“Alcune persone si lamentano perché le rose hanno spine.
Io sono felice che le spine abbiano le rose.”
Alphonse Karr
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).
Risplendiamo. Adesso. Essere il mondo, voglio. Sentirmi a casa nel cosmo. E le maree saranno la strada del gonfio cuore. Sarà d'amore se cresco. Se avanzo o calo. Sarà d'amore. Mariangela Gualtieri
Per mettere il mondo in ordine, dobbiamo mettere la nazione in ordine. Per mettere la nazione in ordine, dobbiamo mettere la famiglia in ordine, per mettere la famiglia in ordine, dobbiamo coltivare la nostra vita personale, per coltivare la nostra vita personale, dobbiamo prima mettere a posto i nostri cuori.
Con il ricevimento di matrimonio praticamente pronto, la coppia formata da Matt e Jamie Seifert ha ricevuto una triste notizia: Pat, la nonna della sposa, non avrebbe potuto partecipare. Una settimana prima della cerimonia ha dovuto essere ricoverata in ospedale e non sarebbe stata presente.
L’evento non poteva essere spostato, e la soluzione è stata fare una sorpresa alla nonna. La coppia e alcuni invitati sono andati via dalla festa dopo la cerimonia per recarsi in ospedale.
Sono entrati nella stanza in cui si trovava Pat e la commozione ha preso il sopravvento. Guardate il video ed emozionatevi con questo splendido omaggio:
Grazie a fotografie e molte risate, la nonna ha potuto partecipare a uno dei momenti più importanti nella vita della nipote, che con il neomarito ha compiuto un gran bel gesto.
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]
Non era preparata a quello che sarebbe successo quando il medico le ha chiesto se voleva vedere e tenere in braccio suo figlio.
“Visto che la gravidanza era in una fase iniziale mi aspettavo che mi dessero un agglomerato di tessuti, e sono rimasta stupita nel vedere invece un bambino perfettamente formato”, ha detto Jessica a LifeSiteNews (NotiFam) in un’intervista esclusiva.
“Ha sorpreso tutti noi. Le infermiere non facevano altro che ripetere: ‘È così perfetto, così perfetto…’”, ha raccontato.
Jessica e suo marito Ray hanno saputo della nuova gravidanza nell’aprile dello scorso anno. Hanno iniziato subito a fare progetti per far spazio al nuovo membro della famiglia. Già cercavano il pullmino il cui acquisto rimandavano da tempo.
A metà luglio, però, Jessica ha iniziato ad avere dei sanguinamenti. Sperava che non fosse il suo secondo aborto spontaneo.
“Mi sono svegliata con un dolore insopportabile. Intorno a me sul letto c’era un grumo di sangue. Sapevo che probabilmente non era un buon segno”, ha riferito.
Visto che suo marito stava passando la notte vicino al luogo in un cui lavora, a un’ora da casa, sua madre l’ha portata in ospedale. Il figlio maggiore della coppia è rimasto a casa di amico, mentre gli altri due hanno accompagnato la madre e la nonna in ospedale.
Quando sono arrivati, il medico ha confermato quello che Jessica temeva di più.
“Mi hanno portato nella sala degli ultrasuoni, dove hanno verificato come stava il bambino. Ho visto solo quello schermo nero e ho capito quello che doveva significare. In quel momento ho avuto l’impressione che probabilmente mio figlio era stato espulso insieme al sangue. Ho pensato solo che non ci avevo fatto attenzione, che era stato gettato in bagno o qualcosa del genere, e pensarci mi ha devastato il cuore”.
Quando il medico ha detto a Jessica che dovevano tirar fuori il bambino, all’inizio lei non ha capito cosa volesse dire.
“Il medico ha detto che il bambino non era stato espulso, perché era fermo a metà strada”. Ha poi aiutato Jessica a espellere il bambino nella sala degli ultrasuoni.
“Il medico ha detto: ‘È un maschietto’, e io ho detto: ‘Riesce a capirlo?’”
“Quando mi hanno chiesto se volevo abbracciarlo ho risposto: ‘Certo’”.
Noah Smith, vittima di un aborto spontaneo nella 13esima settimana di gravidanza
Jessica ha detto che il suo bambino era una meraviglia da contemplare, pur in mezzo alla grande tristezza.
Le dita delle mani e dei piedi erano perfettamente formate. Aveva le orecchie, il naso e la bocca del tutto identificabili.
A quello stadio dello sviluppo, il fegato e i reni funzionavano perfettamente. I sistemi del corpo erano completamente formati, e avevano solo bisogno di tempo nell’ambiente sicuro dell’utero materno per svilupparsi fino ad arrivare all’autosufficienza.
“Non mi aspettavo un bambino del genere. Seguo sempre le mie gravidanze con le applicazioni sui bambini, ma non rendono giustizia a quanto sembrasse perfettamente umano mio figlio. Sono sempre stata pro-vita, ma anch’io sbagliavo sull’aspetto di un bambino di 13 settimane”, ha detto la mamma.
Gli amici che in seguito hanno visto la foto del bambino hanno detto: “Mio Dio, è proprio un figlio degli Smith”.
Trayven Smith, 4 anni, non ha mai visto suo fratello Noah, ma ha fatto un disegno intitolato “Guardo Noah”, e ha detto alla mamma: “Questo sono io, che guardo il cielo (azzurro), mentre mio fratello Noah (rosso) viene da lì a trovarmi”.
Ray e Jessica hanno chiamato il bambino Noah Israel, che significa “riposa, aiutante di Dio”.
I due figli più piccoli sono poi stati invitati a entrare nella sala e a dire “ciao” e “addio” al fratellino.
“Quando mia figlia Maycee, di due anni, ha visto Noah non ha detto: ‘Guarda, mamma, hai un agglomerato di tessuti’, ma ‘Guarda, mamma, un bambino’”.
“E io ho detto: ‘Lo so, tesoro, lo so’”.
Tutta la famiglia ha sofferto per la morte di Noah. Se la gravidanza fosse andata a buon fine, Noah sarebbe nato il 13 gennaio. Nonostante la sua breve vita, Jessica crede che l’esistenza di Noah non sia stata invano, avendo invece un senso e un proposito.
“Quando guardi Noah e vedi quanto era perfettamente umano, come fai a definire l’aborto una buona decisione? È ora di togliere il velo e aprire le tende, perché le persone possano vedere l’umanità di un bambino nell’utero e come l’aborto distrugge una vera vita umana”.
“Noah mi ha mostrato quanto siano davvero umani questi piccoli”, ha concluso Jessica.
Ciò che decidiamo di fare oggi è ciò che conta davvero.
(Buddha)
Sforzatevi di vivere bene l’oggi, perché il domani non esiste ancora; e se vi preoccupate per il domani, è come se gettaste nel vuoto le vostre energie. Lavorate sull’oggi, poiché l’oggi non morirà: non farà che prolungarsi, e prolungandosi diventerà il domani. Gesù diceva: «Non affannatevi per il domani, perché il domani avrà cura di sé». Queste parole ci obbligano a meditare sull’idea di durata, di continuità. Chi fabbrica una catena deve badare alla solidità di ciascun anello, perché se un solo anello è fragile e si rompe, non serve a niente che tutti gli altri tengano: l’insieme è rotto. Noi dobbiamo dunque vivere ogni giorno secondo le leggi divine, per fare di quel giorno un anello solido, in modo che la catena non si spezzi. L’oggi è un nuovo anello che va ad aggiungersi agli altri, ed è su questo anello che dobbiamo concentrarci.
Da giovane anch’io, come molti, ero profondamente disilluso.
Mi consideravo molto saggio perché credevo di aver abbattuto tutte le illusioni riguardo a Dio, riguardo alla politica e all’economia.
Ma non ero affatto felice. Il mondo era un nemico da combattere, una forza avversa contro cui lottare ogni giorno.
Ero arrabbiato per le ingiustizie sociali, per l’ottusità di certe persone che mi circondavano e che credevano che ci fosse qualcuno lassù che avrebbe provveduto. Non riuscivo a comprendere perché nel mondo ci fosse tanta sofferenza e ingiustizia.
Come avrei potuto sperare di cambiare le cose? Fu allora che compresi. Non si trattava di cambiare ciò che stava fuori, ma era nel mio cuore che doveva avvenire la trasformazione. Compresi che, per quanto gli uomini siano degli individui, appartengono a un’unica specie e il mondo in cui viviamo è stato costruito da noi, rispecchia ciò che abbiamo nel nostro cuore.
Tutta la sofferenza, l’ingiustizia e la confusione riscontrabili sono le stesse che albergano nei nostri cuori. È un circolo e il mondo ci restituisce ciò che noi gli diamo. Se cambiamo nel nostro cuore, allora cambierà anche il nostro mondo.
Da quando compresi questo, iniziai a insegnarlo agli altri.
Volevo raggiungere più persone possibili, anche in Occidente.
Gli uomini lì non hanno difese contro la disperazione in cui vivono, possono solo infuriarsi e combattere perché è ciò che hanno sempre fatto in tutta la loro storia. Elaborai una serie di meditazioni che si adattassero alla loro mente iperattiva, che dessero loro la possibilità di placarsi e di raggiungere quella pace che deriva dal distacco o dalla perdita di attaccamento verso i presunti problemi quotidiani. Purtroppo non tutti sono in grado di comprendere la necessità della trasformazione. Molti sono talmente assuefatti alle emozioni negative che, se queste gli fossero tolte, non sarebbero che gusci vuoti.
Alcuni fanno il grave errore di pensare che la sofferenza sia parte naturale della vita. In un certo senso hanno ragione, ma non si tratta della sofferenza dovuta alla paura e alla rabbia, ma di una sofferenza volontaria, subita per propria volontà di migliorare noi stessi.
La vera natura dell’uomo è nella pace, interiore ed esteriore. Se l’uomo non saprà trovare pace in sé stesso, non saprà trovarla nemmeno fuori.
- Osho Rajneesh -
Esistono molte monete false nella vita interiore: il controllo è una moneta falsa che sostituisce la moneta autentica della disciplina.
Non cercare mai di controllarti. Chi è che controlla, in realtà? Se comprendi, non c'è bisogno di controllare; se non capisci, chi controlla? Questo è il nodo del problema. Se comprendi, che bisogno c'è di controllare? Poiché comprendi, fai ciò che è giusto.Non è che lo devi fare, lo fai semplicemente perché non ti puoi sbagliare.
Ama la vita così com’è
amala pienamente, senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un po’.
Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Raccolta dei migliori aforismi e delle frasi più belle sul conformismo, l'omologazione e l'uniformità, il tutto considerato in contrapposizione con l'anticonformismo, l'andare controcorrente e lo spirito libero. Conformista si può definire chi si adatta facilmente alle opinioni o agli usi prevalenti di un gruppo o di un'intera società, spesso non per intima e ponderata convinzione, ma per essere maggiormente accettato dagli altri, per quieto vivere, ecc. Anticonformista, invece, è chi sfugge a questa schiavitù dell'adeguamento a norme e condotte stabilite dalla società, per orientarsi maggiormente su sé stesso e sulle proprie idee anche quando sono in aperto contrasto con le prime. Su Aforismario trovi anche una raccolta di citazioni attinente a questa dedicata all'uguaglianza e alla diversità...
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Tutti vogliono sapere "dove va il mondo” per andare diligentemente "dietro a lui" (Vitaliano Brancati).
Conformismo e anti...
Conformismo. È la peggiore delle retoriche: la più torbida e vile. E per molti è un sistema, anzi una professione: diciamo pure un mestiere. Un mestiere comodo. Massimo Bontempelli, Il Bianco e il Nero, 1987
Una buffa e odiosa parola, disprezzata nei Vangeli, si è gonfiata a dismisura; la parola mondo. Tutti vogliono sapere "dove va il mondo” per andare diligentemente "dietro a lui". Vitaliano Brancati, I piaceri del conformismo, su Tempo, 1946
All’inizio un silenzio e un tremolio di stelle nel cielo, poi labbra, tremanti come petali di fiori aperti, labbra umide di desideri che sanno di miele e di gioia e mani che giocano con le comete, con il piacere, creano ghirigori nei boschi di coralli, sono voli di farfalle in mondi incantati e creano parole, son fate sussurranti idiomi d’amore, pazze di meraviglia, di prodigi, di magie. Infine quel vento caldo, nato nei deserti ricchi di miraggi, che soffia nei nostri campi di papaveri e fiordalisi, vento che solleva il desiderio e il sogno, e crea tatuaggi d’oro laddove si nasconde la passione e avvolge nell’incantesimo di un abbraccio noi angeli innamorati e ci fa volare su un magma rosso di incantata delizia, un sol corpo o mille persi in un limbo lungo i confini dell’anima, di un paradiso dove ballano gli astri e i fiori di ciliegio si nutrono di musica, bolle scoppiano liberando sfere colorate, che umettano l’aria di pensieri celesti, visioni, sospiri, tremori. Enrico Garrou
Da Tiziano Ferro ad Adriano Sofri, da Lorenzo Jovanotti a Roberto Bolle, da Marta Marzotto a Daria Bignardi: apparentemente ci sono tutti gli esponenti dell’“Italia migliore” tra i firmatari dell’appello – fra i quali svettano, in particolare, quattrocento volti noti – che chiede al Parlamento una celere approvazione delle unioni civili. Francamente stupisce la fissazione progressista per questo tipo di appelli che, fra l’altro, non sembrano portare benissimo; si pensi al referendum sulla legge 40 del 2005: L’Espresso mise in copertina cento persone celebri col titolone «100 Sì» ottenendo uno degli appuntamenti referendari più boicottati della storia repubblicana; oppure si pensi, tornando indietro con gli anni, al manifesto contro Luigi Calabresi (1937–1972), apostrofato come «commissario torturatore»: anche quella volta i firmatari erano noti, numerosi (oltre settecento) e rispettabilissimi – Bobbio, Eco, Toscani – e anche quella volta presero un granchio clamoroso, dato che Calabresi da un lato venne assassinato e dall’altro risultò estraneo alla morte dell’anarchico Pinelli.
Quando “l’Italia migliore” promuove un documento, insomma, state pur certi che l’odore è di fregatura. In questo caso, poi, l’appello per le unioni civili fa davvero sorridere: si parla di urgenza di riconoscere il «minimo dei diritti alle persone LGBT» confidando nell’ignoranza giuridica di chi non sa che non solo le persone – LGBT e non – in Italia hanno tutte i medesimi diritti, e ci mancherebbe altro, ma (esclusa la quota di legittima, l’adozione e la pensione di reversibilità, destinata comunque a sparire per tutti) li hanno pure le coppie conviventi di persone dello stesso sesso: già ora. Ma naturalmente lo scopo dell’appello dei 400, come viene già chiamato, non è certo informare, bensì impressionare l’italiano medio che, dinnanzi a cotanta abbondanza di cantanti, scrittori, giornalisti e intellettuali tutti – in una compattezza di orwelliana memoria – con la medesima richiesta, penserà che se “l’Italia migliore”, quella che controlla l’editoria e spadroneggia in televisione e in radio, la pensa così, beh allora una ragione dovrà esservi. E così il nuovo manifesto dei conformisti, ben prima dell’approvazione delle unioni civili, produrrà nuovo conformismo. In nome della libertà, ovvio.
Francesco si conferma il Papa delle sorprese rispondendo con una lettera scritta di proprio pugno ad Antonio Socci.
Il noto giornalista cattolico ha infatti di recente dato alle stampe una lunga lettera aperta in forma di libro dal titolo “La profezia finale. Lettera a Papa Francesco sulla chiesa in tempo di guerra” (Rizzoli), in cui gli chiede di badare meno a Twitter, al numero di followers, ai lustrascarpe, gli adulatori mediatici e di ricordarsi quel che hanno profetizzato la Madonna, don Giussani, don Tantardini, la beata Emmerich e pure don Bosco. E cioè che le squille dell’Apocalisse stanno suonando come mai avevano fatto finora, che la fine del mondo è imminente. Va sottolineato che, dopo tre anni di infinite disquisizioni a partire dal volume “Non è Francesco”, Socci arriva a riconoscere che Bergoglio è il Papa legittimo e dunque regolarmente eletto. E questo nonostante nelle pagine del libro non lesini amare critiche al suo pontificato, e lo esorti a più riprese a farsi baluardo a difesa delle Chiesa e della fede cattolica, e a non umiliarle. Il volume si chiude poi con una nota soffertamente personale in cui lo esorta a combattere virilmente con tutti i cattolici “la santa battaglia” contro la notte: “Io vivo anche una mia guerra persona, durissima, che combatto con la mia famiglia contro il male e che da anni ci fa stare sul Calvario (…). Le assicuro che nell’offerta di questo martirio – insieme a tutta la Chiesa e all’umanità – c’è anche lei, con papa Benedetto XVI. La nostra preghiera è a Dio, perché restituisca e conservi sempre alla Chiesa e al mondo la luce del Vicario di Cristo, specialmente nelle tenebre dell’ora presente. Caro papa Francesco, sia uno dei nostri veri pastori sulla via di Cristo, con papa Benedetto che la sostiene con la preghiera e il consiglio: aiuti anche lei la Chiesa, oggi smarrita e confusa, a ritrovare la via del suo Salvatore e così riaccenderà quella luce che permetterà all’umanità di non perdersi in un abisso di violenza. Tutti i santi del Cielo pregano per questo”.Ecco la lettera autografa scritta da papa Francesco.Vaticano 7 febbraio 2016Sig. Antonio SocciCaro fratello:Ho ricevuto il suo libro e la lettera che lo accompagnava. Grazie tante per questo gesto.Il Signore la ricompensi.Ho cominciato a leggerlo e sono sicuro che tante delle cose riportate mi faranno molto bene. In realtà, anche le critiche ci aiutano a camminare sulla retta via del Signore.La ringrazio davvero tanto per le sue preghiere e quelle della sua famiglia.Le prometto che pregherò per tutti voi chiedendo al Signore di benedirvi e alla Madonna di custodirvi.Suo fratello e servitore nel Signore,Francesco In un articolopubblicato su Libero del 19 febbraio, ha così scritto: “Sono parole che non lasciano indifferenti. Ci sono cose di questo Papa che mi commuovono profondamente. Mi entusiasma la sua libertà evangelica, la sua semplicità, il suo essere fuori dagli schemi clericali. E’ emozionante quando parla dello sguardo di Gesù o, come nei giorni scorsi a Guadalupe, degli occhi materni di Maria. E quando ricorda che il nostro Salvatore non vuole perdere nessuno e si prende ciascuno di noi sulle spalle. Ma infine un pontificato è anzitutto il suo magistero e il suo governo della Chiesa e di fronte allo smarrimento e alla confusione che in questi tre anni hanno investito il popolo cristiano ho dovuto e voluto dire la verità, a costo del suicidio professionale e morale”.
Mai nella storia della Chiesa si è avuta una così spaventosa concentrazione di profezie che prospettano un tempo catastrofico per la Chiesa e per il mondo. E sono profezie cattoliche, cioè legate a santi, pontefici e mistici o messaggi di apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa. Dal Segreto di Fatima, per il quale Benedetto XVI ha evocato il 2017 come anno cruciale, alle profezie di don Bosco, da quelle della beata Anna Caterina Emmerich alle apparizioni di Kibeho, fino alle apparizioni di Rue du Bac e Lourdes ricondotte dal cardinale Ivan Dias a una lunga catena di apparizioni che ci allertano sull’imminenza di un evento apocalittico. Antonio Socci in questa lettera aperta a Papa Francesco richiama l’attenzione di tutti sui segni del presente, sull’apostasia nella Chiesa e le minacce di guerra che incombono su di noi, in particolare su Roma, segnando drammaticamente il tempo del Giubileo.
La stessa corrente di vita che scorre nelle mie vene, notte e giorno scorre per il mondo e danza in ritmica misura. E’ la stessa vita che germoglia gioiosa attraverso la polvere negli infiniti fili dell’erba e prorompe in onde tumultuose di foglie e di fiori.