State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

domenica 18 febbraio 2018

«dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior».

Via del Campo | Fabrizio de Andrè | Faber

FABRIZIO DE ANDRE'
VIA DEL CAMPO
(Fabrizio De Andrè, Enzo Jannacci, 1967, Bluebell Records)
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***Buon ascolto***



www.fabriziodeandre.it

                             Fabrizio De André - Principe Libero - Trailer Ufficiale

"Caro Faber", la lettera che Don Gallo dedicò a Fabrizio De André a pochi giorni dalla sua morte

www.huffingtonpost.it  2016


Fabrizio De Andrè - Amore che vieni Amore che vai
Quei giorni perduti a rincorrere il vento 
a chiederci un bacio e volerne altri cento 

un giorno qualunque li ricorderai 
amore che fuggi da me tornerai 
un giorno qualunque ti ricorderai 
amore che fuggi da me tornerai 

e tu che con gli occhi di un altro colore 
mi dici le stesse parole d'amore 

fra un mese fra un anno scordate le avrai 
amore che vieni da me fuggirai 
fra un mese fra un anno scordate le avrai 
amore che vieni da me fuggirai 

venuto dal sole o da spiagge gelate 
venuto in novembre o col vento d'estate 

io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai 
amore che vieni, amore che vai 
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai 
amore che vieni, amore che vai.

Nel diciannovesimo anniversario della morte di Faber, questa lettera scritta da Don Gallo racconta, parola dopo parola, l’essenza dell’amico e cantautore italiano, ricordandone la profonda vicinanza verso l’umanità intera e gli insegnamenti scaturiti dalla sua “antologia dell’amore”:
@INSTLa loro Genova ha unito i loro destini, le loro storie si sono incrociate per sempre nell'attenzione verso gli ultimi e gli emarginati. Don Gallo, il prete di strada che si è fatto conoscere durante tutta la sua vita per l'impegno verso le condizioni umane dei disagiati e degli ultimi, dei dimenticati e Fabrizio De André, hanno condiviso tra le vie di Genova il racconto del mondo.

Caro Faber. Per Fabrizio De André
di don Anrea GalloGenova, 14 gennaio 1999
Caro Faber,
da tanti anni canto con te, per dare voce agli ultimi, ai vinti, ai fragili, ai perdenti. Canto con te e con tanti ragazzi in Comunità.
Quanti «Geordie» o «Michè», «Marinella» o «Bocca di Rosa» vivono accanto a me, nella mia città di mare che è anche la tua. Anch’io ogni giorno, come prete, «verso il vino e spezzo il pane per chi ha sete e fame». Tu, Faber, mi hai insegnato a distribuirlo, non solo tra le mura del Tempio, ma per le strade, nei vicoli più oscuri, nell’esclusione.
E ho scoperto con te, camminando in via del Campo, che «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior».
La tua morte ci ha migliorati, Faber, come sa fare l’intelligenza.
Abbiamo riscoperto tutta la tua «antologia dell’amore», una profonda inquietudine dello spirito che coincide con l’aspirazione alla libertà.
E soprattutto, il tuo ricordo, le tue canzoni, ci stimolano ad andare avanti.
Caro Faber, tu non ci sei più ma restano gli emarginati, i pregiudizi, i diversi, restano l’ignoranza, l’arroganza, il potere, l’indifferenza.
La Comunità di san Benedetto ha aperto una porta in città. Nel 1971, mentre ascoltavamo il tuo album, Tutti morimmo a stento, in Comunità bussavano tanti personaggi derelitti e abbandonati: impiccati, migranti, tossicomani, suicidi, adolescenti traviate, bimbi impazziti per l’esplosione atomica.
Il tuo album ci lasciò una traccia indelebile. In quel tuo racconto crudo e dolente (che era ed è la nostra vita quotidiana) abbiamo intravisto una tenue parola di speranza, perché, come dicevi nella canzone, alla solitudine può seguire l’amore, come a ogni inverno segue la primavera
Ma tu che vai, ma tu rimani / anche la neve morirà domani / l’amore ancora ci passerà vicino / nella stagione del biancospino», da L’amore, ndr].
È vero, Faber, di loro, degli esclusi, dei loro «occhi troppo belli», la mia Comunità si sente parte. Loro sanno essere i nostri occhi belli.
Caro Faber, grazie!
Ti abbiamo lasciato cantando Storia di un impiegato, Canzone di Maggio. Ci sembrano troppo attuali. Ti sentiamo oggi così vicino, così stretto a noi. Grazie.
E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.
Caro Faber, parli all’uomo, amando l’uomo. Stringi la mano al cuore e svegli il dubbio che Dio esista.
Grazie.
Le ragazze e i ragazzi con don Andrea Gallo,
prete da marciapiede

La guerra di Piero - Fabrizio De André (Con testo)

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