State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

martedì 30 aprile 2013

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KIKO: A SUA IMMAGINE - 28 APRILE 2013 & incontro di Catanzaro:comunità neocatecumenali di Calabria, Campania e Sicilia.



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#100piazze A sua immagine ospite Kiko Arguello
 25:58
GUARDATO

A sua immagine del 28 aprile 2013


lunedì 29 aprile 2013

Auguri... Presidente.



C’è un documento “rivoluzionario” che vale la pena rileggere oggi perché illumina l’attualità politica. Dovrebbero meditarlo tanto i sostenitori del nascente governo Letta, quanto i suoi rabbiosi oppositori.
E’ un formidabile elogio filosofico e teologico del compromesso come moralità della politica. Ed è una bocciatura senza appello di massimalismi, utopismi, fondamentalismi, ideologie e giacobinismi di tutte le epoche e le latitudini (che possono essere atei o religiosi, di sinistra come di destra).
Questo discorso – particolarmente prezioso in giorni nei quali si confonde, deprecandolo, il compromesso con l’inciucio – porta la firma dell’allora cardinale Joseph Ratzinger.
Fu pronunciato il 26 novembre 1981, durante una messa per i deputati cattolici del parlamento tedesco nella chiesa di San Winfried a Bonn.
Il testo è stato poi inserito nel libro “Chiesa, ecumenismo e politica” (edizioni paoline) col titolo “Aspetti biblici del tema fede e politica”.
Ratzinger iniziava spiegando che “lo stato non è la totalità dell’esistenza umana e non abbraccia tutta la speranza umana… questo alleggerisce il peso all’uomo politico e gli apre la strada a una politica razionale”.
Una simile affermazione – che è tipicamente cristiana perché in epoca precristiana il potere tendeva a divinizzarsi, a porsi come assoluto – è la base della vera laicità. Perché afferma che non ci si deve aspettare la felicità e il Bene Assoluto dalla politica.
“La fede cristiana” aggiungeva il cardinale “ha distrutto il mito dello stato divino, il mito dello stato-paradiso e della società senza dominio o potere. Al suo posto ha invece collocato il realismo della ragione”.
Così la politica è chiamata al buon governo delle cose umane, secondo criteri di realismo, gradualismo e razionalità, nella direzione della libertà e della dignità umana.
Con la consapevole accettazione dell’imperfezione che caratterizza ogni realizzazione terrena.
Invece il desiderio di felicità o di Bene Assoluto che riempie il cuore umano è un desiderio infinito che la politica deve servire, ma che non può appagare.
Si deve cercare altrove.
Ogni volta che la politica è stata investita da un’attesa messianica di palingenesi, di purificazione, di redenzione, di liberazione, ha partorito ideologie e sistemi totalitari che – dopo aver promesso il paradiso in terra – hanno costruito inferni.
Infatti Ratzinger osservava – in quel discorso – che “quando la fede cristiana, la fede in una speranza superiore all’uomo, decade, insorge il mito dello stato divino, perché l’uomo non può rinunciare alla totalità della speranza”.
Essendo stato il cristianesimo a portare la laicizzazione dello Stato e della politica, poi, con la scristianizzazione, sono rispuntate le ideologie e i totalitarismi.
E tramontate le ideologie sistematiche e totalitarie del Novecento, un’analoga tentazione – di messianismo politico – continua a permanere oggi nei fondamentalismi, negli utopismi moralisti e giacobini, nei fanatismi manichei che vedono in una parte politica il Bene assoluto e nella parte avversa il Male assoluto.
Ratzinger ha un giudizio netto: “una simile politica, che fa del Regno di Dio un prodotto della politica… è per sua natura politica della schiavitù; è politica mitologica”.
E qui il cardinale sottolinea l’importanza della presenza dei cristiani per proteggere la laicità dello stato dai fanatismi, dai messianismi politici.
Dice: “la fede oppone a questa politica lo sguardo e la misura della ragione cristiana… il rifiuto della speranza che è nella fede è, al tempo stesso, un rifiuto al senso di misura della ragione politica. La rinuncia alle speranze mitiche propria della società non tirannica non è rassegnazione, ma lealtà che mantiene l’uomo nella speranza”.
A questo punto Ratzinger introduce un tema che illumina l’attualità. Oggi infatti in Italia sono sostanzialmente tre politici cattolici, cioè Enrico Letta, Angelino Alfano e Mario Mauro a condurre in porto questa svolta che – se ha successo – può farci uscire dalla guerra civile permanente e portare a una pacificazione storica, a una stagione di ragionevolezza, realismo, bene comune e prosperità.
E anche a un salutare rinnovamento generazionale.
Sono tre giovani politici dai percorsi diversi, ma accomunati dalla fede cattolica e politicamente da un’originaria ispirazione degasperiana .
Anche nel dopoguerra del resto fu la classe politica cattolica, guidata da De Gasperi, a portarci fuori dall’incubo delle ideologie totalitarie e dei loro miti che avevano provocato rovine.
Perché tanto ieri che oggi proprio dei politici cattolici hanno questa funzione storica?
Ratzinger spiega: “Il primo servizio che la fede fa alla politica è la liberazione dell’uomo dall’irrazionalità dei miti politici che sono il vero rischio del nostro tempo”.
Ed ecco la splendida apologia ratzingeriana della razionalità e del compromesso:
“Essere sobri ed attuare ciò che è possibile, e non reclamare con il cuore in fiamme l’impossibile, è sempre stato difficile; la voce della ragione non è mai così forte come il grido irrazionale. Il grido che reclama le grandi cose ha la vibrazione del moralismo; limitarsi al possibile sembra invece una rinuncia alla passione morale, sembra il pragmatismo dei meschini. Ma la verità è che la morale politica consiste precisamente nella resistenza alla seduzione delle grandi parole con cui ci si fa gioco dell’umanità dell’uomo e delle sue possibilità”.
Ratzinger conclude:
“Non è morale il moralismo dell’avventura, che intende realizzare da sé le cose di Dio. Lo è invece la lealtà che accetta le misure dell’uomo e compie, entro queste misure, l’opera dell’uomo. Non l’assenza di ogni compromesso, ma il compromesso stesso è la vera morale dell’attività politica”.
Sono considerazioni autorevoli da prendere come bussola. Oggi che, ancora una volta nella storia di questo Paese, proprio dei politici cattolici stanno provando a “smilitarizzare” la politica, a sminarla dai fondamentalismi, a laicizzarla, a mostrare che il compromesso (se non viene svilito) ha una profonda moralità.
Come nel dopoguerra, si trovano a fianco i riformisti, i liberali e i socialisti. Tutti deprecati dai massimalisti.
E’ il caso di portare a compimento questa svolta con un certo orgoglio, non “alla vergognosa”, se conveniamo – con Ratzinger – che è davvero morale il realismo della razionalità e del compromesso, non l’utopismo, né il giacobinismo, né il massimalismo, né l’integralismo.
Dietro alle tentazioni ideologiche che, nelle diverse forme, hanno bisogno del Nemico e pretendono di mettere sulla scena della politica lo scontro fra il Bene Assoluto e il Male assoluto, sta sempre una forma di gnosticismo, come ha spiegato un grande filosofo, Erich Voegelin, autore del “Mito del mondo nuovo”.
Il cristianesimo ci libera da questo pericolo sempre incombente. Ma – ovviamente – “ciò non significa” conclude Ratzinger “che la fede abbia portato un realismo libero da valori, il realismo della statistica e della pura fisica sociale. Al vero realismo dell’uomo appartiene l’umanesimo e all’umanesimo appartiene Dio”.
Un nuovo umanesimo e un nuovo rinascimento potrebbero essere l’orizzonte e l’ambizione di questa pacificazione nazionale. Se non fallisce e non viene sabotata.
Se non diventa un compromesso al ribasso. Se i protagonisti saranno capaci di far fronte alla grandezza della responsabilità.


Da “Libero”, 27 aprile 2013

mercoledì 24 aprile 2013

Nella bassa modenese ...


Da Blogger mezzo Emiliano 
(mia Madre e di Vignola  "bassa"  Modenese, ciliegi in fiore
e la prossima volta in terra emiliana mi fermerò 
 nella bella cittadina di Finale Emilia,
 anch'essa adagiata sul fiume Panaro.

 Dal  blog di Natalia Cattelani di TEMPODICOTTURA



Osteria La Fefa Finale Emilia (Mo)


osteria La Fefa
Vi dico subito che è a Finale Emilia, paese fortemente colpito dal terremoto del 2012, di fronte a quelle che erano le mura del castello, ora un cumulo di mattoni vecchi, a due passi dalla torre dell’orologio, quella che non c’è più.
Sarà, ma in questo scenario di devastazione naturale, Giovanna Guidetti, proprietaria e cuoca dell’Osteria La Fefa, ne esce come un gigante. Non solo perchè c’è, per quello che fa e per come lo fa (è al 1° posto nella nostra love-list) , ma per come è.
osteria La Fefa
Entri alla Fefa e sei lì, al centro del suo mondo, che è fatto di promesse mantenute: il menù non evoca ma parla, il locale non seduce ma piace, Giovanna non crea ma cucina.
Osteria La Fefa
Il potere della sincerità, quella che di colpo ti arriva al cervello e insieme ti inumidisce gli occhi e una volta a casa rielabori che ci devi tornare per capire cos’è !
Se poi avete la fortuna di scambiare 4 chiacchiere con lei, magari quando vi batte la ricevuta (e qui vi sale il buon umore visto che avrete ben mangiato e ben bevuto a prezzi più che ragionevoli per un locale di quel livello, e non è una strategia post crisi ma una politica che Giovanna ha da sempre!) , vi rendete conto che oltre al libro di ricette che ha già scritto (A tavola con…Duchi e Duchesse Baraldini Editore) dovrebbe trovare un po’ di tempo per dettare quello della sua vita.
libro A TAvola con duchi e duchesse
E chiedetele se è vero che esiste una pizza Giovanna a Faenza (pizzeria O’ fiore mio) ora anche a Milano Marittima, con la quale i gestori le devolvono 2 euro specificandolo sul menù e di quella volta che un ristoratore di Firenze (Enoteca Pinchiorri, 3 stelle Michelin) le ha telefonato per chiederle le coordinate bancarie per farle un versamento nei giorni seguenti al sisma. Storie positive, di bene, di solidarietà, di compassione che Giovanna non esita a divulgare: “lo dico sempre”, telefonate inaspettate, di quelle che ti riedificano il morale, prima ancora che le tasche, che ti aiutano a rialzarti la mattina in una casa che non è la tua, in un paese semidistrutto, in un futuro da ripensare e ricostruire.
Giovanna Guidetti domani, giovedì 25 Aprile, è alla Prova del Cuoco! Io e mia sorella Natalia l’abbiamo incontrata domenica nel suo locale aperto e gustosissimo come sempre. Abbiamo fotografato tutti i piatti del nostro tavolo come 2 vere foodblogger che si rispettino.
piatti fefa
Le abbiamo promesso che l’avremmo sostenuta con il nostro televoto (vostro?), anche se lei rideva e diceva che non era necessario. Siamo rimaste a chiacchierare con lei e Luigi, architetto tuttofare, fin verso le 17,00.
Ogni tanto buttavamo l’occhio alle pareti della Fefa e la grazia dei disegni di Emanuele Luzzati ci coccolava, come fusa di un gatto.
Finale Emilia (Modena)
Via Trento Trieste 9/c

Tel e Fax +39 0535 780202
www.osterialafefa.it  
info@osterialafefa.it
Chiuso il martedì
Ferie a gennaio e luglio.
Scritto da Manuela
Grazie GiuMa

domenica 21 aprile 2013

Nonno Giorgio:


un "anticipo" di primavera coi colori dell'autunno
Scritto da don Marco Pozza |


Come una donna annunciata che ritarda la sua apparizione sull'uscio della casa: chi sta accampato fuori viaggia tra attesa e desiderio, ansia e speranza, disperazione e mistero. Così è della primavera che quest'anno sembra tardare: il bocciare di timide gemme in febbraio c'aveva illusi dell'ormai prossima venuta, quel lento ritirarsi delle nevi ai primi di marzo è stato presto tradito da copiose nevicate, del timido biancore dei ciliegi rimane oggi traccia nelle gemme bruciate dalla pioggia d'aprile. Annunciata a più riprese, puntualmente quest'anno ha tradito le aspettative, lasciando come eredità di questo apparente ritardo un desiderio più acceso dei mandorli in fiore, dei bucaneve colorati e dei primi voli di rondine che annunciano il cambio di stagione. Che tardi la primavera non significa, però, che la natura sia defunta. Sotto la coltre della neve e l'umidità della pioggia c'è tutto un mondo silenzioso che si sta organizzando: le pernici e gli usignoli stanno facendo le ultime prove di canto, le volpi e i cervi stanno tracciando le loro traiettorie, il tasso e le marmotte stanno lavandosi il viso e pettinandosi le teste, i rododendri e le betulle sono tutti presi dalle prove dei nuovi vestiti, le rondini e le aquile si stanno spartendo egualmente gli spazi aerei, le cicale e i grilli stanno accordando le ultime note dei loro pentagrammi musicali. E la primavera, come una madre gelosa della liturgia del suo parto, custodisce i riti e le liturgie che agli uomini sono preclusi: saper intravedere sotto il grigiore della neve l'arcobaleno della primavera è arte dei poeti, degli artisti e dei sognatori.
La primavera della natura quest'anno è metafora di un'altra primavera: quella della speranza italiana che sembra faticare a sganciarsi dalla rigidezza dell'inverno per lasciare spazio ai primi soli d'aprile. Anche qui c'eravamo illusi – forse spinti dalla primavera della Chiesa che in Francesco sembra aver ritrovato la tavolozza e i colori di una nuova speranza – che la primavera fosse sbocciata a febbraio, appena dopo le elezioni. L'alfabeto c'era: rinnovamento e rottamazione, cambiamento e innovazione, stanchezza e giovinezza, ansia e trepidazione. Una primavera, però, ch'è valsa solo lo sprazzo di qualche giorno: ciò che è rimasto è l'illusione di una nuova stagione che tutti sognavano e che adesso sembra tardare. Eppure, come anche nella natura, anche qui sotto l'apparente inverno si sta organizzando una nuova trama che è poi l'annuncio di una battaglia: la lotta tra gioco e responsabilità, tra passato e futuro, tra solitudini eroiche e massificazioni annoiate. Tra la serietà di chi ha a cuore il bene comune e chi del bene comune ha fatto il suo gioco all'ora della merenda. Anche qui giunge l'eco di “prove generali” in atto: voci nuove che tentano l'accordo, sapienza di vecchi condottieri che tesse trame di novità, sete ardente di un alfabeto nuovo con il quale scrivere pagine giovani di storia quotidiana.
C'erano occasioni di primavera: l'inesperienza o la gelosia le hanno bruciate. E non hanno trovato àncora di salvezza più affidabile se non nella vecchiaia saggia di Giorgio Napolitano, uomo avvezzo alla ricostruzioni di trame e alla certosina pazienza del monaco. Il suo ritorno non ha certo addosso il profumo del potere, quanto la paterna sollecitudine di un vecchio nonno incapace di trastullarsi mentre i suoi nipoti abitano le tenebre dell'incertezza. La sua disponibilità non è sinonimo di primavera, ma è un “anticipo” di primavera: la primavera sarà possibile solo se chi l'ha eletto saprà far suo quel senso di responsabilità che oggi è rimasta l'ultima grammatica di un urgente riscatto. Perchè se è vero che le prove rinsaldano lentamente la virtù degli uomini, è altrettanto vero che bisogna aiutare la liberazione per evitare la morte.

(da L'Altopiano, 27 aprile 2013)


Elezione Napolitano


L’AMACA

MICHELE SERRA
Almeno a una cosa, questi giorni tristissimi, sono serviti. Sono serviti a chiarire una volta per tutte che nella sinistra parecchie persone odiano la sinistra. Nel senso che la combattono e forse la temono. Nel senso che ogni vero cambiamento degli assetti di potere, degli equilibri sociali, della distribuzione del reddito, metterebbe a rischio il loro potere, le loro aspirazioni, i loro interessi. Purtroppo questo pezzo della sinistra è un pezzo di Pd: quel pezzo di Pd che ha sparato su Prodi (cioè uno dei propri padri fondatori) e con gusto se possibile maggiore avrebbe sparato su Rodotà (cioè uno dei propri uomini migliori). Importa relativamente sapere se esistano, a monte di questo odio di sinistra per la sinistra, comitati d’affari o intelligenza col nemico o semplice amore per le trame sottobanco o addirittura la lecita convinzione politica che non esista, in Italia, uno spazio politico per il cambiamento. Importa moltissimo, però, capire che avere votato Pd, nelle presenti condizioni, non significa avere speso il proprio voto per una sinistra possibile (mediocre, ma possibile), come credono da molti anni milioni di elettori riformisti come me. Significa averlo dato a una sinistra impossibile. Sel è stata molto più leale con Bersani, e con il Pd, del Pd stesso. Quando si tratterà di tornare al voto ce ne ricorderemo. Eccome se ce ne ricorderemo.


Questo è stato il giudizio di Michele Serra alla giornata del 20 aprile quando si è conclusa la diatriba sull'elezione del Presidente della Repubblica e la TV ha mostrato,a conclusione dello spoglio, un Berlusconi e un Alfano soddisfatti di aver vinto sulla disfatta della sinistra, mentre nel Parlamento c'era una vera e propria standing ovation , tutti contenti di aver fottuto ancora una volta il popolo che nella piazza contestava.
Non vi nascondo che una lacrima è scesa sul viso, quando hanno ridato la linea alla piazza , che urlava " Vergogna" e la giornalista ha intervistato un ragazzo di sedici anni. Sapete cosa vuol dire sedici anni? Gli anni della speranza , della fede nel futuro, nella voglia di realizzare i propri sogni.
Volete sapere quali sono state le sue parole? - Non sono qui per contestare Napolitano, bensì per mostrare il mio pianto perchè ho creduto davvero che ci potesse essere il cambiamento. Voglio che mi vedano e che si ricordino-
Caro ragazzo, loro non ti vedranno , ma io ti ho visto ed ho pianto con te su questo sfacelo. Non smarrirti , continua a crederci, è difficile , lo so, ma se non continuiamo ad avere fede avranno sconfitto anche noi, noi che siamo i sognatori, noi che crediamo che un giorno tutto questo finirà... noi non possiamo essere sconfitti.
(Angela)

Comunque da GiuMa Grazie a Napolitano e ...

Tanti auguri, signor Presidente!




A SUA ECCELLENZA
PALAZZO DEL QUIRINALE        

00187  ROMA
NEL MOMENTO IN CUI ELLA, CON GRANDE DISPONIBILITA’ E SPIRITO DI SACRIFICIO, HA ACCETTATO NUOVAMENTE LA SUPREMA MAGISTRATURA DELLO STATO ITALIANO QUALE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, DESIDERO RIVOLGERLE LE PIU’ SINCERE E CORDIALI ESPRESSIONI AUGURALI E, MENTRE AUSPICO CHE ELLA POSSA CONTINUARE LA SUA AZIONE ILLUMINATA E SAGGIA SOSTENUTO DALLA RESPONSABILE COOPERAZIONE DI TUTTI, INVOCO SULLA SUA PERSONA E SUL SUO ALTO SERVIZIO AL PAESE LA COSTANTE ASSISTENZA DIVINA E DI CUORE  INVIO A LEI ED ALLA DILETTA NAZIONE ITALIANA LA BENEDIZIONE APOSTOLICA, QUALE INCORAGGIAMENTO A COSTRUIRE UN FUTURO DI CONCORDIA, DI SOLIDARIETA’ E DI SPERANZA.
FRANCISCUS  PP 




*
In occasione della rielezione a Presidente della Repubblica Italiana di Giorgio Napolitano, la Presidenza della CEI ha voluto esprimere al Capo dello Stato “vicinanza e partecipazione” ed ha aggiunto il cordiale augurio che, “sotto la Sua rinnovata Presidenza, il Paese possa crescere nell’autentico progresso, in una stagione di effettiva e corale disponibilità, avendo come supremo obiettivo quello di servire il bene comune”.


*

Di seguito il testo del messaggio







Signor Presidente,
Le esprimiamo di cuore le nostre felicitazioni nel momento in cui Lei, avendo dato la Sua esemplare disponibilità da molti richiesta, è stato confermato Capo dello Stato.
Nel farLe sentire la nostra vicinanza e partecipazione avvertiamo il peso della responsabilità che l’incarico conferitoLe porta con sé, specialmente in quest’ora della storia. Sono, infatti, molteplici gli elementi che sembrano oggi indebolire il riconoscimento del senso della comune appartenenza.
La gente e le famiglie vivono la crisi economica che, a sua volta, rimanda a una crisi più profonda e generale; essa tocca le radici stesse dell’uomo. È crisi sociale ed è crisi politica, che emerge in contrapposizioni radicali, nella scarsa partecipazione e nella fatica a raggiungere consenso.
Tutto ciò fa di questo un tempo di scelte impegnative, che richiedono la consapevolezza e la capacità di cogliere le risorse e le reali opportunità per sviluppare una rapida e incisiva ripresa. Del resto, la misura dell’autentica politica si riconosce nella sua capacità di interpretare la società e di ragionare in termini di sviluppo storico e non all’insegna della contingenza, restituendo priorità alla riflessione pacata, al confronto, alla mediazione alta; nell’affrontare seriamente quanto ha a che fare con la vita quotidiana della nostra gente.
La risposta migliore alla stanchezza e alla disillusione passa dal rispetto della democrazia e, quindi, dalla fedeltà ai principi della Costituzione, che ha il suo cardine nella centralità della persona e impegna a garantire a tutti lavoro, speranza e dignità.
L’esperienza cristiana ha sempre avuto una dimensione e una valenza pubblica: i valori del Vangelo, incarnati nella partecipazione attiva di tanti fedeli laici alla vita pubblica, hanno contribuito a costruire una società più umana, oltre che ad arricchire il tessuto della Comunità nazionale, portando frutti di cultura, di carità, di sostegno dei diritti fondamentali della persona.
All’uomo, infatti, è diretto il servizio della Chiesa come quello dello Stato, nella piena distinzione e autonomia, nonché nella reciproca e leale collaborazione per il bene dell’intero Paese. Come abbiamo ribadito in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, la coesione politica e istituzionale include un’unità interiore e spirituale che merita di essere perseguita come contributo vitale offerto a tutta la Nazione.
Il nostro cordiale augurio è che, sotto la Sua rinnovata Presidenza, il Paese possa crescere nell’autentico progresso, in una stagione di effettiva e corale disponibilità, avendo come supremo obiettivo quello di servire il bene comune.
Signor Presidente, Le siamo vicini con la nostra preghiera, confermando il leale e generoso contributo della Chiesa che vive nell’amata Italia.
La Presidenza
della Conferenza Episcopale Italiana

Roma, 20 aprile 2013

mercoledì 17 aprile 2013

Parco delle Cascate di Calvene (VI)



Parco delle Cascate

Diamo il benvenuto alla primavera


Riapertura Parco Delle Cascate

Ciao, abbiamo il piacere di invitarti/vi all'inaugurazione della riapertura ...





ATTENZIONE!! CAUSA MALTEMPO LA RIAPERTURA DEL PARCO E' STATA POSTICIPATA AL 11 e 12 MAGGIO

Con l'arrivo della bella stagione il parco torna ad essere la casa degli artisti.
Questo evento è per noi l'occasione di inaugurare dopo l'inverno questo contenitore di idee in compagnia di gruppi musicali, letture ad alta voce, una ballerina danzante aerea, workshop per la costruzione di un forno in terra cruda.
PROGRAMMA
SABATO E DOMENICA DALLE 10.00
Realizzazione forno in terra cruda: laboratorio aperto a tutti tenuto da Caleb Murray
PER INFO E PRENOTAZIONI INFO@PARCODELLECASCATE.NET
DOMENICA ORE 10.30
Passeggiata erboristica all’interno del parco con la Dott.ssa in Erboristeria Eddi Savio
DOMENICA DALLE 11.00 ALLE 12.00
Letture per bambini sul tema: le Fate e gli esseri fantastici
DALLE 15.00 ALLE 20.00
‘Iktome’ installazione di Andrea Ellero con performance di Nicoletta Grolla (Radici Aeree)
LA PERFORMANCE AVRA’ LUOGO OGNI ORA FINO ALLE 17.00

INOLTRE
Musica e danze con: Eratempus (cornamuse, ghironda e danze tradizionali); Florio Pozza Musica Australe (didjeridoo)
SABATO 11 E DOMENICA 12 COSTRUZIONE DEL FORNO IN TERRA CRUDA
Puo' partecipare chiunque abbia un po' di voglia di sporcarsi le mani, servira' soltanto un contributo per il materiale utilizzato di 10-20€ (in base ai partecipanti). Il forno sara' poi donato alla comunita' di don Beppe e sara' decorato e utilizzato in occasione della Festa del Fuoco che si terra' il 1 maggio 2013 nel Parco. Il workshop sara' tenuto dal nostro amico Caleb Murray
Per info e prenotazioni: info@parcodellecascate.net oppure tel (328.1847708)

Caleb Murray, costruttore di abitazioni in paglia, artefice del progetto Eva, collaboratore “Bag studio mobile Progetto Eva”. Ha progettato e realizzato numerosi edifici negli Stati Uniti in materiali riciclati (case di copertoni e lattine in New Mexico, case in carta riciclata in Arizona e numerose case in balle di paglia). Da dieci anni vive e lavora in Italia dove ha approfondito le conoscenze costruttive nell’ambito degli edifici tradizionali in pietra (trulli pugliesi) e strutture in legno.

NB: IN CASO DI PIOGGIA SPOSTEREMO IL WORKSHOP AL PRIMO FINE SETTIMANA PROVVISTO DI SOL RIDENTE!!
Alcuni cenni su IKTOME
installazione di Andrea Ellero con una performance di Nicoletta Grolla (Radici Aeree)

Secondo una leggenda Lakota, il Dreamcatcher fu creato per merito di uno stregone, il quale ricevette l’apparizione di Iktome (ragno), spirito saggio. Questi, con la sua tela, iniziò a tessere all’interno del cerchio una rete e disse: “la ragnatela è un cerchio perfetto, usala per aiutare la tua gente ad avere buoni sogni grazie a Wakan Tanka. La rete tratterrà le vostre visioni / intenzioni buone, mentre quelle cattive se ne andranno”.
Personalmente, quando sento parlare di spiriti, leggende, visioni, emerge la mia innata scetticità. Però, per questa mia installazione voglio “usare” la leggenda Lakota quale modalità divulgativa perchè la ritengo carica di simbolismi.
L’anno scorso, la mia precedente opera “Restituzione Wabi” aveva come scopo principale quello di sensibilizzare il pubblico al riuso, al riciclo, al self-made, attraverso il fascino che ne deriva dall’estetica Wabi-Sabi. Il tema del parco di quest’anno “Sonno Sogno” mi dà la possibilità di esprimere un altro messaggio ecologista, anche attraverso la danza aerea di Nicoletta Grolla (Radici Aeree).
E così, Nicoletta (Iktome), vestita di bianco tra le nuvole (sogno), tessendo una ragnatela all’interno dell’ (cerchio/enso/universo), ci dirà... “Compi la tua scelta ecologista... Trattieni nel cerchio il tuo spirito buono verso madre natura... sii da esempio”.a del Parco delle Cascate, dopo il periodo invernale.

L'inaugurazione si terrà ...

info ... aggiornamenti.

ATTENZIONE!! CAUSA MALTEMPO LA RIAPERTURA DEL PARCO E' STATA POSTICIPATA AL 11 e 12 MAGGIO presso la Comunità Radicà in Viale Divisione Julia a Calvene.

Troverete spettacoli, esibizioni musicali, letture ad alta voce, e tutto questo nella meravigliosa cornice del bosco!
Per avere maggiori informazioni, foto, domande o dettagli puoi visitare il nostro sito: www.parcodellecascate.net o la nostra pagina facebook: www.facebook.com/parcodellecascate
Per ulteriori informazioni puoi scrivere qui a info@parcodellecascate.net

... Vi aspettiamo, e fate girare l'invito agli amici!



giovedì 11 aprile 2013

M5S ha scelto ... La Gabanelli piuttosto che Emma Bonino!


Il  il candidato per il Quirinale: Milena Gabanelli

Prima Milena Gabanelli, secondo Gino Strada e terzo Stefano Rodotà. Dunque Milena Gabanelli è la candidata scelta per la corsa al Quirinale dal M5S. Questa la classifica completa:
1. Gabanelli Milena Jole  Passano la mano a Rodotà
2. Strada Luigi detto Gino       "            "          "                

3. Rodota' Stefano

4. Zagrebelsky Gustavo
5. Imposimato Ferdinando
6. Bonino Emma
7. Caselli Gian Carlo
8. Prodi Romano
9. Fo Dario
Lo comunica Grillo sul suo blog.

"Quando pensano che tu sia all'altezza di un compito così grande si può solo essere onorati, perché è altamente gratificante", ha detto Milena Gabanelli, commentando la scelta di M5S. La giornalista ha aggiunto di essere "assolutamente commossa e anche sopravvalutata".


                                      >>>><<<<>>>><<<
Come si fa ad amare Emma Bonino (e Ignazio Marino, e Corrado Augias, e Odifreddi e Mancuso eccetera eccetera eccetera)?

quando li vedo in TV cambio canale!
ma amarli è un'altra cosa, come si fa ... ?

Come si fa ad amare Emma Bonino ecc. 
l'ho pensato ... pure io! senza rispondere ...


E' proprio una GRANDE donna  Costanza Miriano
e il suo blog  se non ci fosse bisognerebbe inventarlo/la!

 grazie da GiuM@


Come si diventa un’icona laica della modernità e del potere.



E come se non bastasse.... da    kairosterzomillennio.blogspot.it/


 Emma Bonino, abortista


E’ ormai da tempo che  tra i papabili ad essere eletti alla Presidenza della Repubblica circola il nome di Emma Bonino. Ora, per una serie di contingenze politiche la cosa si sta facendo ancora più insistente. E preoccupa.

Sulla prossime elezioni del sostituto di Napolitano si gioca un’importante partita politica. Anzi, la vera partita politica. Tutto il resto ne dipende, compreso il futuro governo. Tutti lo sanno ed è per questo che la tattica e il surplace hanno la meglio.



Il Pd ha due spinte interne. Una è la tentazione di Bersani di eleggere Romano Prodi con il “metodo Grasso”, ossia alla chetichella, senza accordi previ di natura organica. In questo modo si eleggerebbe un Presidente “di parte” e non rappresentativo della maggioranza degli italiani. Dal punto di vista di Bersani ne varrebbe la pena, però, perché così facendo si metterebbe in angolo Berlusconi e lo si accerchierebbe definitivamente con un Presidente a lui ostile. Certo, una “occupazione” di tutte le cariche istituzionali dopo aver “pareggiato” le elezioni comporterebbe, a lungo andare, molte conseguenze negative, ma nell’immediato potrebbe dare dei frutti. L’altra tendenza interna al Pd vuole scegliere un Presidente non di “parte” e quindi gradito anche al Pdl, come base per un successivo governo di unità nazionale con dentro anche il partito di Berlusconi.



In questo quadro è possibile che si trovi una convergenza proprio sul nome della Bonino. Mara Carfagna, del Pdl, l’ha indicata, seppure a titolo personale, come una persona gradita. Il segretario del Partito socialista Nencini l’ha proposta. Sta montando sui media la campagna pro Bonino. Lo scorso 4 aprile Il TG2 ha dedicato un lungo servizio sulle donne in politica che terminava con la Bonino. “Io voglio Emma Bonino Presidente” è il manifesto lanciato dai Radicali nella loro pagina face book. Il 5 aprile è uscito il solito sondaggio SWG secondo il quale Emma Bonino sarebbe al primo posto anche nel gradimento degli italiani. In precedenza era uscito un analogo sondaggio secondo cui tra i Grillini Emma Bonino, insieme a Rodotà e a Zagrebelski, era ai primi posti. Insomma: la consueta macchina propagandistica è iniziata alla grande. I deputati cattolici nel frattempo tacciono (o quasi), come pure il mondo cattolico in quanto tale, che sembra ormai pronto ad accettare tutto (o quasi) dopo aver deciso di poter votare tutto (senza quasi). 



L’elezione alla Presidenza della Repubblica di Emma Bonino sarebbe un fatto gravissimo per l’Italia. Lei  rappresenta una cultura radicale fatta di etica libertaria ed esasperato individualismo. In questi decenni Emma Bonino e i Radicali hanno decostruito tutti i principali valori su cui si era retta la società italiana. Non sono stati gli unici, naturalmente, in quanto di numero esiguo, ma ne sono stati l’avanguardia e la Bonino ne è il simbolo. Le cosiddette battaglie per “i diritti civili” hanno portato in Italia le leggi sull’aborto e sul divorzio, che la Bonino considera ora troppo restrittive. La sua linea è per la depenalizzazione delle droghe, per l’apertura ad ogni “tipo” di famiglia, per la completa autodeterminazione circa il fine vita, per il suicidio assistito. In tema di fecondazione artificiale la Bonino è per l’abolizione della legge 40, o la sua definitiva apertura, a favore di un completo “fai da te” in tutta questa delicata problematica. La Bonino è per l’ideologia del gender, per la distribuzione senza limiti della cosiddetta “contraccezione d’emergenza” a carattere abortivo, per il mercato della banche del seme, per l’utero in affitto. La Bonino è per liberalizzare tutto, individualizzare completamente l’etica sociale, superare definitivamente la natura. E’ liberista sfrenata in economia ed è libertaria sfrenata in etica sociale. Rappresenta l’ideologia della borghesia moderna allo stato puro, che è un’ideologia nichilista. Quando parla – e ne parla spesso – di legalità e di diritto, li intende in modo assolutamente contrattualistico, senza il minimo riferimento ad una eventuale e remota legge di natura, nemmeno nelle forme aggiornate a cui hanno approdato alcuni intellettuali laici. 



Con lei al Quirinale avremmo una interpretazione puramente formalistica, più che positivistica, e non sostanziale della Costituzione, senza riferimento ad un suo retroterra culturale e antropologico. Emma Bonino non rappresenta gli italiani. Sarebbe un Presidente non condiviso e non condivisibile. Esporrebbe la massima carica della Repubblica all’obiezione di coscienza. Toglierebbe alla nostra Costituzione la terra sotto i piedi. (S. Fontana)

La storia di Emma Bonino - chi è veramente e cosa vuole la leader radicale - vale la pena essere conosciuta. Per questo vi suggeriamo di acquistare il libro di Danilo Quinto a lei dedicato "Emma Bonino dagli aborti al Quirinale?", direttamente dal nostro sito (clicca qui)


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Emma Bonino dagli aborti al Quirinale?

Cristo è morto per Emma Bonino


DI COSTANZA MIRIANO

di Costanza Miriano 

Ometto la foto (inguardabile e fastidiosa) di Emma Bonino
Se avessi una pur minima speranza di deviare il corso della storia ci proverei. Che so, andrei davanti al Quirinale, pronta anche a stendermi per terra sul manto stradale di via Nazionale, magari con le braccia tutte ricoperte di Bonnie Bracelets Club Monaco (mio ultimo oggetto dei desideri) in modo che mi si veda anche di notte se passa una macchina, sempre che abbia i fari accesi: rischiare la pelle sì, ma con stile. Farei qualsiasi cosa, se potessi, pur di sventare il pericolo che Emma Bonino diventi Presidente della Repubblica.
Se devo pensare a un’idea di male assoluto mi viene in mente chi uccide i bambini sotto il cuore della mamma. Ma non chi lo fa in un momento di disperazione, paura, vigliaccheria, povertà, incoscienza, solitudine, soffrendo di queste cose tutte insieme o di una sola. Quello non è il male assoluto, è solo una persona che sbaglia, e che può ritrovare il bandolo della matassa, che può addirittura, chiesto perdono, salire alle vette della santità . Però una donna che non solo aiuti materialmente le altre donne ad abortire, ma che difenda anche la loro possibilità di farlo, e che la chiami diritto, che spenda la sua intera vita per seminare morte e disperazione con l’arroganza di chi crede di avere ragione, beh, non mi viene in mente niente di più lontano dal bene.
Eppure Gesù Cristo è morto anche per Emma Bonino. Lui la ama. Lui ha dato la sua vita per lei, e fino a che avrà respiro la aspetterà a braccia aperte. Potrebbe anche succedere che la Bonino finisca per superarmi nel regno dei cieli, anzi, è del tutto probabile. Mi fa piuttosto fatica dirlo, ma è così. Io credevo di avere accumulato qualche piccolo vantaggio nella gara, ma magari in uno slancio, sostenuta dalla grazia, lei andrà a sedersi vicina vicina, e io avrò un posto in piccionaia, che poi sono pure miope, porca miseria.
Come si fa ad amare Emma Bonino (e Ignazio Marino, e Corrado Augias, e Odifreddi e Mancuso eccetera eccetera eccetera)? Quattro regole.
Uno:  non parlare mai male di loro. E qui sono già fuori con l’accuso. L’ho fatto, lo faccio sempre, anche pubblicamente. A volte anche da sola, se incontro una di quelle facce mentre leggo il giornale, di sera, quando i figli dormono (mi alleno per quando sarò vecchia, e borbotterò da sola litigando col telegiornale, non vedo l’ora). Argomentare sugli errori politici, sulle leggi, sulle azioni pubbliche, va bene se ci viene richiesto. Si deve denunciare la verità, ma mai parlare male delle persone, care a Cristo più della sua stessa vita.
Due: pregare per loro. Non se ne parla proprio. Prima ho il figlio della mia amica, in pancia, e quello ricoverato, e l’amica di E., e poi M. Le persone malate, i miei figli, mio marito, tutti gli amici fino al cinquantaseiesimo raggio di prossimità, e poi la fame nel mondo, le guerre e ogni fantasiosa attività del principe di questo mondo. Prima di dire una decina per Augias potrei arrivare a preoccuparmi della deforestazione, del dissesto idrogeologico, forse anche un po’ della piaga dei saponi che non rispettano il tuo ph.  Figuriamoci se ho tempo di pregare per quelli che sembrano stare dalla parte del male assoluto. Eppure credo che questa preghiera sciolga il cuore di Dio. E se poi l’oggetto del nostro amore faticoso è quello che mi ha sbarrato la strada al lavoro, quella mamma che mi umilia sempre ostentando i successi della sua prole ogm, quel familiare pesante, quel mio debitore disonesto, insomma persone con cui ho a che fare direttamente, allora si aggiungono altre due regolette.
Tre: mai fare qualcosa che possa danneggiarli, e qui la tentazione a volte è irresistibile.
Quattro: appena si presenta l’occasione, fare qualcosa di buono per lui/lei/loro. Capire a che punto sono del cammino e se per caso ci troviamo più avanti aiutarli a procedere di un passetto. Spiegare qualcosa, consigliare senza giudicare, accompagnare. Ciò significa che incontrando la Bonino per strada non solo non la si debba arrotare, cosa che verrebbe istintivo fare come primissimo atto, anche con una certa urgenza – cristianamente, si intende, sempre con misericordia. No. Anzi. Nel caso si dovrebbe anche offrire un passaggio, e non solo per un miglio ma per due. Qui siamo alla pura fantascienza, ma Gesù lo avrebbe fatto, e noi dobbiamo assomigliargli. Lo dobbiamo fare per far stare bene noi e gli altri. In questo momento di grida e parolacce e insulti e accuse pubbliche, come è riposante quando lo si incontra, in qualcuno che a forza di stare con lui ha finito per essere come lui…