programma. Il concerto sarà trasmesso in diretta televisiva da Rai5 e in web streaming in tempo reale (www.tuttociochemiresta.it), così da portare in tutto il mondo queste note che la Shoah non è riuscita a distruggere, e trasmettere un messaggio di speranza per il futuro attraverso le voci del Coro Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che concluderà l’evento.

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Rai 5 - Tutto ciò che mi resta. Il miracolo della musica ...

sabato 24 gennaio 2015

Il matrimonio cristiano è una vocazione?

Mogli e mamme per vocazione

DI AUTORI VARI
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di Rossana Barbirato   con Eleonora Lancerotto e Sara Martini
Il matrimonio cristiano è una vocazione? La chiamata a vivere questo stato di vita si può paragonare alla vocazione alla vita consacrata o al sacerdozio?
San Giovanni Paolo II, nell’udienza del 18 agosto 1982, afferma che “il matrimonio corrisponde alla vocazione dei cristiani solo quando rispecchia l’amore che Cristo Sposo dona alla Chiesa sua Sposa, e che la Chiesa cerca di ricambiare in Cristo”. Il matrimonio cristiano, quindi, ha in sé un’esigenza radicale: chiede che gli sposi siano disposti e capaci di donarsi l’uno all’altro, di sacrificarsi, se necessario, a modello di Colui che non ha smesso di amare neanche quando era inchiodato alla croce.
 
Un amore così non è affatto scontato. E’ vero, potremmo dire che il desiderio di donarsi è insito nella nostra natura più profonda, nella consapevolezza (più o meno consapevole!) che è da lì che passa la nostra realizzazione (come dice la Gaudium et Spes: “l’uomo non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé”). Ma è altrettanto vero che una tale capacità di dono ha bisogno di essere sostenuta, incoraggiata, confrontata, per mantenersi reale. Perché per amare così non è sufficiente la teoria!
La vita di coppia è fatta di ore e giorni, di calzini a terra e discussioni sui metodi educativi, di “cosa c’è per cena” e “stavolta tocca a te alzarti”… Nella morsa della quotidianità, non è sempre semplice mantenere la barra dritta, e dirigersi senza timore verso il dono sincero di sé“. Ed è ancora più difficile farlo quando ci si trova immersi in un mondo in cui la “fedeltà per sempre” è vissuta più come un peso, che come una grazia.
Eppure, nonostante tutto, sì, il matrimonio cristiano può essere, anzi, è una vocazione. Lo è per le tante donne che cercano ogni giorno di essere mogli migliori, lottando per il proprio matrimonio, diventando le “fan n° 1″ del proprio marito, cercando nuove idee per rendere viva e attuale la grazia del sacramento, scontrandosi con le proprie debolezze, ma pronte sempre a ricominciare e, in tutto questo (e grazie a questo) sempre disponibili ad incoraggiare altre compagne di vocazione. Sì, perché se il matrimonio è una vocazione, all’interno del matrimonio una vocazione particolare è quella della donna, chiamata ad essere moglie e mamma.
E’ con questa consapevolezza che abbiamo creato il gruppo “Mogli e Mamme per Vocazione, presente su Facebook da oltre un anno ormai, che riunisce più di mille donne cattoliche sposate.  Il gruppo è diventato una risorsa preziosa per tante donne, che qui hanno trovato tante amiche a cui chiedere e dare consigli, con cui confrontarsi in libertà su temi come la fedeltà, il ruolo della moglie nella famiglia, la vita di coppia, la spiritualità del matrimonio, l’educazione cristiana dei figli, la sessualità e i metodi naturali e molto altro ancora.
Un luogo virtuale nel quale le donne non si sentono sole nel loro cammino, un gruppo che aiuta e sostiene le mogli e mamme nelle battaglie quotidiane, una “compagnia dell’agnello” in cui trovare tante amiche con cui condividere gioie e dolori, soddisfazioni e preoccupazioni.
Ogni giorno riceviamo nuove testimonianze che ci dimostrano quanto questo gruppo, davvero (come avevamo sognato), sia diventato una risorsa utile per tante mogli cattoliche, che si sentono così meno sole nelle gioie e nelle fatiche della propria vocazione e meno abbandonate nel contesto secolarizzato nel quale ci troviamo a vivere.
Un gruppo che piano piano sta diventando anche reale, con M&M che si danno appuntamento, che si incontrano, che rendono reale un’amicizia nata come virtuale. Perché, come dice papa Francesco, “la rete può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone”.
fonte :  http://costanzamiriano.com/2015/01/24/mogli-e-mamme-per-vocazione/

giovedì 22 gennaio 2015

teenager, adolescente... figliol prodigo.

L’età ingrata

DI ANDREA TORQUATO GIOVANOLI
rembrandt
di Andrea Torquato Giovanoli
Se il mio primogenito fosse ancora vivo quest’anno compirebbe quattordici anni.
Sarebbe a pieno titolo un teenager, un adolescente, e chissà come me la caverei con lui. Chissà se sarebbe un ribelle, un contestatore, uno di quelli che per affermare se stesso scappa di casa, oppure se sarebbe un introverso, un dubbioso silente, uno di quelli che pur rimanendo in casa ti estromette dalla sua vita chiudendosi in un mondo tutto suo, ermetico, sigillato, genitore-repellente.
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mercoledì 21 gennaio 2015

Papa francesco “Dà consolazione e speranza vedere tante famiglie numerose che accolgono i figli come un vero dono di Dio“.

 figli un vero dono di Dio

DI ADMIN
Papa Francesco all’udienza generale di oggi 21 gennaio 2015
Le famiglie sane sono essenziali alla vita della società. Dà consolazione e speranza vedere tante famiglie numerose che accolgono i figli come un vero dono di Dio. Loro sanno che ogni figlio è una benedizione. Ho sentito dire – alcuni [lo dicono] – che le famiglie con molti figli e la nascita di tanti bambini sono tra le cause della povertà. Mi pare un’opinione semplicistica. Posso dire, possiamo dire tutti, che la causa principale della povertà è un sistema economico che ha tolto la persona dal centro e vi ha posto il dio denaro; un sistema economico che esclude, esclude sempre: esclude i bambini, gli anziani, i giovani, senza lavoro … – e che crea la cultura dello scarto che viviamo.
Ci siamo abituati a vedere persone scartate. Questo è il motivo principale della povertà, non le famiglie numerose. Rievocando la figura di san Giuseppe, che ha protetto la vita del “Santo Niño”, tanto venerato in quel Paese, ho ricordato che occorre proteggere le famiglie, che affrontano diverse minacce, affinché possano testimoniare la bellezza della famiglia nel progetto di Dio. Occorre anche difendere le famiglie dalle nuove colonizzazioni ideologiche, che attentano alla sua identità e alla sua missione
fonte: Avvenire


La realtà e i conigli...










Dedicato a tutti coloro che fingono di non vedere che cosa è accaduto la scorsa settimana nello Sri Lanka e nelle Filippine, a coloro che non si curano della realtà, degli incontri commoventi, delle parole di Francesco a Tacoblan, all’incontro con le famiglie, all’incontro con i giovani. O del messaggio forte e coraggioso contro la “colonizzazione ideologica” con la quale si cercano di imporre ai popoli, in cambio di aiuti finanziari, visioni e teorie che non appartengono alla loro identità.
Dedicato a tutti coloro che per sostenere quella che ormai è diventata la loro tesi preconcetta – se guardassero alla realtà di ciò che è avvenuto durante il viaggio, dovrebbero ricredersi – censurano regolarmente le parole del Papa. Le ignorano quando non rientrano nel loro schema, facendo esattamente ciò che per decenni hanno imputato a certi giornali di fare con i predecessori di Francesco.
Dedicato a tutti coloro che si attaccano alla battuta sui conigli facendo finta di non capire il messaggio del Papa.
Queste sono le parole di Giovanni Paolo II una delle diverse volte in cui ha espresso lo stesso concetto, all’Angelus del 17 agosto 1994, l’Anno della Famiglia. “Il pensiero cattolico è sovente equivocato come se la Chiesa sostenesse un’ideologia della fecondità ad oltranza, spingendo i coniugi a procreare senza alcun discernimento e alcuna progettualità. Ma basta un’attenta lettura dei pronunciamenti del Magistero per constatare che non è così”.
E intanto, questa mattina, ricordando i giorni del viaggio di fronte ai pellegrini all’udienza del mercoledì, Francesco ha detto: “Dà consolazione e speranza vedere tante famiglie numerose che accolgono i figli come un vero dono di Dio“. Ha aggiunto che “è semplicistico dire che famiglie con molti figli e nascita di tanti bambini sono cause della povertà”, e ha ribadito che “la causa principale della povertà è un sistema economico che ha tolto la persona dal centro e vi ha posto il dio denaro”.

martedì 20 gennaio 2015

Sul pontificato di Papa Francesco "VIANDANTI" Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi... Lc. 6,26


Il discorso della montagna
Guai a voi, se tutti gli uomini parleranno bene di voi, perché così fecero anche i loro padri con i falsi profeti.  Lc. 6,26


www.viandanti.org/

NON TACERE! Dell’imprevedibile articolo 
di Vittorio Messori

Pedro Ramírez Vázquez, Monumento a p. Antonio de Montesinos (1982), Santo Domingo (Chotez.blogspot.com).
Pochi giorni dopo la sua elezione (13 marzo 2013), appena si è capito dai gesti e dalle parole, quali potevano essere le intenzioni del nuovo Vescovo di Roma, sono iniziate le critiche, ma forse dovremmo chiamarle più propriamente gli attacchi, alla sua persona, alle sue scelte, al suo magistero.
Già il 2 aprile 2013, Luigi Accattoli sul “Corriere della Sera” doveva registrare Le prime critiche dei siti conservatori agli strappi liturgici, intanto proseguivano le più disparate punzecchiature o diffamazioni (dalla scarsa preparazione teologica, alla collusione con la dittatura argentina, al non interpretare il ruolo di Pontefice, …), tanto che la francese Conférence catholique des baptisé(e)s francophones (Ccbf) pubblicava, il 23 settembre, un comunicato stampa con l’inequivocabile titolo “Fiducia a papa Francesco”.

Nei mesi successivi i critici venivano allo scoperto con vari interventi, tra questi: Gnocchi e Palmaro con un lungo articolo, apparso su “il foglio” del 9 ottobre, dall’esplicito titolo Questo papa non ci piace; Pietro De Marco, il 2 ottobre, con lo scritto ospitato in “Settimo Cielo” (blog del vaticanista Sandro Magister) e titolato Un messaggio allo stato liquido.
Da allora c’è stato un continuo ritorno sul tema dell’opposizione all’azione riformatrice di papa Francesco, da parte di vaticanisti e di specialisti. Il dibattito si è poi particolarmente animato a proposito del Sinodo sulla famiglia.
Un’ultima conferma di come la questione non sia l’invenzione di un’informazione sempre alla ricerca di scoop e di gossip è stato l’articolo di Vittorio Messori apparso sul “Corriere della Sera” la viglia di Natale dello scorso anno.
Intervenire in questo tormentone che dura ormai da un anno e mezzo è difficile, da un lato, perché si rischia di venire iscritti alle categorie dei favorevoli o dei contrari, dall’altro, perché si può scendere al piano della portineria nel quale spesso si colloca lo scontro. Non si può però nemmeno far finta che nulla stia accadendo, riteniamo sia più utile farsi un’idea precisa della realtà per “capire” invece di nascondere la testa sotto la sabbia della paura delle divisioni.
Per questo come Viandanti e come Rete dei Viandanti scegliamo due vie.
La prima, è quella di documentare in questa pagina gli interventi a partire dall’articolo natalizio di Messori, convinti che la cosa migliore sia sempre quella di ragionare e giudicare con la propria testa in modo documentato.
La seconda, è quella di non tacere e di dire una parola precisa e rispettosa, che affidiamo al documento “Guardare con gli occhi limpidi la realtà della Chiesa” che apparirà anche come editoriale di questo sito. [f.f.]
Vittorio Messori
La svolta, i dubbi (Corriere della Sera, 24 dicembre 2014)
Prese di posizione – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – -
don Paolo Farinella
Viandanti e Rete dei Viandanti
Articoli e commenti - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - – - -
1. Luis Badilla
(ilsismografo.blogpost.it, 25 dicembre 2014)
2. Luigi Alici [già presidente dell'Azione cattolica italiana]
(Dialogando/luigialici.blogspot.it, 26 dicembre 2014)
3. Luigi Sandri
Se Francesco turba i cattolici (Trentino, 29 dicembre 2014)
4. Gabriele Ferrari sx [già superiore generale missionari saveriani]
(Vita Trentina, 30 dicembre 2014)
5. Peter Popham
L’attacco al Papa a mezzo stampa non è altro che la ricerca di
vendetta dei veterani del Vaticano per le riforme nella Chiesa
(www.independent.co.uk, 1 gennaio 2015)
6. Avvenire
(Marco Tarquinio risponde alle lettere al direttore, 2 gennaio 2015)
7. Luigi Ciotti
(la Repubblica, 3 gennaio 2015)
8. Andrea Grillo
(Come se non/grilloroma.blogspot.it, 3 gennaio 2015)
9. Leonardo Boff
(Corriere della Sera, 4 gennaio 2015)
10. Vittorio Messori
(Corriere della Sera, 5 gennaio 2015)
11. Giulio Albanese
12. Franco Monaco
(Corriere della Sera, 7 gennaio 2015)
13. Vittorio Messori
La banale verità dietro una confessione (Corriere della Sera, 8 gennaio 2015)
14. Raniero La Valle
Attacco al papa coraggio (a sinistra da cristiani / ranierolavalle.blogspot.it, 9 gennaio 2015)
15. Luca Maria Negro
Un papa imprevedibile? (Riforma, 9 gennaio 2015)
16. Carlo Ossola
La franchezza di Francesco (il Sole 24ore, 11 gennaio 2015)
17. Matteo Truffelli
18. Enzo Bianchi
La bisaccia del mendicante (Jesus, gennaio 2015)

Papa Francesco sul sul volo di ritorno dalle Filippine 19/01/2015 20:00

Papa Francesco ” Gender è colonizzazione ideologica”


Originally posted on
 il blog di Costanza Miriano:
Quando ti senti sconfortato, ti assalgono i dubbi, ti chiedi se combatti la battaglia giusta, quella che ti sta costando fatica e fango sui giornali, ecco arrivano le parole di Papa Francesco.


CdV 19 gennaio 2015 Papa Francesco sul  sul volo di ritorno dalle Filippine
“Volete sapere cosa è la colonizzazione ideologica?”, domanda il Papa ai giornalisti che viaggiano con lui, chiarendo che il suo riferimento nei discorsi di questi giorni era al tentativo di imporre la cultura del Gender nelle scuole . “Colonizzazione ideologica è lo stesso – risponde dunque il Pontefice – che hanno fatto sempre i dittatori, anche in Italia con i ‘balilla’. Pensate anche alla ‘gioventù hitleriana’, a quel popolo che ha subito tanta sofferenza“, suggerisce ai giornalisti.
“Vi faccio – continua il Papa – un esempio che ho vissuto io nel 1995: una ministra dell’istruzione pubblica alla quale avevo chiesto un forte finanziamento per le scuole dei poveri, rispose – racconta Bergoglio – che lo avrebbe concesso a condizione che si adottasse un certo libro che insegnava la teoria del Gender. Ma i soldi non erano mica i suoi… Si trattava di colonizzazione ideologica”, spiega il Pontefice. Secondo Papa Francesco, “ogni popolo ha la sua storia” che andrebbe rispettata. “Gli imperi – invece – cercano di far perdere l’identità al popolo, questa è la globalizzazione della sfera e non del poliedro, che invece mantiene tante facce”. “C’è una mentalità – denuncia Bergoglio – che si vuole imporre e i vescovi africani si lamentavano di questo al Sinodo, di una costrizione ideologica: alcuni tendono proprio 30 denari per farsi forti con i bambini”.
leggi la trascrizione completa radiovaticana.va

lunedì 19 gennaio 2015

Attenzione Attenzione Attenzione Vogliono rottamare la famiglia

Vogliono rottamare la famiglia

LeggiAmo
LACROCE quotidiano

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Attenzione: la famiglia può danneggiare gravemente la vostra salute - Erma Bombeck

Ci sono parecchie teorie sul perché la famiglia stia perdendo terreno come istituzione. Alcuni sostengono che il problema è economico. . altri ecologico... altri ancora danno la colpa alla mancanza di gratificazioni... alcuni pensano che tutta la questione vada inserita in un sistema di priorità....
A me personalmente, la famiglia americana piace. 
Ha un sacco di potenziale. E poi, il mondo non è fatto per le coppie senza figli. I servizi da tavola sono per sei o per dodici, le sedie della cucina per quattro, le gomme da masticare cinque per pacchetto. 
Secondo il mio punto di vista, la famiglia ha cominciato a degenerare nel momento in cui i genitori si sono messi in mente di comunicare con i figli. Quando abbiamo cominciato a «mettere le carte in tavola», a «scambiarci i punti di vista», a «vuotare il sacco». Tutte cose alle quali le madri non erano abituate e che avrebbero preferito lasciar perdere.
La principale responsabile della decadenza della famiglia è stata l'istruzione. Ha dato il via a uno scontro di titani......
L'abisso aperto tra genitori e figli dai nuovi metodi di insegnamento della matematica, per esempio, non ha nemmeno cominciato a colmarsi. 
Prima di allora, conservavo ancora un misterioso potere. Non dicevo mai niente, ma i miei figli erano convinti che avessi scoperto il fuoco.
Quando cominciammo lo scambio di idee e nozioni, mia figlia un giorno mi chiese:
«Mamma, che cos'è un esponente?»
«È un tipo strano che gira intorno ai cortili delle scuole. Ma dove l'hai trovata questa parola? Sulla parete dei gabinetti pubblici?»
«È nel mio nuovo libro di matematica», disse lei. «Speravo che potessi aiutarmi. Vogliono che trovi la mantissa sulla tavola, determini Pantilogaritmo e scriva la caratteristica come esponente di base dieci.»
Ci pensai su un minuto buono. «Da quanto tempo manca, questa mantissa?»
Mia figlia andò in camera sua, chiuse la porta a chiave e non la vidi più fino a quando prese il diploma.
Le cose non andavano meglio con il sistema metrico. Una volta che un bambino sa che un millimetro quadrato equivale a 0,00155 pollici quadrati, come potrà nutrire ancora un minimo di rispetto per una madre che una volta prese le misure del pavimento del bagno per metterci la moquette e finì col comprarne abbastanza da rivestire l'intero territorio del New Jersey?
E quale madre moderna non si è sentita una nullità tutte le volte che ha dovuto comunicare con l'insegnante dei suoi figli?
Non credo ci sia cosa che temo di più al mondo di un bambino che alza la testa dai fiocchi d'avena e dice senza parere: «Ho bisogno della giustificazione altrimenti la maestra non mi riammette in classe». «Suppongo di doverla scrivere su un pezzo di carta», chiedo.
«Quella che hai scritto sulla carta oleata era illeggibile. Ma se non hai un pezzo di carta posso sempre restare a casa un altro giorno», disse lui.
Strappai via un pezzetto di carta da parati e dissi: «Dammi una matita».
Gli ci volle un po'. Alla fine, dopo un quarto d'ora di ricerche, trovammo un
mozzicone nella lavatrice.
«Mi sembra che esageri, con questa giustificazione», gli dissi sospirando.
«Non capisci», disse lui. «Senza giustificazione non è proprio possibile tornare a scuola.»
Cominciai a scrivere. «La tua maestra è una signora, una signorina o una femminista?»
«Non so», disse lui pensieroso. «Ha una macchina tutta sua e si porta i libri da sé.» «Cara Weems», cominciai.
«D'altra parte è stata alzata fino a tardi per vedere chi vinceva il concorso di Miss America.»
«Cara signorina Weems», ricominciai.
«Non importa», disse lui scrollando le spalle. «Quando avrà il bambino, verrà un'altra maestra.»
«Cara signora Weems», scrissi alla fine. «La prego di voler giustificare Brucie per l'assenza di ieri. Si è svegliato la mattina lamentando crampi allo stomaco e...» «Cancella i crampi allo stomaco», ordinò lui, «raccontale che stavo troppo male perfino per guardare la TV.»
«Cara signora Weems, Brucie ha avuto una disfunzione intestinale e...» «Che cos'è una disfunzione intestinale?» «Crampi alla pancia.»
«No! L'ultima volta che hai scritto crampi sulla giustificazione quella mi ha messo vicino alla porta e non mi ha tolto gli occhi di dosso per tutta la mattina.» «Te lo sei immaginato», dissi io. «La vuoi o no la giustificazione?» «Te l'ho detto che non posso tornare a scuola senza.» «OK, prendi il dizionario e guarda alla C.»
Guardò il dizionario sopra la mia spalla. «Che cosa significa C-O-L-I-C-A?» «Significa che ti metterà di nuovo vicino alla porta», dissi io, leccando la busta. 
Per scrivere la giustificazione mi ci vollero venticinque minuti, vale a dire otto di più di quelli che sono stati necessari per firmare la Dichiarazione di Indipendenza. Non ne avrei parlato affatto, ma proprio ieri, mentre ripulivo un giubbotto, ho trovato la giustificazione in una tasca: mai letta, inutile.
Secondo me i moderni sistemi educativi sono una contraddizione. È come dare un calcolatore a un bambino di tre anni: riuscirà a trovare subito il 10,6 per cento di 11,653 dollari, ma non saprà se è più grossa una moneta da dieci cent o una da cinque.
È come vostra figlia che parte per l'università portandosi dietro tutta la vostra roba, biancheria, lenzuola, mobili, valigie, televisore e automobile, e poi dice: «Devo prendere le distanze dal vostro stupido atteggiamento consumistico». I miei figli fanno un gran parlare di ecologia. Eppure si portano in giro la causa numero uno dell'inquinamento di questo paese: la roba da ginnastica. Mercoledì scorso un paio di calzoncini, una camicia e un paio di scarpe da ginnastica sono entrati da soli in guardaroba e si sono appoggiati stancamente alla parete. Sono rimasta lì a guardare un vaso di edera appassire e morire davanti ai miei occhi. Ricacciando indietro le lacrime, ho urlato a mio figlio: «Da quanto tempo non lavi questi vestiti?»
«Dall'inizio dell'anno scolastico», mi ha urlato di rimando.
«Quale anno scolastico?»
«1972-73.»
«Lo sapevo. Sai, non capisco come faccia il tuo insegnante di educazione fisica a sopportare una cosa del genere.»
«Ha detto che eravamo sopportabili fino a ieri.»
«E cos'è successo ieri?»
«Pioveva e siamo dovuti rientrare in palestra.»
«Non c'è un regolamento sui vestiti... quando bisogna lavarli e roba del genere?» «Sì. Dobbiamo lavarli ogni quattro mesi, che ce ne sia bisogno o meno.» Spiegai attentamente i calzoncini sporchi di fango, la maglietta che scricchiolava e i calzini all'ultimo stadio del rigor mortis.
Mentre cercavo di districare una patata fritta rimasta impigliata in una stringa delle scarpe, non potei fare a meno di pensare che quello era un bambino allevato in un mondo completamente asettico. Quand'era piccolo, gli facevo bollire i giocattoli e sterilizzavo le bende per l'ombelico. Mettevo una mascherina al cane tutte le volte che entrava nella sua stanza. Mi lavavo le mani PRIMA di cambiargli i pannolini. Dove avevo sbagliato?
Sotto il suo letto c'erano mucchi di vestiti sporchi brulicanti di fauna assortita. Nei suoi cassetti c'erano capi di biancheria sporca internamente rifoderati in plastica: da quanto tempo pensate che fossero là dentro? Nel suo armadio c'erano tute e jeans che non avevano bisogno di attaccapanni per star su.
Aprii lo sportello della lavatrice e tastai alla ricerca della roba da ginnastica appena lavata. Trovai solo una stringa, due etichette e una patata fritta immacolata.
«Che cos'è successo alla mia roba da ginnastica?» chiese mio figlio.
«Questo è tutto quello che ne è rimasto, una volta eliminati la sporcizia e il sudore.»

(continua...)

- Erma Bombeck -




Figuriamoci se non sappiamo che la famiglia è anche il luogo della nostra miseria, della fatica, delle nevrosi a volte, del sudore delle lacrime. Dello scontro, delle litigate furibonde in alcune, oppure del grigiore. Sappiamo che la famiglia non è mai perfetta, a volte è proprio un disastro, altre volte invece funziona, ma sempre a prezzo di fatica e impegno. Soprattutto di una decisione di fondo. Noi che andiamo in giro a difendere la famiglia non abbiamo nessuna intenzione di farne un quadretto a tinte pastello. Noi sappiamo che un padre e una madre sono una condizione necessaria ma non sufficiente alla crescita serena dei figli. Ci sono pessimi padri e pessime madri. Però che la condizione è necessaria dobbiamo dirlo, e se questa è percepita come omofobia, non so che farci. Se le lettere in cui dico alle mie amiche che vale la pena sposarsi sono oscurantiste, non so che farci. Se i capitoli in cui scrivo che maschi e femmine sono diversi e parlano due lingue sono considerati stereotipi da bigotta, non so che farci.

(Costanza Miriano)




Questo è il matrimonio!
Partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano sempre, per tutta la vita, senza fare caso a questa cultura del provvisorio che fa la vita a pezzi...
. Coloro che si sposano pregano insieme e con la comunità. Perché?
Solo perché si usa fare così? No!
Lo fanno perché ne hanno bisogno, per il lungo viaggio che devono fare insieme, un lungo viaggio che non è a pezzi dura tutta la vita, hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia, per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno!
Bisogna avere il coraggio di chiedere scusa quando in famiglia sbagliamo.
Per portare avanti una famiglia è necessario usare tre parole: permesso, grazie e scusa.
Chiediamo permesso, per non essere invadenti. Diamo grazie per l'amore: quante volte al giorno dici grazie a tua moglie o a tuo marito? E per ultima scusa: tante volte sbagliamo... alcune volte dico che volano i piatti, si dicono parole forti! Ma sentite questo consiglio: mai finire la giornata senza fare la pace e ricominciare di nuovo. 

- Papa Francesco -



C'è chi dice che tra noi ci sono Angeli che si presentano come persone normali. Le mamme sono senza dubbio tra queste persone speciali. Sanno meravigliarci ogni giorno per le infinite energie che esprimono nelle cose ordinarie ed ancor più nei momenti difficili. Ai loro figli fanno i regali più preziosi: il primo è la vita, poi il loro tempo, le loro energie ed il loro amore. Abbiamo mille ragioni per ringraziarle ogni giorno. Ma le mamme vogliono da noi un solo grande regalo. Vederci sereni ed essere ricambiate nell'amore incondizionato che ci donano ogni giorno.


- Agostino Degas - 





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LACROCE quotidiano 
Vogliono rottamare la #famiglia