State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

giovedì 14 febbraio 2019

NON È IMPORTANTE! : A Valentine's Tale


22 PASSI D'AMORE e dintorni:

And now for something completely different:

 A Valentine's Tale

short novel by F.M.

in un paesino della bassa bolognese abitava un filosofo.

cioè, in realtà era un programmatore socialmente fallito che era arciconvinto di essere un filosofo.
cioè, in realtà era un programmatore socialmente fallito che era arciconvinto di essere un filosofo.

già il fatto che parlasse di sé in terza persona e fosse convinto di essere un filosofo denota chiari segni di squilibrio.
già il fatto che parlasse di sé in terza persona e fosse convinto di essere un filosofo denota chiari segni di squilibrio.

d'altro canto, argomentava, un vero filosofo avrebbe potuto essere una persona socialmente vincente? evidentemente no, un vero filosofo avrebbe potuto essere solo una persona socialmente invisibile, meglio, inaccettabile come filosofo. una casalinga con la passione del kabuki, un allevatore montanaro con tanto tempo per pensare... una roba così.
d'altro canto, argomentava, un vero filosofo avrebbe potuto essere una persona socialmente vincente? evidentemente no, un vero filosofo avrebbe potuto essere solo una persona socialmente invisibile, meglio, inaccettabile come filosofo. una casalinga con la passione del kabuki, un allevatore montanaro con tanto tempo per pensare... una roba così.
d'altro canto, argomentava essendo convinto di essere un filosofo, lo squilibrio è malattia? non si regge forse tutto il creato sullo squilibrio? se tutto fosse in equilibrio niente evolverebbe. certo, evolve verso la fine, la morte. ma, pensava da filosofo, la morte non è la fine, è la metà della vita. la morte non è il contrario della vita, il contrario della morte è la nascita. la vita è la somma algebrica della nascita e della morte, ma, stranamente, con un piccolo ingranaggio eccentrico nel mezzo che ne provoca un piccolo sbilancio, squilibrio. è questo squilibrio che provoca l'evoluzione.
d'altro canto, argomentava essendo convinto di essere un filosofo, lo squilibrio è malattia? non si regge forse tutto il creato sullo squilibrio? se tutto fosse in equilibrio niente evolverebbe. certo, evolve verso la fine, la morte. ma, pensava da filosofo, la morte non è la fine, è la metà della vita. la morte non è il contrario della vita, il contrario della morte è la nascita. la vita è la somma algebrica della nascita e della morte, ma, stranamente, con un piccolo ingranaggio eccentrico nel mezzo che ne provoca un piccolo sbilancio, squilibrio. è questo squilibrio che provoca l'evoluzione.
ora, cosa ci sarebbe stato alla fine della catena di tutti questi piccoli squilibri, effettivamente era una cosa un po' troppo grande anche per il nostro illustre filosofo sconosciuto.
quello che è interessante notare è che ne deduceva: certo, lo squilibrio di una persona è malato. ma lo squilibrio di una persona in un corpo sociale, all'interno di un sistema, è sano. produce evoluzione. la malattia è una iattura per chi se la prende, e per chi gli sta intorno, ma è socialmente, sistemicamente, necessaria. come la morte. come le zanzare. come i topi e le loro pulci.
ora, queste cose non le aveva pensate lui, eh? le aveva lette. però le aveva trovate molto suggestive e in accordo su tante altre cose che gli sembravano vere osservando ciò che gli stava intorno.
ora, queste cose non le aveva pensate lui, eh? le aveva lette. però le aveva trovate molto suggestive e in accordo su tante altre cose che gli sembravano vere osservando ciò che gli stava intorno.per dire quanto era squilibrato, trovava delle analogie con alcune teorie della fisica, di cui capiva pochissimo, che si affacciavano in quel periodo sul palcoscenico della scienza di confine. un atomo ha delle proprietà, ma un insieme di atomi in un reticolo cristallino ha proprietà diverse, che non sono la somma delle proprietà degli atomi che lo compongono. una molecola d'acqua ha delle proprietà, ma un litro d'acqua diventa un sistema con proprietà diverse, al cui interno ci sono diversi sottosistemi che interagiscono con proprietà diverse.
arrivati fino a qui vi starete domandando: ma scusa, in cosa si differenzia quindi un vero filosofo da un pazzo? la risposta ovvia e logica è: in niente. non c'è alcun modo per una persona sana, equilibrata di riconoscere un pazzo da un filosofo. uno squilibrato potrebbe essere un pazzo o un filosofo, è un'equazione di secondo grado.
e ancora. perchè un filosofo non potrebbe essere un pazzo, e viceversa? e contemporaneamente essere anche una persona sana, equilibrata? si è già detto, la natura le ha già giocate e se le giocherà tutte. in questo "tutte" ci stanno filosofi pazzi, pazzi filosofi, filosofi che hanno una sola idea strampalata e per il resto sono equilibratissimi, oppure totalmente idioti, e via così. tutte. tutte le combinazioni possibili. non solo. nel momento in cui una persona denota squilibrio, se per caso non avesse avuto voglia o inclinazione di diventare pazzo, facilmente gliel'avrebbero fatta venire. o peggiorare. si è già detto: al netto di valutazioni atomiche, molecolari, per la natura è uguale.
e ancora. perchè un filosofo non potrebbe essere un pazzo, e viceversa? e contemporaneamente essere anche una persona sana, equilibrata? si è già detto, la natura le ha già giocate e se le giocherà tutte. in questo "tutte" ci stanno filosofi pazzi, pazzi filosofi, filosofi che hanno una sola idea strampalata e per il resto sono equilibratissimi, oppure totalmente idioti, e via così. tutte. tutte le combinazioni possibili. non solo. nel momento in cui una persona denota squilibrio, se per caso non avesse avuto voglia o inclinazione di diventare pazzo, facilmente gliel'avrebbero fatta venire. o peggiorare. si è già detto: al netto di valutazioni atomiche, molecolari, per la natura è uguale.e soprattutto, perchè dovrebbe esserci differenza? la natura ha tutti i biglietti della lotteria e, pian piano, se li sta giocando tutti. sta giocando tutti gli squilibri possibili, tutte le mutazioni genetiche possibili, tutte le neoplasie e i cancri possibili, tutte le nevrosi possibili. sennò come farebbe a compiere il suo disegno che è di evolvere verso... boh? comunque di evolvere? quindi perchè fare differenza tra un biglietto della lotteria e l'altro? tra uno squilibrio "tentativo riuscito" e uno dei molti miliardi di tentativi non riusciti?
all'interlocutore che faceva notare al nostro non più giovane filosofo: "scusa, eh? ma non ti stai accorgendo che tutto quanto dici è autopoietico, autoreferenziale, egocentrico?", il nostro, a caso tra i miliardi di risposte possibili, rispondeva: "ma tu l'hai trovato il tuo squilibrio? lo stai cercando?". al che l'interlocutore se ne andava con una scrollatina di spalle e un sorriso di compatimento. solitudine socialmente, sistemicamente, inaccettabile.
non ci credrete, ma tutto questo noioso e folle pippone era solo... la premessa!!! la sostanza arriva adesso.
di tutte le domande che si sono posti i filosofi dall'inizio della disciplina a oggi, una delle più importanti, se non la più importante per un sacco di persone soprattutto, non si capisce perchè, o forse sì, femmine, è: cos'è l'amore?
inoltre occorre notare che nell'enunciato non si fa assolutamente riferimento al fatto che i due potenziali siano omogenei e immutabili. nell'amore il "comburente" sta a destra in certi momenti, e in quei momenti il "combustibile" sta a sinistra, e poi si scambiano le posizioni. continuamente. se non riescono a farlo la produzione di energia cessa.
inoltre occorre notare che nell'enunciato non si fa assolutamente riferimento al fatto che i due potenziali siano omogenei e immutabili. nell'amore il "comburente" sta a destra in certi momenti, e in quei momenti il "combustibile" sta a sinistra, e poi si scambiano le posizioni. continuamente. se non riescono a farlo la produzione di energia cessa.ebbene, di nuovo non ci crederete, ma il nostro era arciconvinto di averlo capito. difficile da dimostrare, ma di averlo capito nella sua essenza questo sì. se ridete, avete due alternative: rileggere la premessa o allontanarvi con una scrollatina di spalle e una risatina di compatimento. per la natura, per dio, è uguale.
-----------------------------------------------------------enunciato dell'amore:
l'amore è un'energia che si libera dall'unione di due potenziali tramite un innesco.-----------------------------------------------------------
freddino, eh? non sembra neanche che ci sia niente di nuovo. milioni di poeti hanno rappresentato l'amore mediante la metafora della fiamma che arde. e però già da una prima analisi di quanto enunciato discende una conseguenza importante e sottovalutata, se non addirittura incompresa: non ha senso dire "ti amo". ha senso come dire: l'ossigeno riscalda. non ha senso, non è vero. ha senso dire "facciamo l'amore", questo sì ha senso. ma il desiderio, la voglia di avere tra le braccia qualcuno non è amore: è manifestazione di esercizio del potere, di bisogno, di dipendenza, ossia il suo contrario (salvo il caso di amore genitoriale, tra impari, ma che prima o poi deve evolvere anche quello e riequilibrarsi, altrimenti rimane esercizio del potere).
e ancora si deduce che per fare l'amore, per liberare questa energia, occorre possedere dentro di sé una riserva di entrambi gli elementi, comburente e combustibile, equilibrata e abbondante.
i tre figli men che adolescenti sono pronti, seduti sulla cassapanca del corridoio di ingresso con le giacche già indossate e le scarpe allacciate. il padre, in piedi di fianco ai figli e prossimo alla porta di casa, è anch'egli già pronto, con il cappotto addosso e il bastone da montagna in una mano, con l'altra fuma una sigaretta in attesa (paziente o impaziente non lo sappiamo e tutto sommato è irrilevante).
i tre figli men che adolescenti sono pronti, seduti sulla cassapanca del corridoio di ingresso con le giacche già indossate e le scarpe allacciate. il padre, in piedi di fianco ai figli e prossimo alla porta di casa, è anch'egli già pronto, con il cappotto addosso e il bastone da montagna in una mano, con l'altra fuma una sigaretta in attesa (paziente o impaziente non lo sappiamo e tutto sommato è irrilevante).sappiamo tutti che per un certo periodo ci pensa la natura, dato un innesco, a produrre chimicamente il nostro potenziale. dopo, dipende dal potenziale che abbiamo dentro. ad alcuni è stato dato, ad altri no e, se vogliono, possono provare ad autoprodurselo. diventando adulti, cioè liberi, cioè indipendenti, e capaci di scegliere se vogliono che il potenziale si inneschi oppure no. difficilissimo. romagnoli (http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/unlibroalgiorno/2018/10/24/romagnoli-lamore-senza-fine_9ccc063c-4553-4b1e-aeee-ed5e50f510f3.html), un altro filosofo quasi compaesano del nostro, dice che sia facile. sì, certo, da vecchi è più facile per tanti motivi. ma facile in assoluto proprio no.
però, caro filosofo in terza persona, che ti inventi pure un simplicio che dialoga con te come artificio narrativo e strumento dialettico per l'esposizione della tesi, giusto per dare il dovuto rilievo alle vette di delirio che si stanno raggiungendo, caro filosofo dicevo: ancora non è chiaro, gli enunciati e i corollari sono troppo astratti, troppo immateriali per poter essere introiettati fino in fondo, fino all'anima, fino alla comprensione veramente profonda. facci un esempio!
va bene. credeva di averlo già fatto in passato, e che non fosse servito a niente, se non a ottenere una scrollatina di spalle e una risata di compatimento, ma comunque, l'avrebbe ripetuto.
la scena è questa. domenica mattina presto, una famiglia ha in programma di trascorrere la giornata nella casa in montagna distante poche decine di chilometri.
la madre, seppur già vestita e truccata, è ancora in ciabatte e sta rifacendo i 4 letti di casa, 3 singoli e uno matrimoniale.
per la madre è IMPORTANTE uscire con la casa in ordine, e non è IMPORTANTE arrivare in montagna mezz'ora dopo.
per il padre è IMPORTANTE godersi quanto più possibile la giornata in montagna, al confronto la casa in ordine è un elemento del tutto non IMPORTANTE.
alla fine dei lavori di riassetto, la famigluola parte e si gode la sua giornata in montagna.
fine.
bello, eh? vuole dire, il nostro filosofo: avete capito eh, cos'è l'amore, vero? noooo? allora ve lo spiega.
guarda caso, quando due giovani innamorati si incontrano una sera, e la natura, che ha bisogno di creare nuova vita e nuove nascite e nuovi squilibri e nuove estrazioni della lotteria e nuova primavera, li rifornisce di una quantità di combustibile e comburente che sembra ingannevolmente inesauribile, i due giovani si domanadano a vicenda: "cosa facciamo stasera?". ed entrambi, una sola voce, si sussurrano vibrando: non è importante.
guarda caso, quando due giovani innamorati si incontrano una sera, e la natura, che ha bisogno di creare nuova vita e nuove nascite e nuovi squilibri e nuove estrazioni della lotteria e nuova primavera, li rifornisce di una quantità di combustibile e comburente che sembra ingannevolmente inesauribile, i due giovani si domanadano a vicenda: "cosa facciamo stasera?". ed entrambi, una sola voce, si sussurrano vibrando: non è importante.se chiedeste a un branco di femminucce: "secondo te, il marito ama sua moglie?" probabilmente la risposta quasi unanime sarebbe: beh, no, se l'avesse amata veramente avrebbe rifatto lui i letti al posto di lei, o almeno le avrebbe dato una mano, perchè sapeva che per lei era importante, e così sarebbero anche partiti prima.
se poi fate la stessa domanda a ruoli invertiti a un branco di maschietti: "secondo te, la moglie ama suo marito?" probabilmente la risposta quasi unanime sarebbe: beh, no, se l'avesse amato veramente avrebbe lasciato la casa in disordine e sarebbero partiti subito, perchè sapeva che per lui era importante partire il prima possibile.
la verità è che queste due persone amano, quasi. hanno un potenziale dentro, ma non lo stanno usando. questo è l'amore saggio dei nostri vecchi, quello che i cinesi sintetizzano con "ama ciò che sposi, non sposare ciò che ami". grandioso, eh? per l'amor del cielo: nessuno intende sottovalutarne la portata. e anche una certa umana bellezza. avercene! ma non è amore. il filosofo de stoparde lo chiama "affettuosa tolleranza". bello, ma non è amore. i due vorrebbero il potere, non ci rinunciano, ma tollerano. bello, ma non è amore.
a questo punto uno dei più intraprendenti di voi potrà pensare: eh già! l'amore è quando lui rifa i letti al posto suo perchè sa che per lei è importante, e lei gli urla dalla porta di casa "dai, andiamo! lascia stare i letti li rifaccio stasera!", perchè sa che per lui è importante.
grande passo in avanti. ma ahimè no, neanche questo è l'amore. vorrebbero il potere, ma ci rinunciano. bellissimo, ma non è amore.
l'amore è quando lui rifà i letti, lei urla dalla porta di casa "andiamo!", e quello che succede, che si parta o non si parta, NON È IMPORTANTE!-----------------------------------------------------------

domenica 10 febbraio 2019

Il mestiere del dare | Cecilia Martino: #FILM 7 KM DA GERUSALEMME, 4 FRASI SU CUI MEDITARE...

Il mestiere del dare | Cecilia Martino: 



#FILM 7 KM DA GERUSALEMME, 4 FRASI SU CUI MEDITARE



Mi sono imbattuta in questo film e non ho potuto fare a meno di vederlo. Lascio da parte la trama (facilmente reperibile su Internet) per dare spazio alle quattro frasi che più mi hanno colpito durante la visione e da cui trae ispirazione questo post. I 7 km, quelli da Gerusalemme ad Emmaus compiuti dal protagonista Alessandro, richiamano nemmeno troppo velatamente il "viaggio dell'eroe" tra i perpetui dilemmi della vita: l'esistenza di Dio, la morte, la malattia, i ruoli sociali. Un apparente fuorviante caos a cui si può rispondere con le comode scorciatoie dell'ego, che si rivelano o prima o dopo anguste strade senza uscita, oppure con i pellegrinaggi interminabili dell'anima che, quando meno te lo aspetti, schiudono davanti agli occhi orizzonti sconfinati. Tutto sta a saperli vedere.  Interessante che il focus geografico e psichico del film non sia Gerusalemme bensìEmmaus, il luogo dove Gesù apparve per la prima volta dopo la morte, da risorto, ma senza essere riconosciuto, nemmeno dai suoi discepoli ("in un primo momento i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo" Luca 24:13-53). È il luogo del non riconoscimento del divino che si ha a un palmo dal naso! Tutto sta a saper vedere. Questione di prospettiva, insomma, e di sguardi sul mondo, anzi sui mondi.
1. "Si progredisce, dimenticare può essere opportuno"Alessandro chiede a Gesù di dimostrargli di essere davvero Gesù compiendo davanti ai suoi occhi qualche miracolo. Per l'esattezza gli chiede di fargli vedere la madre morta. Gesù accondiscende ma l'incontro madre-figlio non va secondo quanto si era immaginato Alessandro ed ecco che in lui subentra sofferenza, rabbia e frustrazione. Addirittura pare che la madre non l'abbia riconosciuto, da qui la frase di Gesù, molto significativa a più livelli: "Si progredisce, dimenticare può essere opportuno", preceduta da un non meno pregnante "Cosa ti aspettavi di vedere?" Il punto su cui riflettere secondo me è proprio questo: cosa ti aspetti di vedere dall'altro mondo? Pensi di poter vedere l'invisibile con i soliti occhi con cui guardi il visibile, di poter accedere al mistero mediante linguaggi noti e prevedibili? Di poter contattare lo spirito con le aspettative dell'Io personale?
2. "Ti ho aiutato, a modo mio"L'intervento del divino nelle nostre vite avviene in modalità che spesso e volentieri vanno contro ogni logica, per cui il rischio per chi non è radicato in fede, presenza vigile e consapevolezza è di non saperlo riconoscere... Si cerca dio troppo lontano, poi ci "appare" davanti agli occhi e non lo riconosciamo... Ma chi crediamo sia dio? Ciò in cui crediamo modifica la realtà che percepiamo e viviamo. "Ero tornato, ma non mi hanno riconosciuto" dice Gesù nei Vangeli... La Provvidenza, la Forza intelligente della vita, che è una energia evolutiva intrinsecamente spirituale, accade "a modo suo". Puoi forse scendere a patti con un dio? Puoi trattare il mistero con le stesse regole prefabbricate con cui sbrighi le pratiche dell'ordinaria vita quotidiana? (Che poi, tutta la vita è straordinaria, a guardarla bene ma questo è un altro  punto!) L'ignoto è e rimane ignoto, altrimenti è solo un'altra menzogna mascherata da dio. È l'ego spirituale che ha trovato altri idoli a cui aggrapparsi per pacificare i suoi aneliti di trascendenza. Ma il divino che si svela è amore in creazione pura e non può esserci nulla di rassicurante in questo, ci si può solo dare al mistero, arrendersi, farsi breccia in esso con l'ardore di quando si è innamorati, essere pronti a perdere qualsiasi certezza. Allora, Tutto accade. Non per niente nel film Alessandro è stato "prescelto" nel momento in cui ha perso tutto e si ritrova a raggiungere la Terra Santa perché "non aveva niente di meglio da fare". La notte buia dell'anima risveglia la chiamata. Certo, a modo suo... e ognuno di noi, a modo nostro, possiamo farci portatori sani di una nuova coscienza. Il che si lega alla terza battuta del film che riporto a seguire...

3. "Che ne sarà di me?" - "Diventerai un discepolo di stile diverso, un portatore sano".Quando accade l'incontro con il divino - che è incontro con ciò che realmente si è, matrimonio mistico, unione esistenziale con la fiamma ardente nel cuore sacro della vita - si diventa originali davvero. Perché si torna alle origini, appunto. E ciascuno a suo modo, in base a predisposizioni, talenti e vocazioni personali, può farsi tramite di tale Sorgente di creatività che sgorga ininterrotta e donarla agli altri non necessariamente facendo cose straordinarie, a volte basta la semplice presenza. Non c'è niente di più rivoluzionario di un essere in Presenza. Alessandro nel film, da pubblicitario qual è, sa bene l'importanza del "vendere" immagini allettanti, dell'audience e del successo. La sua trasmutazione di valori avviene nell'istante in cui si addentra nelle profondità di tale clamore superficiale per ritrovare il silenzio del vincente che non dipende dal plauso esterno, "il genio non ha bisogno di audience" afferma a un certo punto la presa di coscienza di Alessandro via via che il suo dialogo con Gesù prende letteralmente corpo. Diventa cioè esperienza tangibile, seppur invisibile, del divino in azione. "Sia fatta la tua volontà", attraverso di me. Come dire, la scelta è tra la libertà dell'ego e la libertà dall'ego. Il vero amore, l'incontro autentico con il mistero, con il divino, accade nel secondo caso. E dona la libertà suprema, quel vuoto splendente da cui attingere ogni forma di abbondanza. Il primo passo per creare le condizioni dell'incontro è... l'apertura, l'arrendersi, la resa, il Surrender nella non-mente, la disponibilità a farsi penetrare dal mistero senza volerlo a tutti i costi risolvere. E siamo all'ultima frase che riporto...4. "Tranquillizzati, e ritorna nella disponibilità..."C'è più di un momento del film in cui Alessandro è colto da rabbia, sconforto, aggressività, pena... Cedere è parte essenziale di un cammino trasformativo, "non si può conoscere il Paradiso se non si è passati dall'Inferno" (Savitri, Aurobindo). Anzi, si tratta di condizioni simultanee perchè l'alto non è scisso dal basso e viceversa, e questo vale per tutte le coppie di opposti (Festina lente!)... Tuttavia, indulgere in stati di depressione, turbolenza emotiva e sofferenza, non è utile. Non dico che è sbagliato o è male, dico che non è utile. Può essere un'esperienza catartica e di fatto lo è, come ci insegna lo stesso Gesù con la sua notte buia dell'anima nel Getsemani. Lo è se si rimane disponibili. E se si rimane disponibili, non avversi cioè a qualsiasi cosa accada, si torna a contattare una sorta di quiete che può esistere anche nel bel mezzo della tempesta. Se non accade, si è ancora identificati con qualcos'altro di non essenziale. "Sii tranquillo, ogni giorno ha la sua pena" ... Sembra una contraddizione in termini, ma l'abbiamo detto più volte: l'unico modo per sposare un dio è non seguire nessuna logica. Alla fine Alessandro si "tranquillizza" non perché ha trovato tutte le prove che cercava dell'esistenza di dio, ma perché ha smesso di cercarle prendendo parte al mistero e diventando egli stesso portatore sano di amore, a modo suo. Il suo dialogo con Gesù, reale o immaginario che sia stato, ha trasfigurato la materia, la pesantezza di una vita senza senso, in uno stato di grazia dal lessico inconfondibile: stupore, compassione, audacia, Surrender, in una parola soltanto: Amore. (Sul tema dell'amore quale condizione esistenziale e non come relazione di dipendenza dall'altro, suggerisco la lettura del libro di Osho "Con te e senza di te")
Pietà Rondanini, Michelangelo Buonarroti (1552-1553)

"Perché mi hai abbandonato? Mi hai dimenticato?", ma non c'è risposta. Sta aspettando il miracolo. Tutta la folla riunitasi per osservare il miracolo comincia a disperdersi. Fa troppo caldo e la loro attesa è inutile. Non accadrà nulla; se qualcosa doveva succedere sarebbe già successo. Dopo sei ore restavano solo tre donne che ancora credevano a un miracolo. Una era la madre di Gesù [...] Un'altra donna che amava Gesù era una prostituta, Maria Maddalena: quella donna, pur essendo una prostituta deve aver amato Gesù. Persino i discepoli, i cosiddetti apostoli, che nella storia del cristianesimo divennero secondi solo a Gesù in importanza, scapparono tutti e dodici per paura di essere catturati o di venire riconosciuti, visto che erano sempre stati intorno a Gesù [...] Rimasero solo tre donne. Anche la terza era una donna che amava Gesù. Negli ultimi momenti restò solo l'amore, sotto forma di queste tre donne.[...] Solo l'amore può essere coraggioso."(Osho, Con te e senza di te)

 ilmestieredeldare.blogspot.com/2018/01/film-7-km-da-gerusalemme

 "7 km da Gerusalemme" 
film che si ispira 
all’incontro dei discepoli di Emmaus con il Signore, 
trasponendo la vicenda ai nostri giorni

 

 LA TRAMA
È la storia di Alessandro Forte, pubblicitario 43enne il quale, in piena crisi esistenziale, si trova quasi per caso a partire per la Città Santa. Tra la sabbia e le colline del brullo deserto, sulla strada verso Gerusalemme incontra un uomo scambiato per un bizzarro artista di strada, che dice di chiamarsi Gesù. Dopo l’iniziale sconcerto, tra i due nasce un intenso legame fatto di interrogativi e confronti, causa di un forte cambiamento nell’esistenza di Alessandro.
Mentre passano sullo schermo i flashback della sua vita si colgono, come in una rappresentazione figurativa, la crescita spirituale del protagonista unitamente agli illusori miraggi del mondo moderno. Dal punto di vista cinematografico sono di grande richiamo gesti come la frazione del pane e i momenti in cui Gesù appare e scompare, ma anche il moderno Messia che beve Coca Cola e in macchina si allaccia la cintura di sicurezza. Una sorta di parabola moderna le cui immagini richiamano alla mente le illustrazioni religiose dei vecchi libri che tanto ci hanno incantati da piccoli.

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"7 km da Gerusalemme" 
film che si ispira all’incontro dei discepoli di Emmaus 
con il Signore, trasponendo la vicenda ai nostri giorni