"In questo piccolo spazio vorrei che ogni uomo si sentisse a casa sua e, libero da costrizioni, potesse raggiungere la conoscenza di se stesso e incamminarsi nella sua strada forte e fiducioso. Vorrei che fosse una sosta di pace, di riflessione per ogni viandante che vi giunge, un posto dove l'ideale diventa realtà e dove la gioia è il frutto spontaneo".
Nel lontano 1969 Padre Giovanni Vannucci descriveva così l’orizzonte comunitario che aveva in mente di realizzare. Quelle parole rappresentano bene anche il sogno che la Fraternità di Romena custodisce e coltiva da venticinque anni. Dal 1991, infatti, la Fraternità di Romena è un punto di incontro per chiunque cerchi uno spazio semplice e accogliente dove, nel pieno rispetto delle storie e delle differenze individuali, ciascuno abbia la possibilità di rientrare in contatto con se stesso e, se vuole, con Dio, e di riscoprire il valore e la ricchezza delle relazioni.
La fraternità
La fraternità ha il suo cuore nell'antica pieve romanica di Romena, in Casentino, Toscana. In una valle intrisa di spiritualità, la valle di Camaldoli e la Verna, Romena si propone come un possibile crocevia per tanti viandanti del nostro tempo.
Così come per i pellegrini del Medio Evo, in marcia verso Roma, la pieve rappresentava un punto di riposo dove fermarsi per una notte, rifocillarsi e ripartire, così oggi la Fraternità vuol offrire un luogo di sosta ai viandanti di ogni dove. Una sosta per ritrovarsi e riscoprire la bellezza della nostra unicità, una sosta per poi riprendere e proseguire il proprio personale cammino di crescita. "Oggi – spiega don Luigi Verdi, fondatore e responsabile della Fraternità – non abbiamo tanto bisogno né di teorie, né di ideologie, ma di silenzio, di una pausa, di un tempo per riallacciare i rapporti con la nostra autenticità. Ed è questo ciò che proviamo a offrire a Romena".
Una porta aperta
"Bisogna amare le porte" diceva l'Abbè Pierre. La Fraternità cerca di essere una porta aperta, aperta a ogni incontro, aperta alle differenze, uno spazio di libertà che consenta a ciascuno di esporsi, con le proprie fragilità, sentendo che anche le proprie fatiche, le proprie crisi possono trovare un luogo dove posarsi, senza giudizio. Cosiccome la pieve, così armonica e bella, fu edificata in tempore famis, in tempo di crisi, così la fraternità fonda se stessa sull'idea che la crisi può diventare opportunità.
Perché è quando si sperimenta quel terribile e fecondo passaggio in cui si è nudi con se stessi, che si può abbracciare il proprio limite e rialzarsi in piedi. La ferita può diventare così una feritoia, una finestra verso l'oltre, preziosa come l'oro.
Sulle orme del Vangelo
Il cuore vivo della Fraternità è nelle pagine del Vangelo, è nell'insegnamento libero e liberante di Gesù Cristo. Ma come in ogni cammino, anche in quello di Romena decisivi sono gli incontri che sono avvenuti prima e durante il percorso della Fraternità. Quella di padre Giovanni Vannucci, monaco, è la figura che più ha ispirato il percorso della Fraternità.
Ma tra gli amici che, indirettamente, hanno contribuito alla nascita di Romena ci sono anche Sorella Maria di Campello, Charles De Foucauld, Frere Roger di Taizè, Luigi Ciotti, Arturo Paoli, Tonino Bello. Le loro esperienze comunitarie, il loro stile, il loro modo di vivere il Vangelo hanno alimentato il sogno di Romena. E continuano a sospingerlo.